Il Corsaro Nero!

Avevo già recensito "La Regina dei Caraibi"

https://intervistemetal.blogspot.com/2020/10/emilio-salgari.html 

"La Rosa del Dong Giang" https://intervistemetal.blogspot.com/2022/04/salgari-la-rosa-del-dong-giang.html "Le Tigri di Mompracem" https://intervistemetal.blogspot.com/2022/07/le-tigri-di-mompracem-di-salgari.html

e trattato un po' il romanzo d'avventura https://intervistemetal.blogspot.com/2020/07/conrad-hodgson-il-romanzo-rosa.html

Una storia della Pirateria: https://intervistemetal.blogspot.com/2022/09/storia-della-pirateria.html

e le leggende a tinte horror: https://intervistemetal.blogspot.com/2021/05/le-navi-fantasma.html

Mi è dispiaciuto molto leggere di quanto Salgari sia stato sfortunato nella vita... ha avuto solo sfortune e dispiaceri... ;(

Mi è capitato più volte di vedere bellissime edizioni (per bambini e non solo) dei romanzi più famosi di Salgari, e certe illustrazioni sono una gioia per gli occhi. (https://intervistemetal.blogspot.com/2022/05/salgari-le-splendide-copertine.html)

Finito "Il Corsaro Nero", mi piacerebbe leggere i capolavori legati al ciclo dei Pirati della Malesia... https://intervistemetal.blogspot.com/2024/03/salgari-i-pirati-della-malesia.html Qui trovate "I Misteri della Jungla Nera" https://intervistemetal.blogspot.com/2021/09/i-misteri-della-jungla-nera-di-salgari.html e "Jolanda, la Figlia del Corsaro Nero" https://intervistemetal.blogspot.com/2021/07/jolanda-la-figlia-del-corsaro-nero-di.html

Ecco qui gli stralci più belli tratti da "Il Corsaro Nero":

Nota bene: Nel "Corsaro Nero", in certi stralci, ci sono persino delle descrizioni quasi gotiche e spettrali... peccato che Salgari non abbia mai scritto un romanzo horror! Se quando "inseriva atmosfere terrifiche solo di striscio" era così avvincente, chissà che capolavoro del Terrore avrebbe sfornato, se si fosse dedicato anche a questo genere!


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"Un uomo era sceso allora dal ponte di comando e si dirigeva verso di loro, con una mano appoggiata al calcio d'una pistola che gli pendeva dalla cintola. Era vestito completamente di nero e con una eleganza che non era abituale fra i filibustieri del grande golfo del Messico, uomini che si accontentavano di un paio di calzoni e d'una camicia, e che curavano più le loro armi che gli indumenti. Portava una ricca casacca di seta nera, adorna di pizzi d'egual colore, con i risvolti di pelle egualmente nera; calzoni pure di seta nera, stretti da una larga fascia frangiata; alti stivali alla scudiera e sul capo un gran cappello di feltro adorno di una lunga piuma nera che gli scendeva fino alle spalle. Anche l'aspetto di quell'uomo aveva, come il vestito, qualche cosa di funebre, con quel volto pallido, quasi marmoreo, che spiccava stranamente fra le nere trine del colletto e le larghe tese del cappello, adorno d'una barba corta, nera, tagliata alla nazzarena ed un po' arricciata. Aveva però i lineamenti bellissimi: un naso regolare, due labbra piccole e rosse come il corallo, una fronte ampia solcata da una leggera ruga che dava a quel volto un non so che di malinconico, due occhi poi neri come carboni, d'un taglio perfetto, dalle ciglia lunghe, vividi e animati da un lampo tale che in certi momenti doveva sgomentare anche i più intrepidi filibustieri di tutto il golfo. La sua statura alta, slanciata, il suo portamento elegante, le sue mani aristocratiche, lo facevano conoscere, anche a prima vista, per un uomo d'alta condizione sociale e soprattutto per un uomo abituato al comando."


"Il Corsaro rimase in quella posa per alcuni minuti, durante i quali il marinaio del canotto lo udì singhiozzare, poi balzò in piedi come se si fosse vergognato di quell'atto di debolezza. La tremenda emozione che lo aveva preso, era completamente scomparsa; il viso era tranquillo, la fronte serena, il colorito non più marmoreo di prima, ma lo sguardo era animato da un lampo così tetro che metteva paura. "


"La foresta si rizzava dinanzi a loro, tenebrosa come un'immensa caverna. Tronchi d'ogni forma e dimensione, si slanciavano in alto, sostenenti foglie smisurate, le quali impedivano assolutamente di scorgere la volta stellata. Festoni di liane cadevano dappertutto, intrecciandosi in mille guisa, salendo e scendendo dai tronchi delle palme e correndo da destra a sinistra, mentre al suolo strisciavano, attortigliate le une alle altre, radici smisurate, le quali ostacolavano non poco la marcia dei tre filibustieri (...) dei vaghi bagliori, come di grossi punti luminosi, che proiettavano ad intervalli dei veri sprazzi di luce, correvano in mezzo a quelle migliaia e migliaia di tronchi, danzando ora a livello del suolo ed ora in mezzo al fogliame. Si spegnevano bruscamente, poi si riaccendevano e formavano delle vere onde luminose d'una incomparabile bellezza, che avevano qualche cosa di fantastico. Erano le grosse lucciole dell'America meridionale (...)"


"Cominciava ad albeggiare. Le tenebre fuggivano rapidamente, cacciate dalla rosea luce che invadeva il cielo, e che si distendeva anche sotto gli alberi giganti della foresta."


"Da quindici forche, innalzate in semicerchio dinanzi ad un palazzo sul quale ondeggiava la bandiera spagnola, pendevano quindici cadaveri umani. Erano tutti scalzi, con le vesti a brandelli, eccettuato uno che indossava un costume color del fuoco e che calzava alti stivali da mare. Sopra quelle quindici forche, numerosi gruppi di zopilotes e di urubu, piccoli avvoltoi dalle penne tutte nere, incaricati della pulizia delle città dell'America centrale, pareva che non attendessero che la putrefazione di quei disgraziati per gettarsi su quelle povere carni."


"Perdonate, signora", disse [il Corsaro Nero] guardando la giovane fiamminga. "Perdonate se io mi sono mostrato molto preoccupato durante il pasto e v'abbia fatto pessima compagnia, ma quando cala la notte, una cupa tristezza piomba sovente sulla mia anima ed il mio pensiero scende nei baratri del Gran Golfo e vola nei nebbiosi paesi che si bagnano nel mare del Nord. Che cosa volete? Vi sono tanti tetri ricordi che tormentano il mio cuore ed il mio cervello! (...) Guardate l'abito che indosso e pensate al nome che io porto. Tutto ciò non ha qualche cosa di funebre, signora?"


"Ebbene, perché v'interrompete?", chiese egli.

"Non oso", rispose ella, esitando.

"Forse che io vi faccio paura, signora?"

"No, ma..."

Poi alzandosi gli chiese bruscamente: "è vero che voi evocate i morti?"

(...) Il Corsaro Nero, immobile innanzi alla finestra, con le braccia incrociate come era sua abitudine, continuava a guardare il mare senza far un moto e senza pronunciare una parola. (...) "Mi chiedevo", rispose con voce lugubre,  "se è possibile che i morti, sepolti in fondo al mare, possano abbandonare i profondi baratri dove riposano e salire alla superficie." 


"Mentre le onde si formavano rapidamente, assumendo un aspetto pauroso. Pareva che il fondo del mare ribollisse, poiché si vedevano formarsi alla superficie come dei gorghi spumeggianti, mentre sprazzi d'acqua si alzavano impetuosamente a forma di colonne liquide, le quali poi ricadevano con grande fracasso. La nuvola nera intanto saliva rapida, invadendo il cielo, intercettando completamente la luce crepuscolare, e le tenebre piombavano sul mare tempestoso, tingendo i flutti d'un colore quasi nero, come se a quelle acque si fossero mescolati torrenti di bitume. (...) Il mare era diventato orrendo. Le onde, alte come montagne, correvano da levante a ponente, rovesciandosi le une addosso alle altre con cupi muggiti e con scrosci formidabili, schizzando in alo cortine di spuma fosforescente."


"Orribili scene si presentavano ad ogni passo, dinanzi ai loro occhi. Vi erano mucchi di morti dovunque, orribilmente deformati da colpi di sciabola e di spada, o con le braccia tronche o con i petti squarciati o con il cranio spaccato, orrende ferite dalle quali sfuggivano ancora getti di sangue che correvano giù per gli spalti o per le gradinate delle casematte, formando delle pozze esalanti acri odori. (...)  Di quando in quando, in mezzo a quei cadaveri, s'alzava un gemito e qualche ferito, rimuovendo a grande stento i vicini, mostrava il suo volto pallido, o lordo di sangue, chiedendo con voce fioca un sorso d'acqua."


"In quell'istante un lampo abbagliante ruppe la profonda oscurità che regnava sul mare, seguito da un lontano rullio.  A quell'improvvisa luce, che aveva mostrate le adorabili sembianze della giovane fiamminga, un grido era sfuggito dalle labbra del catalano. "Lei!... La figlia di Wan Guld qui!... Gran Dio!..." Il Corsaro, che stava per precipitarsi incontro alla duchessa, si era arrestato, poi volgendosi impetuosamente verso il catalano che guardava la giovane con due occhi smarriti, gli chiese con un tono di voce che pareva più nulla avesse di umano: "Hai detto?... Parla... o t'uccido!..." (...) Per alcuni istanti un profondo silenzio regnò sul ponte della nave, rotto solo dai cupi muggiti delle onde. (...) Tutti presentavano una tremenda tragedia. (...) "Ho giurato, la notte che io solcavo queste acque, portando con me il cadavere del Corsaro Rosso.  Sia maledetta quella notte fatale che mi uccide la donna che amavo!..." (...) Un brivido di superstizioso terrore aveva fatto vibrare le membra dell'equipaggio. Tutti gli occhi si erano volti verso il mare, che scintillava come la notte in cui il Corsaro aveva pronunciato il terribile giuramento, credendo di veder sorgere tra i flutti tempestosi i cadaveri dei due Corsari che erano colà stati sepolti negli abissi."


"Ma non sapete, voi dunque, che io ho giurato di sterminare tutti coloro che avrebbero avuto la sfortuna di appartenere alla famiglia del mio mortale nemico? Io l'ho giurato la notte in cui abbandonavo fra le onde il cadavere del mio terzo fratello spento da vostro padre, e Dio, il mare, i miei uomini sono stati testimoni di quel fatale giuramento, che ora costerà la vita alla sola fanciulla che io abbia amata, perché voi... signora... morrete!"


"Il mare scintillava allora come se getti di bronzo fuso o di zolfo liquido scorressero sotto le onde, mentre sul fosco orizzonte gravido di nubi balenava di tratto in tratto qualche lampo. "Guardate", disse il Corsaro con maggior esaltazione.  "Il mare scintilla, come la notte che ho lasciato cadere nel seno di questi flutti i cadaveri dei miei fratelli, le vittime di vostro padre. Essi sono là, mi spiano, guardano la mia nave... vedo i loro occhi fissi su di me... chiedono vendetta... vedo i loro cadaveri oscillare fra le onde, perché sono tornati a galla e vogliono che io adempia al mio giuramento... Fratelli! Sì... sarete vendicati... ma io ho amata questa donna... vegliate su di lei... io l'ho amata!... Io l'ho amata!" Uno scoppio di pianto aveva spenta la sua voce, che in quel momento pareva quella d'un pazzo o d'un delirante. Si era curvato sulla finestra e guardava le onde che s'accavallavano, muggendo sordamente. Forse nella sua disperazione gli sembrava veder emergere i corpi scheletriti del Corsaro Rosso e del Corsaro Verde. (...) Quell'equipaggio, formato di uomini fieri quanto il loro capo, che avevano combattuto cento battaglie con un coraggio disperato, in quel supremo momento si sentivano come inchiodati sulle tavole del vascello, da un terrore invincibile. (...) Avevano appena terminato, quando si vide uscire dal quadro la giovane fiamminga. Era ancora vestita di bianco ed aveva i biondi capelli sciolti sulle spalle. All'equipaggio parve un fantasma.

La giovane (...) si volse verso poppa guardando il Corsaro, la cui nera figura spiccava sinistramente sul fondo del cielo illuminato da vividi lampi. (...) Soffiava forte il vento allora e nella profondità del cielo guizzavano vividi lampi, mentre allo scrosciare delle onde si univa il rombo dei tuoni."

(...) Intanto la scialuppa [con a bordo Honorata, la donna amata dal Corsaro Nero] s'allontanava sempre. La si vedeva spiccare come un grosso punto nero sulle onde che la fosforescenza ed i lampi rendevano scintillanti. Ora si alzava sulle creste, ora spariva negli abissi, poi ritornava a mostrarsi come se un essere misterioso la proteggesse. Per alcuni minuti ancora la si poté scorgere, poi scomparve sul tenebroso orizzonte, che dense nubi, nere come se fossero sature d'inchiostro, avvolgevano."

Ed ecco le illustrazioni più belle:



























































P.s Non così diffuso rispetto ad altri personaggi maschili più sfruttati nella Narrativa Rosa, comunque sì, nel genere Historical Romance c'è anche un mini-sottogenere che propone il pirata come "sex symbol". 

Ne ho visti un paio, corredati da copertine che avrebbero fatto applaudire Salgari, anche se non sono stata lì a comprarli, avendo già una tonnellata di altri romanzi Rosa da finire :P

Devo dire però che l'ambientazione sexy-marinara su velieri, al chiaro di luna e col mare in tempesta, non mi dispiace...




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