Breve introduzione alla "Metamorfosi" di Franz Kafka

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"Il processo", "America", "Il castello" tre romanzi punti di riferimento per la letteratura del Novecento, sarebbero stati pubblicati dopo la morte di Kafka; "La metamorfosi", invece, faceva parte di quei racconti che Kafka pubblicò in vita.

"Era un solitario, un uomo di cultura, con il terrore della vita... vedeva il mondo pieno di demoni invisibili, che distruggevano e laceravano l'uomo indifeso. Era troppo lucido, troppo saggio per vivere, troppo debole per lottare...", disse di lui la scrittrice Milena Jesenskà.

Come il suo autore, anche Gregorio Samsa, il protagonista del racconto, si trova improvvisamente escluso dal mondo e chiuso non solo nella sua stanza ma anche nel suo stesso corpo, che nella notte, senza alcuna spiegazione, si è tramutato in quello di uno scarafaggio. Ma Gregorio ha ancora voce e sentimenti umani, e la condizione di Gregorio-scarafaggio si deteriora con il trascorrere del tempo, specie dopo la ferita che l'odio e il ribrezzo del padre gli hanno aperto nel corpo. Ai suoi familiari è sembrato naturale che per destino e disgrazia ci si possa tramutare in animali, la metamorfosi è possibile, come la malattia. Ma il protrarsi di questa condizione finisce per creare nella famiglia imbarazzo, peso, insofferenza e indifferenza, il più micidiale dei sentimenti. Non c'è più posto per Gregorio, cosa aspetta a scomparire, portandosi dietro la sua imbarazzante diversità? E Gregorio si lascia morire di consunzione: muore con amore, come una vittima sacrificale per riportare il flusso naturale della vita a coloro che ama. Finisce l'inverno, torna la primavera; sotterrato Gregorio, la famiglia va in gita in campagna: è finalmente libera, può tornare alla normalità, alla quiete del vivere quotidiano. Almeno per il momento. Con la sua morte Gregorio ha salvato la continuità dell'esistenza. 

Con i suoi scritti, Kafka ha esorcizzato il terrore per l'assurdità della vita: ma, come per Gregorio, la loro luce ci avrebbe raggiunto soltanto dopo la morte del loro autore. 

Nota di Lunaria: "La metamorfosi" ce lo fecero leggere al liceo, quando avevamo 14 o 15 anni. Ricordo che una mia compagna di scuola ne rimase molto impressionata; quello che le faceva orrore di questo racconto era il fatto che la famiglia di Gregor Samsa non provava il minimo affetto per lui, ma anzi, lo consideravano rivoltante, un qualcosa di cui disfarsi al più presto. 

L'incipit del racconto:

"Gregorio Samsa, svegliandosi una mattina da sogni agitati, si trovò trasformato, nel suo letto, in un enorme insetto immondo. Riposava sulla schiena, dura come una corazza, e sollevando un poco il capo vedeva il suo ventre arcuato, bruno e diviso in tanti segmenti ricurvi, in cima a cui la coperta da letto, vicina a scivolar giù tutta, si manteneva a fatica. Le gambe, numerose e sottili da far pietà, rispetto alla sua corporatura normale, tremolavano senza tregua in un confuso luccichio dinanzi ai suoi occhi."

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