MaterDea



1) Ciao ragazzi e grazie per aver accettato l'intervista! Per prima cosa, presentatevi ai nostri lettori!

Simon: certo, innanzitutto grazie a voi! MaterDea è composta da me, Simon Papa, la cantastorie, Marco Strega, chitarrista e produttore insieme a me, Elisabetta Bosio, la nostra violinista, Elena Crolle, giovanissima tastierista e corista, Morgan De Virgilis, il nostro bassista da sempre ed infine Cosimo De Nola, il martello della band, batterista approdato tra noi da quasi due anni.



2) Direi che il vostro monicker MaterDea è altamente espressivo per quanto riguarda il vostro intento... Vorrei sapere chi è per voi la Grande Madre Dea, e come si manifesta, chi e cosa rappresenta...

Simon: posso rispondere per quanto mi riguarda! Per me la Grande Madre rappresenta il potere fondamentale della vita, l’energia fisica, mentale e spirituale che unifica tutti gli esseri viventi, donne, uomini, animali, vegetali, terra, aria, acqua, fuoco, come parte di un’unica  grande vita..  Un giorno, molto tempo fa, me ne stavo seduta davanti ad un laghetto in mezzo ad un bosco.. non ricordo bene tutto, ma ricordo in maniera molto distinta come percepiì la potente energia presente in quel luogo e come mi fossi sentita parte di essa, dentro un’armonia incredibilmente totalizzante e rassicurante.. Ecco, questo è ciò che mi ispira anche durante la stesura dei testi di MaterDea. Un esempio è il brano “Whispers of the Great Mother” che fa parte del nostro ultimo album e recita: “Feel the real life force, endless seasons flowing free, wrathful radiant source, earth and oceans, blood and flesh, just one key.“

 
3) Prima di farvi qualche domanda sui testi, potete riepilogare il vostro curriculum vitae come band? Quando vi siete formati, primi passi, cd, live... Vorrei anche che faceste un confronto, citando evoluzioni, differenze e similitudini nei vostri cd, album dopo album.

Simon: il progetto MaterDea è nato nell’autunno del 2008 dalla collaborazione tra me e Marco, abbiamo cominciato a scrivere insieme due brani per una colonna sonora celtica ed eravamo così felici di quello che eravamo riusciti a creare insieme che abbiamo deciso di lavorare ad un album intero. La band è nata successivamente, ed i suoi componenti di allora, a parte me, Marco e Morgan erano tutte altre persone, che sono rimaste poco a lungo con noi.. Il primo concerto che abbiamo fatto per presentare l’album “Below The Mists, Above The Brambles” (2009) è stato nel maggio 2010 in un bellissimo teatro storico di Torino, la “Cavallerizza Reale” che purtroppo ha subito un grave incendio poche settimane fa.. Dopo questo evento, da cui abbiamo estratto dei suggestivi video live, la band è rimasta ferma per un certo periodo ed ha cominciato a cambiare alcuni componenti, l’attività live è decollata veramente solo a partire dall’estate 2011: in quell’anno abbiamo avuto la possibilità di partecipare ai primi importanti festivals, come il Pipes and Drums Celtic and Rock Fest a Ginevra, il Triskell, Il Tarvisium ed il Fosch Fest. A partire da quest’ultimo la band ha assunto quasi completamente la forma che ha ad oggi. Gli anni successivi l’attività live è andata intensificandosi, in particolare con l’uscita del nostro secondo album, “Satyricon”. Credo che il nostro live abbia preso peso in particolare dal questo momento, perchè nei brani del secondo album c’erano decisamente più elementi forti e lo spettacolo di conseguenza risultava di più potente impatto sul nostro pubblico. Abbiamo comunque sempre mantenuto un legame con le sonorità morbide e mistiche delle nostre origini di impronta celtica,  lasciando spazio ad alcuni brani del primo album, così diverso dai successivi, come per esempio uno delle nostre ballate più apprezzate dai nostri fans, “Another Trip to Skye”, scritta a partire da una bellissima composizione di John Whelan. Il sound dei MaterDea è decisamente virato verso il metal a partire dall’uscita del nostro nuovo album, “A Rose For Egeria” e l’impatto dal vivo ha galvanizzato sia noi stessi che il nostro pubblico, siamo veramente felici di come i nostri fans hanno accolto questo nuovo lavoro!

4) E ora vorrei che ci parlaste dei vostri testi! Potete anche citarci quali libri,  autori, vi hanno influenzati, e da cosa siete ispirati!

Marco: Il percorso spirituale di ognuno di noi è molto variegato e non credo che esista una sorta  di "ispirazione editoriale" per quanto riguarda l'influenza compositiva in MaterDea. Noi siamo ciò che scriviamo e credo che sia tutto dettato da quello che abbiamo imparato vivendo. Forse si tratta di una crescita personale che col tempo abbiamo tradotto in musica. Tutto ciò che ho letto in questi anni non ha fatto altro che formare me stesso e probabilmente la maturità spirituale che ho acquisito in un certo senso l'ho trasmessa anche al mio modo di comporre. Io amo i filosofi esoterici come Bruno ed Agrippa, i ricercatori come Leland, Gardner e lo stesso Crowley. Collaboriamo con uno dei maggiori scrittori esoterici italiani, Ottavio Adriano Spinelli, che amichevolmente ha prestato la sua voce e la sua immagine per la nostra title-track “A Rose for Egeria”; gliene siamo grati, è stato uno scambio preziosissimo poiché pensiamo che le anime delle persone debbano fondersi e passare l’una attraverso l’altra.  Per il resto, è vero, credo che presumibilmente siamo ciò che leggiamo, ciò che ascoltiamo e ciò che "annusiamo". Ma devi stare molto da solo con i tuoi Dei per riuscire a diffondere con l'Arte ciò che hai assorbito. 

 
5) Ho visto i due video: "Another Trip to Skye" e "Lady of Inverness": bellissimi!  Potete svelarci il making of? Come avete trovato le location, come li avete realizzati ecc.

Marco: Siamo tradizionalisti e partioti per antonomasia seppur scrivendo per evidenti intenti commerciali in inglese, quindi abbiamo cercato locations italiane che nulla hanno da invidiare a lande estere e lontane. “Another Trip to Skye” è stato interamente girato alla Maddalena di Chiomonte in Val di Susa (To) dove esisteva al tempo delle riprese una necropoli celtica, oggi purtroppo passata alle cronache per gli scontri No Tav. La location di "Lady of Inverness" invece ci è stata “regalata” dal comune di Saint Denis in Valle d’Aosta che ringraziamo ancora oggi per aver reso accessibile il castello di Cly per i nostri girati. Il video-clip che stiamo per presentare - diretto da Silvio Marsaglia - “A Rose for Egeria”,  è stato girato in diverse locations, tra cui il lago e il bosco sacro di Nemi (Roma), il lago di Avigliana (To), l’antico acquedotto di Acqui Terme (Al) e la cascata di Traversella (To).

6) Attualmente, da qualche anno, mi occupo di Teologia, sia andando a studiare quella misogina (tradizionale) della chiesa (i vari Tommaso d'Aquino, Agostino...) sia cercando di "smontarne" gli assunti (alcuni dei quali davvero mostruosi, per come poi vengono usati qui sulla terra, per esempio certe glorificazioni mai tramontate di una "maschietà eccelsa divina", che tendono a far sorgere o ad educare le donne ad una sorta di inferiorità spirituale, di passività, di remissione docile di fronte al "potere del sacerdote maschio", il "mediatore" verso un "dio padre") avvalendomi di alcuni pensatrici teologhe (Mary Daly, Uta Ranke Heinemann Rosemary Radford Ruether...) anche non-cristiane (Simone de Beauvoir, Miranda Gray, Marija Gimbutas...). Potete immaginare come vengo trattata se metto piede in community teologiche tutte al maschile fermi ai concetti di Scolastica... Vorrei chiedervi se, come band che tratta di temi Pagani, o anche come singoli individui, avete mai subito situazioni di discriminazione per le vostre idee, spiritualità, pensieri, se siete stati coinvolti o avete assistito a qualche evento di "ignoranza" e superficialità, e più in generale, se potete parlarci di come vedete il Paganesimo (o anche il Neo Paganesimo) alle soglie del 2014...

Marco: Parlo a nome mio e non della band. Il “paganesimo” odierno è essenzialmente ignorante ed  è costituito per buona parte da persone inclini all’invidia, alla saccenza, alla prosopopea e soprattutto alla lite. Siamo una comunità talmente esigua che necessiteremmo di fratellanza e di comunione di intenti, contrariamente c’è la malsana tendenza a costituire cerchie ristrette di leccapiedi capitanate da falsi semidei che tutto possiedono tranne che saggezza e bontà d’animo. Trovo meschinità e falsità nell’attuale “paganesimo ufficiale”, alcuni di loro dispongono di un livello mistico ed occulto paragonabile ad un termosifone; molto più sano e genuino il sottobosco spirituale che scovi dialogando e interscambiando con persone che nulla hanno a che fare con la “Nuova-Vecchia-Religione” dei media e della rete. Si può essere “altrove” senza appartenere, si può crescere, apprendere e praticare senza seguire dogmi imposti da inattendibili detentori della retta via, poiché la via – quella vera – è il sentiero che ognuno di noi costruisce dentro sé giorno dopo giorno vivendo e nessuno ce lo può indicare. Non esiste “maschietà” e “femminilità” eccelsa divina preconfezionata, gli Dei si palesano in modo del tutto inaspettato, e se ciò fortunatamente avviene, sta a noi accorgerci se i tratti di quel mistero sono maschili o femminili.
Ps:  aborro il termine “neo-paganesimo”.


7) A prima vista, anche basandomi sul video, mi sembrate davvero una band che ama molto l'aspetto live. è così? Potete raccontarci qualche esperienza, evento, dal vivo, a cui avete partecipato, e come lo avete vissuto? Credo che la vostra musica sia davvero perfetta per creare una bella atmosfera sacra ma anche gioiosa. Mi viene in mente un live dvd che ho visto sugli Omnia, e l'atmosfera calorosa e festaiola che riuscivano a creare col pubblico.

Simon: Si, per noi ogni live è una festa da vivere insieme a tutte le persone che ci seguono.. difficile ricordare qualche momento in paricolare, sicuramente però i bellissimi festivals a cui abbiamo preso parte credo che per tutti noi custodiscano ricordi felici,  in particolare un ricordo fresco che vorrei condividere con voi è stato il nostro viaggio lo scorso settembre in Sardegna per il concerto fatto a Mores, in provincia di Sassari. Dopo l’approdo con la nave dove abbiamo passato una notte rocambolesca premiata poi da una meravigliosa alba ancora in mezzo al mare circondati da incredibili scenari naturali,  abbiamo avuto un’accoglienza strepitosa:  gli organizzatori hanno veramente curato ogni dettaglio, dall’ottimo e abbondante pranzo,  al mirto offerto quando eravamo ancora piuttosto alterati dal Cannonau, fino alla merenda fatta con fichi d’India raccolti vicino al palco durante il sound check, insomma coccole a non finire per tutti, e soprattutto un grande calore umano che ci ha fatto stare veramente bene durante tutta quella lunghissima giornata!



8) Prossimi progetti? Pensate di realizzare qualcosa di ancora più incentrato sulla tradizione della stregoneria italiana o del folklore italico? Ho visto che avete realizzato una canzone sul tema dei Benandanti.

Marco: Storia notturna di Ginzburg è uno dei testi più appassionanti che abbia letto. Scriviamo prevalentemente di tradizione italiana perché siamo siciliani, veneti, piemontesi e pugliesi. Ogni terra ha le proprie leggende ed i propri miti; crediamo che in Italia vi siano quelli più veri, quelli che le persone hanno toccato con mano, tramandati dalle nostre nonne e vissuti sulle loro pelli. Fare di un mito un mantra, come accade nelle canzoni, è il modo migliore per farlo conoscere e mantenerlo vivo. Sentire sotto il palco persone che nulla hanno a che fare con le Antiche Tradizioni cantarlo è una soddisfazione indescrivibile. Gli antichi Dei muoiono quando ci dimentichiamo di loro, tenere il loro nome tra le parole delle persone è un po’ come farli resistere al Tempo.


9) Per curiosità: vi piacciono i Sidhe? Io li ho intervistati tempo fa, e anche loro hanno un concept pagano ed esoterico, anche se musicalmente sono diversi da voi, mentre voi indugiate spesso in atmosfere sinfoniche e anche folk.

Marco: Siamo amici dei Sidhe, in particolare del loro batterista Michele Ercolano, meravigliosa persona… collaboriamo spesso con loro a livello live. Siamo contenti che ci siano bands che come noi portano avanti l’aspetto spirituale con il loro modo di fare arte. La musica è magia, è un veicolo con il quale puoi esaltare il tuo intento magico. E’ una celebrazione vera e propria, per questo motivo tendiamo a far cadere tutti i nostri eventi più importanti nelle date sacre.

10) Se poteste scegliere... con chi collaborereste o suonereste?

Marco: Con i Pentangle.

11) Concludete a vostro piacimento la nostra intervista, magari usando tre aggettivi per descrivere la vostra musica per chi ancora non vi avesse ascoltato! Grazie per aver accettato e averci parlato di voi!

Simon: tre aggettivi? Potente, evocativa, sincera 


 



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