"Quella strana ragazza che abita in fondo al viale": recensione

In un piccolo villaggio di Long Island c'è, in fondo al viale, una casa di legno circondata da un giardinetto. Vi abita una ragazza, Rynn, giunta dall'Inghilterra con il padre, celebre poeta. Quella sera, ella si accinge a festeggiare il proprio compleanno con una torta illuminata da 13 candeline. è sola sebbene affermi che nello studio, chiuso a chiave, suo padre sta lavorando. Eppure, da molto tempo, nessuno lo ha visto nel villaggio. Non la signora Cora Hallet, che ha affittato la casa, non suo figlio, Frank, non il poliziotto locale, non il giovane illusionista zoppo Mario. Tutte queste persone, insospettite o attratte dalla solitudine di Rynn, vogliono risolvere il mistero che circonda la vita e la casa della ragazzina.  A scoprire per prima la lugubre verità è l'altezzosa signora Hallet ma la sua invadente curiosità viene punita. Gli altri rimangono tutti, sia pure per motivi differenti, catturati dall'intrico in cui è avvoltolata Rynn per cercare di tutelare la sua indipendenza, per sottrarsi al conformismo imperante nel mondo attuale e per vivere una vita vera seguendo i dettami e le esortazioni del padre. Mario ne è coinvolto perché ama Rynn, Frank, un pedofilo, perché la concupisce, l'agente di polizia perché la vuole proteggere. La soluzione della vicenda è tanto sorprendente quanto terribile. Da questo romanzo è stato tratto il film omonimo, tutto giocato su un mistero teso fino all'esasperazione, una storia che ha il fascino dell'orrore e al contempo le sfumature delicate di un tentativo di sondare i confini sottili tra l'innocenza e la perfidia.

Nota di Lunaria: il film mi era piaciuto, anche il libro non è male ed è decisamente fedele alla trasposizione cinematografica; il fascino di questo "Quella strana ragazza..." oltre all'originalità della trama è dato anche, paradossalmente, dai dialoghi serrati, spesso inconcludenti e basati su inezie o particolari ininfluenti (come le pagine del "botta e risposta" tra Rynn e Frank sui barattoli, prima e dopo della morte della signora Hallet, resa nel film veramente insopportabile...), e il tutto serve a far percepire al lettore un senso di straniamento, come se il tempo durante il quale si dipana l'intera vicenda fosse "metafisico".


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