1) Ciao e benvenuto! Grazie per la mail di presentazione, mi fa sempre piacere quando una band/artista decide di richiedermi l'intervista :)
Puoi presentarti ai nostri lettori?
Ciao Luna, mi chiamo Tore, ho 38 anni, sono Sardo (di Porto Torres) e ho due grandi passioni: la Musica e il Cinema. Suono in gruppi musicali locali da 25 anni (ho iniziato nel 1993) sopratutto il Basso che è il mio vero strumento ma ho anche suonato la chitarra, sopratutto in Band Punk rock. Ho tre progetti musicali chiamati Digital Coma, Anno Demoni e Opus Nocturne dove suono tutto io accompagnato da una Drum-Machine ad eccezione degli Opus Nocturne dove la batteria e suonata da un amico. Questi miei progetti musicali erano in cantiere da almeno 15-20 anni ma per un motivo o per l'altro non riuscivo mai a realizzarli.Tre anni fa mi sono deciso e ho iniziato prima con gli Anno Demoni dove suono musica Doom/Psychedelic Rock che ha come punto di riferimento Paul Chain, Antonius Rex e Jacula quindi tutto made in Italy, subito dopo ho iniziato il progetto Digital Coma influenzato da tutta la scena Darkwave (Sisters of Mercy, Cure e Joy Division in primis) come ultimo ho fondato gli Opus Nocturne che inizialmente erano Black Metal per poi passare a cose più melodiche e Gothic/Doom.
2) Prediligi un sound molto retrò e ovattato, soprattutto per le vocals, che sono stentoree e nebbiose...
Tu come definiresti la tua musica? Io direi che siamo dalle parti della Dark Wave classica... per esempio, "Nella Notte" ci sono influenze alla Cure periodo "17 seconds/Faith".... In "Non posso perderti" il sound diventa quasi onirico e ossessivo... ma direi che il pezzo migliore, tra quelli che ho sentito, è "Ora sei con me"... che film hai usato? Non l'ho mai visto; l'unico frammento noto è quello di Biancaneve.
I Digital Coma sono nati come Band di musica Elettronica, ma non ero soddisfatto del risultato... il primo Album "Fuga dalla Terra" infatti è molto Elettronico, certi mi hanno detto che sembra un mix tra Faust'o, i Killing Joke e Kraftwerk ma già si sente che avevo in mente di fare cose più Dark, infatti quel Disco alterna brani come "Non posso perderti","Esistenza non esistenza","Devo fare un viaggio" molto cupi ed ossessivi a brani più Pop come "Forza gravitazionale","Sogni fragili" e "Ted Bundy". Il successivo disco "Zone d'ombra" è considerato quello che mi è uscito meglio in tutto come suono, come testi come atmosfere...è molto Inglese, infatti certi mi hanno paragonato ai Sisters of Mercy e Cure, Band che amo (io pure. Nota di Lunaria), con cui sono cresciuto negli anni 90, sopratutto ascoltando First and last and always e Pornography. (Capolavori assoluti - nota di Lunaria)
Comunque anche "Camera oscura" e "Stati di Alienazione" sono dei buoni seguiti, sopratutto "Camera oscura" ricorda molto i Cure di Seventeen Seconds e Faith.Le mie Vocals si rifanno molto a Andrew Eldritch e Ian Curtis, due miti assoluti, amo quello stile nebbioso, cupo...non potrei cantare diversamente, rispecchia quello che sono e ho dentro.... dimenticavo anche Carl McCoy dei Fields of the Nephilim che amo.
3) Puoi ripercorrere un po' il tuo curriculum musicale? Per mail mi raccontavi che hai collaborato con diverse band e stili...
Allora quante ore abbiamo? ahahahah scherzi a parte...suono ininterrottamente da quasi 25 anni. Comuque posso dire di aver suonato tutto dal Pop al Metal in questo periodo di tempo. Negli anni 90 ho suonato Death/Black metal con i Decapitor poi con i Novalis e Midnight Skies, ho suonato Post Punk con i Peremra gruppo di Sassari poi, nel 2002 ho suonato con i Macabro una Band locale che si rifaceva ai Misfits (periodo Danzig) e Samhain,subito dopo sono passato alla chitarra e per un breve periodo ho suonato con i Tv Drugs e The Dog Bite, due ottime Band Punk di Porto Torres (trovi dei Video anche in rete). Ho suonato con un gruppo chiamato Esodo, che si rifaceva a cose tipo primi Timoria, poi i Tour de Clef una cover Band di Cantautori Italiani come Rino Gaetano, Pino Daniele, Fabrizio de Andrè, ecc...ultimamente suono il basso in cover Band locali, suono un po' tutto... Rock, Pop, Blues comunque generi che non hanno nulla a che fare con quello che suono nei miei progetti solisti.
4) Il fatto che usi celebri spezzoni di film dell'horror mi porterebbe a pensare che ti piacerebbe realizzare la colonna sonora per qualcuno di essi... anzi, forse girarlo tu stesso, come regista e compositore? Sarei anche curiosa di sapere quali sono i tuoi film preferiti e/o che ti sarebbe piaciuto musicare...
Certamente! mi piacerebbe girare un mio Film e musicarlo un po' alla maniera di John Carpenter...solo che è un sogno nel cassetto,per ora almeno. Amo tantissimo le colonne sonore penso ad esempio ai Goblin, una delle mie Band Italiane preferite in assoluto oppure a compositori come Fabio Frizzi, Riz Ortolani, Franco Micalizzi. I miei Film preferiti sono tantissimi, guardo tutto ma amo sopratutto l'Horror, se dovessi dirti tre Film che amo direi Shining, Non aprite quella porta (l'originale del 1974) e Omen il presagio. Sicuramente mi sarebbe piaciuto musicare L'Aldila' e tu vivrai nel terrore di Lucio Fulci, Suspiria di Dario Argento e Buio Omega di Joe D'amato.
5) Mi piace molto il fatto che usi l'italiano per i tuoi testi... è abbastanza raro che le nostre band lo usino, quando invece, come lingua, possiede una ricchezza linguistica più ricca dell'inglese.
Questa tua scelta di fatto rende molto intimisti i tuoi testi... li vedi come "confessioni", "pagine di diario", che metti in pubblico?
I miei testi rispecchiano un po' quello che sono e sento dentro... come dici giustamente tu sono delle confessioni che metto in pubblico. Ho voluto cantare in Italiano perche' perso si abbini bene con i generi che propongo ad eccezione degli Opus Nocturne. I miei testi raccontano storie personali vissute, all'inizio ero un po' contrario a "raccontarmi" ma mi serviva come valvola di sfogo...sono parecchio Misantropo quindi in qualche modo devo far uscire quello che ho dentro. Mentre per quanto riguarda gli Anno Demoni e Opus Nocturne, i testi sono molto "Gotici" nel senso che prendo spunto da Film Horror che guardo quasi ogni giorno.
6) Vieni dalla Sardegna; avevo già intervistato gli Ierru (https://intervistemetal.blogspot.it/2014/11/ierru-black-metal.html), ma è una terra che ho studiato anche dal punto di vista folkloristico e mitologico... anzi, a fine intervista direi di riportare qualcuno dei miei vecchi scritti al riguardo :)
Mi piacerebbe chiederti del rapporto che hai con la tua terra...e tra le tante leggende e tracce storiche cosa prediligi...
Il rapporto con la mia Terra è sicuramente di Amore incondizionato...Punto di incontro, di scontro e di scambi, la Sardegna non è solo Mare, coste, ecc. come si è abituati a pensare. I miei Nonni mi raccontavano da piccolo delle storie che mi sono rimaste impresse dentro... I Nuraghi, le Domus de Janas, la Sardegna è indubbiamente ricca di fascino e mistero.
7) Concludi pure a tuo piacimento la nostra intervista!
Come prima cosa Luna ti Ringrazio per l'intervista, sono felice che i miei progetti ti siano piaciuti, poi, volevo farti i complimenti per il tuo canale Youtube, hai una cultura Musicale invidiabile. Grazie mille e buon Ferragosto :)
(Nota di Lunaria: grazie a te per il bel complimento, è tutto merito delle buone letture del vecchio Metal Hammer del periodo 1997-2000, quando c'era Luca Signorelli a curare la posta dei lettori :), delle recensioni/interviste di Grind Zone e di Psycho!/:Ritual:, oltre che della mia memoria d'elefante che ricorda molto bene le fonti cartacee...!)
Qui è possibile sentire la musica di Tore:
https://www.youtube.com/watch?v=0vajMrnT3GI&feature=youtu.be
https://www.youtube.com/watch?v=2lxrkCWqA-M
https://www.youtube.com/watch?v=cbQLcNS0cn8&feature=youtu.be
https://www.youtube.com/watch?v=8UUWfqzjzvw&feature=youtu.be
Qui un approfondimento sulla Sardegna ^_^
info tratte da
La testimonianza ad oggi più importante della prima età del Rame in Sardegna è il complesso dei circoli funerari presso Arzachena, in località Li Muri, da cui gli studiosi hanno dato il nome alla corrispondente Cultura dei Circoli o di Arzachena o Gallurese.
è una cultura limitata alla Gallura, ma che ha importanza rilevantissima quale perno di congiunzione tra elementi di civiltà orientale e i loro sviluppi occidentali avvenuti contemporaneamente e similmente in Sardegna, Corsica, Iberia.
I circoli di pietra, circa 50 nella zona tra Arzachena e Olbia, documentano un aspetto dei costumi funerari propri di una comunità di pastori vissuta agli albori del III millennio a.c, probabilmente di origine corsa. Nella zona erano presenti anche tombe di dolmen e a grotticella naturale.
Quale significato si cela in quelle pietre deposte in aperta campagna, sotto il sole cocente e le intemperie, con l'evidente, dichiarato proposito di significare qualcosa?
"La Dea Madre è la terra stessa su cui poso i piedi; sua è la fecondità che produce l'erba, gli alberi; il mio armento e me stesso. è Lei la pietra eterna delle vene di metallo che si fa docile creta per le mie ceramiche.
Io sono il figlio della Fecondità. A me la Madre ha svelato il suo mistero; due sono le condizioni della riproduzione feconda: la morte del seme che si rende alla terra tutto purificandosi e tutto donandosi, e il raggio fecondatore, il Principio di Vita che scende dal cielo sotto specie di luce e acqua. Nel respiro della Madre, dunque, tutto nasce, si riproduce e muore. Ed io, figlio di Lei, sono nato, devo riprodurmi e devo rendermi a Lei purificato."
Perciò la morte era per il clan di Arzachena un rito fondamentale. La dimora dei morti non poteva che essere eretta con il corpo stesso della Madre (*), il granito eterno di Gallura: tre enormi, pesantissime, lastre venivano disposte in verticale, ortogonali al terreno, a formare un vano rettagolare aperto sul quarto lato, in direzione sud-est, verso il sorgere del sole, voltando le spalle ai gelidi venti di nord-ovest. Questo lato venne più tardi chiuso con un lastrone [...] una quarta pietra, la più grande di tutte, veniva posta sopra le altre, a copertura. Era questo il dolmen, il primo elemento architettonico complesso dell'umanità, la matrice simbolica di tutte le altre costruzioni: casa, tempio, grattacielo...
(*) Nota di Lunaria: Mircea Eliade in "Trattato di Storia delle religioni" dedica un intero capitolo alla Litolatria. Suggerisco di leggere il suo libro; l'adorazione delle pietre è stato anche uno dei primi culti in area semita. Ebrei e arabi politeisti adoravano le pietre, ed erano proprio "pietre femminili".
Torre di Cala Bernat (Perdusemmini) – Cagliari |
La Dea in Sardegna
Le Janas, info tratte da
La terra della Sardegna racconta tante storie e leggende piene di magia
e di figure fiabesche che popolano molte località dell'isola. Le Janas
avrebbero lasciato tracce ben visibili nelle rocce, nelle cosiddette
Domus de Janas ("case di fata") che ancora oggi sono visibili
Le Janas sono piccole fate delle rocce:
è da lì infatti che ricavano dimore molto simili a quelle umane. Questi esserini escono solo di notte, in modo che il sole non rovini la loro pelle candida; nelle notti prive di luna e per sentieri pericolosi, ecco che le Janas possono accendersi e illuminare il tragitto e la natura circostante. Le Janas filano e tessono stoffe meravigliose e preparano un pane più sottile dell'ostia. La leggenda racconta che hanno telai d'oro, setacci d'argento e un enorme e splendido tesoro (Nota di Lunaria: come il Leprechaun irlandese, tra l'altro) Oro, perle, gioielli... tutto questo deve essere difeso... ma come? Ecco che le Janas affidano il compito alle Muscas Maceddas, creature spaventose con la testa di pecora, un occhio solo e denti aguzzi, che stanno dentro una cassa, in mezzo a quelle che contengono il tesoro, pronte a scattare qualora qualcuno attenti al tesoro delle Janas.
Altre creature che popolano le leggende sono le Sùrbiles, donne vampiro che amano succhiare il sangue dei neonati. Questi esseri basta che si ungano con oli vegetali e subito possono diventare mosche, pronte ad entrare nella cameretta dei bambini attraverso il buco della serratura.
Il fatto che siano associate alle mosche, come Baal Zebub, poi volgarizzato in Belzebù è un indizio interessante... anche se c'è da dire che forse non era solo legato alle mosche, ma in generale a tutto ciò che volasse. Talvolta le Sùrbiles vengono identificate con le streghe, prendono il nome di Cogas e sono raffigurate come donne vecchie e brutte, capaci di trasformarsi in gatti, abituate a muoversi a cavallo di una scopa, con la formula "Folla a suba de folla, tres oras andai e tre oras a torrai" (Foglia su foglia, tre ore per andare e tre ore per tornare)
Nota di Lunaria: ovviamente, probabilmente, qui c'è la solita denigrazione e diffamazione cristiana. Sono propensa a credere che le Cogas, originariamente, fossero sciamane (il volo è l'indizio per eccellenza che rivela lo sciamanismo), quindi donne di sapienza (anziane). Che il monoteismo diffami, perverta, denigri, scopiazzi, distrugga tutto ciò che è politeismo e magia
lo sappiamo già da un bel po' :P
Altre creature sono le Panas, donne morte di parto (*), condannate a tornare tra i mortali e a lavare i panni per un tempo variabile tra i due e i sette anni. Per questo le Panas si possono scorgere lungo i ruscelli fra l'una e le tre del mattino, intente a lavare i panni e cantare una tristissima ninnananna.
Non è loro concesso interrompere il lavoro o parlare a qualcuno, altrimenti la loro penitenza ricomincia. E se qualcuno le avvicina, gettano spruzzi di acqua che brucia come il fuoco.
(*) Leggenda tipica anche del folklore irlandese: solo che la "lavandaia" irlandese lava i panni sporchi di sangue di chi sta per morire...
Un ultimo personaggio è la Luxia Rabiosa, la Donna Pietrificata: una donna molto ricca e avara venne trasformata in pietra insieme ai suoi averi. Per questo, dicono gli abitanti della Sardegna, è possibile talvolta vedere dei sassi con delle forme particolari: sono i resti della Luxia Rabiosa.
Come evitare le Sùrbiles? Basta utilizzare alcuni amuleti come una scopa posta con la chioma verso l'alto, un mazzo di foglie d'issopo e arancio appeso al muro, o anche solo un paio di scarpe messe ai piedi del letto abbinate a un fazzoletto da testa. Si possono anche porre sulla porta d'ingresso alcuni oggetti dentati, come un forcone o il pettine: le Sùrbeles si fermeranno a contarne i denti e siccome sanno contare solo fino a 3, una volta arrivate al quarto devono ricominciare daccapo e continuano così... finché scoccano le 3 di notte, che è l'ora fatidica in cui si devono ritirare.
Altre creature sono le Panas, donne morte di parto (*), condannate a tornare tra i mortali e a lavare i panni per un tempo variabile tra i due e i sette anni. Per questo le Panas si possono scorgere lungo i ruscelli fra l'una e le tre del mattino, intente a lavare i panni e cantare una tristissima ninnananna.
Non è loro concesso interrompere il lavoro o parlare a qualcuno, altrimenti la loro penitenza ricomincia. E se qualcuno le avvicina, gettano spruzzi di acqua che brucia come il fuoco.
(*) Leggenda tipica anche del folklore irlandese: solo che la "lavandaia" irlandese lava i panni sporchi di sangue di chi sta per morire...
Un ultimo personaggio è la Luxia Rabiosa, la Donna Pietrificata: una donna molto ricca e avara venne trasformata in pietra insieme ai suoi averi. Per questo, dicono gli abitanti della Sardegna, è possibile talvolta vedere dei sassi con delle forme particolari: sono i resti della Luxia Rabiosa.
Come evitare le Sùrbiles? Basta utilizzare alcuni amuleti come una scopa posta con la chioma verso l'alto, un mazzo di foglie d'issopo e arancio appeso al muro, o anche solo un paio di scarpe messe ai piedi del letto abbinate a un fazzoletto da testa. Si possono anche porre sulla porta d'ingresso alcuni oggetti dentati, come un forcone o il pettine: le Sùrbeles si fermeranno a contarne i denti e siccome sanno contare solo fino a 3, una volta arrivate al quarto devono ricominciare daccapo e continuano così... finché scoccano le 3 di notte, che è l'ora fatidica in cui si devono ritirare.
Le Janas sono state trattate anche in questo libro
L'Autrice dimostrava come spesso, dietro le fate, non si celino altro che le antiche Dee detronizzate con l'arrivo del cristianesimo... detronizzate, ma non sconfitte, perché "ricapitolate" nel folklore contadino...
Aggiungo questa affascinante figura del folklore sardo:
che rimanda all'antica simbologia pagana della Dea Vecchia che fila, presente in tante culture: Moire/Parche, Norne, Mokosh, Holda...
In Veneto c'è una figura simile alla Filonzana, chiamata "Marantega"
Abiti tipici:
Il culto dei pozzi in Sardegna
Monumento fondamentale per comprendere la civiltà sarda è il Pozzo Sacro; ne sono giunti a noi una 30ina, sparsi nell'Isola, fra i quali i più interessanti sono Santa Vittoria a Serri (Nuoro), Santa Cristina a Paulilàtino (Oristano), Funtana Cuperta a Ballao (Cagliari). Era certamente un pozzo sacro anche quello che si trova sotto la chiesetta di San Salvatore nel Sinis presso Oristano, ma nulla resta ormai delle strutture nuragiche. I pozzi sacri nacquero come luoghi di culto tra il XII e il X secolo ac., quindi nel Nuragico medio, anche se all'acqua fu dedicata una particolare devozione fino all'epoca neolitica. Avvenne comunque che dopo l'avvento del principio maschile nella concezione della vita il riconoscere nell'acqua il seme fecondatore e generatore: ogni patto poteva essere benedetto e stimolato, ogni malattia poteva essere guarita. Il Pozzo Sacro veniva scelto e costruito là dove una vena d'acqua emergeva con particolari caratteristiche individuabili da parte dei sacerdoti; In alcuni casi il culto si trasmise di età in età fino ad essere recepito e assunto dal cristianesimo del I millennio ac.; il principio fecondatore passò infatti in quello purificatore e salvifico del battesimo nella religiosità cristiana.
(lo scopiazzamento cattolico del culto pagano dei pozzi) |
Per i Nuragici il Pozzo Sacro era il luogo in cui il Dio Toro fecondava la Terra Madre. L'acqua era il seme fecondatore e insieme il latte della terra fecondata.
Perciò la struttura architettonica dei pozzi è costituita da un tholos di nuraghe che penetra nel terreno emergendone solo in parte, e in un canale verticale che, dalla base del tholos, scende a imbrigliare la sorgente. L'acqua affiorava alla base, alla quale si accendeva dall'esterno mediante una ripida scala coperta da un tetto parallelo, i cui blocchi di pietra riproducevano specularmente la scala capovolta.
Probabilmente, i fedeli sostavano tutti intorno al pozzo, nell'attesa del loro turno per scendere nel pozzo e durante i riti di offerta e purificazione che si svolgevano sul fondo, a livello dell'acqua.
Nota di Lunaria: curiosamente, l'idea del pozzo è ripresa nel film horror "La setta" di Michele Soavi (non il suo film migliore, a mio parere) in cui una donna si trova vittima di questa setta diabolica. La donna viene gettata in questa specie di pozzo, per dare alla luce l'anticristo. Però il film è davvero troppo lento e soporifero, a tratti, e ha diverse scene confuse. C'è poi il pozzo di The Ring, ricordo che il primo film non era male.
La natura ipogeica di tali luoghi sacri aveva certamente connessioni con il culto di divinità infere: la scala che scende, con il richiamo speculare della scala ascendente, l'associazione intuitiva vita-morte, è una costante delle religioni mediterranee ed è presente anche nella contemporanea civiltà fenicia con la Dea Tanit, che nelle tombe compare a testa in giù
La natura ipogeica di tali luoghi sacri aveva certamente connessioni con il culto di divinità infere: la scala che scende, con il richiamo speculare della scala ascendente, l'associazione intuitiva vita-morte, è una costante delle religioni mediterranee ed è presente anche nella contemporanea civiltà fenicia con la Dea Tanit, che nelle tombe compare a testa in giù
Per comprendere bene la funzione dei pozzi e dei villaggi sacri che intorno ad essi sorgevano, occorre richiamarsi ai significati simbolici fin qui messi in luce: l'acqua principio di vita, con riferimento alla sacralità di ogni patto e contratto, la fecondazione sentita anche come rituale orgiastico-sessuale, la comunità garantita dai primi due valori.
Esiste un bel pdf sui pozzi, suggerisco di scaricarlo: http://www.metabasis.it/articoli/14/14_Cattaneo.pdf