Gli Slavi (5) Fiabe, Favole e simboli nella favolistica russa

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Anche i Russi hanno la loro versione di Pollicino: "Non-più-grande-di-un-dito", un bimbetto nato dal dito mutilato di una contadina.



Animali che compaiono di frequente sono il cigno e l'oca. Qui, per esempio, Ivasko fugge da una strega che se lo vuole mangiare cavalcando un cigno che lo riporta a casa!


Un altra leggenda con protagonista una rana è la storia di Ivan e della principessa-ranocchia.
Figlio di un re, Ivan eredita una palude durante un torneo, organizzato con i fratelli, per spartirsi equamente il vasto regno del padre: lanciando una freccia, in direzioni diverse, i tre fratelli possono così stabilire il proprio possedimento a seconda di dove cada la freccia, il che, tra l'altro, implicava anche lo sposare una donna di quella zona. A Ivan tocca proprio la palude e la sua freccia è capitata proprio vicino a una rana parlante! 



Ivan la sposerà perché la rana in realtà non è che una bellissima principessa con poteri magici, che può togliersi la pelle di rana e riassumere la forma umana. Dopo una serie di eventi, e chiedendo l'aiuto della strega Baba Yaga, Ivan riesce a spezzare la maledizione, rendendo umana per sempre la principessa.

In Russia ci sono grandi fiumi ed enormi laghi e non c'è da meravigliarsi che l'acqua abbia parte importante nella mitologia locale. Nei racconti popolari detti "skazki" l'acqua della vita e della morte resuscita i defunti e ricompone corpi mutilati. In tempi antichi si pensava che ci fosse una stretta relazione tra acqua e sangue e l'identità dell'una o dell'altro trova poetica espressione in numerosi racconti in cui l'eroe o l'eroina, feriti a morte, si trasformano in fiume o sorgente.
Nella storia di Dunai e Nastasija, durante una scommessa, Dunai uccide con una freccia l'amata Nastasija, incinta di un bambino "fatto d'oro e d'argento, di luna e sole". Colto dal rimorso, Dunai si uccide: dai due amanti morti, scaturiscono i due fiumi: il Nastasija e il Danubio.


L'acqua è anche al centro della storia di Sorella Alenuska e Fratellino Ivanuska perché la ragazza viene imprigionata sott'acqua da una malvagia strega, che ne assume le sembianze per far sì che lo zar sposi lei invece che la ragazza. Sarà il fratellino di Alenuska che, trasfomato in capretto, avvertirà lo zar dell'inganno, e la ragazza sarà così liberata.


I Russi credevano che negli abissi del mare dimorasse lo Zar del mare. Quando si traversava l'oceano bisognava offrire qualcosa allo Zar, per evitare tempeste. 

Una di queste leggende parla di Sadko, un marinaio che viene rapito dallo Zar. Una volta prigioniero, è obbligato a suonare continuamente per lo Zar, che danzando al suono della musica, scuote il mare fino a provocare violente tempeste. Sadko verrà salvato da un santo, e una volta risalito sulla terraferma, edificò delle cattedrali.

Frequenti sono i duelli tra prodi cavalieri e creature malvage, spiriti demoniaci che governano il tempo, draghi, giganti; Ivan Pisello (nato per partenogenesi: una donna resta fecondata mangiando un pisello) combatte contro il drago che ha rapito la principessa Vassilissa dalla Treccia d'Oro.

In certe raffigurazioni, il personaggio di Ivan Pisello ricordi proprio Thor con il suo celebre Martello...



Koscei l'Immortale




è uno dei più strani e sgradevoli personaggi delle fiabe russe. Non può essere ucciso perché "la sua anima" non risiede nel suo corpo, ma è nascosta in un uovo dentro un'anatra a sua volta celata dentro una lepre. Nel folklore di molti popoli, compreso il russo, l'uovo è il simbolo della vita stessa, trattandosi della cellula femminile da cui si forma l'embrione. Stando a molti miti l'universo si sarebbe formato a partire da un uovo.

Racconti popolari dei Finlandesi, con i quali i Russi si sono mescolati in una precoce fase della loro storia, scambiando credenze e costumanze, narrano che un'anatra depose un uovo su un'isoletta sorta dal mare primordiale e che l'uovo rotolò in mare e si ruppe. Dalla sua parte inferiore si formò la terra, dalla parte superiore il cielo. 

L'uovo che contiene l'anima (la morte) di Koscei sta dentro un'anatra a sua volta dentro una lepre, altro animale che ha a che fare con le uova.  Eostre, antica Dea sassone, la cui festa per il ritorno della primavera



è stata sostituita in epoca cristiana dalla pasqua, era particolarmente affezionata alle lepri e in Germania ai bambini si racconta che le uova di pasqua sono deposte dalla lepre pasquale.

Nota di Lunaria: che la pasqua che attualmente i cattolici festeggiano con uova di cioccolata e altra paccottiglia cattolica non sia una festa cristiana lo sostengono anche gli stessi cristiani non cattolici:




Ovviamente coniglio e uova sono stati scopiazzati alla grande nell'arte cattolica, con risultati esilaranti visto che la lepre e il coniglio sono animali associati... alla sessualità!!!, e i cattolici lo associano alla "vergine maria", che per il loro dogma è rimasta fecondata senza piacere sessuale e non ne ha mai avuto in tutta la sua "vita"



Approfondimento tratto da


 Le lepri, e più tardi i conigli, erano simbolo di fertilità, dell'energia dinamica della vita, della crescita, del rinnovamento e del piacere sessuale, e vennero associate direttamente alla Luna e alle sue divinità. La Lepre era legata alla Dea Oestra, che diede il nome alla festività della Pasqua (in inglese: Easter). Oestra aveva la teste di lepre, ed erano le sue lepri che covavano le uova della nuova vita annunciando la primavera, un'immagine ancora presente nella tradizione dell'uovo di Pasqua. 

Si diceva che le macchie sulla faccia visibile della Luna raffigurassero una lepre o un coniglio.


La lepre era anche associata ai poteri femminili lunari della divinazione, della trasformazione, della follia mistica e della sessualità. La Regina Celtica Boudicca usava una lepre per prevedere l'esito delle battaglie; la liberava da sotto il mantello e osservava la direzione che prendeva. La connessione della lepre con la sessualità è sopravvissuta fino ai nostri tempi e ha trovato espressione nell'immagine della ragazza vestita da "coniglietta".



è possibile che a causa di questi rimandi, la Chiesa considerasse la lepre un animale di cattivo presagio. Le lepri vennero associate alle streghe e si credeva che una strega sotto forma di lepre potesse essere uccisa solo con un crocifisso d'argento o, successivamente, con una pallottola d'argento.
Anche i Maya associavano il coniglio alla Dea Ixchel



La prima immagine con cui si apre il cartone di Sailor Moon (Bunny significa coniglietto), nel primissimo episodio, è proprio un coniglio:




Un altro elemento interessante, chi ci farebbe pensare ad un collegamento con le antiche Dee, forse persino con Giunone, lo troviamo nella storia di Marfa Vseslav'evna che concepisce Volkh Vseslav'evic (destinato ad essere un grande mago) quando un serpente le si attorciglia intorno al piede





Notate il confronto con la Giunone Sospita



Scopiazzata, ovviamente, dal cattolicesimo:





Non è maria a schiacciare il serpente, come pensano i tardoni cattolici che non hanno mai aperto un libro. Infatti, nella genesi non è la donna che deve calpestare il serpente, ma la progenie della donna:


 è "la sua stirpe" (ovvero gesù) che schiaccia la testa del serpente, non la donna in sé. Quindi, al massimo, se i cattolici vogliono rappresentare la scenetta, dovrebbero mettere gesù a calpestare il serpente, non maria, che è una signora nessuna, esegeticamente parlando.


è evidente che i cattolici hanno associato maria al serpente perché hanno voluto scopiazzare tutte le Dee che erano associate ad esso, ovvero un'infinità:




La Dea Cretese, le induiste Manasa e Naga, la cinese Nu Wa, Medusa, l'azteca Coatlicue, l'africana Mami Wata, l'italica Angitia,
o ancora, le più celebri Giunone e Athena




Il fatto che anche nel folklore russo ci sia la leggenda di tale donna (che non è da escludere che sia stata, originariamente, in epoca pre-cristiana, una Dea) che resta fecondata dopo che un serpente le si è attorcigliato ai piedi,  e per di più è immaginata praticamente quasi nella stessa posizione di Giunone, la dice lunga su come era universalmente diffusa l'idea del Serpente associato a una figura femminile....

Nel folklore russo compaiono di frequente anche il Sole, la Luna, il Vento personificati, anche se spesso hanno un carattere capriccioso e scaltro; 


un altro personaggio molto importante è il corvo. 


La figura del corvo è considerata divina da molti popoli nella fascia siberiana, per esempio presso i Coriachi:


 vedi questo libro:


Infine, vediamo la vicenda dell'orso. Anche il lupo appare spesso nei racconti, aiutando il protagonista. 

In molte storie, l'orso è un potenziale compagno e amico dell'uomo, addirittura un buon marito, come nel caso di "Masenka e l'orso", mentre  in "L'orso che perdette una zampa" ricorda l'animale vendicativo della leggenda siberiana.
Anche nei racconti di epoca cristiana si avvertono remoti echi di un culto degli orsi: i contadini usavano appenderne teschi fuori dalle stalle per tenere lontano il malocchio e gli orsi ballerini portati in giro dagli zingari erano ben visti nei villaggi perché si credeva che fossero fonte di prosperità e fertilità. [Nota di Lunaria: quando tratterò i Lapponi, lo vedremo ancora meglio questo discorso dell'orso come animale totemico]


Riporto questo racconto, "L'orso che perdette una zampa", se vogliamo anche a tinte horror (forse un po' troppo fortino per un pubblico di bambini per i quali è stato pensato il libro); mi è piaciuto molto per l'atmosfera inquietante molto "buzzatiana", che ricorda i racconti brevi di Buzzati di "Le Notti Difficili" o "La Boutique del Mistero"... che consiglio davvero di leggere



C'era una volta una vecchia contadina crudele e senza cuore che tirava pietre agli uccelli e bastonava i cani che incontrava. Un giorno la vecchia tornava dalla foresta dove era andata a raccogliere bacche, quando si imbatté in un orso che dormiva sotto un cespuglio e subito la vecchia pensò di ricavarne qualche vantaggio. Ma non poteva rubargli niente, perché gli orsi non portano né abiti né scarpe, e allora cavò il coltello e gli tagliò una zampa. Giunta a casa, scuoiò la zampa e mise da parte la pelliccia; la carne e l'osso li mise in una pentola per farne uno stufato. Mentre la carne cuoceva, cardò la pelliccia e si mise a filare la peluria, dicendo fra sé "Come sono stata fortunata oggi. Avrò una cena succulenta, lana per farmi le calze e una pelle con cui rivestire il mio sgabello. Quanto all'orso, bhè, se la caverà con tre zampe. Vero che non mi ha fatto niente di male, ma chissà quanta gente ha terrorizzato."
Continuava a filare, e ogni tanto dava un'occhiata alla pentola per vedere se la cena era cotta. Ma il filo continuava a rompersi perché le mani della vecchia erano tutte un tremito; e l'acqua nella pentola bolliva, sì, ma la carne sembrava non cuocersi affatto: restava dura come prima. Scese l'oscurità. Mezzanotte era vicina. La zampa era ancora cruda, il filo continuava a spezzarsi, e la vecchia non poteva né mangiare né andare a dormire. Cominciava a provare una lieve sensazione di paura, anche se non sapeva dire perché. E prese a tremare in tutte le membra. Più si avvicinava la mezzanotte, più cresceva la paura. Poi, lontano, dalla parte della foresta, le parve di udire un gemito. Adesso la vecchia tremava talmente che i denti le battevano. La voce andava avvicinandosi, ormai era proprio fuori dall'izba (casa) e cantava queste parole: "Di villaggio in villaggio sono passato, ogni villaggio ho trovato addormentato, ma sveglia una vecchia nonna, sulla mia pelle è seduta questa donna, la mia pelliccia essa sta filando, e la mia stessa carne cucinando.
La vecchia pensò di nascondersi



perché l'orso l'avrebbe di sicuro mangiata.  Intanto l'orso era giunto in cortile e stava cantando la canzoncina di prima. La vecchia balzò in piedi, chiuse l'uscio e lo barricò, ma ormai l'orso stava cantando la sua canzoncina nel vestibolo. La vecchia si arrampicò sul letto sopra la stufa e si rannicchiò nell'angolo estremo. La porta crollò, l'orso entrò nella stanza e riprese a cantare la sua canzoncina.
Poi, silenzio. La vecchia tirò un sospiro di sollievo. "Forse se n'è andato", si disse, e si sporse da sopra la stufa.

"Zac!" Con un morso, l'orso le staccò la testa.



Tenetelo dunque presente: non fate mai del male a nessuno che non vi abbia offeso, e non prendete mai niente senza chiederne prima il permesso al legittimo proprietario.

E per gustarsi tutta a magia dei cartoni animati russi, suggerisco di dare un'occhiata a cartoni come questo: