che purtroppo non rivedo da tanti anni 😭💔 da quando hanno messo un "numero fisso di visitatori per poter accedere" 😭 già prima era praticamente deserto e io ero l'unica che si aggirava per quel giardino bellissimo, uno scenario immerso nel silenzio e quasi "post atomico", figuriamoci adesso che "per entrarci bisogna essere in 15" (se ricordo bene, lo aprono solo su richieste "di comitive") Mi innamorai di questo museo da bambina 😍, quando i miei genitori facevano quella strada lì, in mezzo ad un mini bosco, per andare alla Grancasa che si trovava subito fuori... e fin da bambina insistevo affinché i miei genitori fermassero la macchina lì, proprio davanti all'enorme cancello bianco, per farmi dare un'occhiata a quel giardino incantato e misterioso... poi qualche anno dopo (avevo 13 o 14 anni) riuscii a vederlo da dentro per la prima volta, e ci andavo ogni volta che potevo... e adesso, da tanti anni, non più! L'ultima volta devo averlo visto un po' dopo il 2004, se ricordo bene... 😭😭😭😭
Il "mio" amato Museo
Commento esilarante all'Esistenzialismo
tratto da
Stazionaria sull'Esistenzialismo dal 2004.
Un po' meno stazionaria "da un po'", ma pur sempre fissista.
Questa corrente filosofica prende come punto di partenza l'individuo con il suo bisogno di sapere, i suoi dubbi e le sue incertezze. Vediamo quali vie gli uomini che hanno seguito coscientemente o inconsapevolmente la corrente del pensiero esistenzialista. (oggi sostituito dal "faccio views su tik tok, quindi sono". Nota di Lunaria)
Basta qualche volta la parola esistenzialista perché nella nostra immaginazione appaia la figura di un giovane trasandato, con la barba lunga, un paio di calzoni sudici e un maglione che dal mento gli arriva alle ginocchia (ma anche no, noialtre aborriamo i pantaloni e i maglioni, ci vestiamo solo di pizzo e velluto nero. Nota di Lunaria)
Simili esemplari di perdigiorno sofferenti (a sentir loro) erano in circolazione a Parigi dopo l'ultima guerra mondiale. Perché si conciavano così?
Semplice, avevano scelto la prima soluzione, la più facile, per risolvere l'angoscia dell'esistenza: lasciarsi andare, vivere alla giornata, impedirsi ogni scelta concreta perché la scelta arreca solo danno a chi la compie.
Di tempi più recenti sono invece quei giovinastri che i quotidiani definiscono "teppisti" o "teddy boys".
Essi compiono bravate, atti di vandalismo assolutamente senza motivo, solo per mostrare di valere qualcosa.
(Tanto oggigiorno la gente per fare due views in più su tik tok è disposta anche a crepare e\o far crepare. Nota di Lunaria)
Certamente essi non lo sanno, ma agiscono in quel modo perché senza rendersene conto, hanno assimilato l'idea della seconda soluzione esistenzialista, divulgata da tanti film e romanzi: poiché l'ambiente, gli altri, la massa schiacciano la nostra personalità, ribelliamoci.
(La soluzione migliore sarebbe non essere mai nati ma non è, purtroppo, alla portata di nessuno, come diceva Cioran. Nota di Lunaria)
Compiono qualche azione fuori dall'ordinario, non importa se buona o cattiva, purché serva a distinguerci dagli altri.
Questo è l'unico modo per certi esistenzialisti di sentirsi vivi (ahahahah! Io mi sento viva solo quando fanno le fiere di vinili e cd e vedo i miei simili e perciò per un po' non sono immersa nel malvagio sistema di cose normaloide. Nota di Lunaria)
Angelo o diavolo, santo o brigante, basta uscire dalla massa anonima e affermare se stesso, spontaneamente.
C'è poi una terza soluzione, la più difficile, quella che costa di più. Dato che tutta l'esistenza ci appare come un dramma e che nulla su questa terra ci può liberare dall'angoscia, rivolgiamo il nostro pensiero a Dio. Non sappiamo se egli vorrà accoglierci, perché non lo conosciamo. Ma basterà avere fede: poi si compirà un "salto nel buio", verso di lui. è un atto di speranza, più che di fede. Speranza che un Dio esista e che sia tanto misterioso da offrirci la salvezza.
I punti essenziali dell'Esistenzialismo sono:
- l'esistenza singola, la mia esistenza, è l'unica cosa che conti e che si possa conoscere.
- la mia esistenza mi appare come un dramma, una corsa verso il nulla che devo affrontare senza sapere il perché.
- la mia libertà è fortemente limitata e ogni scelta arreca danni a chi la compie.
- da tutti questi aspetti negativi nasce l'angoscia dell'esistenza.
Soluzioni:
1) proibirsi ogni scelta, vivere alla giornata
2) affermare se stessi contro la massa, con un'azione qualsiasi purché fuori dall'ordinario
3) compiere, attraverso la fede, un "salto nel buio" verso Dio con la speranza che in lui ci sia la salvezza
Più che un complicato "sistema" filosofico, cioè una teoria che spieghi globalmente la realtà e il destino vero dell'uomo, l'Esistenzialismo è un certo "modo" di pensare, di sentire, comune a molte persone del nostro tempo.
Dove sta il primo errore di questa filosofia?
Nella loro indagine gli Esistenzialisti non considerano tutta quanta la realtà, ma solo un aspetto di essa, cioè l'esistenza personale, che essi ritengono la cosa più importante. Poi essi estendono le conclusioni pessimistiche tratte da questa indagine a tutta quanta la realtà. Ma non è vero che la nostra esistenza sia l'unica cosa che conti: noi siamo nel mondo, immersi nelle cose che ci circondano, legati in un solo destino con la realtà e le esistenze di altre persone, i nostri cari, e non possiamo disinteressarci di tutto ciò.
è chiaro allora che diventa necessario indagare con la ragione il senso di tutta la realtà.
Ma gli Esistenzialisti negano che la ragione possa compiere questa indagine. Tuttavia è questo il punto debole della filosofia esistenzialista: essi non dimostrano questa impossibilità.
E infatti è vero il contrario. Alle domande: come mai esiste il mondo? perché esisto io o gli altri uomini? La filosofia può dare delle esaurienti risposte e sono risposte alle quali si arriva con la sola ragione.
La Leggenda di Sleepy Hollow
A casa Van Tassel erano presenti molti abitanti di Sleepy Hollow e, come al solito, stavano snocciolando le loro leggende sfrenate e strabilianti. Si narrarono molte fosche storie di cortei funebri e di grida e lamenti luttuosi uditi e visti intorno al grande albero dove il maggiore André era stato catturato lì nei pressi. Fu tirata in ballo anche la dama bianca che infestava l'oscura valletta di Raven Rock e si udiva spesso gridare nelle notti d'inverno che precedono la bufera, dato che era morta proprio lì sotto la neve.
Ma gran parte delle storie ruotava attorno allo spettro preferito di Sleepy Hollow, il Cavaliere senza testa, che ultimamente si era sentito spesso mentre pattugliava le campagne; e che, si diceva, di notte legava il suo cavallo tra le tombe del cimitero.
A quanto pare, la posizione isolata di questa chiesa ne aveva fatto il luogo prediletto di molti spiriti inquieti. Essa sorge infatti su un colle, circondata da robinie, alberi e alti olmi, e fra questi le sue decorose mura imbiancate a calce risplendono modeste come purezza cristiani che irradi tra le ombre dell'isolamento.
Un dolce pendio scende fino a un argenteo specchio d'acqua delimitato da alti alberi, e fra questi si intravedono scorci dei colli azzurri dello Hudson. A guardare il piazzale ricoperto d'erba, dove i raggi del sole paiono dormire tanto placidi, si direbbe che almeno lassù i morti riposino in pace.
Da un lato della chiesa si estende un'ampia valletta boscosa e qui un largo ruscello imperversa tra rocce spezzate e tronchi di alberi caduti.
Su un tratto nero e profondo del corso d'acqua, non lontano dalla chiesa, era stato gettato un ponte di legno: la strada che vi portava e lo stesso ponte erano fittamente oscurati dagli alberi sovrastanti, che vi proiettavano un'ombra cupa anche in pieno giorno ma producevano una spaventosa tenebra di notte.
Quello era uno dei covi preferiti del Cavaliere senza testa, il luogo dove più spesso lo si incontrava. Si narrò la storia del vecchio Brouwer, un uomo scettico che non credeva nei fantasmi, di come si fosse imbattuto nel Cavaliere tornando da una scorribanda a Sleepy Hollow e di come fosse stato costretto a salire in groppa dietro di lui; di come avessero galoppato fra cespugli e felci, oltre colli e paludi, finché non avevano raggiunto il ponte; allora il Cavaliere si era tramutato di colpo in uno scheletro, aveva scaraventato il vecchio Brouwer nel torrente ed era balzato via oltre la cima degli alberi con un rombo di tuono.
"Storie di Fantasmi per il dopocena" di Jerome Klapka Jerome
Negli ultimi decenni del 1800, in Inghilterra, nacque il bisogno di soddisfare i desideri di svago di un nuovo tipo di lettore, costituito da impiegati che viaggiavano sui treni.
Un'intera generazione di scrittori tardo-vittoriani si formò e guadagnò scrivendo per i pendolari che chiedevano storie di paura, crimini, avventura, esotismi.
Gli autori più rappresentativi furono Conan Doyle, Haggard, Kipling, Wells, Saki (Hector Hugh Munro) e Jerome Klapka Jerome che divenne famoso con "Tre uomini in barca", seguito da "Tre uomini a zonzo", opere piene di brio e ironia.
Anche Jerome si dilettò nella ghost story, ma i suoi racconti pubblicati in "Storie di fantasmi per il dopocena" sono parodie degli stilemi del gotico (tutti i cliché sui fantasmi vengono riportati, con uno stile narrativo comico)
La Nave in Bottiglia
Inghilterra, 1800. Al momento della nascita di Peter, in un gelido mezzogiorno invernale, le campane della chiesa suonano a stormo, azzittendosi di colpo quando, pochi minuti dopo, viene al mondo il suo gemello, Paul.
Secondo il vecchio Bagley il presagio è chiaro: Peter possiede poteri soprannaturali e sarà in grado, un giorno, di evocare il demonio.
E proprio Bagley regalerà ai gemelli Gannet due velieri in bottiglia, grazie ai quali i ragazzi potranno sapere, anche a distanza, se uno dei due è in pericolo.
Un dono prezioso, che permetterà a Peter di salvare Paul, il gemello più fragile, quando verrà coinvolto in un incredibile intrigo e in un delitto senza spiegazioni.
Piccoli Brividi: Il Licantropo
Trama: Aaron viene coinvolto dal padre in una caccia al licantropo.
Quando Aaron viene morso e successivamente inizia a trasformarsi in licantropo, suo padre si troverà davanti ad un dilemma...
Arlecchino, Gioppino e il Rogo della Vecchia a Bergamo
Info tratte da
Nel carattere del popolo bergamasco hanno sempre trovato posto l'allegria, il buon umore, la furbesca facezia.
Non ci si può non richiamare ad Arlecchino, maschera di sicura origine bergamasca anche se si è fatta conoscere col linguaggio di Venezia; pare che il creatore di questa maschera fu Alberto Ganassa di Bergamo, che la ideò nel 1572 e che inizialmente chiamò "Arlecchin Ganassa".
Successivamente fu chiamato "Arlecchin Batocio", in riferimento al bastone (batocchio) che porta alla cintola.
Della figura di Arlecchino si impadronirono molti scrittori e commediografi, che lo interpretarono a loro modo.
L'essenza di Arlecchino ne palesa l'origine bergamasca: "un miscuglio di ignoranza, ingenuità, di spirito, di grazia, una specie di abbozzo d'uomo, un bambinone che ha dei lampi d'ingegno e di intelligenza, e di cui tutte le grullerie e le sbadataggini hanno però l'ombra di acutezza (...) l'indole laboriosa, frugale, risparmiatrice del valbrembanino."
Arlecchino, però, nel ruolo di maschera bergamasca, è stato soppiantato, almeno a Bergamo, da Gioppino, le cui origini rimangono oscure.
Forse Arlecchino è stato ripudiato quando, caduta la repubblica di San Marco, i bergamaschi si votarono alle nuove identità recate dalla Francia napoleonica.
Certo è che Gioppino, col suo triplice gozzo, fu apostolo di italianità durante il Risorgimento, ad opera del burattinaio Pasquale Strabelli, detto Pasqualì (ma a noi il burattinaio fa venire in mente questo, nota di Lunaria)
il quale per il fatto di prestare al burattino Giopì un discorrere considerato sovversivo, fu più volte incarcerato.
Infine, "Nella città di Bergamo si soleva un tempo, alla fine del Carnevale, bruciare in piazza Vecchia il "poer Pietro", il povero Pietro, un fantoccio di paglia e stracci.
Fu il poeta popolare Rodolfo Paris che rimise in auge la festa, stabilendola a metà quaresima, col simbolico "rasgamento" (risecazione) di una vecchia megera, eretta a raffigurazione della quaresima. L'Albero della Cuccagna e i fuochi d'artificio completavano l'immolazione della vecchia in un rogo.
Nota di Lunaria: ovviamente è un rito pagano, legato alle dinamiche del "capro espiatorio e ai sacrifici umani per commemorare il ciclo delle stagioni". In realtà, l'origine di Arlecchino è molto più antica e ha origini germaniche ed infere, "Hölle König", "Re dell'Inferno", legato alla "Caccia infernale" (come le divinità femminili che formarono la figura della Befana) ed è preceduto dallo "Zanni". Anche Pulcinella è ricalcato su divinità orgiastiche come Priapo; sia le maschere nere sia i bastoni sono quanto resta degli attributi inferi e fallici di queste terrifiche e selvagge figure ancestrali "addomesticate" e rese buffe nel folklore contadino e nel teatro.
Per approfondimenti, vedi: https://intervistemetal.blogspot.com/2018/12/le-origini-pagane-della-befana-1.html https://intervistemetal.blogspot.com/2019/06/perchta-holda-diana.html
Palazzo Homati d'Alaya Caccia a Caronno Pertusella
Info tratte da un cartello in loco.
I ringraziamenti vanno a Francesco che mi ha accompagnato verso il centro di Caronno Pertusella.
L'Antica Contrada di San Rocco a Caronno Pertusella: via D.Alighieri, piazza S.Rocco, via C.Battisti, Corso della Vittoria.
PALAZZO HOMATI D'ALAYA CACCIA
Il palazzo definito in un documento "casa avita degli Homati", fu la residenza originaria della nobile famiglia milanese che dominò Caronno dalla seconda metà del '400 per oltre un secolo.
Il palazzo Omati (Homati) si affaccia sul tracciato della vecchia strada postale Milano Varese che fino alla fine del '700 entrava nel borgo immettendosi nell'attuale via C.Battisti e proseguendo poi verso nord in direzione Saronno.
Il palazzo nobiliare, di origine cinquecentesca, presenta un corpo principale a due piani. La facciata sulla strada mostra un portale a tre balconcini settecenteschi decorati con ferro battuto.
La facciata interna ha un ampio portico a colonne di granito. Uno scalone monumentale con pregevoli balaustre in granito di sapore barocchetto porta al piano superiore.
Le murature, i soffitti, gli intonaci e gli infissi sono in buono stato; lo stabile è stato oggetto di recenti restauri.
Tuttavia, la spogliazione degli arredi e i mutamenti d'uso hanno fatto perdere all'edificio l'antico carattere di elegante dimora nobiliare.
Nel salone a piano terra del palazzo sono emersi durante i restauri, intonaci colorati e lo stemma nobiliare degli Homati, signori di Caronno.
Il palazzo fu casa di villeggiatura per gli eredi degli Homati fino al 1950, quando gli ultimi discendenti dei conti Caccia se ne spossessarono.
I nuovi proprietari cedettero il complesso alla parrocchia.
L'antico parco, che si estendeva con prato, alberi e una collinetta in chiusura della visuale è stato adibito a campo sportivo.
è ancora visibile il cancello in ferro che dal cortile principale dava l'accesso al giardino.
Piccoli Brividi: "Spaventapasseri Viventi"
Trama: Jodie e Mark vanno a trovare i nonni, nella loro fattoria in campagna. Tutto intorno solo una sterminata distesa di grano. Quando arrivano, da certi dettagli cominciano a capire che i nonni sono cambiati. A rendere la cosa ancora più inquietante c'è Stanley, il bracciante che lavora alla fattoria dei nonni, che fa strani discorsi: "Lo spaventapasseri cammina a mezzanotte". Inizialmente Jodie prova solo una vaga inquietudine, ma poi, una notte, vede realmente gli spaventapasseri muoversi, nei campi. Da lì in poi, sarà perseguitata da spaventapasseri che attentano alla sua vita. Cosa si nasconde in quei campi di grano?
Commento di Lunaria: uno dei miei Piccoli Brividi preferiti, che dietro la patina di "libro soft horror per bambini" riecheggia delle atmosfere gotico-rurali di nome come Hawhtorne, King e Tryon.
"Poco più tardi salii in camera mia e indossai una lunga camicia da notte. La finestra era aperta e una dolce brezza invadeva la stanza. Rimasi un po' a guardare fuori. Un grande albero di mele gettava la sua ombra scura sul prato. Dove l'erba finiva, il granturco si stagliava contro la luna piena. Quella pallida luminiscenza faceva risplendere come oro gli alti steli delle pannocchie, che stendevano un'ombra azzurrina sui campi. Oltre la distesa del granturco, gli spaventapasseri immobili come soldati in uniforme scura. I lembi dei loro vestiti fremevano alla brezza notturna. Le loro pallide facce di tela sembravano guardarmi fisso. Sentii un brivido corrermi giù per la schiena. Tutti quegli spaventapasseri! Erano almeno una dozzina, disposti su file regolari. Come un esercito pronto a marciare. Lo spaventapasseri cammina a mezzanotte. (...) Fissai le lunghe ombre degli spaventapasseri. Un soffio di vento passò sul granturco, facendolo ondeggiare come un mare oscuro. Fu allora che i fantocci cominciarono a contorcersi."
Campi spettrali con foschia tra Vanzago e Villanova
Come rendere creepy delle cittadine lombarde poco famose 😂
un po' di foschia e vedere, in lontananza, una figura avvolta nella nebbia (che peraltro al momento che ho scattato le foto, non avevo neanche notato 😂)... 😱😱😱
Adoro questi paesini misconosciuti e così difficili da raggiungere delle volte (se non con camminate da 40 minuti 😆) hanno conservato questo fascino campestre-malinconico che Legnano ormai non ha più... ma vederle anche solo per qualche minuto ti fa sentire "come in un'altra epoca".
Ringrazio Francesco (😍💀) che guidando in quelle strade (non pensate per pedoni 😂), mi ha permesso di fare queste fotografie, nella fredda mattinata del 1° dicembre (ma, curiosamente, nelle zone dopo Saronno la foschia non è arrivata e c'era il sole 😁) a Nerviano c'è stata la fiera dei cd (pochi) e vinili (moltissimi) 😍 Villanova è una frazione di Nerviano, per l'appunto.
P.s avevo intravisto anche una bellissima pietra miliare gigante 😍 nei campi di Vanzago, allo svincolo che porta verso gli altri paesi (Pregnana Milanese, Arluno...) ma purtroppo non ho fatto in tempo a scattare la foto 😭 ed essendo uno stradone di transito non ci si poteva fermare 😢 adoro le pietre miliari così gigantesche, sembrano delle lapidi nei campi 😍 a Legnano ovviamente non le abbiamo più, tranne una piccolissima che è presente nel bosco di Mazzafame
L'attendibilissimo reportage cristiano sul "Satan Rock" (STRA LOL)
Guardate che chicca che ho trovato 🤣, pubblicato su questo almanacco
un articolo del 1992 che parla di noi 😂🤣😂🤣 con il “Satan rock” 😂🤣😂🤣, con gli immancabili strafalcioni di storpiature di nomi di band (i Motel Crie non so chi siano, così come gli Ac, io conosco solo i Motley Crue e AC/DC 🤣😂🤣😂) e infine cita l’House (non sapevo che noialtri Metallari andassimo d’amore e d’accordo con gli housettari che, stando all’articolo, organizzavano le messe nere nei loro raduni rave 🤣😂🤣😂)
Esilarante, l’isteria bigottoide cristianoide qui raggiunge la vetta del Kitch Assoluto 😂🤣😂🤣
🤡🤡🤡… 🤦🏻♀️
“Un appello a comminare precise sanzioni a chi spinge verso la catastrofe i giovani con l’aiuto di musiche e parole ossessionanti” 🤣🤣🤣
Invece le offerte ai preti e le regalie alla chiesa, gli ideali cristiani imposti a tutti fin da bambini e le storture burocratiche sociali dei normaloidi, quelli sì che vanno bene 🤡 le “precise sanzioni solo a chi suona e promuove il Metal” anzi il “Satan rock”
🤡😂🤣
P.S chissà che isteria delirante avrà provocato questa roba nella mente dei borghesoidi del 1992 🤣😂🤣😂🤣 ed è pure stato spacciato come “articolo serio per prevenire il disagio giovanile” 🤦🏻♀️
P.S 2 Tra l'altro 'sto libro
io l'avevo pure visto alle bancarelle dei libri, ma l'avevano messo lì ad una cifra assurda, tipo 5 euro, troppi!, per questa cianfrusaglia 😃
P.S 3 C'era anche questo capolavoro della comicità involontaria, ma purtroppo l'hanno cancellato, meno male che ho salvato qualche screenshot 😂
https://intervistemetal.blogspot.com/2020/04/il-super-documentario-attendibilissimo.html