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Anche se gli esseri umani moderni si sono dimenticati degli angeli, gli angeli non si sono dimenticati di noi: ci sono testimonianze di salvataggi angelici che hanno salvato uomini e donne, sparendo subito dopo aver portato a termine l'azione.
Ecco una testimonianza.
Bernhard Overberg era un teologo cattolico vissuto nel 1700, pedagogista, riformatore del sistema scolastico, molto apprezzato. Ecco la sua testimonianza dello strano fatto che lo vide protagonista:
"Un giorno stavo riaccompagnando a casa due suore che erano venute a trovarmi per certe questioni importanti e che abitavano ad alcune giornate di viaggio da me. Durante il tragitto arrivammo sul far della sera a una grande brughiera che si estende fino a N., la città dove abitavano le suore, e che richiedeva tre ore di viaggio per percorrerla. Nonostante l'attenzione del nostro cocchiere, ci perdemmo; dopo un'ora di inutili ricerche della strada giusta, essendo ormai scesa la notte, decidemmo di chiedere ospitalità in una casa di campagna che casualmente trovammo sul nostro cammino. I proprietari, marito e moglie, ci accolsero con grande gentilezza e si dimostrarono felicissimi di ospitarci tutti e quattro. Ci prepararono la cena, che consumarono con noi, e solo dopo le dieci ognuno si ritirò nella sua stanza. Io prima di andare a dormire lessi il breviario, e dal libro cadde l'immagine di un angelo che avevo sempre considerato il mio angelo custode: e per qualche minuto meditai sull'opera benefica degli angeli. Durante questo tempo, sentii bussare alla porta, andai ad aprire e vidi un giovane molto bello e ben vestito che si inchinò davanti a me disse: "Signore, andate via da questa casa con le suore prima dell'una di notte, in silenzio e senza fare alcun rumore: il motivo lo saprete domattina presto." Dette queste parole uscì dalla stanza lasciandomi enormemente stupito. Erano le undici e mezzo: riguardai l'immagine dell'angelo e mi resi conto che era identica al giovane che mi aveva fatto visita alla mia stanza. Allora non esitai: andai a svegliare il cocchiere e gli dissi di preparare in fretta e in silenzio i cavalli, poi svegliai le suore e così in pochi minuti uscimmo da quella casa senza che nessuno se ne accorgesse. In tre ore raggiungemmo N., svegliammo i gestori della locanda e ci facemmo preparare il caffé. Ci eravamo appena messi a sedere quando arrivò un giovane commerciante, tutto agitato; scese in fretta da cavallo e venne verso di noi. Si sedette accanto a me, poi corse alla finestra, si sedette di nuovo, dando sempre segni di grande preoccupazione. Infine lo pregai di dirmi il motivo della sua agitazione, e lui mi fece capire che voleva parlarmi da solo. Io feci segno alle suore di uscire e, rimasti soli, mi sentii fare questo discorso: "Signore, il motivo della mia agitazione è un'incredibile vicenda che mi è capitata stanotte. Di certo è avvenuto un delitto! Per motivi di lavoro volevo raggiungere N. in serata, ma mi sono perso nella brughiera e dopo ore di inutile vagare sono giunto in una casa di campagna. Dato però che avevo con me molto denaro, esitavo a chiedere ospitalità per timore di essere derubato. Girando intorno alla casa, mi accorsi che a una finestra c'era luce: guardai sento e vidi sette omaccioni dall'aria spaventosa, seduti intorno a un tavolo. In quel momento uno di loro guardò l'ora e disse agli altri: "è l'una: di sicuro le suore e l'uomo che le accompagna dormono della grossa. è il nostro momento!" Si alzarono con aria minacciosa e io non aspettai che uscissero: misi il cavallo al galoppo ed eccomi qui! Sono sicuro che quegli uomini hanno commesso qualche delitto..." Io, che nella descrizione della casa avevo riconosciuto quella nella quale avevamo ricevuto ospitalità, fui ben felice di poterlo rassicurare spiegandogli che il delitto non c'era stato perché noi, avvertiti dall'angelo, eravamo fuggiti..."
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