Le pagine più belle:
A un certo punto, nella notte, al buio, Mair fu svegliata da Tar che uggiolava nella cucina dabbasso. Era l'unica a poterlo sentire, in parte perché la sua stanza era proprio sopra la cucina e in parte perché, per quanto infantile potesse sembrare, lei ancora preferiva tenere aperta la propria porta di notte e lasciar passare quel rassicurante filo di luce dal pianerottolo. (...) Mair si appoggiò allo stipite, rabbrividendo leggermente quando l'aria della notte le arrivò sulle braccia nude (...) Era quasi chiaro, c'era una strana luce diffusa e uniforme che la sconcertò finché non si rese conto che doveva esserci la luna piena nascosta da qualche parte, dietro gli alberi o le case. Guardando verso il villaggio vecchio, vide le case ammucchiate una sull'altra e il campanile della chiesa, la bella pietra che risplendeva pallida, quasi bianca, contro il nero e il grigio degli alberi, della strada, dei cespugli e dell'erba. Pareva un mondo decolorato, immobile, in cui tutto avesse assunto proporzioni in qualche modo più grandi o imponenti che di giorno. La chiesa pareva una cattedrale, le case più grandi, o anche più antiche. Un pipistrello le volò davanti a pochi centimetri, con la sua minuscola sagoma nitida contro il cielo, nero su nero. (...) La luna sbucò fuori, piatto disco giallo sopra gli alberi, unica nota di colore, finalmente, in quel mondo in bianco e nero. (...) Un uomo camminava sotto la luna, in mezzo alla neve, ascoltando quello stesso ululato gemente, che adesso proveniva da ogni parte, si avvicinava e si allontanava di continuo, ed egli era così stanco, così pieno di freddo, poi guardò verso dove sarebbe dovuto essere il bosco e là, sotto la stessa alta luna fluttuante, vide il dito puntato della guglia della chiesa, la guglia di Astercote, e tutto parve normale. Una filza di tetti di paglia inargentati e la sagoma nera della chiesa, e da qualche parte il bagliore arancione del cerchio di una lanterna, e il freddo e la sensazione di spossatezza cominciarono a sparire. Qualcuno, in un qualche tempo, tanto tempo prima, tornava a casa a notte fonda tra la neve ammucchiata a ridosso delle siepi e nella foresta si sentivano degli ululati...


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