Breve introduzione allo Swing, Charleston ed Electro Swing

Info tratte da


L'ERA SWING

In alcuni anni l'America riuscì a risollevarsi economicamente e questo pose le basi per una nuova epoca della musica afroamericana, l'era Swing (*), tra il 1935 e il 1945: Duke Ellington, Chick Webb, Cab Calloway, Count Basie, Jimmie Lunceford, Andy Kirk, Tommy e Jimmy Dorsey, Glenn Miller e Woody Herman. 






In questo periodo irrompe anche Benny Goodman, clarinettista, che ebbe il merito di colmare una lacuna tra musicisti Jazz: fu il primo a iniziare collaborazioni artistiche con interpreti neri. Persino a Billie Holiday e Miles Davis era vietato l'ingresso in certi locali.
L'orchestra Goodman formata nel 1934 iniziò una serie di concerti che incoroneranno Benny il Re dello Swing. 






Nelle sale da ballo venivano talvolta ingaggiate due orchestre che dovevano affrontarsi in una battaglia musicale a suo di arrangiamenti e improvvisazioni mentre il pubblico decretava la vittoria dell formazione più creativa.
Il Carnegie Hall di New York aprì le porte allo Swing nel 1938, mentre nella 52a strada , ribatezzata "The Street", il Jimmy Ryan's, l'Onyx, il Famous Door, l'Hickory House ospitavano formazioni Jazz e Swing. Nei club della 52a strada si fecero conoscere anche Billie Holiday, Ella Fitzgerald e Anita O'Day con l'orchestra di Gene Krupa.
 
(*) La parola Swing significa "dondolare" e il termine fu associato al Jazz per la prima volta alla radio inglese BBC con l'intento di descrivere quel tipico fraseggio dondolante e sincopato della musica degli anni '30 e '40.


BENNY GOODMAN (1909-1986): simbolo dell'era Swing, clarinettista e direttore d'orchestra. Celebre per il famosissimo "Sing Sing Sing".

BENNY CARTER: fu il primo a dedicare alla sezione dei sassofoni una parte distinta dalle altre sezioni negli arrangiamenti orchestrali.
Collaborò con le orchestre di Duke Ellington e Count Basie.





ARTHUR detto ART TATUM (1909-1956): iniziò a suonare negli anni '30 sbalordendo il pubblico nella 52a strada. Divenne ben presto uno straordinario solista. Nel 1943 formò un trio, dimostrando un virtuosismo trascendentale che lo illuminava attraverso soluzioni musicali personalissime e innovative.

ROY ELDRIDGE (1911-1988): soprannominato "Little Jazz" per la bassa statura, è stato un trombettista di notevole importanza, collaborando anche con Billie Holiday.

JEAN BAPTISTE detto DJANGO REINHARDT (1910-1953): è il primo musicista europeo a raggiungere una certa fama negli USA. Nelle sue registrazioni si può notare un fraseggio e uno stile jazzistico assolutamente unico, non riconducibile a nessuna scuola jazzistica afroamericana, una sorta di tzigana fantasiosa e piena di swing.

CHARLIE CHRISTIAN (1916-1942): mostrò un talento naturale per la chitarra ed entrò nell'orchestra di Benny Goodman nel 1939. Il suo stile anticipa il Bebop attraverso la tecnica, l'uso di accordi e di frasi ritmo-melodiche più complesse.


LE GRANDI VOCI DEL JAZZ

BILLIE HOLIDAY (1915-1959): cresciuta in un ambiente misero e violento, riuscì a riscattarsi con la musica. Scoperta da John Hammond che la vide cantare in un locale di Harlem, iniziò a incidere con Benny Goodman e Teddy Wilson, Count Basie e Artie Shaw.

ELLA FITZGERALD (1918-1996): la cantante più nota del Jazz. Il suo stile cresce tra l'epoca Swing e il Bebop, con il frequente uso di scat vocals negli anni '50. Collaborò con Dizzie Gillespie, acquisendo il moderno fraseggio jazzistico attraverso il suo inconfondibile scat vocal.






SARAH VAUGHAN (1924-1990): la grande classe e conoscenza musicale della "divina" (così era chiamata) fanno di Sarah Vaughan una delle voci Jazz più complete. La divina trasformò la sua voce in uno strumento, piena di fantasia interpretativa e improvvisativa, di ampia estensione e di vocalità bop.


Altra regina del Jazz e Blues è DINAH WASHINGTON.





Questo è per avere una breve sintesi storica. Per qualche riguarda lo stile d'abbigliamento, io adoro quello Charleston, nonché la rivisitazione più moderna e anche la corrente Electro Swing, i cui nomi più celebri sono Swingrowers, The Speakeasy Three, certo Palov Stelar...













Qui potete vedere come si balla il Charleston





















Icone di stile di questo periodo sono, tra le altre, Rita Hayworth, 










Ava Gardner, 








Veronica Lake







che sono le mie preferite oltre che modelli di classe ed eleganza! 

Qui invece potete sentire la rielaborazione moderna in chiave electro di alcuni pezzi celebri dello Swing o comunque, del sound swing come lo si sta intendendo in questi anni:


 







Rita Hayworth è, per definizione, L'IMMORTALE DIVA.





APPROFONDIMENTO SULLO SWING

Info tratte da


La parola Swing significa "dondolare" e il termine fu associato al Jazz per la prima volta alla radio inglese BBC con l'intento di descrivere quel tipico fraseggio dondolante e sincopato della musica degli anni '30 e '40.

Lo Swing, a differenza del Jazz, è molto ballabile e all'epoca d'oro era caratterizzato dalle grandi orchestre che si esibivano nei locali per ballerini.
Ma lo Swing è più di un ballo, perché dietro la sua apparenza danzereccia rivela un mondo, una vita e una filosofia che animarono l'America fra la Grande Depressione e la Seconda Guerra Mondiale.

Per risalire alla sua origine bisogna andare agli anni '20, e anche prima, rifacendosi a quelle canzoni da lavoro (work song) e al bisogno di libertà che animò la storia del Jazz. Già in quell'epoca ci si abbandonava all'improvvisazione e al ballare sul ritmo.

Lo slogan Swing per eccellenza fu coniato da Duke Ellington: "It dont't mean a thing (If it ain't got that swing)", 
"Non significa nulla (se non c'è quello swing)".

La parola Swing allude alla tensione ritmica oscillante tipica del Jazz. 

Il 24 ottobre 1929 passò alla Storia come il "giovedì nero" di Wall Street: quel giorno l'economia americana cola a picco.
Le fabbriche chiudono, inizia la Grande Depressione, ma gli Stati Uniti riescono a risorgere grazie al piano varato dal presidente Roosvelt: il "New Deal"; il nuovo corso economico favorevole riporta l'ottimismo.
A partire dal 1935 le persone vogliono divertirsi, non pensando più ai funebri anni passati; il Jazz si adegua e comincia ad evitare le tematiche tipiche dell'emarginazione degli afroamericani: si impone un concetto di musica di evasione per la massa; è così che nasce lo Swing.

Durante la Grande Depressione, molti musicisti jazz di Chicago e New York restano disoccupati; intanto a farla da padrone sono i gangsters e i piccoli locali jazz (Speakeasies) vengono chiusi.
New York nel complesso se la cava meglio che Chicago.
Intanto, la censura comincia a colpire i testi jazz più provocatori e nascono le "Sweet band" che cercano di allietare l'uditorio, ma sono distanti dalle origini del Jazz che continua ad essere suonato a Kansas City; questo stile sarà fondamentale per la nascita dello Swing. 
Kansas City era la meta di molti uomini d'affari che la sera frequentavano i locali jazz, almeno fino a quando il governatore della città, Tom Pendergast, che gestiva un fluente business di racket, alcolici e locali, non venne condannato per evasione fiscale e i locali iniziarono a chiudere.

Nel 1935 una radio trasmette tre ore di musica da ballo tra cui i brani di Benny Goodman, che hanno un grande successo. Inizia così la tournée di Goodman, che ottiene poco riscontro, fino a quando a Los Angeles vengono acclamati; come ricorda Benny Goodman: "Con nostro sbalordimento vedemmo che una metà del pubblico smise di ballare e venne ad accalcarsi attorno al palco. Era un'esperienza del tutto nuova per me, ed era certamente elettrizzante. Quello fu il momento che decise la mia carriera."
Dopo quella sera, il successo di Benny Goodman è stratosferico: i botteghini delle sale sono invasi da migliaia di persone: in una sera arrivarono a 21000!
Goodman viene incoronato "Re dello Swing" e questa musica entra nella casa di tutti gli americani.
Intanto, proliferano le "Big Band" che cercano di imitare Benny Goodman.
Tra le orchestre formate da afroamericani segnaliamo quelle di Duke Ellington, Henderson, Lunceford, Webb, Calloway, Armstrong, Count Basie, Andy Kirk; tra quelle "bianche" Tommy e Jimmy Dorsey, Casa Loma, Bob Crosby, Artie Shaw, Woody Herman, Glenn Miller. 
Tutte queste formazioni si presentavano in uniformi e frac.
A volte si svolgevano delle sfide di Jazz, con battaglie di duelli musicali tra orchestre e musicisti.

è nell'era dello Swing che la musica nera diventa "prodotto commerciale per i bianchi" ma anche se i musicisti bianchi ammirano quelli neri, la condizione di questi ultimi non migliora.
Come ricorda Billie Holiday: "Non c'era cotone da raccogliere (...) ma, credetemi, da qualunque punto di vista la guardaste, era vita di piantagione. (...) Fraternizzare con i bianchi era proibito in modo assoluto: appena finito il nostro numero, ci toccava scappare fuori dalla porta posteriore e sederci nel vicolo."
 
Lo "Ziotomismo", cioè l'atteggiamento compiacente dei neri verso l'idea che i bianchi hanno di loro (con gli stereotipi che si possono trovare nel romanzo "La capanna dello Zio Tom") presentandosi al pubblico bianco come "negri infantili", fu impersonato anche da alcuni musicisti, come Louis Armstrong che recitava questo ruolo in senso ironico.
 
Il primo film sonoro della Storia è "The Jazz Singer" di Alan Crosland, del 1927. Malgrado il titolo, di Jazz ha poco, perché il mondo jazz viene ritratto con l'ottica benpensante americana.
Nel 1929 nascono gli "all negroes movies" dedicati al pubblico nero, ma il vero successo lo ottiene Fred Astaire, che diventa il ballerino per eccellenza insieme a Ginger Rogers.