Intervista a Claudia Bombardella
1) Ciao Claudia! Benvenuta sul mio blog! Presentati ai nostri lettori!
Ciao Luna, grazie per l’invito, eccomi volentieri a interloquire con te… e con le persone che avranno voglia di seguire il filo del nostro dialogo.
Sono una musicista a 360°, strumentista, cantante, compositrice, curiosa, megalomane, direi… una donna felice.
2) Il caso ha voluto che ti scoprissi ascoltando la puntata del 5 marzo di "La sacca del diavolo", il programma di Radio Popolare condotto da Giancarlo Nostrini, dedicato alla musica etnica e popolare; non lo seguo sempre, però di tanto in tanto mettono qualcosa di interessante; comunque, come dicevo, un tuo brano stupendo, "Ruminando, Il canto della fenice", è passato in diretta. Ti aspettavi di venir trasmessa per radio? Era già successo? Io devo dire che ti ho ascoltato estasiata... Non so se hai presente, quando sei intenta a fare tutt'altro e all'improvviso senti qualcosa che ti colpisce facendoti vibrare le corde dell'anima e smetti di fare quello che stavi facendo per ascoltare... ecco...! (qui trovate il podcast, per chi volesse sentirsi e scaricarsi la puntata dedicata a Claudia, soprattutto dal minuto 9.29 http://www.radiopopolare.it/podcast/sacca-del-diavolo-di-dom-0503/)
Ha ha… che bella descrizione!! Grazie per la gioiosa condivisione!
Si, le mie musiche vengono trasmesse in radio (particolarmente su rai3) da diversi annetti, aimè, non essendo più di primo pelo, tocca dirlo. A me fa ovviamente piacere, soprattutto se poi attivano delle curiosità.. e magari ti vien chiesta un’intervista! Ha ha…
Ruminando (il canto della fenice) è in brano che amo molto, sono molto contenta ti sia piaciuto.
3) A leggere la tua biografia c'è da applaudire alla tua enorme bravura musicale! Difatti anche il presentatore di "la sacca del diavolo" ti definiva "Piccola grande principessa dell'estro della composizione e dello sviluppo armonico-musicale"
Citando dal tuo sito:
"Se si osserva con attenzione il curriculum che descrive la sua lunga carriera si capisce subito che la musica è presente da sempre e in modo profondo nella sua vita e che il filo che lega tutto il lavoro di ricerca è la passione e l’instancabile voglia di scoprire piccole nuove sfumature contenute dentro ad ogni suono. E’ in questa ottica che negli anni porta avanti una ricerca appassionata, attenta e meticolosa, approfondendo con costanza lo studio di vari strumenti e della voce. Inizia giovanissima col sassofono studiando in modo a volte anche esasperato la tecnica del baritono, per passare poi al violoncello e alla fisarmonica per esigenze compositive. Allarga il campo poi a vari tipi di clarinetti, allo steel drum e a tutta una lunga serie di strumenti etnici che le servono per dar vita allo spettacolo “Leggende, strumenti e voci dei popoli “ storia del Grung, mitico uccello migratore della tradizione Armena."
e ancora:
"Di pari passo con la ricerca va il suo fervido lavoro di compositrice: senza sosta da vita a melodie, tante ed originali e arrangia i brani per i musicisti che collaborano con lei. Anche se molta della sua musica resta inedita, escono 9 CD che ricevono nel tempo vari riconoscimenti e importanti recensioni da riviste italiane e internazionali. Con le sue formazioni e progetti si esibisce in Italia e nei maggiori festivals europei. Vince il premio „Teresa Viarengo 2008” riservato ad artiste impegnate nella interpretazione di musica tradizionale ed etnica."
Insomma, sei praticamente una compositrice di fama internazionale e una di quelle donne che noi italiani possiamo vantare come grandi italiane!!!
Vorrei che tu ci parlassi di te, dal punto di vista biografico, le esperienze più belle e ciò che più ti ha dato soddisfazione, gli ostacoli (se ne hai trovati) e, se possibile, se puoi fare una sorta di recensione ragionata a tutti i tuoi lavori, spiegandoci anche il concept che li ha ispirati.
Uhlala che impresa, cara Luna, provo a rispondere al meglio.
Direi che sono stata molto fortunata, ho avuto dei maestri straordinari e sinceramente molto appoggio in tutto il cammino fino ad ora, ostacoli no, non direi, se non difficoltà, tante, che però in qualche modo mi hanno costretto ad attivarmi per trovare soluzioni, anche quando pareva non ce ne fossero!
Fin da bambina suonavo, ascoltavo, cantavo ogni cosa. Essendo cresciuta trilingue, italiano/tedesco e francese, il suono ha sempre avuto un fascino particolare su di me, ed insieme ad esso i modi di pensare le abitudini delle culture più svariate.
Per cui quando finalmente ho intrapreso lo studio approfondito della musica l’ho sempre vissuto come un possibile approccio alla sintesi dell’essere umano, come un linguaggio simbolico che racconta e descrive l’anima profonda della vita, delle relazioni, delle tensioni/distensioni, degli equilibri dell’universo.
Per questo quasi subito mi sono dedicata alla composizione, all’analisi e lo studio dei grandi classici occidentali così come delle tradizioni del mondo, delle differenze essenziali nelle modalità espressive soprattutto in ambito vocale al quale in seguito ho dedicato gran parte dei miei studi e ricerche.
Ho avuto la grande gioia di collaborare con musicisti straordinari, con orchestre, cori, e grazie al mio lavoro (sia come concertista che come insegnante), di conoscere tante persone con le quali condividere progetti o semplicemente porzioni di cammino, di imparare che l’ascolto è in musica come nella vita il cardine che ci permette di comprendere e di essere, con sincerità.
Negli anni ‘90 nasce il sodalizio con Luca di Volo, mio maestro, con il quale suono e realizzo tanti progetti, nonché i primi 4 cd, Shalom, Klezmer Experience, Maremma, Strumenti di Pace.
Shalom un progetto di studio della musica Klezmer (klezmorim musicisti ebrei erranti in Europa dell’est) a quei tempi ancora sconosciuta in Italia, per una formazione agile di contrabbasso, fisarmonica e due sassofoni (e voce). Ero affascinata dalle melodie, dagli stili misti, da un mondo assolutamente nuovo per me. Fu il primo cd e nacque su richiesta dello storico Folk Studio di Roma gestito da un personaggio incredibile nel mondo della musica tradizionale, Giancarlo Cesaroni, fu una gioia conoscerlo e collaborare con quella realtà tutta particolare… uno scantinato muffoloso ma straripante di storia…
Subito dopo Klezmer Experience, un progetto molto più ampio per orchestra (orchestra Regionale della Toscana) e solisti (Giancarlo Schiaffini, Dragan Nicolich, Mohsen Kassirossaffar e noi due ai Sassofoni) un esperienza bellissima che fra le tante ci ha introdotto nel mondo degli zingari di oggi… Dragan era il capotribù, nonché straordinario fisarmonicista, di un campo nomadi vicino a Sasso Marconi, dove andavamo spesso a studiare… con lui in roulotte… tonnellate di caffè alternate a pollo fritto ad ogni ora portate dalla sua mamma… giornate indimenticabili.
Maremma invece fu un progetto per quartetto sulla drammatica storia della Maremma Toscana, una sorta di piccolo omaggio alla cultura toscana un po’ dimenticata… un sodalizio con musicisti straordinari (Gloria Merani al violino e Filippo Burchietti al violoncello).
Strumenti di Pace invece fu di nuovo un progetto molto ampio, per piccola orchestra e coro, nonché noi come solisti. Un’esperienza di collaborazione con una realtà molto viva di Firenze che è l’associazione “Un tempio per la Pace” nata in un periodo di recenti guerre e conflitti nel mondo, per attivare e sviluppare una coscienza religiosa nella comunione delle fedi e senza confini. Di nuovo tante persone coinvolte, un lavoro immenso, faticosissimo, ma devo dire di grande gioia e soddisfazione.
Sempre con Luca di Volo fummo invitati dalla Volksoper di Vienna a scrivere le musiche per un balletto… 4 mesi a Vienna fra prove riscritture e successivi spettacoli, fu un’esperienza profondamente istruttiva. Lavorare in uno dei templi della musica classica del mondo, con i musicisti straordinari dell’orchestra che si sono lasciati conivolgere con grande entusiasmo nei trascinanti nonché vitali pezzi che portavamo… bello, bello bello.
Poi iniziò un nuovo periodo, inizialmente con uno spettacolo come solista (voce e 23 strumenti) “leggende, strumenti e voci dei popoli”, un gioiellino dal carattere decisamente “sciamanico” in cui ho condensato anni di studio delle tradizioni, poi sostenuta con forza ed entusiasmo da due personaggi incredibili, Aldo Coppola Neri e Stefania Cocozza della RadiciMusic records con i quali collaboro ormai da una quindicina di anni e con i quali ho poi realizzato numerosi progetti e i successivi cd:
Paesaggi lontani, Un mondo fra le mani, Coscienza di sole, Il Risveglio
Certamente dei lavori più intimistici, sempre con musicisti di altissimo livello, sempre dei viaggi attraverso le culture più varie (mia grande passione!!), Coscienza di sole una sintesi di colonne sonore per alcuni film/documentari sulla resistenza durante la 2° guerra mondiale, fino a ”Il Risveglio” di carattere decisamente spirituale (laico!) per quintetto d’archi , coro e la sottoscritta… anche questa un’avventura incredibile, con musicisti e coro che hanno partecipato senza badare a spese… di fatica. Ancora tanta gratitudine a tutti, specialmente al quintetto d’archi (Francesca Macchione ed Eleonora Macchione ai violini, Matilde Orsecci alla viola, Weronika Kulpa al violoncello e Riccardo Ragno al contrabbasso) e al direttore del coro Animae Voces, Edoardo Materassi.
Poi ci sono state tante collaborazioni (Litfiba, Bandabardò, Susi Bellucci..), il cd “Parade” diretto da Giancarlo Schiaffini, Sonata di Mare sempre mie composizioni con la formazione “Orchestrada” composta da musicisti straordinari, progetti più o meno grandi e.. l’insegnamento sullo sviluppo della voce che continuo esercitare con molta gioia.
4) Io ti assocerei a Loreena McKennit o ai Dead Can Dance del post "Spleen and Ideal", ovvero tutti i loro album etnici e folk, ma anche a Diamanda Galas (quella di album come "Defixiones, Will and Testament", non tanto vocalmente o musicalmente - visto che Diamanda spesso usa la voce in maniera allucinata, mentre tu hai una voce da sirena, dolcissima! - ma dal punto di vista di ricerca culturale per i testi originali delle varie tradizioni culturali, infatti:
"Il percorso di studio sull’emissione della voce naturale la porta a ricercare per i suoi spettacoli testi originali in varie lingue e a studiarne il suono ed è così che la si sente cantare in armeno, mongolo, inuit, persiano, sefardita, ungherese, norvegese, zingaro senza peraltro dimenticare lingue come il francese, il tedesco, lo spagnolo o l’inglese. Perchè, dice Claudia Bombardella, “ ... dentro al suono di ogni lingua è nascosto il segreto di un popolo ...”) Anche Diamanda ha provato diverse lingue, dall'italiano all'armeno.
Ti ringrazio per l’associazione, due artiste eccezionali. Non conosco i Dead can dance, ma mi aggiornerò!
Diciamo che l’aspetto linguistico è sempre stato il mio pallino… le varie tecniche delle diverse culture sono delle risorse straordinarie per ampliare lo spettro espressivo, non tanto per imitare quanto per rendere lo strumento vocale duttile ed elastico. E poi c’è l’aspetto poetico specifico delle culture che trovo incredibile, è come la possibilità di risvegliare parti sonnolente della nostra umanità, perché alla fine siamo diversi solo nella superficie mentre il suono comunica direttamente con le profondità della nostra umanità.
5) A proposito, hai mai cantato in ebraico o pensi di affrontarlo? Te lo chiedo perché è una lingua che mi piace molto... Mi incuriosisce anche che hai trattato l'inuit, difatti è una lingua davvero impossibile! Tempo fa studiavo gli inuit (soprattutto la loro Dea, Sedna)
e difatti ero rimasta stupita dall'apprendere, a grandi linee, la grammatica inuit. La loro musica poi è davvero ostica, ad orecchie occidentali...
Io adoro la musica inuit… una vocalità estrema, molto giocosa però… un contatto stretto con la natura e i suoi suoni. Ho cantato tanto in yiddish, talvolta anche in ebraico, lingua molto dura ma affascinante, una cultura misteriosa e bellissima di cui mi sono occupata molto in passato. Melodie archetipiche straordinarie.
6) è interessante anche che proponi qualche riferimento alla cultura zingara. Tempo fa ho studiato Sara la Kali e anche alcune leggende legate al chiodo.
Tu invece perché ti sei avvicinata a questo popolo così perseguitato, nella storia?
I popoli nomadi portano in se una propria cultura intrinseca, ma spostandosi vengono a contatto e in qualche modo assorbono e sviluppano le culture che attraversano, per cui talvolta elaborano delle sintesi molto interessanti musicalmente. Zingari, Ebrei, Tuareg… portano nelle loro espressività musicali questo senso un po’ magico di sintesi, direi di archetipo, pur essendo molto riconoscibili.
E poi non c’è dubbio che si respira un senso di libertà che si trova difficilmente nelle culture più sedentarie.
Agli zingari ho dedicato molto tempo e studio per la vitalità della loro musica, in particolare gli zingari d’origine balcanica con le loro melodie strappalacrime e i ritmi zoppi vivacissimi.
Nota di Lunaria: per approfondire, cercate questi libri:
Sui Tuareg, vedi:
https://it.wikipedia.org/wiki/Tin_Hinan
7) A cosa stai lavorando, ora? Puoi darci qualche anticipazione? Che culture tradizionali tratterai? In base a come scegli i diversi spunti concettuali?
Sto lavorando a un grosso progetto per orchestra e coro, un lavoro basato su un bellissimo testo di carattere spirituale (laico..). Anche qui il testo di cui l’originale è in inglese verrà esposto in molte lingue, fra cui sanscrito, zulu, cinese, ebraico, iraniano… insomma i colori non mancheranno.
E’ una composizione su cui lavoro da 4 anni… per un progetto molto bello che prevede di fare un lavoro molto particolare con i musicisti e cantanti in fase di prove, come a preparare ed accordare in profondità l’anima e il corpo prima degli strumenti.
Molto di più non posso dire al momento, ma ti farò sapere… se ti interessa.
8) Nel genere Neo Folk (ma anche Folk Metal) esistono davvero moltissime band che ripropongono il Folk, in moltissime tradizioni, oppure lo "modernizzano" fondendolo addirittura al Black Metal: ci sono band che propongono musica tradizionale celtica, slava, norrena, ugrofinnica, greca, persino indù, araba, indios, nativa americana. Nomi come Geasa, In Extremo, Arkona, Finntroll, Korpiklaani, Tatir, Purvaja, Seeds of Iblis e Narjahanam o i Sepultura di "Roots" e i Nechochwen, in tal senso non hanno bisogno di presentazioni per i nostri lettori. Più basati sul folk tradizionale (ma anche con atmosfere fatate e "avaloniane") sono band come Ataraxia, Artesia, Pazuzu, Trobar de Morte, Caprice, Loreena McKennit, Ianua, la Pietra Lunare, Gargamella, Lia Fail (queste ultime tre le ho intervistate, eh eh) e davvero moltissime altre. Quali sono gli artisti che ti hanno ispirato e che ti piace ascoltare? E con chi ti piacerebbe collaborare?
Allora premettendo che nel cammino ho ascoltato studiato e amato molti generi musicali (da ragazzina amavo molto il rock, Nina Hagen, i Clash, però anche Laurie Anderson..) e musicisti più o meno famosi (ho un archivio immenso riguardo alla musica del mondo!), i grandi del Jazz come Sonny Rollins, Charlie Parker, Jerry Mulligan, ora essenzialmente mi interessa la musica classica, i sacri Bach e Beethoven, Shumann, Shostakovich, Sibelius, Arvo Part nella musica contemporanea.. soprattutto le opere sinfoniche e quartetti d’archi, ma anche le sonate per pianoforte, per violoncello… e allora Daniel Baremboim pianista, Pablo Casals con il suo tocco tutto particolare, e fra i direttori Abbado, Von Karajan, Carlos Kleiber, Simon Rattle…
9) Cos'è per te la musica popolare? Cosa ti trasmette, perché hai scelto questa musica? Ne ascolti anche di altri generi?
Per me comunque la musica popolare è un perno indissolubile. Rimane un possibile contatto con le radici, con una parte viva e importante delle tradizioni, in particolare in questo periodo in cui certamente c’è un po’ di confusione sulla terra… forse anche il contatto con un mondo più istintivo, immediato. Mi piace affrontare la musica classica con questa qualità istintiva.
Sono stata in Iran di recente, a studiare la musica persiana tradizionale… ecco, lì non c’è questa distinzione netta fra classico e popolare, perché da loro la musica colta è sostanzialmente tradizione, antichissima, straordinaria, e tutti i musicisti (e non!) sono legatissimi alla tradizione.
10) Interessandoti alle tante culture, ti è capitato di interessarti anche alle antiche religioni, quindi al Paganesimo? Che ne pensi dei movimenti Neo Pagano o della Wicca, che poi è l'aspetto più femminile della spiritualità? Ti occupi solo di Sciamanismo? Vorrei sapere, se non sono indiscreta, se pratichi una qualche forma di spiritualità e se in qualche modo la tua musica può essere vista anche sotto questo aspetto. Sarebbe anche interessante sapere che ne pensi del maschilismo che si annida nel monoteismo, su come le donne siano state private di un ruolo attivo (sacerdotesse...) e di immagini femminili di "dio" o più in generale, che ne pensi della nostra società così materialistica e spesso frivola...
Che grande argomento che apri..
Sinceramente non conoscevo l’esistenza della Wicca o del Neopaganesimo. Bisogna proprio che mi aggiorni!!!
In realtà ogni forma di “religione”, ossia di organizzazione dogmatica della spiritualità non mi ha mai attirato, mentre il tema spirituale umano nella sua purezza si, lo sento profondamente legato anche all’arte.
Mi sono interessata in passato alla meditazione, ho praticato varie discipline orientali, sempre spinta dalla curiosità di conoscenza delle culture varie e certamente è stato molto utile per il mio percorso personale, ma poi ho ripreso una direzione decisamente più laica, non disdegnando assolutamente il confronto con qualsiasi tipo di cammino spirituale.
Da un po’ di tempo pratico il Taiji e studio la filosofia e medicina cinese. In questi antichissimi insegnamenti il tema spirituale è strettamente legato alla vita in se, in ogni attimo e respiro. Una cultura incredibile in cui tutte le recenti scoperte di fisica Quantistica erano già spiegate… 3000 anni fa.
Ma per avvicinarsi alla cultura cinese bisogna davvero aprire la mente, il cuore e ogni ben di dio, non facile per noi occidentali un po’ troppo bidimensionali, ma è possibile, con santissima pazienza e costanza.
Riguardo al tema del ruolo femminile nelle religioni… che dire, certamente in passato ci sono stati soprusi e ogni genere di privazione per la donna, aimè tutt’oggi in varie parti del mondo questo continua ad accadere, ma oggigiorno, mi pare, noi qui non avremmo più questi problemi se per prime noi donne noi ci assumessimo la responsabilità del nostro potere, invece di cercare di immaschilirci!
Personalmente ho vissuto diverse situazioni in cui il fatto di essere donna mi metteva automaticamente in secondo piano, ma questo mi ha fatto riflettere che forse non ero realmente pronta ad essere, semplicemente. Ho dovuto pazientare e lavorare sodo, poi è arrivato il momento e si è creato spazio per me, senza forzature e con grande fluidità.
Se riuscissimo a uscire da questo sguardo dualistico uomo/donna bene/male ecc. e tornassimo a osservare come realmente stanno le cose ossia che i due opposti fanno parte della stessa cosa, che la vita non è altro che il movimento continuo fra opposti, se riuscissimo ad ascoltare di più noi stessi e gli altri coltivando l’aspetto femminile della nostra umanità, forse potremmo godere della frivolezza senza abusarne, potremmo essere semplicemente e imparare giorno per giorno come procedere… creativamente.
11) Concludi pure a tuo piacimento e grazie per aver risposto!
Ringrazio te per la curiosità e le domande impegnative e… certamente chi avrà avuto voglia di seguirci fino in fondo. Che ognuno di noi su questa piccola terra possa dare un contributo affinchè l’umanità intera ritrovi il cammino verso una coscienza luminosa ed amorevole. Ne abbiamo urgentemente bisogno.
E che possano dissolversi gli ostacoli per la realizzazione del proposito.
Questo il mio augurio profondo che fra suoni e respiri coltivo ogni istante.
Grazie, grazie grazie.
Sito personale di Claudia: http://www.claudiabombardella.it/www.claudiabombardella.it/intro.html
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