Breve storia del tè

La celebre bevanda proviene dalla Cina, che ha reso la preparazione del tè un vero e proprio cerimoniale. In origine, il tè era considerato una panacea.

Una leggenda, che risale all'epoca dei Tre Regni (220-265 d.c) narra che il principe indiano Bodhidharma, giunto in Cina per diffondere il buddismo, infrase il voto solenne che aveva fatto: non dormire per sette anni. Sconvolto dalla vergogna, si tagliò le palpebre e le seppellì: così nacque la prima piantina.

Per raccogliere le piantine, si ricorreva alle mani delle vergini che le coglievano usando solo le unghie, per evitare di sporcare le foglie con il sudore delle dita oppure a delle scimmie addomesticate.

Ma il tè, in origine, era molto diverso da come lo conosciamo oggi: era simile ad una minestra, con vari elementi; fu in seguito che si mescolarono solo le foglie ridotte in polvere, nell'acqua bollente.

Veniva poi versato in ciotole di legno, poi sostituite da vasellame.

Fu la figlia di un funzionario cinese del paese di Shu a inventare l'uso del piattino sotto la tazza, per evitare di scottarsi le dita. 

Fu Lu Yu il primo a comporre un trattato sul tè, "Chajing", "La sacra scrittura del tè": classificò le varie piantagioni, i diversi processi di lavorazione e le regole di degustazione.

Lu Yu passò alla storia come "il Dio del tè" 

Lu Tong compose persino delle poesie in onore del tè, venendo soprannominato "il Giullare del tè":

Per onorare il tè, ho chiuso il portone di rami intrecciati,

per paura di essere importunato dalla gente volgare,

e ho preso la tazza diafana

per prepararlo e assaporarlo da solo.

La prima tazza mi umetta con dolcezza labbra e gola,

la seconda mi libera dalla solitudine,

la terza dissipa la pesantezza del mio spirito

affinando l'ispirazione acquisita con tutti i libri che ho letto

[...] la sesta mi fa entrare nel novero degli immortali.

Fu con la dinastia Ming (1368-1644) che spronò i contadini a coltivare il tè perché vi era la possibilità di barattarlo con dei cavalli. In questo periodo si privilegiò la foglia intera, piuttosto che il tè in polvere. In Corea, al tè si aggiungeva del ginseng.

Prima della rivoluzione comunista, in Cina erano frequenti le "case del tè"; con l'arrivo del comunismo, Mao le fece chiudere tutte perché erano considerate dei luoghi di scambio di idee borghesi e "improduttive".


Nessun commento:

Posta un commento