Horror felino!

Un racconto horror che mi era piaciuto. Buona lettura!

Bateman odiava essere in ritardo. Era irritato per aver sprecato metà mattinata nel tentativo di convincere sua moglie ad andare con lui al funerale di Oscar. Adesso, salendo le scale che portavano al Crematorio di Pere Lachaise, era ulteriormente seccato di doversi fare strada in mezzo ad un gruppo di gatti che se ne stava al sole sui gradini. Quasi in cima, stanco di dover fare attenzione a dove metteva i piedi, calpestò sbadatamente una coda. Il lamento fu piuttosto acuto, pensò divertito, abbastanza da risvegliare il morto. Ma i gatti non si sparpagliarono allarmati. Invece inarcarono i propri corpi e lo fissarono con malevolenza. Lanciando uno sguardo di traverso ai gatti, Bateman entrò nelle fresche tenebre del crematorio. Sostò un istante sotto la porta della camera crematoria. Pierre se ne stava seduto in mezzo al gruppo di dolenti che fissavano lo sportello del forno funebre. Ciò ricordò a Bateman di quella volta in cui aveva scrutato l'aula del tribunale durante il divorzio di Pierre ed Alicia, dodici anni prima. Adesso esitava, mentre preparava una spiegazione per l'assenza di Alicia. Maledizione alla sua ostinazione! I bambini avrebbero potuto essere un'ottima scusa, naturalmente, o forse, avrebbero potuto avere un raffreddore. Un raffreddore, decise. Prima gli parlo dei bambini. Forse sarebbe riuscito ad evitare lo sguardo di rimprovero di Pierre, che lo faceva sentire sempre colpevole. Il portello della fornace si stava alzando per mostrare il bagliore rosso interno. Con un gemito del congegno automatico la semplice bara di pino scivolò all'interno. Bateman si sedette alle spalle di Pierre e sua sorella. Il portello si richiuse. Tutto fatto. Mentre il gruppo si alzava con un sospiro collettivo, Pierre si voltò e vide Bateman. Questi notò il suo disappunto nel non vedere Alicia al suo fianco.  Bateman disse "Ci dispiace veramente, Pierre." Pierre rispose in maniera alquanto rude con un cenno sbrigativo e disse alla sorella di avviarsi a casa, che lui avrebbe aspettato le ceneri da solo. Il gruppo si mosse, ed i due uomini uscirono dal crematorio e passeggiarono per lo spazioso atrio pavimentato. Oscar, il morto, era il cognato di Pierre. Era morto ubriaco, si diceva, ma in maniera terribilmente macabra. Oscar era annegato dopo essere svenuto dal freddo sotto Pont Neuf durante un temporale; il fiume si era ingrossato intorno a lui. La polizia l'aveva trovato là senza carte d'identité. Gli avevano preso le impronte digitali, ma Oscar era nato a Toulouse, e prima che potessero rintracciare la famiglia il corpo era stato portato al Crematorio pubblico di Pere Lachaise, il famoso cimitero del XX arrondisment. Era più semplice portare a termine il funerale dei poveri. "Siamo stati fortunati che l'abbiamo cremato da solo", disse Pierre a Bateman. "Di solito cremano gli indigenti quattro alla volta." Bateman alzò lo sguardo sorpreso, ma non disse niente. Si trascinarono lungo uno dei sentieri di ghiaia del Cimitero, sbattendo le palpebre per le pozzanghere luccicanti che punteggiavano il terreno. Era un delizioso tardo pomeriggio, e le foglie degli alberi secolari stormivano sopra le loro teste. "Come sta?", chiese Pierre, sottointendendo Alicia. "Sta bene", disse Bateman, pensando di non essere più certo dei sentimenti di lei così come di quelli di Allan Kadek, il medium morto da tempo, davanti la cui tomba di granito stavano passando. "E Janine?" chiese Pierre. "Anche lei sta bene", disse Bateman. Janine era la figlia di Pierre. Era piccolissima quando Alicia aveva divorziato da lui. Pierre era un uomo malinconico, silenzioso per natura, ma oggi sembrava cercare a fatica una maniera per prolungare la conversazione. Bateman si sentì addolorato per lui, perché sapeva che Pierre aveva difficoltà a forzare la propria timidezza e riservatezza. Ma anche Bateman non si sentiva del suo solito umore. Proprio allora la loro strada fu attraversata da alcuni enormi gatti che abitavano nel cimitero. Sembravano essere dappertutto, sbirciavano da dietro le lapidi o si nascondevano nelle volte muffite. Erano enormi, e Bateman suppose che si nutrissero di topi di campagna ed altri roditori.  Pierre disse "Guarda i gatti. Sono così grandi." Bateman sorrise. Sentì di poter indovinare tutto ciò che Pierre avrebbe detto. La mente di quell'uomo era quella di un ingegnere, pensò, strettamente orientata verso ciò che è concreto e reale. Bateman guardava davanti a sé e poteva cogliere in maniera scrupolosa tutti i particolari dei sentieri del cimitero. Mentre passavano, Pierre glieli fece notare tutti. Bateman fu divertito dalla conferma della diversità dei loro caratteri. Egli era sempre stato in grado di ignorare l'ovvio, di agire come se le reali condizioni di vita ed i bisogni del dècoro semplicemente non esistessero. Anche Alicia era così. Quando la loro storia era cominciata in una piccola galleria a Rue du Bac, il resto del mondo era sembrato passare in secondo piano. Il suo matrimonio con Pierre, la loro bambina e la posizione di Pierre nella fabbrica di mattoni e tegole di suo padre erano diventate tutte cose secondarie rispetto all'evento sovrano delle loro vite: il loro reciproco amore. Bateman era in viaggio d'affari, per la collezione d'arte di un uomo che possedeva svariati grandi magazzini a New York City. Per molti mesi lui ed Alicia avevano infuocato la linea telefonica tra Parigi e New York. Aveva esaurito i suoi risparmi in biglietti aerei. Bateman convinse l'agiato Newyorchese a trasferirlo stabilmente a Parigi. Pochi mesi dopo, Bateman aveva aperto una sua galleria. Ma il periodo antecedente al divorzio fu doloroso per entrambi. Pierre era rimasto con Alicia tutto quel tempo per il bene di Janine, preparando biberon e lottando con le coliche mattutine. Alicia si era dedicata alla sua nuova carriera di artista e al suo amante americano, e in qualche modo tra le due cose aveva trovato il tempo per la sua bambina. Bateman immaginò che Pierre avrebbe preferito averle accanto a sé, anche senza l'amore di Alicia, piuttosto che non averle. Dopotutto non aveva mai più trovato una donna che lo soddisfacesse. Era stato un atto sacrificale di cui Bateman non sarebbe stato capace. Grazie a ciò Janine era cresciuta come una bambina felice. Durante l'anno Bateman ed Alicia avevano sconvolto i loro amici e la famiglia mostrando apertamente la loro relazione. Spesso lei aveva portato Janine a casa sua o alla galleria, ma più spesso l'aveva lasciata con il padre. Quando Bateman la chiamava da New York, era inevitabile che qualche volta rispondesse a Pierre. Bateman aveva riagganciato solo le prime volte, ma, con la graduale accettazione della situazione, aveva cominciato a chiedere di lei ed anche a lasciare messaggi. Pierre aveva sopportato tutto senza una sola parola di protesta verso Bateman. Bateman guardò Pierre, pensando che era stata proprio quella qualità di autocontrollo priva di immaginazione che gli aveva permesso di sopravvivere a quel duro periodo, per non parlare degli ultimi solitari dodici anni. Vide la coda di un gatto sparire dietro un albero. "Mi domando cosa mangiano i gatti", chiese. "Pensi che qualcuno li nutra?" Pierre rise in quel suo modo velato, una sorta di dondolio a dentri stretti della testa, da cui non scaturiva nessun suono di risa. I suoi occhi conservavano la loro eterna espressione triste, ma vi fu, per un istante, uno scintillio di animazione. Disse, "Ho parlato con uno degli uomini che lavorano al crematorio prima del tuo arrivo. Gli ho chiesto dei forni e del resto." "Cosa vuoi dire?" chiese Bateman. "La Delaye ha fatto un esame sul rivestimento dei mattoni", disse Pierre. Delaye era il nome da signorina di Alicia, ed il nome della società di suo padre, per la quale Pierre ancora lavorava. "Oh, capisco" "Le mattonelle devono essere risistemate circa ogni quattro anni. Non è stato un lavoro grosso." "Dio mio, guarda la stazza di quel gatto", disse Bateman. "Deve pesare un buon dieci chili". Pierre guardò il gatto soriano. "è proprio grosso, vero", disse. "Il tizio mi ha raccontato una strana storia sui gatti. Non so se crederci o meno." "Quale?" Il gatto soriano stava fissando Bateman, con quella folle espressione che assumono i gatti quando hanno fame. "I forni hanno dei bruciatori a gas", disse Pierre. "Raggiungono i duecento gradi, ma il gas è così caro in questi giorni che cercano di risparmiare riducendo il tempo tra le cremazioni, in modo che i forni non abbiano il tempo di raffreddarsi." "Mi sembra ragionevole." "Sì, se non per il fatto che devono rimuovere il cadavere precedente in anticipo. Spesso, con un corpo grande, specialmente se è stato congelato, le ossa non si riducono completamente in cenere." "Stai scherzando" disse Bateman. "Cosa fanno allora?" "Beh, generalmente rompono le ossa con la raclette" "La raclette?" "Più o meno. Ma questo non è il peggio. Il cranio ed il cervello sono il vero problema." "Il cervello?" "Oh, sì. Puoi immaginare." è racchiuso e circondato da un fluido. è molto difficile bruciarlo. E, sai, d'estate, i corpi devono essere tenuti congelati. Ci vuole molto di più a bruciare un corpo congelato." "Capisco quello che vuoi dire", disse Bateman e nel suo stomaco cominciò a manifestarsi un vago senso di nausea. "In ogni caso, il tizio stava dicendo..." Pierre divenne silenzioso mentre giravano l'angolo. Erano arrivati ad una sezione di tombe coperte da graffiti, molti dei quali osceni. "Voglio scoparti, Jim", "Il Serpente", "Patrick, Harley Davidson, 1984" ed infine, spruzzato nei colori del day-glo su una lastra di granito non scolpita, l'epigrafe: "Jim Morrison, The Doors" Rimasero a fissare le centinaia di iscrizioni scritte con il gesso, dipinte e scolpite. Alcune erano là da anni, ma altre sembravano recenti. Era spaventoso per Bateman. Sembravano allucinanti, si vergognava del suo paese, anche dopo tutto quel tempo. C'era un piccolo gruppo di ciclisti che si stava riposando in quella curva del sentiero. La bicicletta era un mezzo perfetto per visitare il cimitero. Era pieno di sentieri, ed anche poco trafficati, ma non si poteva gironzolare tra le lapidi. Avevano lasciato le biciclette incatenate le une alle altre e si erano allontanati tra le tombe circondate dalle erbacce. Bateman e Pierre potevano sentire le loro risate mentre esaminavano le iscrizioni in vecchio stile. I ciclisti si diressero verso di loro parlando inglese, due ragazzi e due ragazze che camminavano dritti in mezzo alle tombe senza curarsi del sentiero che vi passava in mezzo. Bateman distolse lo sguardo. Il sole andò dietro una nuvola ed egli pensò di guardare l'orologio. Già le cinque e trenta? Si stava facendo tardi. Percorse per un breve tratto il sentiero, non volendo vedere le dissacrazioni che sarebbero state compiute per commemorare una rock-star americana. Pierre rimase sul posto, a leggere i nomi e i commenti.  Pochi istanti dopo Bateman si guardò alle spalle e vide Pierre inginocchiato vicino alle biciclette che parlava con uno dei ragazzi, senza alcun dubbio di macchine. Bateman poteva vedere la piazza del crematorio e dall'altra parte il Colombarium, dove venivano riposte le urne con le ceneri. I suoi occhi vennero catturati da una strana scena. In mezzo alla piazza un enorme pastore tedesco se ne stava immobile. Anche a quella grande distanza poteva vedere le zanne ostentate e la coda abbassata in mezzo alle gambe. Intorno al cane vi erano circa una dozzina di gatti. Uno di essi avanzò verso il cane, e l'anello di gatti gli si strinse intorno. Il gatto più vicino diede una zampata al cane e si capì che erano sul punto di attaccarlo en masse quando dal Crematorio uscì un uomo che brandiva un lungo bastone verso i gatti accovacciati. Questi arretrarono e guardarono l'uomo che trascinava via il cane. Ci fu un suono di risate e una specie di lite tra i ragazzi e le ragazze alla curva del sentiero. Non gli prestò molta attenzione. Pierre era ancora là dentro. Bateman sapeva che il sepolcro che conteneva le ceneri di Victor Hugo era in quella sezione. I sepolcri erano originali. Alcuni erano arredati con una specie di seggiolino basso munito di uno schienale imbottito, disegnato per pregare in ginocchio, chiamato prie-dieu. Alcuni avevano dei ganci sulle pareti per appendere le corone di fiori. Benché molte delle tombe fossero chiuse a chiave, alcune erano aperte, e scrutò nelle ombre di una che era stata usata come rifugio da generazioni di ubriaconi, a giudicare dal numero di bottiglie di vetro verde sul pavimento. Arrotolato sul sedile consumato del vecchio prie-dieu c'era un grande gatto dagli occhi gialli. Era la sua immaginazione o il gatto lo stava fissando con uno sguardo particolarmente ferale? Non era mai stato un amante dei gatti. Quando aprono le loro bocche, mostrando la punta delle loro lingue, ed i loro occhi si tingono di un'estasi felina umanamente inimmaginabile, li trovava assolutamente disgustosi. Voleva uscire da quel posto. Guardò di nuovo l'orologio. Quasi le sei! Doveva proprio andarsene. Si voltò per chiamare Pierre e si ritrovò a fissare la sua faccia. Nascose lo spavento con una risata nervosa. "Oh, allora eccoti!" disse Bateman. "Pensavo che te ne fossi andato in bicicletta con loro." "No" disse Pierre, accigliandosi. "Io devo proprio andarmene", disse Bateman. "Ho detto a mia moglie che saremmo andati fuori a cena stasera." Per un istante si era dimenticato a chi stava parlando. Ma era troppo tardi per recuperare in maniera elegante.  "Naturalmente, intendo Alicia", disse. "Naturalmente", disse Pierre. "Anch'io. Ho... ho del lavoro da sbrigare." "Guarda, Pierre", disse Bateman. "Mi dispiace." "Per cosa?" chiese Pierre, con occhi improvvisamente fiammeggianti. Era arrabbiato. Bateman se ne rese conto. Bateman era sconcertato. Era la prima volta che vedeva Pierre mostrare questo sentimento. Pierre aveva qualcosa in mano, un pezzo di metallo, e lo stava tormentando con le dita. In un silenzio teso percorsero un tratto tra le fila di tombe decrepite ed il folto fogliame. Le ombre si stavano allungando e Bateman si sentiva a disagio a camminare davanti a Pierre. Sentì una vampata allo scalpo. Aveva paura che  Pierre potesse, dopo tutti questi anni, prendersi qualche specie di vendetta fisica? Non aveva mai proferito una parola contro Bateman, non aveva mai riagganciato il telefono, non aveva mai lasciato che un messaggio non fosse comunicato. Mentre lui gli metteva le corna, pensò Bateman, aveva collaborato quanto più non poteva essere immaginabile. Bateman si dispiacque immediatamente per quel pensiero. Pierre era dieci volte più generoso di quanto lui non fosse. Meritava la sua simpatia, non la sua derisione. "Mi stavi dicendo qualcosa prima", disse Bateman voltandosi. Pierre stava camminando con gli occhi rivolti verso il basso, le mani unite sulla schiena, e Bateman fu ancora più dispiaciuto per la sua tacita derisione. Pierre alzò lentamente lo sguardo. Sembrava che Bateman avesse disturbato un monologo interiore.  "Sì", disse, "ma non ci credo nemmeno io. Penso che sarebbe interessante conoscere la verità." "Ti sto ascoltando", Bateman. "I gatti", disse, "ti chiedevi come mai fossero così grassi. Ci si aspetterebbe di vederli famelici. E sono così tanti." "Sì" "Ma, ritengo che tu abbia ragione", disse. "Qualcun'altro li ha probabilmente nutriti. Benché gli uomini del Crematorio sembrassero seri." "Pierre", disse, "ci stai girando intorno. Vorrei tanto che uscissi allo scoperto e dicessi cosa intendi dire." "Come fai tu?", chiese Pierre. "Non capisco di cosa stai parlando", disse. "Non importa. Andiamo. Posso mostrarti quello che i gatti mangiano." Erano arrivati, passando per la strada sul retro, al Colombarium. Non era nient'altro che un muro di nicchie in cui venivano riposte le urne. In ogni loculo era posta una placca scolpita con il nome e la data. Alcune erano vuote ed erano segnate con "Reservé". Attraversarono il largo cortile davanti al Crematorium, la massiccia costruzione adesso illuminata in controluce dal sole al tramonto. Lasciarono il piazzale e continuarono verso l'uscita attraverso una sezione più antica di tombe, terrazzate a vari livelli. Questo doveva essere adesso un distretto a "basso-costo", con molte tombe abbandonate e ben poche splendide e curate. "Ha detto che lo mette da queste parti", disse Pierre, risalendo un declivio per raggiungere un livello superiore. Erano in mezzo a grandi alberi che ostruivano il sole. Due volte Bateman inciampò su delle rampicanti mentre cercava di seguire i passi di Pierre. "Incredibile", sentì dire a Pierre, "quel tizio stava dicendo la verità!" Bateman emerse in un'area densa di verde quasi nascosta dalle zone circostanti. Vi era un piccolo gruppo di sepolcri di famiglia, con portali di ferro battuto arrugginito. Pierre si era inchinato sul cuscino logorato dello sgabello per le preghiere, esaminando il contenuto del piattino. Con molta cautela arretrò per uscire dalla piccola struttura di pietra. "Dai un'occhiata", disse, "fai attenzione, c'è merda di gatto dappertutto." "Non mi sorprende", disse Bateman, "guarda là". Vi erano non meno di venticinque grossi gatti riuniti intorno al portale di un altro sepolcro.  Rabbrividì e scrutò nell'oscurità della tomba, cercando di capire cosa ci fosse nel piattino di ceramica. Non desiderava sporcarsi i pantaloni in quel pavimento. "Non puoi vederlo da lì", disse Pierre. "è troppo buio là dentro." Bateman si chinò in quell'augusta oscurità. Alla sua destra c'era una corona di fiori sbiadita ed una croce di plastica appesa a dei ganci. Dovette chinarsi sul prie-dieu per dare un'occhiata a quello che c'era nel piatto. E lo capì immediatamente. Non c'è niente che assomigli al tessuto celebrale, con le sue convulsioni frenetiche. Ma non aveva mai visto un cervello così grande, ed era già stato parzialmente consumato, dai gatti, supponeva. Ebbe un violento sussulto per via di un ragno che avanzava sulla sua mano. Lo spiaccicò contro il muro di pietra con il dorso della mano. Vi fu un leggero tonfo ed un cadere di foglie come se qualcosa atterrasse sul tetto, un gatto, senza alcun dubbio. Qualcuno suonava un fischietto. Era ora di chiusura. Iniziò ad alzarsi dal prie-dieu e sentì un forte cigolio. Sentì la porta della tomba chiudersi contro le suole delle sue scarpe. Non era stato un incidente. Ci fu un sonoro scatto metallico. Si voltò, a fatica, in quel luogo angusto. Guardò la porta e vide il riflesso di una robusta serratura a combinazione, del tipo usato per le catene delle biciclette. Doveva essere stato Pierre, ma non riusciva a vedere nessuno. Urlò, "Apri, Pierre!" Non ci fu risposta. Era sicuro che Pierre fosse ancora nelle vicinanze. Si ricordò di averlo visto inginocchiato con i ragazzi vicino alla tomba di Jim Morrison. Dopo che se ne erano andati aveva un pezzo di metallo splendente in mano. "Miaooo", sentì, insieme ai tonfi sordi di svariate paia di zampe. La grande faccia di un gatto apparve alla grata della finestra di fronte alla porta chiusa, i suoi folli occhi risplendevano dorati nella luce morente. Scaraventò tutte le sue duecento libbre contro la grata di ferro. Sembrava che avrebbe dovuto spalancarla con una botta sola, ma non avvenne. Ancora una volta si lanciò contro di essa con la spalla. Era inutile. Non poteva arretrare abbastanza per prendere lo slancio. Il gatto alla finestra saltò giù accanto a lui. Le facce di altri due apparvero al suo posto. Il grande gatto sul pavimento diede una zampata al suo polpaccio, inclinando la testa come se fosse curioso di vedere la sua reazione. Sentì un dolore violento e diede un calcio al gatto. Questo inarcò la schiena e sibilò, con un suono molto forte in un luogo così piccolo. E se l'avessero attaccato tutti insieme, come stavano per fare nel piazzale? Non sarebbe stato in grado di tenerli lontano in quel luogo claustrofobico. Poteva a malapena muovere le gambe e le braccia. "Pierre!", gridò, "per l'amor di Dio!" Vi furono molti tonfi sonori. Tre gatti furono all'improvviso sul pavimento con lui. Un altro, un enorme gatto nero, era alla finestra. Balzò su di lui. Sentì la pugnalata degli artigli sulla nuca ed una zampa anteriore tormentargli l'occhio destro. Con tutta la sua forza, cercando di ignorare gli artigli, affilati come aghi, si strappò l'animale di dosso e lo scaraventò contro il muro, mentre allontanava a calci gli altri, che avevano cominciato ad attaccargli le gambe. "Qualcuno mi aiuti", gridò. Poi vide Pierre a pochi metri dalla grata, che mostrava la sua espressione funerea, che non cambiava quasi mai. Bateman era isterico. "Mi stanno attaccando!", urlò.  "Per favore, apri quest'affare!" "Sono solo gatti", disse Pierre. "Inoltre, non conosco la combinazione". Ci fu un accenno di sorriso che tirò le sue labbra, benché i suoi occhi rimasero compassionevoli. Uno dei gatti morse il polpaccio di Bateman e lui trasalì dal dolore. Pierre si voltò e si avviò lungo il sentiero che portava all'uscita. "Per l'amor del cielo", gridò Bateman, "pensa ad Alicia!" Il passo di Pierre rallentò. Sembrava che ci stesse pensando. Bateman strinse le sbarre arruginite della sua gabbia, guardando Pierre mentre spariva dalla sua visuale e sentì, "Non ti preoccupare. Le dirò che farai tardi a cena."

 Se il racconto vi è piaciuto... a tema horror-felino ci sono anche:

e i film:

Lavoratrici, Imprenditrici, Spie: le Donne nel Medioevo

N.B: qui trovate altre info: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/lavori-e-divertimenti-nel-medioevo.html https://intervistemetal.blogspot.com/2023/01/vita-di-santa-margherita-di-cortona.html

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Info tratte da


Nel Medioevo le donne erano attivamente inserite nella vita economica. In Champagne, nel XIII secolo, la contessa Bianca, rimasta vedova, amministrava le sue proprietà, fondando una nuova città.

In Gironda, per il pedaggio del porto de La Réole, si assiste a tre vendite di diritti che sono fatte da donne che agiscono senza menzionare il consenso del marito: Guillelma de Penon, Baldovina Duport, nella prima metà del XIV secolo; una castellana, Marguerite di Gironda, conduce delle transazioni con gli abitanti di Sainte-Hélène e di Listrac nel 1318: ciascuna delle 87 famiglie, ogni anno, consegnerà una pollastra, i carichi di grano, di vino, di paglia, di pollame del signore, pagherà i canoni sull'avena, sul frumento, sul miglio, sul lino, sulle pecore, versando la somma di 130 lire: in cambio, potranno avere boschi, brughiere, pascoli e il signore feudale rinuncerà ai diritti che poteva riscuotere sulle loro eredità.

Alcune donne venivano interpellate anche per decisioni di ordine militare: quando il visconte d'Orthez, Garcias Arnaud de Navailles promette al re di far abbattere il mastio del castello di Sault, è accompagnato dalla moglie, Marie Bertrand, che nel 1262 si assume l'impegno con lui; una certa Mabile de Colomb col marito Armand de Blanquefort, decide di far riparare il castello di Bourg e di Blanquefort.

In epoca feudale e per tutto il XIII secolo le donne che hanno retto e amministrato possedimenti anche estesi sono ben menzionate: quasi tutti i principati laici belgi vennero governati da donne come la contessa Giovanna (1205-1244), Margherita delle Fiandre o di Costantinopoli (1244-1280), la duchessa Giovanna di Brabante (1355-1406), Margherita di Baviera (1345-1356), Maria di Borgogna (1477-1482)

 Nel Medioevo le prostitute potevano essere espulse dalla loro residenza se le persone "di buona reputazione" sporgevano querela; anche chi le accoglieva doveva pagare multe.

Un mestiere svolto da molte donne era quello di "pettinatrice": una certa Suzanne, parrucchiera, compare nei registri del 1297, con le menzione di ben 150 mestieri femminili; c'erano poi le "barbiere" cioè le donne che praticavano i salassi e rimettevano a posto le fratture o ricucivano le ferite in quanto "cerusiche". (https://intervistemetal.blogspot.com/2020/08/hildegarda-di-bingen-e-trotula.html

https://intervistemetal.blogspot.com/2018/10/dottoresse-nellantichita.html)

Nel 1375 viene processata una certa barbiera di Parigi, nella parrocchia di Saint-Marcel, per escluderla dall'albo professionale: a partire dal XIII secolo i mestieri si riunivano in "maestrie" o sindacati: la donna si difende precisando di aver imparato il mestiere da suo padre, ma fino ad allora la professione di barbiera, insieme a quella di panettiera, mugnaia, merciaia, ostessa erano tipiche delle donne: in un poemetto di Francesco da Barberino (XIV secolo) queste professioni vengono tutte menzionate.

Curiosamente, il medico era chiamato "mire" e il femminile era "miresses", termine che scompare dopo il Medioevo.

Sono menzionate diverse "miresses": cinque nel 1297, una nel 1313, di una abbiamo persino il nome: Jacoba Félicie, processata per conto della Facoltà di Medicina di Parigi nel 1322: è accusata di contravvenire allo statuto che riserva l'esercizio della medicina ai diplomati dell'università.

Questo è un fatto importante sul quale riflettere: l'università, fin dall'inizio, è un mondo maschile e coltiva un pregiudizio "antifemminista" contro le donne. Comunque, Jacoba Félicie nel XIII aveva molte emule: le cronache ci tramandano il nome di una dottoressa, Hersent, che insieme a san Luigi e Margherita di Provenza partecipa alla crociata.

Curiosamente, la tessitura per intero e parzialmente confezioni e ricamo erano mestieri maschili, fino al XIV secolo; le donne si occupavano di filare la sera, lavorare i tessuti di seta; facevano le tessitrici di copricapi di seta e le confezionatrici di "cappelli d'aurifrisia" o "scarselle saracene". Le donne che lavoravano la seta erano delle artigiane di lusso che usavano dei piccoli telai portatili (se ne vede qualcuno nel famoso arazzo della "Dama col Liocorno")


Le fonti ci attestano persino di "pavoniere" che maneggiavano le penne di pavone che ornavano i copricapi e le "filatrici d'oro". (1) Testimoniate anche le "tappezziere" come una certa Ada, che probabilmente si dedicava agli arazzi di basso liccio.

Potrebbe stupire, ma le donne nel Medioevo erano addette anche alla lavorazione dei metalli: François Villon menziona una "bella elmiera" poi la cappucciaia Jeanneton, Catherine la borsettaia, Blanche la calzolaia, Guillemette la tappezziera; di una guantaia e di una salsicciera non conosciamo il nome. 

Diffuse anche le agoraie, le coltellinaie, le calderaie, una maniscalca, una forbiciaia, una ferraia, una usberghiera che costruiva le armature, una vasaia in peltro e le donne che avevano dita sottili potevano confezionare fibbie e gioielli come alcune orafe e tagliatrici d'oro.

Probabilmente erano vedove che portavano avanti la bottega del defunto marito.

Alcune sono persino al servizio di principi come una libraia (Agnese di Parigi) e una rilegatrice, Marguerite, al servizio di Giovanni principe d'Orléans. A Lilla il mestiere di rigattiere è più praticato dalle donne che non dagli uomini.

E poi naturalmente le donne lavorano come macellaie, sanguinacciaie, panettiere, fornaie, formaggiaie, lattaie, pollaiole, pescivendole e venditrici di aringhe, birraie, cialdonaie che vendono cialde e dolci, fruttivendole, candelaie, lavandaie, cameriere, taverniere, ostesse, droghiere.

Insomma: nel Medioevo le donne si occupavano eccome di commercio!

Abbiamo persino la menzione di una certa Marie Valence che a Marsiglia si associa davanti ad un notaio con Bernard Ambulet per aprire uno spaccio, pensato per i naviganti, alle Isole di Marsiglia: il contratto è datato 6 luglio 1248, in piena epoca della crociata di san Luigi! Alcuni registri di taglia del 1292 e 1313, a Parigi, riportano una donna tassata come usuraia; Bonne de Nieulles viene designata come "crociata" e si richiama a questa qualifica per protestare contro il prevosto di Poitiers nel 1247 che l'accusa di aver avuto rapporti illeciti con i chierici.

Margot è menzionata come giocatrice di pallacorda della regione dello Hinaut, che si esibisce a Parigi nel 1425 e "pochi erano gli uomini contro cui non vincesse", osserva il "Bourgeois de Paris"

Durante la Guerra dei Cento Anni le donne vennero impiegate come spie o agenti segreti, come testimonia il "Journal du siège d'Orléans".

Le cronache ci testimoniano pure il loro nome: Jacquette Paucigot, che riceve 60 soldi in cambio del suo lavoro, Jeanne la Hardie viene smascherata come spia e fatta giustiziare; altre due donne nel 1435 sono andate a "spiare e informarsi sulla situazione dei nemici del Re che monta l'assedio di fronte ad Avranches"

(1) Nota di Lunaria: non c'entra col Medioevo, comunque un bel romanzo di Barbara Cartland, la Regina del Rosa,  "Incontro al chiaro di luna", ha proprio per protagonista una ricamatrice appartenente alla piccola nobiltà; il romanzo è ambientato nell'Ottocento.



FOTOGRAFIE DELLE PAGINE, SOTTOLINEATE IN ROSSO, PER DIMOSTRARE CHE "I LIBRI IO LI LEGGO":











METTIAMO ANCHE QUALCHE MINIATURA A COLORI, COSì I MISOGINI, CHE NON SONO ABITUATI A LEGGERE, POVERI TROTTOLINI, HANNO IL CERVELLINO ATROFIZZATINO, LORO CONOSCONO SOLO I LIBRUCOLINI DI ARISTOTELINO,
 ANCHE SOLAMENTE GUARDANDO LE MINIATURINE CON I LORO OCCHIETTINI POSSONO IMPARARE UN PO' DI STORIA DELLA DONNA:


Sì, LA DONNA NEL MEDIOEVO LAVORAVA IN MACELLERIA, ESATTAMENTE COME GLI UOMINI



Sì LA DONNA NEL MEDIOEVO GIOCAVA A SCACCHI, CONTRO GLI UOMINI




Sì, NEL MEDIOEVO LA DONNA MANEGGIAVA SOLDI E FACEVA ACQUISTI, COME GLI UOMINI



Sì, NEL MEDIOEVO LA DONNA ANDAVA A CACCIA E SUONAVA PURE IL CORNO, COME GLI UOMINI



LAVORAVA NELLE BOTTEGHE, COME GLI UOMINI




FACEVA MUSICA E SUONAVA, COME GLI UOMINI


NEL MEDIOEVO LA DONNA DIPINGEVA, COME GLI UOMINI


NEL MEDIOEVO LA DONNA SCRIVEVA, COME GLI UOMINI
 
(E LO IGNORANO SOLO I DEFICIENTI DA "IL NOSTRO DIO ARISTOTELE! IL NOSTRO DIO AQUINO! SOLO LORO HANNO SCRITTO, SOLO LORO HANNO FATTO LA STORIA! EH EH EH EH!")


Sì, AIUTAVA SUO MARITO (O IL PADRE, O IL FRATELLO) FACENDO LO STESSO LAVORO




Ricordi d'infanzia... (2) Barbie (e smettetela di demonizzarla)

Un post che - già dal colore con cui ho scelto di impaginarlo - farà orripilare d'orrore le "femministucole antioggettificazione, antiporno, antimake up, antiquesto antiquestaltro", quelle da "orrore, orrore! depilarsi\farsi la manicure\mettersi le autoreggenti e i tacchi\essere magre\truccarsi\cambiarsi l'assorbente\guardare porno\ballare lo stacchetto delle veline\giocare con le bambole tipo la Barbie\le principesse della Disney\vestirsi di rosa\ascoltare il rap contribuiscono alla violenza contro le donne! allo sfruttamento delle donne! patriarcato!!!"

Da piccola giocavo con la Barbie. Non così di frequente, perché il mio gioco preferito che monopolizzava tutto il mio tempo era Mighty Max (https://intervistemetal.blogspot.com/2018/09/mighty-max.html), roba del tipo che imploravo nonni e genitori di regalarmi i cofanetti di MM - che già andavano a ruba a quel tempo - e difatti non le avevo tutte, roba del tipo che se avessi potuto "balzarci dentro" in quei cofanetti 


e vivere le avventure di MM con MM al mio fianco lo avrei fatto eccome.

Comunque, di tanto in tanto giocavo con la Barbie, e diversi modelli che volevo andavano esauriti con disperazione dei miei che neanche girando 10 cartolerie e negozi di giocattoli riuscivano a trovarle.

Cosa mi piaceva della Barbie?

Quello che piace a quasi tutte le bambine che ci giocano: i bei vestiti, le scenografie e gli accessori, il "Ken" che le faceva da cavaliere...

Questo mi ha forse reso una femmina cretina\frivola\vanesia?, solo perché da piccola ero attratta - e il gioco consisteva proprio in questo - da certi "outfit" e accessori?

Direi proprio di no, nonostante gli allarmismi di certe femministucole (che tacciono CON SILENZIO DI TOMBA su cose cristiane del genere: https://intervistemetal.blogspot.com/2020/06/violenze-sui-bambini-sado-pedofilia-in.html

https://intervistemetal.blogspot.com/2019/06/la-dittatura-cattolica-di-francisco.html

https://intervistemetal.blogspot.com/2020/07/dopo-orban-un-altro-ultracristiano-al.html

https://intervistemetal.blogspot.com/2019/07/la-dittatura-cattolica-di-ante-pavelic.html

eh certo! loro sono filo-monoteiste, con roba del tipo "è stato il cristianesimo a portare i diritti per la donna!"l'hijab è emancipazione della donna dallo sfruttamento capitalista-sessista-mercificante che utilizza il corpo femminile nel marketing", vuoi mica che parlino dei crimini cristiani?! ma no, ma non si può, il cristianesimo è nostro amico, maria è stata la prima grande donna emancipata, gesù cristo fu il liberatore delle donne, come si può parlare male del cristianesimo? chi è quella maschilista patriarcale che lo sta facendo??)

Ma soprattutto, non si capisce come "la Barbie istighi alla sottomissione femminile, al patriarcato, alla denigrazione della donna" quando la Barbie, per definizione, faceva TUTTO (da Barbie Sportiva a Barbie Dottoressa, da Barbie Diva a Barbie Sirena), tutto il Ginocentricamente Fattibile lei lo faceva, basta leggere il suo giornalino (che da bambina compravo) per averne prova... 

Non solo Barbie rappresenta "la Donna che fa ogni cosa, sempre e comunque" e ogni cosa che fa e decide di impersonare è "Perfetto per definizione" e "ammirato e invidiato" (in questo caso, dalle bambine che sognano di fare come lei, e persino dalle amiche di Barbie stessa, ovvero le altre bambole che facevano da corollario) ma pure, non si capisce dove diamine sia "la sottomissione, lo sfruttamento della donna" visto che Barbie è accompagnata da Ken, che nel suo ruolo di fidanzato\cavaliere perfetto, innamorato, attento, premuroso, realizza tutti i suoi desideri: non solo le regala la carrozza, ma pure, su desiderio di Barbie, gliela fa guidare.

Ce ne vuole per considerare "la Barbie" simbolo di sottomissione femminile, quando è vero il contrario, diversi "non benestanti" che provano il classismo sulla loro pelle, l'essere considerati "di serie Z" solo perché "sono disoccupati\precari\contadini\pizzaioli\operatori ecologici\operai\minatori inglesi" (chiedete a Margaret Thatcher, una che si attizzava solo davanti al maschio alla Milton Friedman, https://intervistemetal.blogspot.com/2018/09/il-fondamentalismo-capitalista-dei.html 

il maschio metallaro o il maschio punk da sobborgo e da Working Class non vestiti con il completo in giacca e cravatta, le avrebbero fatto schifo, per quella cristianoide in tailleur, noi eravamo "parassiti delle sottoclassi, cenciosi pezzenti" https://intervistemetal.blogspot.com/2019/06/la-dittatura-classista-thatcheriana.html

https://intervistemetal.blogspot.com/2019/06/la-crisi-petrolifera-del-1973-e-gli.html) solo i maschi alla Milton Friedman la eccitavano ed erano fondamentali, avevano fatto "la Storia"... nonostante la Storia l'abbiano fatta eccome anche i non-Milton Friedman: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/11/i-fattori-della-crescita-economica-il.html

https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/la-condizione-operaia-sul-finire.html) ebbene, tutti questi potrebbero far notare che più che una "denigrazione della donna", gli scenari di Barbie (la villa, il ranch, lo yacht, la spiaggia privata, la limousine, la jaguar...) erano una super esaltazione del lusso più sfrenato, dell'ostentazione "da classe superiore, nobile", tanto di lei, quanto di lui (anzi, forse più di lui, visto che era lui che faceva i regali a lei). Per cui se si vuole fare una critica seria e ragionata a certi simbolismi nascosti, la sia faccia a ragion veduta e non vedendo misoginia e sottomissione femminile dove non può esserci.

Riconosciuto ciò, forse dovrei odiare Barbie e considerarla "pericolosa, istiga all'odio contro i nullatenenti, i disoccupati, i non-nobili, gli operai, i non-ricchi!"? Dovrei gridare al "censuratela!", al "In quanto donna che non vive nella villa e non è la moglie di Milton Friedman mi sento offesa dal simbolismo veicolato da Barbie e dagli scenari di Barbie"?

Ma certo che no.

La valuto per quella cosa che è: PRODOTTO FITTIZIO E DI FANTASIA che sì, strizza l'occhio al puro materialismo e consumismo di frivolezze e ricchezze giacché... il mondo non è abitato da gente con "l'odio, il ribrezzo, la paura del denaro" https://www.brucofalla.com/curiosita-dal-mondo/fobie-piu-strane/chrometofobia-la-paura-del-denaro/ (peraltro, l'essere considerati dei mentecatti deliranti se "si fa fatica ad avere a che fare con molto denaro, si fa fatica a rapportare tutto al denaro" la subiscono anche i "chrometofobici soft", che pure riescono a maneggiare cifre di denaro inferiori ai 50 o 100 euro, magari) men che meno il mondo è popolato da gente che trova esaltante fare vita da eremita cenobita vestito con abiti cenciosi e nutrendosi di cavallette.

Prendo atto che "Il mondo di Barbie" rappresenta l'edonismo, il materialismo, le aspirazioni materiali e lo sfoggio di beni, anche portate al loro eccesso, nella nostra realtà (l'ostentazione crassa e fatta per umiliare gli altri). Di per sé, il desiderio materiale, la proprietà privata (checché ne pensino i comunisti da "Cambogia di Pol Pot Unica Via"), il voler vivere attorniati da comodità materiali o persino da cose frivole e superflue, non è un male. Fa parte della nostra natura umana.

Chi più chi meno, tutti abbiamo i nostri feticci, tutti vogliamo i comfort, le nostre piacevolezze materiali, tutti proviamo desideri per qualcosa di materiale (cambia l'oggetto del desiderio: se l'influencer di grido desidera disperatamente la pelliccia Dior e la Jaguar, io desidero disperatamente roba del genere https://intervistemetal.blogspot.com/2020/05/i-libri-piu-desiderati-dalla-bibliomane.html o - ancora più desiderabile - un foglietto striminzito ma che sia stato autografato dalla mano di Shelley...) 

Le ideologie che hanno demonizzato e propongono di estirpare "il desiderio di proprietà privata" dalla mente umana hanno portato dei disastri (https://intervistemetal.blogspot.com/2018/08/i-crimini-del-comunismo.html) ma vedi anche il cristianesimo o religioni ascetiche, che demonizzano il corpo, la materia, i bisogni dell'essere umano...

Per cui prendo atto che "Il mondo di Barbie" che tanto ammalia(va) le bambine di quel periodo (le bambine di adesso non so con che cosa giochino...) incarna i desideri umani che tutti abbiamo, chi più chi meno, perché anche un chrometofobico e un bibliomane possono snobbare\avere in odio\provare repulsione "del denaro in eccesso, del dover aver a che fare con troppo denaro" (in un mondo thatcheriano  dove SI E' considerati solo per il denaro...) e del "vivere confinati in una villa senza manco un libro" (visto che viviamo in un mondo dove la maggioranza delle persone non trova così necessario che nelle case, anche nelle ville da miliardario, ci siano per forza i libri) ma anche queste due categorie di persone che potremmo definire "anti materialisti, anti sperperatori di denaro", agli antipodi del "Mondo di Barbie, così frivolo, così denaro-centrico, così materia-centrico" hanno i loro bisogni materiali da soddisfare: il chrometofobico deve avere una cifra minima di soldi in mano da poter gestire per comprare ciò che gli serve, altrimenti crepa di fame, il bibliomane deve darsi un limite nel leggere "libri, anche gratis" altrimenti ne risente in salute fisica se si priva di ore di sonno, con tutto che preferirebbe star sveglio a catalogare libri\leggere libri piuttosto che dormire.

Per cui al bando ideologie anti-umane che vogliono estirpare desideri, bisogni materiali, che inneggiano a rinunce, penitenze, espiazioni: sono peggiori del male che dicono di voler contrastare proprio perché pretendono di annullare i desideri e bisogni umani che fanno parte del nostro corpo e della nostra psiche.

Per questo motivo, non demonizzo Barbie, andando a considerarla "istigatrice al consumismo, allo sfruttamento, al classismo". E faccio anche notare che non c'è niente di male, quando si è bambine, a fantasticare e vivere "su Barbie" le aspettative materialistiche-ludiche che può avere una bambina: avere un bell'abito da principessa, fare il giro in carrozza con Ken, stare sullo yacht con Barbie...

C'è differenza (ed è necessaria che ci sia) tra fantasia e realtà: i prodotti di finzione (quali che siano: dal mondo rosa lussuoso e pieno di comfort di Barbie ai video porno) sono e restano di finzione, mai rappresentativi della vita e realtà vera (o meglio: al massimo rappresentano una frazione di certa realtà o persino l'esagerazione della stessa) al massimo,  da considerarsi come materiale surrogato "di quello che vorresti fare ma non puoi" e niente più. 

No, se una bambina o un'adulta "fantastica" di avere la villa di Barbie, non è "sporca capitalista, sfruttatrice!"

No, se un uomo fantastica e fruisce di un video porno non è "sporco stupratore, stai contribuendo alla violenza contro le donne!"

Desideri, fantasticherie che spesso si esauriscono lì senza neanche concretizzarsi non sono "incitamenti a...".

Da bambina, con la Barbie giocavo di tanto in tanto: avrò fantasticato di avere anch'io certi suoi abiti... nella vita vera e reale non ho mai indossato un "abito rosa confetto da principessa" né lo farei ora (men che meno ora) anche se sicuramente da bambina vederlo su Barbie "mi garbava\fantasticavo di..".

Questo per dire che trovo assurdo demonizzare PRODOTTI FITTIZI che si esauriscono lì, che possono anche essere un'esagerazione della realtà, e servono ad soddisfare un desiderio che resta "astratto" senza necessariamente tradursi in realtà.

Sì, da piccola ho sicuramente ammirato "gli abiti di Barbie", nella vita vera non ho mai voluto indossarli. Sì, da piccola leggendo i fotoromanzi di Barbie avrò sognato di "principe azzurro su carrozza", nella vita vera no, non ho spasimato dietro i Milton Friedman.

è vero che Barbie per diverso tempo ha proposto "un unico tipo di corpo", ma ad onor del vero c'è da far notare che "le Barbie" con la pelle più scura, capelli neri o asiatiche ne sono uscite (sono pure particolarmente cercate dai collezionisti dei giorni nostri); non è vero che Barbie "abbia proposto solo lo stereotipo dell'Oca Giuliva tutta curve e niente cervello\casalinga" perché nei fotoromanzi, ma anche nel set con cui veniva accessoriata, Barbie faceva di tutto: dall'investigatrice alla sportiva, dalla vacanziera sullo yacht all'animalista, dall'astrologa alla... sirena. Lo capirete meglio guardando le foto qui sotto.

Per concludere: insomma, mi piaceva Barbie ma non andavo così in fissa. Ci giocavo sì, ma qualche volta, non sempre.

Ma oggi? Cosa provo pensando a Barbie, alle cose che avevo di Barbie, al giornalino che leggevo?

Provo nostalgia e devo dire che la tentazione di ri-comprarmi una Barbie degli anni Novanta di tanto in tanto mi viene... e non escludo di farlo, perché mi capita di vederle alle bancarelle dell'usato e per pochi spicci.

Anche per far indignare "l'inquisizione delle anti-oggettificazioniste" che subito starnazzerebbero di "contribuisci al patriarcato, allo sfruttamento della donna! vergognati! hai comprato la Barbie Crystal, sei responsabile di ogni cataclisma che colpirà le donne, hai contribuito al sessismo!!!! Fai  sessismo  pure tu, scandalo, sacrilegio! Noi non ti vogliamo sui nostri siti, non ti vogliamo tra di noi, vade retro Satanassa!" 


Anzi, devo dire che dopo aver letto certe analisi deliranti che farebbero risalire "tutta la misoginia, il dominio sessista che opprime la donna" al...farsi la nail art, anche con smalto trasparente (ancora più sacrilego e contro la dignità della donna: usare le unghie finte!)


Devo dire che Barbie (e le principesse Disney, diffamate anche loro) mi stanno ancora più simpatiche rispetto a quando ero bambina (e non venni comunque influenzata al "tingermi i capelli di biondo e cercarmi Milton Friedman come fidanzato!", solo perché Barbie è bionda e sta con il ricco Ken)


Quindi sì, contrariamente alle femministucole puritane che versano acqua santa sui tubetti del mascara e del correttore e vorrebbero mettere al rogo minigonne, rasoi e creme, nella speranza di "esorcizzare il Male, il maschilismo, l'oggettificazione sessista" 

(applaudite da certi cristiani di mia conoscenza che la femmina "come vuole l'apostolo Paolo e come ordina Dio Padre" la vogliono tutta coperta e vestita con abiti "larghi a sacco", zero trucco e tutta pelosa, ché non è consentito truccarsi e depilarsi, è un sommo peccato perché va a modificare l'aspetto con cui Dio Padre ha voluto crearti, cara sorella nel Signore, e inoltre ci istighi alla fornicazione, quindi ci fai commettere peccato, come fecero Betsabea, Susanna, Jezabel, la Meretrice di Babilonia!... Devi essere disadorna, cara sorella nel Signore, è consentito solo lavarti con un po' d'acqua ma niente più, devi essere umile e pudica, come le sante donne speranti in Dio e Sarah che chiamava Abramo suo signore, di cui ora tu sei figliola se fai la volontà di Dio...)

credo che Barbie rappresenti il Ginocentrismo Assoluto, visto che qualsiasi cosa la femmina Barbie voglia essere, fare o diventare, tutto questo avviene: FIAT (qui il riferimento teologico in colto latinolatinorum lo capiranno solo quelli che si sono fatti lo sbattimento sulla paccottiglia cristiana)


Anzi no, c'è ancora una cosa che Barbie non ha rappresentato\non è diventata: la vogliamo anche "stile Ipostatica Lunaria": i tacchi già ci sono, ma mancano i capelli corvini, il completino in pizzo nero, il crocione invertito al collo e soprattutto il Tacco Ipostatico che calpesta la "Summa Theologiae" dell'Aquino e "la politica" di Aristotele, solo così Barbie sarà ancora più Ginocentrica avendo incarnato tutta la Ginodiversità possibile... 

Questo è il giornalino (mi pare fosse mensile) che leggevo da bambina


Aveva la particolarità di avere le copertine "metallizzate", alcune volte


C'erano anche articoli sulla Natura e sui paesi del mondo (anche perché a volte Barbie viaggiava in altri paesi e\o si vestiva con abiti folkloristici)


Quindi non è vero che "istigava le bambine a farsi belle e basta", c'erano un minimo di nozioni culturali su altra roba, certamente, scritti per essere compresi da bambine di 6-8 anni, ma pur sempre un minimo di cultura... per esempio nei due numeri che ho io, in uno di essi si parla di Messico


E iniziamo ora a vedere un po' "la Ginodiversità" di Barbie... che fa e interpreta tutto. Qui è cantante e "istiga" (parola che vi piace tanto, vero femministucole antiporno, antimakeup, antirap ecc?) le bambine a... darsi alla musica. 


Chissà, magari alcune bambine proprio col "Music Show di Barbie" si saranno appassionate di musica, avranno detto ai loro genitori "mandami alla scuola di musica" e oggi suonano il violino. O l'organo.
Chi può dirlo!


Ok, qui inizia già "il materialismo edonista", con questa super casona a due piani


il camper


ma chissà, forse avrà "istigato" qualche bambina ad appassionarsi all'architettura e ai motori...


I fotoromanzi, dove Barbie "fa cose varie" con Ken e le sue amiche... qua la vediamo darsi all'Alpinismo


Diventa pure sciatrice



Perché mai non si deve pensare che avrà "istigato" le bambine a diventare sciatrici, scalatrici di montagne? Perché bisogna pensare che Barbie "abbia istigato solo a diventare oche giulive"?
 In base a cosa avvalorate una cosa, scartate l'altra?

Ecco, probabilmente da bambina avrò sognato su quest'abito (piccolo prodigio di sartoria in miniatura)



Ma no, non "sono stata istigata" a vestirmi di rosso natalizio. L'abito è bello, ad ogni modo.





Qua Barbie insegnava a fare gli origami


Qui potete vedere l'amica di Barbie (se ricordo bene una di esse aveva tratti orientali)


Barbie Pittrice! come Lavinia Fontana!

Anzi, artista all'avanguardia di Arte Povera! Qui faceva i timbrini usando le patate


Altri piccoli capolavori di sartoria in miniatura:


Barbie in versione festaiola. E no, non c'è niente di male. E ve lo dice una che "non va alle feste"


Barbie sposa: certamente, rappresentava anche questo. E non c'è niente di male a volersi sposare. 
Il male c'è quando "una certa religione" vieta "a qualcuno" di sposarsi perché "il nostro dio ha detto che solo tra uomo e donna ci si deve sposare!"

Fermo restando che io non sento necessità di "sposarmi in chiesa"...



Barbie in slitta: non si capisce come "possa rappresentare la sottomissione femminile, la denigrazione della donna" quando la vediamo "godersi la vita"



Non mi ricordo se avevo Barbie Crystal... forse sì, però



Un'immagine da "Romanzo Rosa" che - esattamente come tutto il genere Rosa, in tutti i suoi sottogeneri, da quello "antico" a quello "osè" - tiene conto dei desideri\necessità sentimental-sessuali femminili


Giacché "avere al proprio fianco l'uomo elegante che porta il bouquet alla donna" non è qualcosa 
"che eccita i maschi", bensì è l'aspettativa femminile che le donne si aspettano che i maschi abbiano e dimostrino di avere...



Questo poi, è trionfo dell'Esigenza Sentimental-Sessuale Femminile (e solo femminile, perché l'uomo non ha necessità "di andare in carrozza, trainata da cavalli rosa" per eccitarsi)

Insomma, uno scenario che avrebbe fatto arrapare Barbara Cartland, le lettrici di Barbara Cartland, ma pure le lettrici di "Calendar Girl".


Ma Barbie non è solo "Dama Ottocentesca da Romanzo Rosa alla Barbara Cartland, che viene servita e riverita dal principe\visconte\conte\marchese che le fa fare il viaggio in carrozza con tanto di cavalli rosa, al chiaro di luna, nei dintorni di un bel castello", Barbie è pure attrice:





"Vorrei fare l'attrice... ma non so da che parte cominciare", chiede Daniela, piccola lettrice del giornalino di Barbie.
"Non basta essere belle. Sono indispensabili capacità interpretative, grinta e decisione e ovviamente un pizzico di fortuna!, è la risposta che le dà Barbie.


Non credo che da nessuna parte sia mai stato scritto "serve solo essere belle! e sposarsi il miliardario!", nei giornalini di Barbie.

Che è vacanziera milionaria, ovviamente (anche questo, è un aspetto e una sfaccettatura dell'essere donna... e delle ambizioni di alcune donne. Con tutto che ci sono donne, tipo le Lunaria, che no, in viaggio sullo Yacht a prendere la tintarella con musica da Ibiza disco  di sottofondo  non ci tengono a viverla come esperienza... preferiamo le rovine diroccate con tutta l'edera intorno e i COF di "Dusk and Her Embrace" di sottofondo)


Altra casa 



e la famosa scenetta che avevo raccontato:



Dove sia "lo sfruttamento della donna, asservita all'uomo", non è dato sapere. Con sfruttamento della donna, donna asservita all'uomo, io intendo roba del tipo "donna indù che deve fare figli quando il marito lo esige e poi quando lui muore, si deve immolare sulla pira facendosi bruciare vicino al cadavere del marito" oppure "bambina islamica che viene obbligata a sposarsi a nove anni con un uomo di 60". 
Cose del genere, insomma. Non certamente una che fa il viaggetto in carrozza e quando vuole guidarla lei... si fa!


Una cosa interessante di alcune Barbie è che potevi personalizzarle nel look



cosa che adoravo fare (difatti adoro creare gioielli). Da piccola stravedevo per "Gira la Moda", infatti. Ci giocavo per ore.








Barbie Astrologa! Perché no? C'erano anche altri personaggi che "istigavano all'esoterismo" tipo Sailor Moon, Magica Emi, Isa e Bea, e molto altro, tutta roba odiata dai cristiani.


Barbie casalinga


e neppure in questo c'è qualcosa di male, se è scelto e non viene imposto con la forza (e qua non vediamo Ken che sta minacciando di morte Barbie)


C'è una bella differenza tra essere casalinghe perché lo si è scelto e l'essere forzata a essere casalinghe
 a suon di ricatti e minacce o per via  di  società che non permettono il diritto al lavoro femminile.


Sì, Barbie che fa shopping con le sue amiche.  Legittimo anche questo e cosa che piacerebbe fare anche a me, se avessi nelle mie frequentazioni una femmina che effettivamente volesse farlo con me...
Ma le femmine scalpitano per diventare amiche di cristiane e islamiche.


Ma purtroppo nisba, le cose vanno così, solo le monoteiste hanno tante amiche femmine, sui loro blog, siti, nei ritrovi in moschea, sinagoga e chiese\oratori, io no, sicché utilizzerò questa immagine "per fantasticare" e compensare la mancanza di "amica-femmina che vuole fare shopping in compagnia di Lunaria"
Fantasticando di esserci io in quel disegno.

E ORA  QUI VI VOGLIO, CARE LE MIE ANTI-BARBIE!

Sì, in diverse vignette vediamo Barbie che legge e\o Barbie che siede in una casa con i libri sugli scaffali.



Tanto per dimostrare che esiste pure  una versione di Barbie Bibliofila.

Raramente Barbie è apparsa anche con abiti scuri, tipo questo in velluto verde scuro,  che mi piace molto, anche se toglierei "la fantasia a pois" sul corsetto. 


E ora, Barbie sportiva!



Barbie cavallerizza!




Barbie Giardiniera:





Che ne dite? Avrà "istigato" le bambine a diventare erboriste? giardiniere? streghe herbarie??

Qui potete vedere la Barbie "non solo stile occidentale"


Molto ricercate dai collezionisti, tra l'altro


Sì, ci sono state anche Barbie "con la pelle scura" (io avevo un'imitazione, non la Barbie originale, ma una bambola simile, di quelle marche a buon mercato, che aveva fattezze da indiana, somigliava un po' alla Barbie qui sotto)



Barbie Sirena, che volevo pure io ma andò esaurita risultando introvabile


C'erano anche giochini di enigmistica sui giornalini di Barbie


Gli aggeggi tipo letti e cucine erano piccoli capolavori di ingegneria: questo aveva "vere luci rotanti"


Questo ce l'avevo! L'avevo contrassegnato con la X e me lo regalarono: era il letto che si illuminava al buio



La Barbie in versione gigante, alta quasi come una bambina vera,  andò esaurita e non me la regalarono.



Altra immagine di materialismo lussuoso: vero, questa è criticabile, di base è l'ostentazione di una macchina costosa messa vicino ad un personaggio maschile (per quanto fittizio): suggerisce che "Il valore dell'uomo si basa sulla sua macchina" lasciando intendere che poi "è dovuto che Ken faccia fare a Barbie il  viaggetto a bordo della Jaguar"


Comunque sia, è un concetto che di "sfruttamento della donna" non ha un bel niente, al massimo è classismo contro gli uomini.

Però ho già cercato di spiegare che queste cose vanno prese per quello che sono: immagini  fittizie
 che rispecchiano i nostri desideri (in questo caso, più degli adulti: dubito che una bambina voglia la jaguar, fa più presa la carrozza con i cavalli che non la jaguar, da bambina avrei scelto la carrozza, non la jaguar... non che io adesso sia interessata alla jaguar, eh... )

Altro trafiletto che "istiga" le bambine ad essere creative: "creiamo i gioielli (per le stiliste)"


Sono le bambine che devono fare, come piccole stiliste, usando pasta e bottoni. 
Non viene scritto "fai l'oca giuliva sexy, sposa il miliardario e fatti regalare i gioielli"


Certo, non poteva mancare "il beauty" ...che voialtre femministucole anti-oggettificazione




Soprattutto ignorando che di donne che usano il make up, e non sono "oche giulive analfabete" ce ne sono.


Hedy Lamarr si truccava ed era ingegnera: https://it.wikipedia.org/wiki/Hedy_Lamarr

Tristessa delle Astarte si truccava ed è stata una grande compositrice e musicista:

Diamanda Galas,  una delle più grandi pianiste nonché compositrici e interpreti di musica d'avanguardia
si trucca pure in maniera vistosa https://it.wikipedia.org/wiki/Diamanda_Gal%C3%A1s

come Siouxsie (altra donna che ha fatto la storia della musica)

Vi fa schifo il Metal o la Dark Wave, care "anti-mascara, anti nail art"?
Nessun problema: pure Francesca Caccini, musicista classica, si truccava, ed era una bella donna:




E infine, anch'io mi trucco. Non sono musicista né ingegnera, ma me la cavo a disquisire di teologia o letteratura.

Ma voi continuate pure a farci passare come se fossimo "delle oche giulive, a prescindere"!

Già, per voi "prendersi cura di sé, giocare col proprio sex appeal" è "orrore! contribuisci all'oppressione della donna!"





Barbie che si cimenta in diversi balli: tanti stili di look diversi e c'è pure Barbie che indossa i pantaloni e le scarpe da ginnastica, nella terza immagine! Visto che a vostro dire "istiga a mettersi i tacchi e a farsi venire la scoliosi"







Ho diverse altre immagini, ma queste rendono bene il concetto che volevo esprimere: quindi, legittimo avanzare critiche argomentate e pertinenti (Ken con la Jaguar, per esempio) non è legittimo vedere misoginia o sfruttamento della donna dove non c'è (e non può esserci) e chiedere censure e divieti per chi "con la Barbie ci vuole giocare" (io penso proprio che me la ricomprerò!)

Non si capisce perché se - a vostro dire - "Barbie istiga a diventare oche giulive senza cervello e dipendenti dal maschio", in queste immagini che vi ho messo Barbie fa eccome "cose da donna emancipata" e anche l'uomo fittizio che le fa da compagno "è pensato su canoni estetici e sentimentali a misura di donna" (chiunque conosca bene la narrativa da Romanzo Rosa, scritta da donne e che si rivolge a lettrici  lo sa già, quali sono le esigenze sessual-sentimentali femminili)

Per cui no, non ritengo che Barbie sia "il male assoluto" né che istighi o promuova "donne servili e sottomesse" (?) quando in tutto il suo giornalino la si vede fare l'investigatrice, la cavallerizza, la giornalista ecc. ecc.

Certamente, il "mondo di Barbie" è ricalcato o esagera certo classismo e consumismo, su questo avrebbe già più senso riflettere. (ma anche qui: desiderare fare il viaggetto sulla carrozza non sta a significare che una debba vivere in funzione di quello) 

Resto sempre convinta che il vero sessismo, la vera misoginia, il vero sfruttamento abominevole della donna (e di altre categorie di persone) siano sempre provocati e giustificati come legittimi e sacrosanti da certe religioni.

Curiosamente voi tacete su questa faccenda e demonizzate Barbie perché "orrore! si è vestita di rosa!" (quando Barbie si è vestita con millemila look diversi, ma vabbè...) e "Orrore! si è messa i tacchi!" (quando la vediamo anche vestita da sportiva intenta a fare la cavallerizza o la sciatrice: ma vabbè)

Io comunque sto dalla parte di Barbie. E delle principesse Disney. Certamente, si possono avanzare critiche argomentate ad alcuni dettagli, frutto anche di certi contesti storici diversi da quello che viviamo oggi,  ma no, non condivido per niente boicottamenti selvaggi né il far passare tutte quelle"che ci vogliono giocare" come delle "future mentecatte frivole e vanesie". 

Come a dire che "lo scegliere di diventare ingegnera o scienziata" dipenda dal "non vestirsi in rosa confetto".

Ma vabbè, continuate pure a ignorarmi, a cacciarmi via e a trattarmi come una deficiente schivandomi come la peste.

E continuate pure a esaltare "la madonna, gesù cristo, w il papa!w l'hijab!"

Me ne farò una ragione e proseguo dritta per la mia strada.

NOTA BENE: Oggigiorno già escono "Barbie Scienziata", "Barbie Astronauta," "Barbie Musicista"




A parte che, come ho dimostrato, anche negli anni Novanta sul giornalino di Barbie la si vedeva darsi alla lettura e alla musica (Purtroppo sui giornalini che ho conservato io non c'è una vera e propria Barbie scienziata ma sono quasi certa che la disegnavano anche negli anni Novanta)

Ad ogni modo, qui c'è la testimonianza di collezionisti, andate al minuto 3.02

"La cosa curiosa di Barbie è che è stata sempre attaccata dalle femministe come un modello classico della bionda stupida quando invece se ci si pensa comunque negli anni Sessanta Barbie è stata astronauta, ha avuto la tuta da astronauta prima che la prima donna andasse nello spazio, ha fatto comunque carriera, lavorava, non era la donna che stava a casa o la mamma"


Infatti si può quasi dire che in anni ('70-'80) dove non era così frequente vedere "donne che facevano sport, astronaute", Barbie anticipa pure quello.

Barbie è odiatissima dalle teocrazie islamiche PROPRIO PERCHé ai loro occhi simboleggia l'emancipazione della donna occidentale https://it.wikipedia.org/wiki/Barbie

"Nel settembre 2003 l'Arabia Saudita ha messo fuori legge la vendita delle bambole Barbie, trovandole non conformi con i principi dell'Islam. Il "Comitato per la Propagazione della Virtù e la Prevenzione dal vizio" ha affermato che "le bambole ebree Barbie, con i loro abiti succinti e le loro pose peccaminose, sono il simbolo della decadenza del perverso occidente. State in guardia da lei". In Medio Oriente è stata creata una bambola alternativa chiamata Fulla simile a Barbie, ma disegnata per essere più accettabile nel mercato islamico. Fulla non è prodotta dalla Mattel, e Barbie è comunque disponibile nei negozi di altri paesi islamici, come la Tunisia e l'Egitto. In Iran, Sara e Dara sono le bambole alternative alla Barbie.




Vedi anche: https://intervistemetal.blogspot.com/2020/11/ricordi-dinfanzia-6-holly-hobbie-e.html

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