Antologia di brevi racconti dell'orrore, con protagonisti bambini che si trovano ad affrontare maledizioni e creature del brivido (ma le situazioni delle volte sono troppo terrorizzanti per un pubblico infantile...) che consiglio a tutti gli amanti dei "Piccoli Brividi".
Ecco qui i titoli e un breve commento.
"La Vasca da Bagno": uno dei racconti migliori, persino troppo "esagerato" per un target di piccoli lettori (ci sono alcuni stralci troppo splatter), con protagonista una ragazzina, Isabel, che dovrà vedersela con una vasca da bagno "infestata"... il tutto rimanda molto ad atmosfere alla "contessa Bathory" (anche se con un protagonista differente)
"Foto Assassine": anche in questo racconto c'è una maledizione che grava su una macchina fotografica; racconto abbastanza originale che i lettori dei Piccoli Brividi ("Foto dal futuro") apprezzeranno.
"Fulmine": due ragazzini alle prese con un pc "che fa da tramite" con uno spettro che sa prevedere i nomi dei cavalli vincenti alle corse; tutto sembra procedere bene, ma quando un malintenzionato vorrà approfittarsene...
"Autobus Notturno": il tema qui è quello dei morti "viaggiatori" che ritornano sulla terra; quando due ragazzini salgono per sbaglio sull'autobus dei defunti…
"L'incubo di Harriet": altro racconto a tinte leggermente splatter che ha a che vedere con una paura infantile molto diffusa: essere venduti dai propri genitori… ma il peggio, per Harriet, deve ancora arrivare!
"Paura": tra i migliori racconti della raccolta, a tinte "horror ecologiste": quando un intero ecosistema si "vendica" di un ragazzino pestifero e maleducato... Lo scenario "agricolo-bucolico", non così sfruttato nella narrativa horror, fa venire in mente racconti come "I Figli del Grano" e "La Festa del Raccolto".
"Una Carriera nei Videogiochi": una sorta di racconto "cyber interattivo" che mi ha ricordato certi film horror anni '90 sui videogame; è molto incentrato sull'azione.
"L'Uomo con la Faccia Gialla": il più straziante (decisamente troppo per un pubblico infantile) nel quale l'orrore (e poi la compassione) nascono, più che non dalla situazione subita dal protagonista, dal "dopo", nel finale.
"L'Orecchio di Scimmia": ispirato alla "Zampa di Scimmia" di Jacobs (e non di Poe, come invece scrive l'autore), ne è una rilettura in versione comica più che non horror; è un racconto abbastanza scarso, che non regge il livello con i precedenti, ma potrebbe essere stato inserito per "sdrammatizzare", alla fine, l'atmosfera più horror dei racconti precedenti.
Vedi anche: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/02/lhorror-non-ha-eta.html



