La Poesia Trovadorica

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Intorno all'anno 1000, la Provenza era una delle regioni più accoglienti d'Europa. Molti ricchi feudatari vi si stabilirono e le corti che si riunivano nei loro castelli divennero in breve il luogo di riunione della nobiltà.

La vita nei castelli della Provenza era diversa da quella che si viveva nei rozzi castelli del Nord: le regole della cavalleria portarono un profondo mutamento negli usi e nei costumi.

La forza non era più la sola legge: lealtà e cortesia erano doti apprezzate quanto l'abilità nell'uso delle armi.

La donna venne ad assumere una nuova posizione nella società provenzale: regina del castello, consigliera apprezzata e ascoltata, portava il suo contributo di gentilezza e di grazia alla vita serena della corte cavalleresca. La signora del castello era una donna colta e raffinata che si intendeva di poesia. 

Fu in questa atmosfera che nacque e si sviluppò la poesia trovadorica (XI-XIII secolo)

Chi erano i trovatori?

Spesso erano i feudatari stessi che non disdegnavano di porre le mani avvezze allo stocco e alla spada sulle corde dell'arpa o sull'archetto della viella, accompagnando le canzoni da essi stessi composte in onore della loro dama.

Ma il più delle volte i trovatori furono uomini di umili origini che divenivano poeti vaganti e si recavano presso le varie corti, accolti ovunque e apprezzati; molti di essi si recavano anche nelle corti lombarde, toscane, siciliane, spagnole.

La lingua usata da questi poeti fu il provenzale, da tempo in uso presso il popolo, ma fu la poesia trovadorica a dargli dignità di linguaggio letterario.

La parola "trovatori" deriva dal provenzale "trobàr", "colui che fa rime, colui che cerca il verso".

La poesia dei trovatori fu l'espressione naturale del modo di vivere aristocratico e raffinato delle corti provenzali.

I temi prediletti furono la bellezza della natura, i piaceri della tavola e della compagnia, le virtù cavalleresche, l'amore: lo sguardo di benevolenza della dama era il premio più ambito per l'innamorato.

I trovatori non si rivolgevano mai alla dama chiamandola per nome, ma usavano un "senhal", un nome fittizio, per far intendere che non si rivolgevano ad un essere reale, ma ad una creatura di sogno, pura bellezza e virtù: "Bel vezer" (vista bella), "Aziman" (calamita), "Mielhs de Domna" (meglio che donna), "Bel conort" (bel conforto), "Bel miralh" (bello specchio)

I trovatori si possono suddividere in due categorie: gli esponenti del "trobar leu", dello stile più chiaro e semplice e quelli del "trobar clus", lo stile più complesso e tortuoso.

Ricordiamo Jaufré Rudel, principe di Blaia:

"Quando l'usignolo sulle fronde

dona amore e ne chiede e ne riceve

e lancia il suo canto portatore di gioia

e guarda sovente la sua compagna,

quando i ruscelli sono limpidi e i prati in fiore,

per la nuova gaiezza che regna,

una grande gioia viene ad assidersi sul mio cuore"


Testo originale:

Quan lo rossinhols el folhos

dona d'amor e .n quier e .n pren

e mou son chan jauzent joyos

e remira sa par soven

e .l riu son clar e .l prat son gen,

pel novel deport que renha,

mi ven al cor grans joys jazer...


Bernart de Ventadorn fu un trovatore di umili origini, attivo tra il 1140 e il 1170. Giunse fino alla Normandia, alla corte di Eleonora d'Aquitania, che quando divenne regina di Inghilterra lo portò con sé. Così il poeta canta la sua devozione nei confronti della regina:

Buona signora, nient'altro vi chiedo

se non che mi prendiate come servitore,

vi servirò come (se foste) un buon padrone

qualunque sia la mia ricompensa.

Eccomi dunque ai vostri ordini

nobile ed umile creatura, gaia e cortese!

Non siete certo un leone o un orso

da (temere di) essere ucciso: perciò mi rendo a voi!


Sordello fu il più grande trovatore italiano, che Dante cantò nella "Divina Commedia". Recatosi in Provenza nel 1229, si spostò nelle corti di Spagna, Portogallo, Francia. Tornò poi in Italia alla corte di Carlo d'Angiò. Ci ha lasciato questa canzone:

Non si vive se non quando si vive con gioia

perché nessun'altra vita merita questo nome:

perciò io mi sforzo di vivere e di comportarmi

con gioia, per poter più lietamente

servire quella che amo, perché chi vive con tristezza

non può far niente di buono e di gradito...


Per approfondimenti: il maxi post sulla poesia del Medioevo https://intervistemetal.blogspot.com/2019/11/letteratura-medioevale-maschile-e-anche.html https://intervistemetal.blogspot.com/2019/09/poesia-del-medioevo-duecento-e-trecento.html il maxi post sulla donna nel Medioevo: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/12/la-donna-al-tempo-delle-cattedrali-un.html









Medieval Romance che ho recensito: https://recensioniromanzirosa.blogspot.com/search/label/Medieval


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