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Per capire la presenza dell'Angelo nella Bibbia è necessario conoscere la vera fisionomia dell'Angelo come compare nell'Antico Testamento. Nella Bibbia sono menzionati diversi tipi di Angeli: dai cherubini con la spada fiammeggiante che custodiscono il giardino dell'Eden agli Angeli dell'Apocalisse.
La parola ebraica originaria, "Mal'ak", messaggero, è stato tradotto col greco "Anghelos" e ricorre per ben 215 volte. Gli Angeli nella Bibbia hanno volti diversi e inattesi: nel capitolo 18 della Genesi si presentano davanti alla tenda di Abramo come tre viandanti ed è nei tratti di un uomo misterioso che l'angelo si presenta nella lotta contro Giacobbe alle sponde del fiume Jabbok.
L'Angelo custode di Tobia, dall'aspetto di giovane, porta il nome di Azaria, ma nasconde l'identità di Raffaele.
Altre volte l'Angelo ha sembianze mostruose: il cherubino e il serafino rimandano alle creature dell'antico Oriente che erano a tutela delle aree sacre dei templi e dei palazzi reali; i cherubini che sorreggono l'arca dell'alleanza erano simili a sfingi alate, mentre il termine serafino, in ebraico, rimanda a qualcosa di serpentiforme; attraverso la simbolica del mostro si voleva evocare il mistero del divino nel suo aspetto di giudizio e di potenza. (https://intervistemetal.blogspot.com/2019/02/cherubini-o-grifoni.html)
Altre volte l'angelo è indefinito: l'angelo biblico nell'Antico Testamento non è un "puro spirito" e a volte l'angelo e Dio stesso sono intercambiabili: nel Roveto ardente del Sinai a Mosè appare "l'angelo del Signore" ma subito dopo la narrazione prosegue con "Il Signore vide che Mosè si era avvicinato e Dio lo chiamò dal Roveto" (Esodo 3, 2-4). Questa narrazione la si ritrova anche nella vicenda di Agar e Ismaele (Genesi 16,7-13), Isacco (Genesi 22, 11-14), Gedeone (Giudici 6,12-14)
Questa identità tra l'angelo e Dio ha suggerito che l'angelo, nella Bibbia, non sia altro che un antropomorfismo, un modo simbolico di rappresentare il rivelarsi di Dio.
Se non leggiamo la Bibbia in modo letterale e materiale, ci accorgiamo che l'angelo biblico è una sintesi dei tratti fondamentali del volto di Dio: l'Altro, diverso e superiore all'uomo, trascendente, ma anche il Vicino, l'Emmanuele, il Dio-con-noi; egli, entra nel mondo degli uomini, parla e agisce come una creatura.
L'Angelo è spesso una personificazione dell'efficace Parola di Dio che annuncia e opera salvezza e giudizio. La visione della scala che Giacobbe ha a Betel è esemplare:
"Gli angeli di Dio salivano e scendevano su una scala che poggiava sulla terra mentre la sua cima raggiungeva il cielo" (Genesi 28,12)
L'angelo raccorda Cielo e Terra, Infinito e Finito, Eternità e Storia, Dio e Uomo.
In altri passi biblici l'angelo appare come entità in sé e non semplice rappresentante dello svelarsi di Dio. E in quest'ottica che gli angeli sono stati classificati in gerarchie: principati, potestà, troni, dominazioni, cherubini, serafini, arcangeli, angeli.
Nota di Lunaria: l'Angelo gode di popolarità anche al di fuori della teologia cristiana, infatti la New Age ma anche l'Urban Fantasy lo hanno citato, rinnovato e modernizzato (ma molti cristiani userebbero il termine "pervertito") citandolo in centinaia di libri.
Per i cattolici, e solo per loro visto che nella Bibbia non c'è nessun versetto che ne parla, Maria è "La Regina degli Angeli".
L'Angelo nell'arte islamica: