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Nel XIII nascono due dei più importanti autori che influenzeranno la loro epoca: Guillaume de Lorris e Jean de Meung, i due autori del "Roman de la Rose", che riflette l'inizio di un nuovo pensiero, costume, modi di sentire.
Il Roman de la Rose ebbe enorme successo: più di 250 manoscritti nel XIII secolo, fino al XVI secolo.
Questo è "l'incipit" dell'opera:
"Nel ventesimo anno di mia età \ nel momento in cui Amore chiede il pedaggio ai giovani... \ vidi un sogno mentre dormivo \ che fu molto bello e molto mi piacque \ ora voglio il mio sogno mettere in rima \ per meglio rallegrare i vostri cuori \ perché Amore mi prega e mi comanda \ e se qualcuno o qualcuna mi domanda \ come voglio che questo romanzo\ che comincio sia chiamato \ Ecco il Romanzo della Rosa \ dove l'arte d'Amore è tutta racchiusa"
Guillaume de Lorris scrive verso il 1236. Alcuni critici letterari e storici hanno ipotizzato che il romanzo fosse un omaggio alla regina di Francia, Margherita di Provenza, sposa di Luigi IX.
Il "Roman de la Rose", nella prima parte, riassume la tradizione cortese: viene evocato il risveglio dell'amore nel cuore di un giovane; celati dal velo dell'allegoria sono personificati i sentimenti che prova, gli ostacoli, le paure che l'agitano alla ricerca della Rosa, ossia della Donna amata, che viene invocata fin dai primi versi:
"Colei per cui l'ho intrapreso \ è lei che ha tanto pregio \ ed è così degna di essere amata \ colei che si deve chiamare Rosa"
"Nel tempo pieno di gioia e d'amore [maggio] \ nel tempo in cui ogni cosa è gaia \perché non si vede cespuglio o siepe \ che in maggio non si voglia addobbare \ e coprire di nuove foglie."
L'innamorato si alza, passeggia vicino a un giardino chiuso da muri su cui sono dipinte immagini simboliche: Odio, Fellonia, Bramosia, Avarizia, Invidia, Vecchiaia, gli ostacoli all'Amore che già enumerava Andrea Capellano. (https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/2020/08/alle-origini-del-romanzo-rosa-medieval.html)
Di qui comincia per lui una ricerca, che è un riflesso della ricerca non meno simbolica dei romanzi cavallereschi, sebbene qui sia sparito l'elemento drammatico.
Dietro alle alte mura, c'é un giardino; lo assale un desiderio "angoscioso" di penetrarvi; dopo molte ricerche, senza scoraggiarsi, finisce per trovare una porticina che gli viene aperta da una "nobile pulzella che molto era gentile e bella": si chiama Oziosa e gli dice che il giardino è quello del Piacere d'Amore.
I due nomi evocano ozio e piacere, con quella sfumatura di gentilezza che i secoli cortesi hanno dato al "servizio d'Amore".
Appena oltrepassata la porta, l'Innamorato resta stupito:
"e sappiate che credevo di essere \ veramente nel paradiso terrestre \ tanto quel luogo era dilettevole"
S'incanta alle melodie degli uccelli, poi si dirige attraverso un piccolo sentiero "pieno di finocchio e di menta", verso la radura dove danzano e giocano dei personaggi chiamati Allegria, Piacere d'Amore e Cortesia. Con essi "intreccia carole", si unisce alla danza. Il Dio d'Amore li guarda. è vestito di "fiorellini\fatte di mughetti". Accanto a lui un giovincello, Dolce Sguardo, ha una faretra piena di frecce. L'allegoria consueta che hanno coltivato trovatori e corti d'amore si sviluppa nel corso del poema. Cinque delle frecce di Dolce Sguardo si chiamano: Bellezza, Semplicità, Schiettezza, Compagnia, Bel Sembiante, e altre cinque, per contrasto: Orgoglio, Villania, Vergogna, Disperazione, Nuovo Pensiero. Tutto il gioco dell'incontro d'amore sta in queste dieci frecce, l'ultima delle quali è quella che distoglie l'Innamorato dall'amica.
Tuttavia, proseguendo il suo sogno, Guillaume giungerà, dopo essersi fermato accanto alla fontana di Narciso, "specchio pericoloso" divenuto fontana d'Amore, verso "un roseto pieno di rose", in cui scorge un bocciolo di straordinaria bellezza che gli sembra il più attraente d'ogni altro sia per il profumo sia per il colore; il resto del poema sarà dedicato a questa ricerca della Rosa da cui lo allontaneranno nemici come Paura, Vergogna, Gelosia, mentre Amore e i suoi aiutanti, Dolce Sguardo e Dolce Parlare, gli dispenseranno aiuto e consigli.
Il poema termina senza che si sappia se l'Innamorato riuscirà, con la complicità di Bell'Accoglienza, a cogliere la Rosa.
Questi personaggi sono portatori di sentimenti, impulsi, tendenze: uno ricerca, l'altro riceve o respinge, accoglie o si sottrae. Non sono più concreti, come un Artù o un Lancillotto: l'innamorato è un sogno, la dama una rosa. (http://intervistemetal.blogspot.com/2018/10/introduzione-al-ciclo-di-re-artu.html)
Il poeta, il trovatore, si muove in un mondo in cui l'immagine allude ad un'altra immagine: è l'allegoria applicata ai sentimenti.
Guillaume de Lorris è l'ultimo rappresentante della tradizione cortese come il suo contemporaneo Guiraut Riquier è l'ultimo trovatore. Ebbero, entrambi, molti imitatori. (https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/poesia-del-medioevo-duecento-e-trecento.html)
Fu un altro poeta, Jean Chopinel (o Clopinel), che pensò di dare un seguito al "Roman de la Rose", come altri poeti. è Jean de Meung che inaugura il nuovo stile, con frasi del tenore di "Amore è solo pace astiosa\Amore è odio amoroso\è riso pieno di lacrime e pianti"
All'Arte d'Amare subentrano Ragione, Natura e Genio: i tre personaggi infliggono all'innamorato una dimostrazione della condotta che deve tenere con le dame, ma non si tratta più di cortesia: Jean de Meung, per esempio, usa il sarcasmo contro de Lorris, perché tra l'uomo e la donna egli non concepisce altro genere di rapporti che quelli del puledro con la giumenta o del gatto col topo. Dalla cortesia si passa al conflitto, subentrano le astuzie delle donne e una donna vale l'altra.
Jean de Meung conclude il suo pessimismo sentimentale dicendo di prendere in considerazione vacche, tori, pecore e montoni perché "così é, ragazzo, in fede mia\per ogni uomo e ogni donna\quanto ad appetiti naturali"
ed è proprio costui a portare avanti la diatriba tra domenicani e francescani dichiarando che l'Università di Parigi detiene non soltanto la chiave del sapere ma anche dell'ortodossia religiosa.
Ebbene, l'Università era nata dal clero, e fin dall'inizio era un mondo rigorosamente maschile, ostile alle scuole monastiche e agli ordini mendicanti che considerava degli intrusi.
Partirono dall'Università la svalutazione delle suore e badesse (così attive culturalmente nel IX secolo https://intervistemetal.blogspot.com/2020/08/sapienti-come-la-sibilla-donne.html https://intervistemetal.blogspot.com/2020/05/donne-del-xii-xiii-secolo-herrade-di.html) e delle donne che esercitavano medicina (Trotula... https://intervistemetal.blogspot.com/2020/08/hildegarda-di-bingen-e-trotula.html) che vennero da lì in poi estromesse e perseguitate
Nel XIII secolo, una Gertrude de Helfta poteva ancora affrontare gli studi di grammatica e di teologia, ma in seguito le donne come lei vennero sempre più cacciate nell'angolo: si era radicata l'idea che la formazione dispensata dall'università non fosse "cosa da donna". (1)
Proprio in quel periodo diventava sempre più preponderante il pensiero di aristotele, che considerava la donna un "maschio malriuscito" oltre a sancire la superiorità dell'uomo sulla donna. (2) https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/e-io-bestemmio-il-dio-aristotele.html https://intervistemetal.blogspot.com/2019/10/la-misoginia-nel-contego-pagano-antico.html
Tommaso d'Aquino fa suo il pensiero aristotelico, introducendolo nella Scolastica medievale. https://intervistemetal.blogspot.com/2019/07/la-questione-92-per-integrale.html
Da qui in poi, con le opere di Eustache Deschamps e Gilles Bellemère, si diffonde una letteratura satirica e antifemminista dove si dipinge il marito come vittima di una moglie irascibile, spendacciona e viziata.
NOTA DI LUNARIA: DATO L'ANDAZZO, DI FAR PASSARE COME DELIRANTI E MENTECATTI TUTTI COLORO CHE PARLANO DI QUESTE COSE, METTO LE FOTOGRAFIE DELLE PAGINE, A MO' DI PROVA:
Fu proprio rispondendo alle satire anti-donna in voga in quel periodo che interviene la poetessa Christine de Pisan, che viene considerata la prima letterata francese (in realtà, era di origine italiana) che visse con i proventi della sua penna. https://intervistemetal.blogspot.com/2019/11/letteratura-medioevale-maschile-e-anche.html
(Nota di Lunaria: sono esistite anche molte altre poetesse medievali, come Azalais de Porcairagues, Ermengarda di Narbona, Marie d'Ussel, Maria di Francia, Pernette du Guillet e Louise Labbé, queste ultime due successive a Christine de Pisan. Citiamo anche l'italiana Compiuta Donzella. Se scrivete su internet "trobairitz" potete leggere un elenco esaustivo di nomi)
è proprio intervenendo contro Jean de Meung che Christine de Pisan scrive:
"Così si lamentano le suddette dame \ dei grossi torti, dei biasimi, delle maldicenze \dei tradimenti \ dei gravissimi oltraggi \ delle menzogne e di altri attacchi \ che giornalmente ricevono dagli sleali \che le biasimano, diffamano e ingannano \ in ogni paese si compiange la Francia \ che un tempo fu loro baluardo e difesa \ che contro tutte le offese le difendeva \ com'è giusto, e come deve fare \ un nobile paese in cui regni la gentilezza."
Qualche nota biografica su Christine de Pisan (detta anche Christine de Pisan, nata a Venezia nel 1365, morta nel monastero di Poissy probabilmente nel 1430)
Il suo vero nome era Cristina da Pizzano, figlia di Tommaso, medico e astrologo molto famoso. La famiglia si trasferì in Francia e fin da piccola, Christine frequentò la grande biblioteca reale del Louvre.
Divenne celebre in tutta Europa, ricercata da principi, nobili e regine (come Isabella di Baviera)
Poetessa, calligrafa, direttrice di una bottega di scrittura con calligrafi, rilegatori, miniatori, filosofa, scrittrice, il suo libro più famoso, dopo "Le Libre des cent ballades" vero best seller all'epoca, è "La Città delle Dame" (1404) dove risponde per le rime ai misogini del suo tempo, presentando le celebri donne del passato: regine, artiste, donne d'ingegno, come Semiramide, https://intervistemetal.blogspot.com/2020/06/semiramide-grande-regina-costruttrice-o.html Cassandra, Didone, Saffo, Lucrezia, Ortensia, oltre che le sante cristiane, immaginando di essere guidata da tre Dame che le appaiono per miracolo: Ragione, Rettitudine, Giustizia e le ispirano l'opera.
Vedi anche: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/12/la-donna-al-tempo-delle-cattedrali-un.html
(1) Nota di Lunaria: classismo accademico che c'è anche oggigiorno, visto che una persona "che non ha fatto l'università" ANCHE PER SUA SCELTA, viene considerata, a priori, una mentecatta incolta: costoro non hanno ancora capito, o non vogliono capire, che una persona, a prescindere "dal suo status sociale, dal suo lavoro" può anche essere autodidatta e avere un buon, se non ottimo, livello di conoscenza culturale. Tale classismo accademico, invece, considera superiori, più colti, più attendibili "senza se e senza ma" chiunque, pagando, possa comprarsi "l'attestato" firmato dal rettore famoso: tanto più l'ha pagato, il pezzettino di carta chiamato "laurea", tanto più "che persona colta! preparata!" e giù applausi e moine.
Io ci sputo su al classismo accademico e rivendico con Orgoglio il mio essere Autodidatta Bibliomane.
E, purtroppo per voi classisti denaro-centrici, i libri si trovano gratis nelle biblioteche, e nelle biblioteche ci possono andare gli operai, i disoccupati, i senza fissa dimora, i contadini, i non-conformi alla "massa eteroborghesenormata"...
E, purtroppo per voi cristianoidi negazionisti, oggigiorno anche una femmina può noleggiarsi gratis tutti i volumi dell'Aquino, in formato integrale, e mettere a disposizione di tutti l'intera questione 92... eh, lo so, è una tale sciagura...
(2) Se per questo il maschiloide grecoide pensava anche che "chi non era greco" fosse inferiore e che fosse giustissimo schiavizzarlo e farlo schiattare di lavoro forzato in miniera. https://intervistemetal.blogspot.com/2020/03/grecia-4-la-schiavitu.html Eh, ma questo passaggio della "bellissima ed edificante filosofia aristotelica" i nostri cristiani "non greci" se ne sono ben guardati dall'includerlo "nella Scolastica medievale"... L'Aquino, maschio non-greco, nato conte e non contadino, non aveva voglia di andare a lavorare nelle miniere, con le catene ai piedi, a servizio di un maschio greco a caso... eh, quella parte del pensiero aristotelico non l'ha\l'hanno citato...
Peccato. Io invece applicherei l'aristotelismo alla lettera, per cui, per tutti gli idolatri del sommo aristotele (come lo considerano loro...) che cyberbullizzano tutte le donne che osano "mancare di rispetto al loro dio aristotele", metterei volentieri le catene ai piedi, e via, da spedirsi nelle miniere greche, a spaccarsi la schiena estraendo diamanti e carbone, a servizio di un maschio greco a caso: così applicano per integrale le idee aristoteliche e sono coerenti nella loro idolatria al divino aristotele, "aristotele ha sempre ragione!", ottimo... allora, aveva ragione anche quando parlava di schiavitù, con "i maschi non greci" da usarsi come schiavi "per i greci, così superiori"... E poi vediamo quanto vi piace l'aristotelismo applicato alla lettera, cari idolatri italiani, quando lo applichiamo SU DI VOI, dopo che è stato applicato per più di duemila anni sulle donne...
GALLERIA DI IMMAGINI
la versione moderna ispirata alla moda medievale...
Gruppo consigliato: Artesia
Bene, e con Christine de Pisan si conclude questa prima rassegna di scritti sulle donne che hanno fatto la storia del Medioevo...
Di tanto in tanto pubblicherò anche altri approfondimenti in generale su questo periodo, perché devo ammettere che Regine Pernoud mi ci ha fatto appassionare... a questo periodo storico, che prima snobbavo considerandolo "misogino a priori". E invece è vero il contrario, le donne nel Medioevo facevano più cose che non le "donne dei social network" dei giorni nostri, tutte like, "spendaccioneria" e frivolezza.
Appena sarà possibile, ho intenzione di fare un approfondimento anche sulle donne del Rinascimento e del Seicento (il Seicento è il periodo che conosco di meno, l'unica cosa che conosco bene è la poesia barocca, specialmente italiana, che già mi piace moltissimo, https://intervistemetal.blogspot.com/2020/03/il-seicento-nella-poesia-nella-musica-e.htmlhttps://deisepolcriecimiteri.blogspot.com/2017/09/poesia-barocca-del-seicento.html ma sono tutti poeti maschi, le donne del Seicento non le ho ancora lette, anche se esistono diverse scrittrici, il problema è che non sono state inserite sulle antologie che ho qui nella mia collezione di libri, e quindi nisba, devo andare a richiedere in biblioteca i libri che mi servono... cosa che farò.)