Animali Mostruosi nel Folklore Italiano

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Nel Folklore, gli Animali Fatati erano posti come guardiani di ponti, acque o ingressi di grotte, spesso per mettere alla prova chi voleva entrare.

La Splorcia, era un animale composito, con muso di maiale, lingua di serpente, ali di pipistrello, zampe di rospo e coda di scorpione, tipica del folklore di Novara\Vercelli. Il suo grido terrorizzava e il divertimento di questa creatura consisteva nel togliere le tegole dei tetti, i mattoni o nascondersi dietro i muri, per farsi vedere improvvisamente.

L'Habergeiss era un uccello gigantesco, nelle leggende dell'Alto Adige, e aveva tre piedi e la testa di una capra con un corno affilato. Durante le notti di luna piena, passava per le serrature delle porte e si posava sulle persone addormentate, terrorizzandole.

La Biscia Lattona infestava Forlì: era un rettile che si nutriva di latte, specialmente materno, e che si nascondeva sotto le travi della stanza da letto dove c'era il bambino da allattare; quando la madre, assonnata, di notte allattava il bambino, la Biscia Lattona usciva e si sostituiva al neonato, dangogli la sua coda da succhiare.

Il Der Iseno Hof, detto "Zoccolo di Ferro", di Gressoney, abitava lungo i torrenti ed era grande "come dieci buoi". Cieco al buio, usciva nelle notti di luna piena, gridando e spaventando chiunque passasse.

L'Alber (Alto Adige) era un enorme uccello di fuoco, che appariva di notte, fischiando: chi sentiva quel terribile fischio, sarebbe rimasto paralizzato fino all'alba.

La Caurascia della Valsassina era metà capra e metà uccello: chi udiva il suo suono, uno strano belato miscelato ad un richiamo da pastore, si perdeva nei boschi o, se andava peggio, incontrava la Caurascia o nel suo terribile padrone: il pastore.

La Bisciabova, nota anche come Bissaboa, Bessabove, Bisson, Sboa, era un serpente d'acqua che causava tifoni e venti.

Il Cavalas era un cavallo notturno che correva nella notte.

Il Redebus dell'Alto Adige era un uccello che volava al contrario e deponeva uova quadrate; la Serpentana era un biscia gigantesca, che si trasformava in fanciulla dopo il tramonto. Una leggenda racconta di una Serpentana che, ferita da alcuni uomini che volevano catturarla, si rifugiò in una sorgente, facendola inaridire.

La "Butacc' con egls" ("Pancia con gli occhi") era un ventre di mucca strisciante, dotato di occhi, che viveva nel lago di Lisc.

Narra una leggenda che alcuni cacciatori, per divertimento, spinsero delle mucche in un lago, facendole annegare.

Dal lago emerse la Butacc' che uccise, ad uno ad uno, i cacciatori, per poi tornare ad inabissarsi nel lago.

Sul ponte del canale a Calice al Cornoviglio si raccontava delle apparizioni di un vitello che terrorizzava chiunque volesse attraversare il ponte, emettendo un vapore rosso; scompariva poi tra il fumo e le fiamme.

A Bergamo si credeva che durante il solstizio d'inverno, tutti gli animali potessero parlare, prevedendo anche il futuro.

Nei pressi di Brescia si raccontava di una magica lepre che nessuno riusciva mai a catturare: un giorno, fermatasi su un sasso, esclamò "Ho corso tanto per essere un vecchietto" e sparì.

Altre leggende raccontano di un mondo magico di gatti che sarebbe celato sul fondo di un lago e che si può raggiungere solo scendendo da una scala di cristallo. 

In Brianza si racconta un'inquietante leggenda che ha per protagonista un gatto che sonnecchiava davanti al camino; all'improvviso, dal fuoco uscì una voce che diceva "Ruin l'è mort". 

Il gatto si svegliò improvvisamente e rispose "Ruin l'è mort? Alura tuca a mi" (Ruin è morto? Allora tocca a me) e sparì davanti agli occhi della famiglia che lo guardava.

Quel gatto era uno stregone trasformato che doveva prendere il posto di Ruin, capo delle streghe.

Infine, in alcune regioni italiane, era diffusa la leggenda di galline magiche con 7 o 12 pulcini, tutte d'oro, che chiocciavano di notte. 


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