Economie preindustriali e Rivoluzione Industriale (in sintesi)

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Prima del XIX, la maggior parte delle terre appartenevano alla nobiltà e al clero, che affittavano le loro proprietà alle famiglie dei contadini, che vi lavoravano. (https://intervistemetal.blogspot.com/2020/10/i-contadini-e-le-contadine-che-hanno.html)
Questo meccanismo impediva che la terra venisse acquistata da mercanti o contadini che si erano arricchiti e avevano il capitale e la mentalità imprenditoriale per investire il denaro nell'acquisto della terra.
Fu solo verso il XIX secolo, quando fu abolita la proprietà feudale (1) che la terra fu considerata al pari di ogni altra merce che poteva essere venduta e comprata. Infine, ricordiamo che nobili e clero, più che non investire il denaro per il miglioramento della vita dei contadini (e della terra stessa) preferivano sperperare i loro guadagni in consumi di lusso.

Mentre nelle società pre-industriali l'aumento della produzione si arrestava a causa di carestie ed epidemie, con il miglioramento delle condizioni sanitarie e mediche l'elevatissima mortalità infantile (ogni 1000 bambini, 300 0 400 morivano entro il primo anno di età) si ridusse, così come la mortalità adulta (in certi periodi poteva scomparire anche il 200-300 per mille della popolazione)
Nelle società pre-industriali la donna, mediamente, procreava più di cinque bambini e l'alta natalità faceva sì che la popolazione crescesse nonostante l'elevata mortalità infantile e il fatto che ben poche persone superavano i 30 o i 50 anni.
Mezzi molto poveri come aratri o raccolta manuale dei prodotti del campo non permettevano una grande produttività, che si ebbe solo con l'arrivo dei trattori e raccoglitrici meccaniche. Molto spesso nelle aziende agricole medievali animali e attrezzi agricoli erano in comune e sia le donne, sia i bambini lavoravano nei campi. Le poche volte che i contadini potevano maneggiare denaro serviva a pagare gli affitti alla nobiltà e al clero (Nota di Lunaria: che è sempre stato parassita https://intervistemetal.blogspot.com/2019/08/chiesa-e-potere-economico-bancario-in.html) o le imposte dovuto allo Stato. (Nota di Lunaria: che secondo l'analisi anarco-capitalista, si comporta come un usuraio https://intervistemetal.blogspot.com/2019/05/la-violenza-di-stato-lanarcocapitalismo.html

https://intervistemetal.blogspot.com/2019/04/riflessione-sulla-violenza-2-hobbes.html)
Non disponendo di molti soldi, i contadini (la maggioranza della popolazione) non potevano comprare vestiti o attrezzi e quindi non vi era un aumento della domanda di questi beni: prima del XIX secolo la produzione industriale era molto limitata. Erano solo nobili, clero e più tardi borghesi a poter disporre di reddito elevato che usavano per prodotti di lusso (vestiti, gioielli...) ma il loro numero era troppo ridotto per poter alimentare un aumento della domanda.


Qui, l'approfondimento sul Medioevo: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/lavori-e-divertimenti-nel-medioevo.html

Uno dei fenomeni che più penalizzava la produzione alimentare nel periodo pre-industriale era la penuria alimentare e la possibilità dei cattivi raccolti.
Per esempio, in contesti industriali, se una gelata o la siccità distruggono un raccolto, lo si può importare da qualche parte del mondo dove se ne produce in eccedenza e lo si vende. Questo non era possibile prima della rivoluzione industriale perché mancavano mezzi di trasporto ed era raro che uno Stato o una regione producesse grano in eccedenza.
L'aumento e la diminuzione della popolazione dipendevano dalla produzione di alimenti.

Nelle economie preindustriali, se la popolazione era scarsa, c'era più disponibilità di terre fertili che i figli dei contadini potevano occupare; di conseguenza ci si sposava presto e il numero dei figli aumentava; se però la popolazione era cresciuta e le terre fertili scarseggiavano, la natalità diminuiva e ci si sposava anche più tardi (quindi la fecondità delle donne diminuiva). Meno matrimoni e meno figli facevano diminuire il numero delle nascite, cioè la natalità.
La mortalità aumentava quando i rendimenti della terra erano decrescenti e non fornivano un adeguato sostentamento alla popolazione.
C'è da dire che però l'evoluzione degli aratri (citiamo alcuni modelli elaborati da James Small e da Ransome) consentì di preparare meglio il terreno per la semina aumentando la produttività agricola.

Quando carestia e fame colpivano le classi più povere, alla denutrizione seguiva il dilagare delle malattie (mancanza di igiene, donne che partorivano in contesti miserabili ecc.) e l'aumento della mortalità.
Citiamo qualche epidemia che aumentava esponenzialmente la mortalità: dissenteria, tubercolosi, colera, lebbra, rachitismo, tifo, difterite, sifilide, peste nera, malaria, tetano, febbre gialla, scorbuto, polmonite.
In questo modo, le terre si svuotavano, in attesa che ricominciasse tutto da capo.


A partire dal 1450 si ebbe una fase espansiva (tra il XIV e XVIII l'economia conobbe fasi alterne e cicli di espansione e depressione); il XVII fu un secolo di crisi.
La rivoluzione industriale contribuì a rivoluzionare l'Occidente: trasformò l'agricoltura, i trasporti, la rete stradale, la procreazione, l'intera economia.
Si passò progressivamente dalla forza-animale per azionare le macchine al vapore che azionava macchinari sempre più complessi e all'avanguardia che sostituirono gli umili attrezzi dei contadini, fino all'elettricità, uno dei "miracoli" creato da Edison nel 1879, ideando la prima lampadina funzionante che sostituì l'impiego del gas derivato dal carbone per l'illuminazione.
Già nel 1877 era iniziata l'era degli elettrodomestici: ferri da stiro, fornelli, aspirapolvere, macchine per cucire, fonografo.
La rivoluzione industriale aumentò la produttività di beni e servizi a ritmi che prima erano impensabili.


Gli effetti negativi dell'industrializzazione riguardarono soprattutto le condizioni di vita dei lavoratori che rivendicavano migliori salari e condizoni di lavoro sostenibili (le giornate lavorative erano di 10-12 ore senza festività) Tra le varie insurrezioni popolari ricordiamo quella del 1871, causata dallo sfruttamento disumano dei lavoratori parigini, sfruttamento provocato dalla guerra franco-prussiana e dal rigido inverno, che portò al primo tentativo di autogoverno operaio, la Comune, che restò in vigore per 62 giorni, concludendosi con 20.000 persone, fucilate o cadute in combattimento.

Qui trovate un approfondimento sul Meridione nell'Ottocento:
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/litalia-meridionale-nel-1861-e-lunita.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2020/02/il-brigantaggio.html

Qui trovate i provvedimenti criminali di Margaret Thatcher in particolar modo contro i minatori:
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/06/la-dittatura-classista-thatcheriana.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/06/la-crisi-petrolifera-del-1973-e-gli.html

Infine citiamo i più famosi economisti…

Gli economisti classici sono gli economisti inglesi e scozzesi che tra il 1750 e il 1850 elaborarono i fondamenti della moderna scienza economica: Adam Smith, David Ricardo, David Hume, Thomas Robert Malthus, John Stuart Mill, Jeremy Bentham.

In contrasto con le analisi di tipo storico precedenti, David Ricardo


applicò all'economia il metodo deduttivo. Le sue teorie, incentrate sul problema della distribuzione del reddito, costituiscono il punto più avanzato dello sviluppo dei principi dell'economia classica.
La sua opera più celebre, "Principi dell'economia politica e dell'imposta", venne pubblicata nel 1817.


Thomas Robert Malthus studiò il fenomeno della crescita della popolazione specie in rapporto alla produzione di alimenti. 


Secondo Malthus la produzione alimentare cresceva in progressione aritmetica (1,2,3,4...) mentre la popolazione cresceva in progressione geometrica (1, 2, 4, 8...). La teoria malthusiana si basa sulla legge dei rendimenti decrescenti della terra formulata da Ricardo: l'incremento demografico spingerebbe a coltivare terre sempre meno fertili con conseguente penuria di generi di sussistenza, arresto dello sviluppo economico e caduta dell'incremento demografico stesso.
Infine, Harrod e Domar analizzarono le condizioni necessarie affinché si potesse realizzare uno sviluppo costante ed equilibrato dell'economia, elaborando una propria teoria nota come "Modello di Harrod-Domar".

Qui trovate una breve storia dell'economia: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/04/breve-storia-delleconomia-dal-1857-al.html

Qui, una storia del movimento operaio: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/la-condizione-operaia-sul-finire.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/12/la-condizione-delle-donne-operaie.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/12/ottocento-le-grandi-rivolte-per-i.html

(1) Nota di Lunaria: per il Sud Italia però le cose andarono diversamente e vanno trattate a parte, parlando di brigantaggio e nascita della mafia. https://intervistemetal.blogspot.com/2020/02/il-brigantaggio.html

https://intervistemetal.blogspot.com/2019/08/le-origini-della-mafia-dal-1861-ad-oggi.html




Inoltre, ci si ricordi che la manodopera femminile e infantile veniva usata in maniera massiccia nei vari cantieri delle cattedrali durante il Medioevo, ma anche nel latifondo (basta leggere qualche racconto di Verga, per esempio "Nedda" o "Rosso Malpelo"; "La roba" invece è un racconto dedicato ad un contadino che riesce via via ad arricchirsi investendo ogni "tarì" duramente guadagnato per l'acquisto della terra. Curiosamente, molte di queste storie ci sono state tramandate nei registri e nei libri paga del periodo.

"Nell’edilizia, le donne venivano impiegate come manovali, nella preparazione della malta, nelle coperture e nella lavorazione del vetro... Ma anche come stuccatrici, scalpelline e carpentiere... Venivano retribuite a giornata, rappresentavano la forza lavoro a più buon mercato, rispetto ai lavoratori maschi. Così per esempio, nei cantieri di Wurzburg, verso la fine del XV secolo, la paga giornaliera di una donna era 7 Pfennig contro i 12 corrisposti agli uomini.
Di conseguenza, alto era il numero della manovalanza femminile nei cantieri, nello stesso cantiere di Wurzburg, che durarono dal 1428 al 1525, vi lavorarono oltre 2.500 donne, contro 750 lavoratori maschi.. Le donne non potevano essere iscritte ad una corporazione o fondare aziende autonome, escluso in rari casi che erano in compartecipazione con il marito o il padre... Non in maniera dettagliata come a Wurzburg, ma documentata la presenza di manodopera femminile nei cantieri di Colonia, Norimberga e Strasburgo, e pure a Firenze nel cantiere di Santa Maria del Fiore."


Per quanto riguarda il lavoro minorile, i bambini venivano utilizzati come manodopera a basso costo, insieme alle donne. 




Per approfondire i personaggi di Verga, vedi qui: https://intervistemetal.blogspot.com/2018/07/giovanni-verga-1-i-romanzi-e-vita-dei.html
  
Nel 1833 in Inghilterra venne approvata una legge che limitava a 8 ore il lavoro dei fanciulli tra i 9 e i 13 anni di età.

E DAL MOMENTO CHE ALCUNI PERSONAGGI SUL WEB (IN GRAN PARTE LEGATI A SITI CRISTIANI MASCHILISTI INTEGRALISTI) STANNO FACENDO DISINFORMAZIONE SULLA STORIA DELLA DONNA, FANNO DEL NEGAZIONISMO STORICO E\O FANNO APPARIRE IL CRISTIANESIMO COME "RELIGIONE CHE HA PORTATO IL PROGRESSO E IL BENESSERE, RELIGIONE CHE HA PORTATO I VERI DIRITTI PER LA DONNA!" QUI METTO ALCUNE PROVE CHE TESTIMONIANO CHE LA DONNA HA SEMPRE LAVORATO NELLA STORIA E CHE NO, NON è STATO IL CRISTIANESIMO A PORTARE I DIRITTI PER LA DONNA, QUANDO CON LA PAROLA "DIRITTI" NOI INTENDIAMO COSE COME "NON ESSERE SUBORDINATA ALL'UOMO, AVERE LIBERTà DI PAROLA, AVERE UNA PROPRIA AUTONOMIA E DIGNITà, SCEGLIERE SE ESSERE MADRE O NON ESSERLO":




 https://intervistemetal.blogspot.com/2018/03/medioevo-1-musiciste-e-danzatrici.html


https://intervistemetal.blogspot.com/2019/03/le-donne-non-hanno-mai-fatto-niente.html






https://intervistemetal.blogspot.com/2019/07/alle-origini-dellanticristianesimo.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/04/sindacaliste-e-attiviste-nellottocento.html







   
DONNE IN MINIERA:






Vedi il video completo qui:


Nota bene: comunque, nei prossimi mesi, spero di riuscire a riportare anche un commento critico a Grazia Deledda, che era la scrittrice preferita di mio papà, e infatti ho qui praticamente quasi tutta la bibliografia… anche se io non l'ho letta per intero




Comunque, in generale, nei mesi a venire andrò avanti a riportare altri approfondimenti storici su questi temi. 
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/litalia-meridionale-nel-1861-e-lunita.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/11/i-fattori-della-crescita-economica-il.html
COSì, TANTO PER DIMOSTRARE CHE IL NEGAZIONISMO STORICO CHE FANNO CERTI SITI CRISTIANI è UNA STR*NZATA CHE PUO' ESSERE CREDUTA SOLO DA CHI, A MONTE, NON LEGGE LIBRI E NON USA LA TESTA.

COME IL CRISTIANESIMO VEDE(VA) LA DONNA: 
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/07/la-questione-92-per-integrale.html


APPROFONDIMENTO: ALLE ORIGINI DEL COMMERCIO: LOCOMOTIVE E VAPORE

FERROVIE E NAVIGAZIONE A VAPORE

La Rivoluzione Industriale creò delle eccedenze di prodotti che dovevano essere vendute: il progresso tecnologico fece in modo che certi Stati producessero molto di più di quello che potevano consumare e la crescita delle eccedenze elevò la quantità delle merci scambiate tra regioni di uno stesso Stato e\o tra paesi diversi.
Fu per questo motivo che venne riorganizzato il traffico dei mezzi di trasporto, altrimenti lo sviluppo economico sarebbe stato soffocato dall'impossibilità di trasportare le eccedenze di prodotti sui mercati lontani.
Durante la prima metà del XIX secolo il miglioramento della rete stradale e dei canali per i velieri aveva reso possibile il trasporto di merci.
La prima nave a vapore che attraversò l'Atlantico fu la Savannah, progettata come veliero di legno nel 1818 e successivamente dotata di un piccolo motore a vapore che azionava due ruote a pale sistemate sulle fiancate.







Il balzo in avanti lo si fece dopo il 1850, quando l'energia del vapore venne impiegata per i trasporti terrestri e marittimi.
La ferrovia fu uno dei miracoli della Rivoluzione Industriale. Era necessario trasportare le materie prime fino alle fabbriche e vendere i prodotti anche su mercati molto lontani dal luogo di origine.
Tutto questo rendeva indispensabile mezzi di trasporto più moderni che impiegassero nuove fonti energetiche e nuovi congegni meccanici: ecco quindi che la nave a vapore e la ferrovia (a cui più tardi si aggiunsero automobile e aereoplano) furono acclamate come le più grandi invenzioni del secolo.

 

I primi tentativi di applicare il vapore alla trazione su ruote risalivano all'inizio del XIX secolo: nel 1804 Richard Trevithick aveva progettato la prima locomotiva, che sostituì i cavalli (impiegati nel trainare).
La prima locomotiva venne utilizzata per trainare su rotaie i vagoncini carichi di minerale ferroso nell'impianto di Penydaren, in Galles.
A sviluppare le ricerche di Trevithick fu l'ingegnere minerario George Stephenson che tra il 1814 e 1829 costruì diversi modelli di locomotive: la più perfezionata aveva nome di "Rocket" e raggiungeva la velocità media di 24 chilometri all'ora.
Da qui in poi si progettarono le prime linee ferroviarie per il trasporto di merci e passeggeri.
Nel 1825 vennero inaugurati i 13 chilometri della linea Darlington-Stockton e più tardi fu la volta della Manchester-Liverpool, lunga 63 chilometri.
La prima strada ferrata italiana, la Napoli-Portici,
di 9 chilometri, fu portata a termine nel 1839.
La costruzione delle ferrovie rivoluzionò il modo di viaggiare ma richiese grandi investimenti di capitali; le ferrovie inglesi vennero finanziate da società private.