"Megan delle Scogliere": recensione


Trama: Megan è una donna misteriosa e schiva. Vive sulle scogliere che circondano la quieta città di Ker-Is. Forse maga, forse sacerdotessa, Megan pratica con orgoglio l'antica religione celtica, animando i fuochi della notte di Beltane, custodendo i segreti della Dea Madre; conosce i moti del cuore umano e sa leggere la terra e il cielo, studiando le multiformi proprietà delle erbe.  
Megan difende il suo mondo, un mondo di re e guerrieri, di bardi e principesse. Un mondo al tramonto, assediato dal fanatismo dei predicatori cristiani e dalla follia distruttrice delle tribù barbare che fanno tremare l'Europa. Megan la Sacerdotessa, la Maga, la guida del suo popolo, sa che l'amore è l'unica forza che non teme sconfitte.
Tuttavia per Dahut, figlia di re Gradlon, e per la sua saggia amica Keri, Megan è soprattutto una guida per orientarsi in un mondo sull'orlo dell'abisso: sulla splendente città di Ys, fondata da Dahut, spira un vento gelido, destinato a trasformarsi ben presto in una furiosa tempesta: un vento che si chiama cristianesimo e che scuoterà la fondamenta di Ys.
Tutto vacillerà: l'amicizia, gli affetti, la fiducia si sgretolano sotto i colpi mortali inferti da uomini che usano la religione come mezzo per nutrire la loro famelica ambizione di potere.
"Megan delle Scogliere" ritrae il complesso e affascinante scenario della Bretagna del V secolo.


Commento di Lunaria: una trama affascinante ma che, all'atto pratico, viene narrata in maniera pedante e prolissa. 
A dispetto della trama, del titolo e pure dell'ammaliante copertina che fanno molto "Wicca Dianica", le scene "con protagoniste donne che invocano la Dea" sono ridotte ai minimi termini (su un totale di 366 pagine!); a farla da padrone sono centinaia di pagine con disgressioni "militari" su tizio e caio (e si capisce altroché che il libro è stato scritto da un uomo che si è formato principalmente su questi aspetti, di questo periodo storico) e giusto qualche frecciatina striminzita sul cristianesimo, che compare di tanto in tanto a commento delle malefatte dei preti e degli asceti (e neanche invettive e critiche contro la sua misoginia, del resto la storia avrebbe prestato il fianco ad una critica radicale contro l'androcentrismo cristiano, ma per lo più l'autore si concentra sul fanatismo che portava i primi cristiani a distruggere le opere d'arte dei pagani). 
L'ho letto ma mi ha piuttosto deluso non tenendo fede alle aspettative, alte, che mi ero fatta. 
Non è scritto male e alla fine come voto gli darei 6, ma scordatevi un fantasy "tutto magia e potere sacerdotale femminile", in "Megan delle scogliere" non c'é né l'una né l'altro. 
Poco incisivo come romanzo, per l'appunto. 
(Incredibilmente, è privo di elementi magici, quindi più che Fantasy siamo dalle parti del romanzo storico)







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