Recensione a "The VVitch"


"Attraverso una lenta e inesorabile elaborazione intellettuale, il cristianesimo aveva materializzato in un universo antagonistico interno - eretico e stregonesco - da giustapporre agli universi antagonistici esterni, ebreo e musulmano. Nel '400 si moltiplicano trattati e manuali antistregoneschi e si incrementa la predicazione contro maghi, streghe, stregoni. Due anni dopo la lettera di Innocenzo VIII venne completato il Malleus Maleficarum, il trattato-manuale destinato ad essere, tristemente, assai famoso, raccoglieva e rendeva organica la frammentaria produzione inquisitoriale e polemistica in tema di streghe e che ebbe l'approvazione pontificia" 


Stralcio tratto da



Qualche mese fa ho visto "The VVitch", con due "V", e sottotitolato "Vuoi ascoltare una favola?", un film horror diretto da Robert Eggers.

Ambientato nel claustrofobico e "puritanesco" XVII secolo, racconta la discesa nella follia di una famiglia che, scacciata dalla comunità locale, tenta di arrangiarsi a (soprav)vivere alle soglie di un bosco inquietante e spettrale.












Quando il più piccolo dei membri della famiglia, un neonato di pochi giorni, scompare da sotto gli occhi della sorella,




il sospetto, la paranoia, la psicosi e lo spettro della morte per inedia crescono di giorno in giorno: iniziano a serpeggiare le accuse di stregoneria mosse a questo o quel membro della famiglia (persino ai bambini, che inquietantemente stanno sempre in compagnia del vecchio caprone nero, protagonista dei loro giochi e delle loro filastrocche...), fino alla carneficina finale.





Il film, più che mostrare l'ossessione cristiana per eccellenza che ci si aspetterebbe da un film sulle streghe, il coito con il Diavolo, lascia intendere - e solo a chi ha gli strumenti per farlo... - (la lepre che compare in alcune scelte, per esempio: la lepre era legata al culto di Eostre) un discorso di sessualità demoniaca, o meglio, atavica, e di come il cristianesimo, con la sua ideologia opprimente di mortificazione della "merce umana" non sia per niente "esaltazione della dignità della persona" (del bambino morto non si rimpiange lui, in sé, in quanto essere umano, ma si rimpiange il non averlo battezzato, la figlia adolescente dal seno appena sbocciato la si "vende" al miglior offerente al villaggio, la moglie viene continuamente messa incinta), o ancora, quando il bambino abusato nel bosco (?) rigurgita una mela, non possiamo non pensare alla vicenda di Adamo ed Eva e all'interpretazionne sessuale del "primo coito come peccato originale"; il finale, con la fanciulla bionda che finalmente ha tolto la cuffietta bianca e lascia i capelli sciolti (ribellandosi, senza esserne consapevole, al monito paolino della sottomissione e del velo come "segno di dipendenza e a causa degli angeli"),



provando l'estasi del volo stregonico, lascerebbe intendere che la vera liberazione sia proprio l'aver reciso i legami sadomasochistici che la legavano ai suoi oppressori (il sistema religioso, in primis, che contamina l'intera società e in secondo luogo il padre e la madre, che non esitano a picchiarla e persino a tentare di ucciderla, in quanto "strega"). è proprio qui che la danza selvaggia e sfrenata delle donne nude (menadi?) nel bosco, attorno al fuoco, e la loro ascensione non solo si può vedere come il frutto di un'allucinazione che colpisce una mente labile giunta ormai al collasso (1) ma anche, come la metafora per eccellenza della rivolta femminile al patriarcato:

"Streghe e stregoni sarebbero portatori di una cultura altra di antichissima origine che si perpetua secondo modalità e forme carsiche e orali, quando non in riti veri e propri. Di recente vi sono state anche letture in chiave femminile e femminista con l'accentuazione del fatto che le streghe esprimerebbero dimensioni esistenziali proprie delle donne in società maschiliste che tali dimensioni non accettavano e reprimevano, costringendole nella marginalità di un cosmo diverso e antagonistico."



Proiezione delle psicosi sessuofobiche cristiane (la madre arriva a pensare che il seno appena accennato della figlia abbia sedotto il padre e il padre chiama "cagna" la figlia) "The VVitch" (come, ancor prima "Grano Rosso Sangue" e "Carrie")





https://intervistemetal.blogspot.com/2018/09/carrie-i-fotogrammi-piu-beli.html

resta l'inquietante dimostrazione di cosa sarebbe (di nuovo) un mondo dove il cristianesimo venga applicato alla lettera... e di come fu, quel mondo passato, quando, di fatto, il cristianesimo veniva applicato alla lettera...

(1) Peraltro, è ormai accertato che gran parte della psicosi di massa durante la caccia alle streghe fosse stata causata anche dalle allucinazioni causate dalla Segala Cornuta, allucinazioni eccitate dalle prediche cristiane. La studiosa Linda R. Caporal ha ipotizzato che le ragazze di Salem, e più in generale, l'isteria di massa che colpì la cittadina nel 1692, fossero i risultati di un intossicamento da Segala Cornuta, la cui farina veniva impiegata per preparare il pane.




APPROFONDIMENTO



"Chi erano davvero le streghe? Donne che, dopo aver venduto l'anima al Diavolo, si servivano del proprio potere per fare del male, oppure guaritrici, depositarie di una sapienza tramandata di madre in figlia? Questo incantevole romanzo, ambientato nell'Inghilterra del '600, racconta la storia avvincente e tenebrosa di Issy, una ragazzina alle prese con il lato oscuro della stregoneria, ma anche con quello più benigno e luminoso. Tra crudeli pregiudizi, Sabba notturni, cacciatori di streghe, segreti ed intrighi, Issy riuscirà finalmente a trovare se stessa e a scoprire verità ignorate, mentre le fiamme del rogo si accendono ancora una volta, minacciose, per inghiottire una nuova vittima."

***


Si faceva un gran parlare di Dio, ma quel che veramente temevamo era il Diavolo. Le streghe vivevano nei villaggi e nelle fattorie. Di notte, quando si radunavano per adorarlo, Satana sorgeva dall'Inferno e camminava fra noi, nei campi, nelle brughiere. Poteva capitarvi, per strada, di sfiorare un uomo che l'aveva baciato solo poche ore prima. Una volta certi ragazzi mi mostrarono un segno sulla collina di Pendle, dove sostenevano che il Diavolo fosse solito andare a passeggio; era l'impronta di uno zoccolo, simile a quello d'una mucca, ma molto più grande. Pochi metri dopo c'erano i resti d'un fuoco. I ragazzi mi chiesero com'era il Diavolo, e dove mi aveva baciato. E quando dissi che non l'aveva mai fatto, non vollero credermi.
"Issy la bruciata!", mi schernì uno di loro. Così, mi chiamavano. Però non osarono toccarmi.   

"Non è stata colpa mia", mormorai. "è successo e basta."
"Tu hai grandi doni, Issy. Devi solo imparare a controllarli."
"Non ho fatto niente..."
"Mi hai salvato la vita."
"Non sono stata io, il cavallo è inciampato, è caduto, era spaventata", balbettai. Ma era inutile. Non riuscivo a convincere me stessa. "Ho visto il fuoco... Il fuoco del sogno", aggiunsi.
"Era lì tutto il tempo."
Di nuovo Iohan annuì: "Quel fuoco è la chiave della tua forza, Issy. E continua a mettersi fra te e i tuoi talenti che Dio ti ha donato."
"Allora è vero... Sono una strega, proprio come dicono loro."
Iohan sbuffò.
"Che cos'è una strega? Una che dissotterra cadaveri e ammazza i neonati per farne unguenti, e getta il malocchio sulla gente onesta perché non le obbedisce? Tu non fai niente del genere, mi pare."
"Però posso fare altre cose... E tu... Il parroco ha detto che sei una strega... che lo sanno tutti."
"Tu credi che io sia una strega?"
"Non lo so!"
"Chi è una strega? Dimmelo."
Conoscevo la risposta.
"Qualcuno che ha venduto l'anima al Diavolo."
"Allora ti garantisco che non sono una di loro, mai stata e mai sarò... e neppure tu, qualunque cosa dicano gli ignoranti. Non ho niente a che spartire col Diavolo, niente a che spartire col male."

Era chiaro che mi consideravano uno di loro. Possedevo gli stessi loro doni, i doni del dio che adoravano, doni di guarigione e di malattia, di visione e di premonizione.
"In essi non c'è nulla di buono o di cattivo", mi spiegò Iohan. "Così come si può condurre una vita buona o cattiva, tu puoi usare i tuoi poteri per fare del bene o del male." (...) Quella notte andai a letto con la mente in subbuglio. Qualcuno si sbagliava, o era stato ingannato. Il parroco Holden... Iohan? Non avevo modo di saperlo.




APPROFONDIMENTO:  STREGHE A MILANO


Info tratte da



A Milano c'è un monumento strano. Si trova nel parco di piazza Vetra vicino a via Molino delle Armi. è un pezzo di ferro arrugginito e ritorto che si innalza verso il cielo e termina con la scritta "PAX". Il monumento indica il luogo dove si svolgevano le esecuzioni delle donne accusate di stregoneria.




A Milano le persecuzioni contro i reati di stregoneria furono relativamente miti, ma quel cantone di piazza Vetra, appena dietro la mole della basilica di san Lorenzo, vide comunque centinaia di supplizi.
Il tribunale dell'Inquisizione approdò a Milano all'inizio del '200. Spettava al podestà, da un elenco di nomi fornito dal vescovo, scegliere i 12 uomini, a cui si aggiungevano 4 frati, che avevano il compito di ricercare e catturare gli eretici. Questo fu il primo nucleo di quello che poi divenne una delle istituzioni più temute di tutto il Medioevo. Inizialmente il tribunale serviva a cercare e punire gli eretici, rei, secondo la chiesa e l'autorità civile, di minare l'ordine sociale. Solo in una fase successiva la stessa istituzione si prese cura anche dei reati di stregoneria.


Nota di Lunaria: per approfondimenti, vedi








Il braccio armato dell'Inquisizione Milanese era costituito dai crocesignati, una congregazione di 40 nobili laici nata intorno al 1250. I crocesignati godevano di ampi privilegi e di una relativa libertà di manovra che consentiva loro di operare. Solo sul finire del XIV secolo l'Inquisizione cominciò ad interessarsi anche alle pratiche di magia e stregoneria. Qualche donna pagò il fatto di essere stata allevata seguendo regole diverse da quelle indicate dalla religione cattolica. Pagò per aver vissuto in armonia con la natura, per essere stata una brava erborista o una levatrice o per aver curato i malati meglio di una classe medica ben pagata e totalmente ignara delle più elementari nozioni di anatomia o medicina, che preferiva attribuire le malattie ai malefici e alla cattiva pratica della religione. Per i medici medievali la malattia era una punizione divina, non un problema del corpo. Ma per la maggior parte le condanne si riducevano a innocue punizioni, come restare per un tempo stabilito davanti all'ingresso di una chiesa vestite con una tunica su cui venivano dipinte delle croci gialle. Nei casi peggiori ci si aspettava la prigione o una multa.
La vera ondata persecutoria cominciò un secolo dopo, nell'ultimo scorcio del '400. Ad animarla fu papa Innocenzo VIII con la collaborazione di due domenicani: Sprenger e Kramer. Il papa, con la bolla Summis Desiderantes Affectibus, affermò la pericolosità della stregoneria, chiedendo di dare il via a una caccia radicale per estirpare il fenomeno. Institor e Sprenger nel loro testo Malleus Maleficarum ("Il Martello delle streghe"), analizzarono e descrissero il mondo della stregoneria spiegando agli inquisitori con chi avevano realmente a che fare.


Nota di Lunaria: Il Malleus Maleficarum è compendiato qui:




Anche Milano non tardò a conformarsi alla nuova direzione presa dalla Chiesa. I persecutori divennero più abietti. La tortura divenne un mezzo di estorsione considerato normale. Una donna su cui cadesse il sospetto di stregoneria era finita. E il sospetto non era difficile da generare. Era sufficiente che qualcuno entrasse in chiesa  e segnasse il nome della donna in questione su un foglietto che imbucava in un'apposita casella per le delazioni. La donna veniva prelevata e portata davanti al tribunale. Qui, in presenza di un giudice e di un avvocato che difficilmente diceva qualcosa, la donna veniva sottoposta a un primo interrogatorio, nel corso del quale, a meno che non rilasciasse una piena confessione, si stabiliva che la donna doveva subire la tortura. La donna era allora condotta dove avvenivano i supplizi. Esistevano oltre 600 sistemi di tortura codificati in testi riservati ai carnefici, sistemi che consentivano di far provare loro dolore oltre ogni misura. Le imputate erano anzitutto spogliate e rasate completamente per metterle in un totale stato di inferiorità psicologica (Nota di Lunaria: e per ricercare il "sigillum diaboli" ovvero qualsiasi segno strano della pelle - nei, voglie, cicatrici - che "indicasse la prova" che l'imputata aveva stretto un patto diabolico con il Diavolo). Non di rado venivano stuprate dai loro carcerieri.
Dopo poche sessioni di tortura tutte le donne confessavano qualunque cosa venisse loro ordinato di confessare.
Il giorno della condanna la donna era tradotta verso piazza Vetra, legata sopra un carro, con in testa una mitra su cui erano scritte le sue colpe, oppure legata su un asino, seduta al contrario. Il corteo passava lungo l'attuale via delle Pioppette, dove c'era un ponte che attraversava il torrente Vetra, conosciuto come Ponte dei Sospiri perché attraversato quasi esclusivamente dai condannati a morte. Lungo la strada, la strega veniva frustata dal boia e il più delle volte denudata per rendere lo spettacolo ancora più gustoso e lubrico per la gente che veniva da tutta la provincia per assistervi. Le esecuzioni erano un grande affare per molti: per chi costruiva il palco dell'esecuzione, le panche per gli spettatori, per chi procurava fascine e tronchi per i roghi, persino per chi affittava i balconi delle case per far assistere meglio allo spettacolo e locande e osterie dove chi veniva da fuori si fermava a mangiare e dormire.
L'ultima esecuzione di una strega avvenuta a Milano risale al 1641. L'Inquisizione accusò, torturò e bruciò donne per quasi 300 anni.


METTIAMO LE PROVE, PRIMA CHE QUALCHE CATTOLICO METTA IN DUBBIO, ABBIA DA CRITICARE, OFFENDERE, ECC.




Una breve nota: Carlo Borromeo, nel primo concilio provinciale da lui convocato, nel 1565, insistette parecchio sul problema della stregoneria, inasprendo le pene per chi la praticava e chiedendo l'approvazione di un decreto appositamente studiato. La prima vittima a cadere sotto il suo implacabile tallone si chiamava Domenica di Scappi, conosciuta da tutti come "la Gioggia". Presto se ne aggiunsero molte altre, come le otto streghe processate a Lecco nel 1569. Sembra che Borromeo presenziò di persona a tutte le fasi del processo.


Chiudo dedicando un pensiero all'ultima "strega" bruciata in Svizzera dalla follia cristiana: Anna Göldi https://intervistemetal.blogspot.com/2018/08/svizzera-le-origini-pagane.html
Vedi anche: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/10/la-crone-laspetto-terrifico-e-saggio.html