Ottocento Italiano (1) I Pittori Vedutisti del Meridione

Chissà perché in estate mi torna sempre la fissa di rileggermi Verga... 





perciò, ecco qui una galleria di dipinti di pittori del Meridione che dipinsero scene campestri e marittime (testimoniando anche cose come il lavoro minorile oltre che le dure condizioni di vita dei contadini e dei pescatori, protagonisti delle novelle più belle di Verga https://intervistemetal.blogspot.com/2018/07/giovanni-verga-1-i-romanzi-e-vita-dei.html)

Verga è uno dei miei scrittori preferiti, direi da quando avevo 13-14 anni: fu l'unica cosa fatta a scuola che mi piacque fin da subito.

Nel prossimo post metterò i pittori vedutisti che invece dipinsero la Milano ottocentesca, già frenetica ed urbanizzata,
e ci metterò l'altro mio amore, Tarchetti... già innamorato di Me nel 1863, ovviamente. (https://intervistemetal.blogspot.com/2020/07/ottocento-italiano-2-la-pittura.html)

E facciamo un po' di gossip frivoleggiante!




Ero alle elementari (in quarta o in quinta), quindi parliamo del 1994 o 1995... la mia prima cotta fu per un mio compagno di classe, M., che si era appena trasferito al nord, dalla Sicilia 
(fortuna volle, quasi vicino a casa mia! così me lo vedevo pure di pomeriggio, in cortile, mentre giocava a pallone!)

M. non mi considerò mai, nonostante una piccola Lunaria flirtante pur di ricevere un suo "ciao" di prima mattina non solo gli passava i compiti, ma pure la merenda!, nella speranza di poter ricevere un bacino sulla guancia



La cosa divertente è che quando vidi suo fratello, A., più grande di lui di qualche anno, mi presi la cotta pure per il fratello (che, puntualmente, pure lui non mi considerò manco di striscio), tanto che non sapevo dire chi avrei preferito tra i due, diciamo pure che li volevo entrambi!



Comunque, tutto questo è per dire che quando leggo Verga e\o ascolto gli Inchiuvatu mi viene ancora da pensare a M. e A.




Per cui il post è dedicato a quella coppia di fratelli siciliani che mi spezzarono il cuoricino...


Ma mi ripresi in fretta dal duplice due-di-picche: a 12 anni andai in fissa con Brian Molko dei Placebo




[Sento i cristiani di sottofondo che commentano terrorizzati con "L'agendah genderrrr! si salvi chi può! I malefici genderisti terroristi hanno fatto pervertire la piccola Lunaria 12enne, che si è presa la cotta per Brian Molko dei Placebo! Questi malefici genderisti, vogliono distruggere l'eterosessualità e la famiglia tradizionale! Se il DDL diventa legge, non si potrà più trattare un uomo come un uomo! Ci obbligheranno tutti a truccarci!  
Dovremmo tutti assomigliare a Brian Molko dei Placebo!"]



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La terra e gli umili personaggi dei racconti e dei romanzi verghiani illustrati dai vedutisti siciliani (e non solo) dell'epoca.




"Nell'orto accanto c'erano delle olive per terra, e le gazze venivano a beccarle..." (da "Nedda")   



 "Oltre i lieti ricordi che mi avete lasciati, ne ho cento altro, vaghi, confusi, disparati, raccolti qui e là, non so più dove... e nel guazzabuglio che facevano nella mia mentre, mentre io passava per quella viuzza dove son passate tante cose liete e dolorose..." (da "Fantasticheria")



"Quella ragazza che faceva capolino dietro i vasi di basilico... chissà quali povere gioie sognava su quel davanzale, dietro quel basilico odoroso, con gli occhi intenti... " (da "Fantasticheria")






"Un contadino che incontrarono spingendo innanzi l'asinello, pigliandosi l'acquazzone sotto la giacca di cotonina, col fazzoletto in testa e le mani nelle tasche, volle dire qualche cosa...." (da "Mastro don Gesualdo")








"La mantellina di quella donnicciola... accoccolata, poneva un non so che di triste" (da "Fantasticheria")   


"Le altre ciarlavano della raccolta delle olive, che era stata cattiva, dei matrimoni della parrocchia o della pioggia che rubava loro il pane di bocca" (da "Nedda")   

"Sulle pendici riarse del Calvario e del Mulino a vento, rimaneva tuttora qualche branco di pecore, stretto in cerchio col muso a terra e l'occhio spento, e qualche pariglia di buoi dal pelo lungo, di quelli che si vendono per pagare il fitto delle terre" (da "Jeli il pastore")   


"Egli era vissuto sempre fra quei quattro sassi e di faccia a quel mare bello e traditore col quale dové lottare ogni giorno per trarre da esso tanto da campare la vita e non lasciargli le ossa; eppure, in quei momenti in cui si godeva cheto cheto la sua "occhiata di sole" accoccolato sulla pedagna della barca, coi ginocchi fra le braccia, non avrebbe voltato la testa per vedervi..."  (da "Fantasticheria")   









 "C'era stata una passata di acciughe come mai se n'erano viste; una ricchezza per tutto il paese... le barche tornavano cariche" (da "I Malavoglia")

"... il puledro zaino, rimasto orfano, non voleva darsi pace, e scorazzava sui pei greppi del monte, con lunghi nitriti lamentevoli, e colle froge al vento. Jeli gli correva dietro, chiamandolo con forti grida, e il puledro si fermava ad ascoltare, col collo teso e le orecchie irrequiete, sferzandosi i fianchi con la coda" (da "Jeli il pastore")





"... per la strada passavano continuamente carri, e gente a cavallo, che andavano alla festa; per questo il giovanetto teneve ben aperti gli occhi, acciò i puledri, spaventati dall'insolito viavai, non si sbandassero, ma andassero uniti lungo il ciglione della strada" (da "Jeli il pastore")

"Per un raffinamento di malignità sembrava aver preso a proteggere un povero ragazzetto, venuto a lavorare da poco tempo nella cava... Il poveretto, quando portava il suo corbello di rena in spalla, arrancava in modo che gli avevano messo nome di Ranocchio..." (da "Rosso Malpelo")







"Quando giunsero sul terreno, vi trovarono il conte, coi suoi due padrini; tutti si salutarono levandosi i cappelli. "I signori hanno da offrire ritrattazione da parte del loro primo?", domandò uno dei testimoni del conte a quelli di Brusio..." (da "Una peccatrice")





"Il signor Luciano e la signora Matilde si vedevano quasi tutti i giorni, in quella piccola società d'amici che le veglie o le escursioni pei dintorni riunivano quotidianamente..." (da "Le storie del castello di Trezza")



Aggiungo anche questi altri dipinti, che mi piacciono molto








N.B: già che ci sono, sponsorizzo questa petizione che mi è appena arrivata nella casella mail:
https://www.change.org/p/sostieni-l-agricoltura-contadina-toscana