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La donna nell'Esoterismo ha sempre avuto una triplice funzione: Iniziatrice, Tentatrice, Madre Divina.
In quanto musa ispiratrice, Madre, essa è l'iniziatrice che dà accesso al Sapere.
Iside svelata è la Verità nuda, che si mostra solo ai Maestri.
La Sephira Binah nell'Albero Cabalistico ha il ruolo di Matrice dell'Universo, ma anche di una porta stretta, quella del Destino e della Legge, da cui dipendono il Giudizio, la Vita e la Morte.
è infine essenziale osservare che la base di qualsiasi iniziazione è la purezza (Sephira Iod) e che l'accesso al regno stabile della divinità è possibile solo attraverso la prova della purezza.
Tale attributo, eminentemente femminile, è simboleggiato dall'antica Vergine Nera legata a Saturno e alla Binah e dalla Luna, legata a Hesod.
La donna ha questa funzione iniziatrice solo perché è una polarità dello stesso Dio, e a tale titolo è una struttura dotata di essenza del mondo divino, esattamente come lo è l'uomo (Nota di Lunaria: ma i monoteisti hanno sempre negato dignità spirituale alle donne, si pensi a concetti come "impurità", l'aristotelico "La donna è un maschio malriuscito" ripreso dalla Scolastica Tomista, l'inculcare nelle donne concetti come sottomissione e obbedienza)
La Trinità delle teosofie esoteriche, fondamenti di tutte le cosmogenesi, vedono nella loro terza persona la Madre che regge la ruota cosmica del tempo così come il nome di Dio,
Binah, comprende la Trinità sviluppata e attiva, il Padre, la Madre, il Figlio, la Figlia.
Lo Spirito Santo della Trinità cristiana avrebbe quindi una polarità femminile, come l'epoca che segue la dipartita di Cristo e che prepara il suo ritorno simbolico (concetto sviluppato da alcune sette cristiane, spazzate via da madre chiesa o dai protestanti, come i Guglielmiti o gli Shakers, nota di Lunaria).
I suoi attributi sono la Giustizia e il Giudizio.
Significative sono le ultime parole di Cristo sul Golgotha, quando vede Giovanni insieme a sua madre; Giovanni diviene il figlio di Maria e Maria la madre di Giovanni; ciò sembra stabilire l'equivalenza Cristo = San Giovanni di fronte alla Madre Binah.
A proposito del "discepolo prediletto", Gesù dice a Pietro "Se è mia volontà che egli resti finché io torni, in cosa ti riguarda ciò?"
Il periodo dell'attesa del segno del Figlio dell'Uomo, sembra porsi sotto il segno dello Spirito e assicurare una rivalutazione nelle coscienze del ruolo archetipico della donna, attraverso la Chiesa di S. Giovanni (l'Esoterismo).
La caduta dell'umanità è cominciata dalla seduzione della donna, e l'umanità conoscerà la redenzione finale attraverso la donna. Fino ad allora, il Serpente ferirà il suo tallone.
è la seconda funzione della donna, associata alle catene simboliche della caduta, della discesa, della materia, del Male.
Si tratta del processo necessario all'evoluzione dello Spirito, non di un peccato originale: il Serpente biblico, dai molteplici adattamenti, rappresenta l'energia cosmica, la Ruota dello Zodiaco che ferisce il tallone, cioè fa di Eva, l'umanità, la vittima di energie che essa non sa controllare e la cui futura padronanza è pegno di salvezza.
Similmente al Tantrismo, i suoi obiettivi sono precisamente la trasformazione della sessualità attraverso il risveglio e l'ascesa di Kundalini-Shakti dalla base della colonna vertebrale al sommo della testa, il Chakra coronarico, chiamato Sahasrara.
Le Nozze di Cana in cui l'acqua delle sei giare viene trasformata in vino, il sigillo di Salomone che unisce il triangolo maschile col triangolo femminile,
l'ottenimento del Mercurio filosofale il cui segno planetario esprime l'unione del Sole Maschile con la Luna femminile,
l'eucaristia celebrata sotto le due specie del pane e del vino mostrano che la Scienza dei Due Principi è il filo di Arianna della tradizione esoterica.
Applicata alla natura umana, tale Scienza fu delle Nozze Spirituali, Alchemiche, il fine dell'evoluzione: lo stato androgino di cui la Gerusalemme e l'amata del Cantico del Cantici, il re e la regina delle fiabe, il Cristo e la sua Chiesa, sono espressioni ai diversi livelli di coscienza dell'evoluzione umana.
La donna è dunque principio cosmico e antropologico.
L'iniziazione comincia come l'involuzione, attraverso di lei. Si tratta di rifare il cammino a ritroso. (è alla Samaritana al pozzo che Gesù si proclama il Cristo, mentre ha sempre proibito ai discepoli di dire che lo era)
Si spiega così il duplice volto della donna: Afrodite volgare e celeste per Platone, le tenebrose versioni occulte (Lilith ed Ecate) ma anche la loro antitesi magnificata nella Vergine, Iside;
gli Dei hanno le loro paredre; le Sephiroth sono positive e femminili.La risalita spirituale esige il dominio del Serpente e il senso di questo rinnovamento deve porsi sotto l'egida femminile: "la donna è l'avvenire dell'uomo" (vedi, per esempio, l'opera di Dante ispirata da Beatrice)
PROVA: PAGINA 108
Nota di Lunaria: non ho bibliografia sull'argomento, ma parlando di Sufismo (movimento mistico islamico, spesso perseguitato) un poeta, 'Umar ibn al-Farid non si riferiva ad Allah come "a un lui" ("huwa") ma ne parlava come una "Lei" ("hiya"), riferendosi all'Essenza Divina ("Dhat") come se si rivolgesse all'Amata, perché convinto che nell'amore uomo-donna si potesse contemplare il Divino in una creatura.
Questa cosa l'ho trovata a pagina 83 di questo libro
APPROFONDIMENTO: LA SAPIENZA SANTA NELL'AURORA CONSURGENS
Info tratte da
Pagine 172- 173- 174
[Commento all'Aurora Consurgens, "L'Aurora che Sorge", attribuito a Tommaso d'Aquino. I primi cinque capitoli dell'Aurora Consurgens riguardano l'apparizione di una figura femminile chiamata la Sapienza di Dio. Cos'è questa figura? Nei libri del Vecchio Testamento sembra una sposa di Dio, ma una tendenza del Medioevo voleva identificarla con lo Spirito Santo, di cui sarebbe stata l'aspetto femminile; altri invece la interpretano come l'anima di Cristo, Anima Christi, che esisteva già prima della sua incarnazione. La terza interpretazione è che la Sapienza rappresenti la somma di tutti gli archetipi o idee eterne presenti nella mente di Dio quando creò il mondo.]
Dopo la comparsa degli Etiopi (della Nigredo) viene posta una domanda "Chi è l'uomo che vive in sapienza e conoscenza e strapperà l'anima mia dalle mani dell'inferno?" e quella stessa persona che prima sembra esssere l'autore e poi la Sapienza di Dio risponde: "Chi mi illumina avrà la vita eterna e gli darò da mangiare del legno della vita che si trova in Paradiso e lo farò sedere con me sul trono del mio regno."
è Cristo, in quanto vero Dio, che promette ai suoi seguaci di farli entrare nel suo Regno. Se ne deve concludere che la persona che sta parlando nel testo - gli aggettivi che si riferiscono ad essa sono sempre femminili - è la Sapienza di Dio, e che essa è assolutamente identica a Dio e a Cristo.
è la sua voce quella che esce dalle tenebre della Nigredo e chiede aiuto, invocando un uomo che la salvi e liberi la sua anima dagli inferi.
C'è stato uno sconvolgente rovesciamento della situazione se tutto ad un tratto è la Sapienza di Dio ad invocare aiuto dalle profondità della terra e ad aver bisogno di un uomo che la tragga fuori dal buio.
Se prima ci era apparsa come uno strapotere fattore divino che agiva dall'alto, ora essa, come una debole creatura femminile, implora soccorso dal basso e ha bisogno della capacità di comprensione dell'anima umana.
Questo è uno dei capitoli più singolari, e illustra uno dei grandi temi mitologici del pensiero alchimistico, trattato anche da Jung in "Psicologia e Alchimia": quello dell'anima divina o Sapienza di Dio o Anima Mundi (sempre, comunque, una figura femminile) perduta dall'uomo originale, dall'Adamo originale, e caduta nella materia della quale deve essere liberata.
Jung spiega come quest'idea rappresenta un fenomeno di proiezione: siccome esiste l'archetipo della Divinità Femminile, esso viene proiettato nella materia, il che è come dire che l'immagine cade nella materia. Questi miti esprimono qualcosa di cui gli alchimisti non erano coscienti, o erano coscienti solo in parte: cioè di star cercando nella materia l'inconscio, o l'immagine della Divinità Femminile, o l'esperienza dell'uomo divino.
è una situazione che potremmo paragonare a quella di un uomo d'oggi il quale, conosciuta una donna affascinante, sogni che una Dea è entrata in lei. Egli portava dentro di sé quell'immagine divina che ora è entrata nella donna.
Anche nella religione ebraica c'è una ricerca dell'aspetto femminile del divino. Benché non si faccia esplicita menzione di alcuna Dea, l'espressione ebraica per indicare il caos primordiale allude alla babilonese Tiamat. Nella tradizione ebraica la grande Dea Madre non compare nella Bibbia, ma è possibile intravederla, nascosta dietro certe allusioni.
Il Femminile del Divino si affermerà poi apertamente nelle fantasia gnostiche della Sapienza di Dio, ma di questa divinità femminile la Bibbia recepisce unicamente l'aspetto sublime.
Il lato femminile di Dio è perciò rappresentato soltanto parzialmente nella tradizione giudaico-cristiana che si limita ad alludere cripticamente a un'oscura e caotica massa - identificabile con la materia - sottostante la creazione, e a parlare un po' più apertamente di una sublime figura femminile chiamata Sapienza di Dio. Il cristianesimo si è sbarazzata di quest'ultima, dichiarandola identica allo Spirito Santo o all'anima di Cristo, e lasciando la materia alla signoria del Diavolo (Nota di Lunaria: il connubio donna\strega - Satana che si accoppiano al sabba riflette questa visione del nostro corpo come qualcosa di impuro e diabolico e l'associazione materia-femmina)
(...) Fin dall'inizio, il cristianesimo assunse un atteggiamento inconsapevolmente poco equilibrato nei confronti della Divinità Femminile, ossia della materia, poiché il lato femminile di Dio viene, sempre e in ogni religione, proiettato nella materia e collegato con essa.
Pagina 179-180
In "Lettera agli Ebrei (1.5)" Dio dice a Cristo: "Io gli sarò Padre, ed egli mi sarà Figlio."
Leggendo il testo è assai facile non notare la stranezza di quest'allusione; ma al lettore attendo non sfuggirà che qui la Sapienza sta chiaramente dicendo che essa stessa è Dio Padre e che chi la salva è il Figlio di Dio. Questa frase è la chiave di tutto quanto segue. La Sapienza di Dio è semplicemente un'esperienza di Dio nella sua forma femminile, e l'amato sposo di questa manifestazione femminile di Dio è l'autore, il quale prende il posto di Cristo, diventa simile a Cristo.
Cristo stesso predice nel Vangelo che, grazie alla diffusione dello Spirito Santo, molti faranno opere più grandi delle sue. Di qui è nata l'idea che ogni uomo è simile a Cristo.
Cristo non sarebbe l'unico caso di incarnazione di Dio, ma per mezzo dello Spirito Santo il fenomeno dell'incarnazione si estenderebbe a molte persone, e ciascun uomo, in certa misura, potrebbe diventare Cristo ossia essere deificato (Nota di Lunaria: qui l'Autrice non si rende conto di questo continuare a ridurre l'umanità "al Cristo maschio" che "dovrebbe comprendere anche le femmine")
[...] Nell'Aurora Consugens ricompare come spinta inconscia: Dio, in forma di donna, ha scelto come sposo un uomo che è in grado di capirla. Come dice il testo, questa è la relazione tra Dio Padre e Dio Figlio.
La Sapienza dice poi che, quando avrà trovato uno sposo, si manifesterà in tutta la sua gloria e la sua bellezza. In questo contesto viene citato un passo dell'Apocalisse che parla della comparsa di Dio alla fine dei giorni.
Poco oltre ci imbattiamo nel paragone della Colomba d'argento scintillante: qui, di nuovo, la Sapienza ci appare in un simbolo di spiritualità femminile.
METTIAMO LA PROVA:
Pagine 200-204
Dal nono capitolo dell'Aurora Consurgens
"Allo Spirito Santo è attribuita la bontà che trasforma le cose terrene in cose celesti, e ciò in tre modi: mediante il battesimo con l'acqua, con il sangue e con la fiamma del fuoco. Lavando e vivificando nell'acqua, lo Spirito monda ogni impurità ed espelle dall'anima ogni fumosità. Così infatti è detto: "Tu fecondi le acque per vivificare le anime."
Poiché l'acqua nutre tutti gli esseri viventi, e perciò l'acqua che discende dal cielo inebria la terra e grazie ad essa la terra riceve la forza di sciogliere ogni metallo. Perciò la terra desidera l'acqua e dice: manda il tuo Spirito, ossia l'acqua, e ogni cosa sarà ricreata e farai nuovo il volto della terra, poiché egli spira sulla terra quando la fa tremare e tocca le montagne, che così fumano. Quando poi battezza con il sangue, nutre (...) poiché la sede dell'anima è nel sangue. (...) E quando battezza con le fiamme di fuoco, infonde l'anima e dà perfezione di vita."
Insomma, il fuoco dello Spirito riscalda la terra fredda e morta, penetra e raffina ogni cosa terrestre e
"L'acqua alimenta il feto nella matrice per tre mesi, l'aria lo nutre per altri tre mesi e il fuoco lo custodisce negli ultimi tre"
e
"Altrove è scritto: la donna scioglie l'uomo, e l'uomo fissa la donna, ossia lo Spirito scioglie e mollifica il corpo e il corpo rende solido lo Spirito"
(...) [Nel Medioevo] nacquero e si diffusero ovunque le sette dello Spirito Santo [nota di Lunaria: come i Guglielmiti che ritenevano che lo Spirito Santo si fosse incarnato in una donna, santa Guglielma] come i Fratelli del Libero Spirito, gli Umiliati, i Poveri di Lione e diversi altri.
Nel vangelo di Giovanni (14,16) Cristo promette che il Padre dopo la sua morte manderà il Consolatore, lo Spirito Santo, che abiterà con gli uomini per sempre e coloro che lo riceveranno sapranno compiere opere anche più grandi di quelle di Gesù.
Fin dagli inizi del Cristianesimo, lo Spirito Santo rappresenta un aspetto imbarazzante dell'immagine di Dio, in quanto si ritiene che possa entrare direttamente nell'individuo.
Delle tre persone della Trinità solo lo Spirito Santo può scendere ripetutamente senza restrizioni di tempo e luogo [e questo] dà l'idea che l'individuo da esso visitato venga riempito direttamente dallo spirito divino. è come se in tal modo Dio continuasse ad incarnarsi.
Se Dio si è incarnato "ufficialmente" (*) una volta sola nella persona di Gesù Cristo, per opera dello Spirito Santo (**) ogni membro della comunità cristiana può tuttavia diventare nuovamente un vaso dello spirito divino. Ogni cristiano può diventare l'incarnazione di una piccola parte della Divinità.
(*) Ovviamente per l'Autrice non è un problema il fatto che tale "incarnazione ufficiale di Dio" sia avvenuta SOLO in un corpo maschile, escludendo quello femminile, con tutto quello che poi ne è derivato, come commento teologico misogino...
(**) A pagina 205 e 206 l'Autrice fa un parallelo tra il Mana delle religioni primitive, l'energia soprannaturale che pervade certi oggetti, e lo Spirito Santo, che è acqua, vento e fuoco e quindi "una forma di Mana", di idea archetipa.
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