''Il Calore del Sangue'' di Irène Némirovsky

In questo breve ma densissimo romanzo Irène Némirovsky punta il suo sguardo acuminato non già sull'ambiente dell'alta borghesia ebraica in cui è cresciuta né su quello dei ghetti d'Europa orientale, bensì sull'angusto gretto mondo della provincia francese.

Il quadro è, in apparenza, di quieta, finanché un po' scialba agiatezza campagnola: la figlia di due ricchi proprietari terrieri sta per sposare l'erede di un'altra famiglia in tutto e per tutto simile, un bravo ragazzo, come si dice, innamorato e devoto. 

Eppure, bastano poche note stridenti (che l'Autrice è abilissima ad instaurare fin dalle prime pagine) per farci intuire che dietro la compatta, liscia superficie di perfetta felicità agreste, in cui sembra che ogni sentimento si sia come pietrificato, si spalancano voragini insospettate: nessuno, insomma, è al riparo dalla passione, dalla violenza, persino dal delitto, quando è infiammato dal "calore del sangue".

Con la consueta scioltezza narrativa, e la soave crudeltà che le è propria, la Némirovsky ci fa assistere a un lancinante dramma familiare nel corso del quale vedremo, a una a una, cadere tutte le maschere.


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