Good Morning Finch



1) Ciao e benvenuti! Potete presentarvi ai nostri lettori?

I Good Morning Finch sono John, Lillo, Gloria e Gregorio. Veniamo da Agrigento e abbiamo da poco pubblicato il nostro primo LP dal titolo Gemini, uscito il 9 marzo per Waves for the Masses Records.



2) Good Morning Finch: cosa significa il vostro monicker? Perché lo avete scelto?

John: non significa proprio nulla né tantomeno lo abbiamo scelto. Mi è stato imposto in una conversazione avuta in sogno molti anni fa, prima ancora che fondassi la mia prima vera band.



3) Potete riepilogare la vostra biografia?

Lillo: galeotto il sogno di John, nel 2010 nacquero i Good Morning Finch. A quei tempi io e Gregorio ancora non eravamo nella band. Io avevo appena pubblicato il primo EP con gli Antarte, la mia prima band “seria” con la quale abbiamo pubblicato appunto un EP omonimo nel 2009 e poi un LP dal titolo “Olio su tela” nel 2013. Gregorio era impegnato a sperimentare distorsioni rumorosissime con gli Arearea e nel frattempo i primi Good Morning Finch, dei quali facevano già parte John e Gloria, davano alla luce il primo EP dal titolo “40 Years Ago”. Dopo una lunga trafila di concerti, festival, recensioni ecc… nel 2013 il primo chitarrista abbandona la band ed entriamo a farne parte io e Gregorio (che nel frattempo suonavamo insieme a John in quei furbacchioni dei Galaxy Randy), una faccenda molto intricata. In quel periodo è nato Cosmonaut, il secondo EP dei Good Morning Finch, che ci ha dato molte soddisfazioni e anche i primi concerti in giro per l’Italia. Poi un bel periodo passato in studio a sperimentare ed ecco che nasce Gemini, il nostro vero primogenito, al quale vogliamo un sacco di bene.


4) Ho visto con molto piacere che un blog ebraico vi ha dedicato uno spazio. Avete citato Colapesce, Verdena, Massimo Volume tra le vostre influenze; devo dire che mi trovate d'accordo, vi accosterei soprattutto ai Verdena, e avete anche qualcosa alla primi Placebo e Smashing Pumpkins, quel sound molto '90s. In "Cerimonia" aleggia anche un tocco alla The Black Heart Procession. Vorrei domandarvi come e se vi sentite inseriti nella scena italiana, e quali pregi e difetti notate; comunque rispetto a queste band, voi avete un'impronta anche Shoegaze, a tratti, anche se diventa difficile inquadrarvi in un genere preciso... siete molto eclettici (si senta per esempio una traccia come "Amo quando cadi giù"). Da una parte c'è la malinconia liquida e fluttuante, riverberata, dall'altra gli assalti e le botte d'energia improvvise. Vi accosterei, metaforicamente, ad un cuore che batte; è un po' questa la sensazione che mi avete dato: un cuore che batte, a volte forte (il batticuore, appunto!) e poi si spegne...si riprende... e si spegne di nuovo. Voi come vi definireste, musicalmente?

Lillo: gli anni Novanta ci hanno indubbiamente segnato, penso che abbiano immortalato un certo modo di suonare molto spontaneo e viscerale che oggi appartiene anche alla nostra musica. Anche se magari non traspare chiaramente, siamo debitori del grunge e del noise di band come i Nirvana e i Sonic Youth alla pari di band magari più vicine al nostro genere. Il discorso si fa poi molto più ampio se consideriamo il fatto che la quasi totalità della musica che scriviamo viene fuori da tutto un miscuglio di influenze inconsce costituite dagli ascolti dell’infanzia, dell’adolescenza e della maturità fino ad oggi. A tal proposito è curioso il fatto che tu abbia citato i Black Heart Procession, il loro disco “2” era uno dei miei ascolti preferiti quando avevo quindici o sedici anni e nonostante non lo ascolti da anni, ripensando a Cerimonia sembra proprio che ci sia un “qualcosa” che rimandi a loro. In definitiva diciamo che mi piace pensare alla musica come un modo per imprimere indelebilmente il flusso di sensazioni che scaturisce dalla personalità di ognuno, dal suo background non solo musicale ma anche emozionale e personale. E’ qualcosa che ha molto più a che fare con se stessi piuttosto che con la musica degli altri, è un istinto primario, proprio come un cuore che batte. A volte tutto questo gran parlare di generi, etichettature e definizioni mi sta veramente molto stretto quindi sono molto contento che tu abbia colto l’ecletticità del nostro lavoro. (Nota di Lunaria: hey, grazie ^.^)


5) "Gemini" è il vostro full lenght, uscito da poco. La copertina è molto astratta. Sembra un dipinto di Kandinskij, ma in una versione più cupa e introspettiva. Non a caso quella palla (una luna?) di policromia azzurra e blu, multisfaccettata, è sospesa su uno sfondo completamente nero. Vorrei che ci parlaste un po' della genesi, tutto il processo di song-writing che sta all'origine dell'album. Perché questo titolo? è molto significativa anche la scelta di usare l'italiano...  Devo dire che mi è capitato di intervistare band che usano esclusivamente, anche loro, l'italiano. Forse abbiamo un po' perso una certa esterofilia che ci portava a riprodurre, pedissequamente, le tendenze anglofone... Ricordo che 10, 15 anni anni fa, per dire, era già più raro trovare un gruppo italiano che usasse la nostra madrelingua. In effetti, tra i primi a darle valore, troviamo Diaframma, Litfiba, Marlene Kuntz, Afterhours e Verdena. Tutte band capisaldo del nostro Rock.

John: la copertina è stata ideata da me e Lillo in Polonia, in un cafè (vivo e lavoro qui attualmente). Siamo stati diverse ore ad abbozzare l'idea, alla fine l'abbiamo proposta ad una mia amica, Anna Nosowicz, un'artista underground polacca che ha buttato su tela la nostra idea. Una luna, un satellite, un eclisse, energia pulsante, che è sia sospesa sia intrappolata dietro questo velo nero, e sta provando a perforarlo.
Lillo: siamo arrivati all’uso dell’italiano come mezzo espressivo dopo un bel po’. Il primo EP era totalmente strumentale, poi nel 2013 sono entrato a far parte della band e ho cominciato a mettere qui e là qualche vocalizzo accennato nei brani di Cosmonaut EP. Infine abbiamo sentito una forte necessità di sperimentare che paradossalmente si è concretizzata nella più “comune” delle scelte, cioè cantare i brani in italiano, ma per noi è stata una sorta di svolta sperimentale assurda. Comunque sia i testi a mio parere danno un valore aggiunto incredibilmente grande alle canzoni.


6) Avete già qualche esperienza live? è difficile riprodurre un sound poliedrico come il vostro? Dà molto l'idea anche di improvvisazione. Sarebbe interessante sapere se dal vivo tenterete anche esperimenti di improvvisazione. Per esempio, track come "Atomite" sono già sperimentali e "improvvisative" su disco, danno già questa sensazione. Una sorta di flusso continuo che plasmate...

Lillo: a discapito della complessità di alcuni nostri brani credo che la “dimensione live” ci appartenga molto di più rispetto a quella dello studio. Quando ci ritroviamo insieme a suonare, che sia in sala prove o su un palco, si crea un’intimità che appartiene solo a noi quattro e che ormai conosciamo bene. E’ grazie a questa sorta di “comunione” che riusciamo a tirar fuori i suoni, la musica, le canzoni… Riguardo l’approccio al sound posso dirti che tutti i brani di Gemini sono nati in sala prove e si sono man mano consolidati attraverso i live. Atomite e Notte elettrica ad esempio le suonavamo già durante il tour di Cosmonaut ed essendo appunto nate dal vivo non risentono molto del passaggio dal disco al palco. Qualche brano invece ha avuto un’evoluzione un po’ più lunga e studiata: Copenhagen ad esempio la suonammo una delle prime volte al club Le Mura a Roma nel 2013, a quel tempo era un brano strumentale di cinque o sei minuti. Adesso è una lunga suite di otto minuti e mezzo in cui si alternano strofe cantautoriali a cori di ispirazione etno-africana, assoli di chitarra pinkfloydiani e derive quasi folkloristiche.



7) Come state vivendo questo momento, e in che modo sarete impegnati nei prossimi mesi?

John: Siamo personalmente impegnati in diversi progetti personali, io sto scrivendo per alcune webzine di cultura, mi nutro di porridge e sto provando a scrivere un piccolo libro. Ho anche suonato alcuni concerti con un gruppo folk nipponico-polacco (Take Kanz & the Squids) ma sono più concentrato sulla scrittura attualmente. Credo che Lillo abbia recentemente vinto un concorso di cucina e stia facendo qualche concerto figo a Bologna. Nonostante ciò abbiamo già raccolto durante le ultime sessioni con i GMF diverse idee (circa 8 o 9) per un nuovo disco che attualmente si intitola Van-Pyro e sarà una cosa tremendamente rumorosa. Torneremo a scrivere in studio ad agosto, la strada è lunga ma abbiamo molte idee.



8) Concludete a vostro piacimento la nostra intervista!

Sulla nostra pagina Bandcamp potete: comprare una copia di Gemini (costa 6 euro, siamo generosissimi), scaricare il disco in digitale con una donazione a piacimento, scaricare il disco in digitale senza darci neanche uno spicciolo, ascoltare infinitamente il nostro disco in streaming fino a quando vi esplodono i timpani.


http://goodmorningfinch.bandcamp.com/


Grazie!