Raving Season (Dreaming Doom/Gothic Metal)
1) Ciao Ragazzi! Presentatevi ai nostri lettori!
Ciao a tutti! Siamo i Raving Season, una band metal di Roma. Difficile definire con un solo genere il nostro stile: ci piace definirlo dreaming doom/gothic, per rendere omaggio al genere di musica che ci ispira ma a cui non ci rifacciamo in modo troppo fedele. Ciò che c’è in noi di sognante è l’atmosfera delle canzoni, spesso sospese fra realtà e mondo onirico, ma anche la speranza che teniamo stretta a noi e traspare nelle nostre canzoni, anche se è continuamente messa a dura prova dalla vita.
Una delle nostre particolarità è quella di avere due frontwomen dagli stili decisamente contrastanti, voce pulita/lirica una e growl l’altra, ma che si intrecciano insieme nella musica, riuscendo a descrivere ogni sentimento forte e coinvolgente.
2) Per prima cosa, non posso che chiedervi che significato ha il vostro monicker, e perchè lo avete scelto.
Il nome del gruppo è l’incontro di due parole pensate una da Federica e l’altra da Judith. “Raving” è inteso come “delirio”, facendo riferimento allo spirito personale del gruppo che parla di sé e si esprime senza filtrare troppo la propria creatività. Suoniamo, cantiamo e urliamo ciò che nella vita non può essere sussurrato.
“Season” invece è la stagione, ovvero ogni fase della vita, è ogni nuovo cambiamento per la mente e per il cuore. In ognuna di queste fasi vogliamo esprimere liberamente qualsiasi dolore, tristezza, rabbia e odio, trasformandoli in qualcosa di positivo.
3) Prima di parlare del vostro stile musicale, e del vostro album, vorrei che ripercorreste il vostro curriculum vitae come band: quando vi siete formati, primi passi, demo ecc.
I Raving Season si sono formati nel 2005 a Roma dall’ incontro delle due cantanti con Sergio, con l’intenzione di creare una band death/doom, ma che fosse aperta a tutte le influenze di ogni singolo membro.
Abbiamo avuto diversi cambi di line up e, dopo una pausa in cui non abbiamo suonato insieme, nel 2008 abbiamo contattato Marco, un nostro vecchio amico, per entrare nel gruppo come seconda chitarra. Siamo così riusciti a dare vita al nostro primo EP, “the brightness of my disaster”, che ha racchiuso un po’ tutte le nostre influenze musicali di base.
Dall’uscita dell’EP abbiamo cambiato molti batteristi e bassisti per diversi motivi, poi abbiamo deciso di suonare con musicisti session che rispettino esattamente le nostre esigenze, almeno finché non troveremo le persone giuste che possano entrare stabilmente nel gruppo.
Dopo molto lavoro, nel 2013 siamo riusciti a dare alla luce il nostro primo full-lenght “Amnio”, registrato al Lemonhead Studio di Federico Truzzi a Carpi, masterizzato poi dal Priory Recording Studio di Greg Chandler (Esoteric), mentre l’artwork del disco è stato egregiamente curato da Adhiira Art.
C’è voluto molto tempo per terminare il lavoro… Abbiamo avuto moltissimi problemi e siamo stati anche estremamente minuziosi per ogni cosa, ma quello che ne è uscito ci ha veramente soddisfatti molto.
Ora abbiamo già diverse cose in cantiere e ovviamente siamo pronti a sorprendere nuovamente il pubblico e noi stessi in primis.
4) Per chi ancora non vi conoscesse, direi che proponete un Gothic Metal legato alla prima scuola (suoni pesanti, tempi quasi Doom, voce femminile angelica e growls maschili); piacereste sicuramente a chi apprezza i My Dying Bride, i Draconian di "Arcane Rain Fell" e "The Burning Halo", i primissimi Lacuna Coil di song come "Shallow End" e "No Need to Explain", i Penumbra di "Emanate", i Sirrah, The Sins of Thy Beloved, i The Gathering di "Mandylion", i Tristania di "Widow's Weeds", i Katatonia di "Dance of December Souls" e gli Anathema di "The Silent Enigma".
Voi come definireste il vostro stile? Indubbiamente questo genere di approccio così fedele ai dettami anche più estremi della vecchia scuola - penso alle vocals maschili, a certi arrangiamenti strumentali tombali, che emergono dal vostro sound, tanto che l'unico "raggio di luce" che squarcia le tenebre sono le vocals femminili da sirena che aleggiano su tutta quella cappa oscura e dolente -, è sicuramente una scelta controcorrente, in tempi dove a essere etichettati come Gothic sono Him/Nightwish... Anzi, quelle stesse band che partirono con un Gothic pesante e difficilmente "commercializzabile", hanno fatto una pessima fine (i Tristania, o i casi ancora più tristi di Lacuna Coil e Macbeth) se non cambiando totalmente genere (Theatre of Tragedy, The Gathering, Katatonia, Anathema, Paradise Lost...). Che ne pensate?
Mah, guarda..
noi non abbiamo mai deciso di voler fare un determinato genere, semplicemente come tutti i gruppi si inizia proponendo un sound di cui si è più influenzati, poi sta al gruppo a decidere se portare avanti quella scelta o decidere di spaziare senza troppi limiti.
tutte le influenze sono semplicemente una sfaccettatura della nostra musica, di fatti siamo i primi a non etichettarci in nessun genere. a noi non piace e non cerchiamo di essere perforza commerciali per vendere o farci conoscere dippiù.
suoniamo quello che ci piace suonare e cercheremo senza dubbio ogni futuro disco di evolvere il nostro sound per farlo sempre più nostro.
5) Da "Amnio" avete tratto il video-lyrics di "My Last Murderer". è un video molto surreale, dove a immagini di spazi siderei e profondi si alternano immagini quasi di "vivisezione" di corpi umani... Perchè questa scelta, che ammanta tutto il video di un senso di disfacimento nichilistico della materia, anche perchè contrapposta allo spazio immenso e "insensibile" di fronte alle miserie umane, tanto che l'uomo di fronte al silenzio del Cosmo (Dio) appare quasi come pulviscolo disperso al vento?
Il video di My Last Murderer riprende innanzitutto l’artwork di Amnio, che contiene tutti gli elementi da te citati. Abbiamo voluto insistere su questo tema per il video perché quelle immagini si sposano molto bene col testo della canzone che si possono leggere mentre scorrono le immagini.
La canzone parla di una fiducia tradita, in particolare della fiducia di una giovane donna che, piena di amore e speranze, farebbe di tutto per essere ricambiata, ma quello che ottiene è uno svilimento che la trasforma in un inutile oggetto da buttare, in un ammasso di pezzi anatomici senza anima.
La prima reazione è quella di sentirsi così come viene trattata e annichilirsi di fronte a questa svalutazione, ma di colpo si fa forza, può guardare dall’alto il suo carnefice, elevarsi fino al cielo per maledirlo perché solo dopo aver toccato il fondo è finalmente consapevole che ora è più forte e sa di non meritare questa umiliazione.
6) Potete parlarci di "Amnio"? Cosa vuol dire il titolo? Tra l'altro anche la stessa cover mostra lo spazio - si vedono perfino le costellazioni - e in primo piano, un disturbante connubio di corpi intrecciati l'uno all'altro, in modo quasi grottesco (non vediamo neppure le teste); ai loro piedi, le lettere "alfa" e "omega"... si collega alle tematiche affrontate all'interno del cd?
Innanzitutto ci sono voluti quasi due anni di lavoro per dare alla luce "Amnio" e tanto per terminare i lavori. Un parto, quindi non c’era titolo migliore.
Amnio in natura è l'elemento che avvolge la nascita di un figlio, che lo prepara alla vita, per noi vuol dire dare inizio ad una nuova “stagione”, decidendo in modo molto naturale di modificare il nostro sound rispetto all’EP, sperimentando molto, senza chiuderci troppo su un determinato genere. Amnio è un mix totale di quello che la vita ti può presentare… E’ un disco da sentire dall’inizio alla fine e più di una volta per essere compreso al meglio.
Sicuramente per il prossimo album cambieremo nuovamente pelle, ci piace sperimentare e spingerci sempre in campi diversi… Ogni volta una nuova “stagione”.
Direi che la cover più che essere collegata alle tematiche del cd è parte di esse, è uno sfondo che le racchiude tutte, perché mantiene l’atmosfera sognante, un po’ sospesa nel cielo, con le stelle che mostrano un cammino con la loro luce, ma allo stesso tempo segnano il nostro destino, in cui ci intrecciamo perdendo le nostre forme, come corpi che si frantumano pur di tenere stretto con tutta la forza ciò a cui tengono.
7) Vi siete già esibiti live?
Dopo la nascita di Amnio ci siamo esibiti una volta a Salerno e due a Roma. Avremmo voluto fare di meglio, ma altri cambi di formazione e impegni personali ci hanno rallentato.
Speriamo di rifarci presto, perché adoriamo il palco, l’atmosfera che si crea e il supporto che ci mostra il pubblico, specialmente gli appassionati che ci seguono e che non finiremo mai di ringraziare! Ci piacerebbe anche allontanarci da Roma e portare i Raving Season ovunque sia possibile, sarebbe bello un tour in estate, magari un festival… Per ora sono solo idee, ma seguite gli aggiornamenti sul nostro facebook (https://www.facebook.com/RavingSeasonOfficial) e veniteci a sentire!!!
8) Concludete a vostro piacimento la nostra intervista!
Vorremmo concludere innanzitutto ringraziando chi ha letto questa intervista, ma anche a chi l’ha fatta: è stata molto interessante e sentita.
Abbiamo già ringraziato chi ci segue da tempo, per cui non ci resta che invitare all’ascolto chiunque non ci ha sentito ma è curioso di farlo!
Ciao a tutti! Siamo i Raving Season, una band metal di Roma. Difficile definire con un solo genere il nostro stile: ci piace definirlo dreaming doom/gothic, per rendere omaggio al genere di musica che ci ispira ma a cui non ci rifacciamo in modo troppo fedele. Ciò che c’è in noi di sognante è l’atmosfera delle canzoni, spesso sospese fra realtà e mondo onirico, ma anche la speranza che teniamo stretta a noi e traspare nelle nostre canzoni, anche se è continuamente messa a dura prova dalla vita.
Una delle nostre particolarità è quella di avere due frontwomen dagli stili decisamente contrastanti, voce pulita/lirica una e growl l’altra, ma che si intrecciano insieme nella musica, riuscendo a descrivere ogni sentimento forte e coinvolgente.
2) Per prima cosa, non posso che chiedervi che significato ha il vostro monicker, e perchè lo avete scelto.
Il nome del gruppo è l’incontro di due parole pensate una da Federica e l’altra da Judith. “Raving” è inteso come “delirio”, facendo riferimento allo spirito personale del gruppo che parla di sé e si esprime senza filtrare troppo la propria creatività. Suoniamo, cantiamo e urliamo ciò che nella vita non può essere sussurrato.
“Season” invece è la stagione, ovvero ogni fase della vita, è ogni nuovo cambiamento per la mente e per il cuore. In ognuna di queste fasi vogliamo esprimere liberamente qualsiasi dolore, tristezza, rabbia e odio, trasformandoli in qualcosa di positivo.
3) Prima di parlare del vostro stile musicale, e del vostro album, vorrei che ripercorreste il vostro curriculum vitae come band: quando vi siete formati, primi passi, demo ecc.
I Raving Season si sono formati nel 2005 a Roma dall’ incontro delle due cantanti con Sergio, con l’intenzione di creare una band death/doom, ma che fosse aperta a tutte le influenze di ogni singolo membro.
Abbiamo avuto diversi cambi di line up e, dopo una pausa in cui non abbiamo suonato insieme, nel 2008 abbiamo contattato Marco, un nostro vecchio amico, per entrare nel gruppo come seconda chitarra. Siamo così riusciti a dare vita al nostro primo EP, “the brightness of my disaster”, che ha racchiuso un po’ tutte le nostre influenze musicali di base.
Dall’uscita dell’EP abbiamo cambiato molti batteristi e bassisti per diversi motivi, poi abbiamo deciso di suonare con musicisti session che rispettino esattamente le nostre esigenze, almeno finché non troveremo le persone giuste che possano entrare stabilmente nel gruppo.
Dopo molto lavoro, nel 2013 siamo riusciti a dare alla luce il nostro primo full-lenght “Amnio”, registrato al Lemonhead Studio di Federico Truzzi a Carpi, masterizzato poi dal Priory Recording Studio di Greg Chandler (Esoteric), mentre l’artwork del disco è stato egregiamente curato da Adhiira Art.
C’è voluto molto tempo per terminare il lavoro… Abbiamo avuto moltissimi problemi e siamo stati anche estremamente minuziosi per ogni cosa, ma quello che ne è uscito ci ha veramente soddisfatti molto.
Ora abbiamo già diverse cose in cantiere e ovviamente siamo pronti a sorprendere nuovamente il pubblico e noi stessi in primis.
4) Per chi ancora non vi conoscesse, direi che proponete un Gothic Metal legato alla prima scuola (suoni pesanti, tempi quasi Doom, voce femminile angelica e growls maschili); piacereste sicuramente a chi apprezza i My Dying Bride, i Draconian di "Arcane Rain Fell" e "The Burning Halo", i primissimi Lacuna Coil di song come "Shallow End" e "No Need to Explain", i Penumbra di "Emanate", i Sirrah, The Sins of Thy Beloved, i The Gathering di "Mandylion", i Tristania di "Widow's Weeds", i Katatonia di "Dance of December Souls" e gli Anathema di "The Silent Enigma".
Voi come definireste il vostro stile? Indubbiamente questo genere di approccio così fedele ai dettami anche più estremi della vecchia scuola - penso alle vocals maschili, a certi arrangiamenti strumentali tombali, che emergono dal vostro sound, tanto che l'unico "raggio di luce" che squarcia le tenebre sono le vocals femminili da sirena che aleggiano su tutta quella cappa oscura e dolente -, è sicuramente una scelta controcorrente, in tempi dove a essere etichettati come Gothic sono Him/Nightwish... Anzi, quelle stesse band che partirono con un Gothic pesante e difficilmente "commercializzabile", hanno fatto una pessima fine (i Tristania, o i casi ancora più tristi di Lacuna Coil e Macbeth) se non cambiando totalmente genere (Theatre of Tragedy, The Gathering, Katatonia, Anathema, Paradise Lost...). Che ne pensate?
Mah, guarda..
noi non abbiamo mai deciso di voler fare un determinato genere, semplicemente come tutti i gruppi si inizia proponendo un sound di cui si è più influenzati, poi sta al gruppo a decidere se portare avanti quella scelta o decidere di spaziare senza troppi limiti.
tutte le influenze sono semplicemente una sfaccettatura della nostra musica, di fatti siamo i primi a non etichettarci in nessun genere. a noi non piace e non cerchiamo di essere perforza commerciali per vendere o farci conoscere dippiù.
suoniamo quello che ci piace suonare e cercheremo senza dubbio ogni futuro disco di evolvere il nostro sound per farlo sempre più nostro.
5) Da "Amnio" avete tratto il video-lyrics di "My Last Murderer". è un video molto surreale, dove a immagini di spazi siderei e profondi si alternano immagini quasi di "vivisezione" di corpi umani... Perchè questa scelta, che ammanta tutto il video di un senso di disfacimento nichilistico della materia, anche perchè contrapposta allo spazio immenso e "insensibile" di fronte alle miserie umane, tanto che l'uomo di fronte al silenzio del Cosmo (Dio) appare quasi come pulviscolo disperso al vento?
Il video di My Last Murderer riprende innanzitutto l’artwork di Amnio, che contiene tutti gli elementi da te citati. Abbiamo voluto insistere su questo tema per il video perché quelle immagini si sposano molto bene col testo della canzone che si possono leggere mentre scorrono le immagini.
La canzone parla di una fiducia tradita, in particolare della fiducia di una giovane donna che, piena di amore e speranze, farebbe di tutto per essere ricambiata, ma quello che ottiene è uno svilimento che la trasforma in un inutile oggetto da buttare, in un ammasso di pezzi anatomici senza anima.
La prima reazione è quella di sentirsi così come viene trattata e annichilirsi di fronte a questa svalutazione, ma di colpo si fa forza, può guardare dall’alto il suo carnefice, elevarsi fino al cielo per maledirlo perché solo dopo aver toccato il fondo è finalmente consapevole che ora è più forte e sa di non meritare questa umiliazione.
6) Potete parlarci di "Amnio"? Cosa vuol dire il titolo? Tra l'altro anche la stessa cover mostra lo spazio - si vedono perfino le costellazioni - e in primo piano, un disturbante connubio di corpi intrecciati l'uno all'altro, in modo quasi grottesco (non vediamo neppure le teste); ai loro piedi, le lettere "alfa" e "omega"... si collega alle tematiche affrontate all'interno del cd?
Innanzitutto ci sono voluti quasi due anni di lavoro per dare alla luce "Amnio" e tanto per terminare i lavori. Un parto, quindi non c’era titolo migliore.
Amnio in natura è l'elemento che avvolge la nascita di un figlio, che lo prepara alla vita, per noi vuol dire dare inizio ad una nuova “stagione”, decidendo in modo molto naturale di modificare il nostro sound rispetto all’EP, sperimentando molto, senza chiuderci troppo su un determinato genere. Amnio è un mix totale di quello che la vita ti può presentare… E’ un disco da sentire dall’inizio alla fine e più di una volta per essere compreso al meglio.
Sicuramente per il prossimo album cambieremo nuovamente pelle, ci piace sperimentare e spingerci sempre in campi diversi… Ogni volta una nuova “stagione”.
Direi che la cover più che essere collegata alle tematiche del cd è parte di esse, è uno sfondo che le racchiude tutte, perché mantiene l’atmosfera sognante, un po’ sospesa nel cielo, con le stelle che mostrano un cammino con la loro luce, ma allo stesso tempo segnano il nostro destino, in cui ci intrecciamo perdendo le nostre forme, come corpi che si frantumano pur di tenere stretto con tutta la forza ciò a cui tengono.
7) Vi siete già esibiti live?
Dopo la nascita di Amnio ci siamo esibiti una volta a Salerno e due a Roma. Avremmo voluto fare di meglio, ma altri cambi di formazione e impegni personali ci hanno rallentato.
Speriamo di rifarci presto, perché adoriamo il palco, l’atmosfera che si crea e il supporto che ci mostra il pubblico, specialmente gli appassionati che ci seguono e che non finiremo mai di ringraziare! Ci piacerebbe anche allontanarci da Roma e portare i Raving Season ovunque sia possibile, sarebbe bello un tour in estate, magari un festival… Per ora sono solo idee, ma seguite gli aggiornamenti sul nostro facebook (https://www.facebook.com/RavingSeasonOfficial) e veniteci a sentire!!!
8) Concludete a vostro piacimento la nostra intervista!
Vorremmo concludere innanzitutto ringraziando chi ha letto questa intervista, ma anche a chi l’ha fatta: è stata molto interessante e sentita.
Abbiamo già ringraziato chi ci segue da tempo, per cui non ci resta che invitare all’ascolto chiunque non ci ha sentito ma è curioso di farlo!
Collegio Lunare (Post Rock/Screamo/Alternative Rock)
1) Ciao Ragazzi! Per prima cosa presentatevi ai nostri lettori!
Ciao Lunaria! Innanzitutto grazie per l'opportunità e l'interessamento.
Il Collegio Lunare nasce nel 2012, con l'intento di dare libera espressione a immagini e stati d'animo che da lungo tempo chiedevano di realizzarsi in una forma concreta. Il proprio mondo interiore, se opportunamente indagato, essendo qualcosa di multiforme e in continua trasformazione, così è e sarà la nostra musica: mai fissa su degli schemi, un continuo solve et coagula di elementi diversi e contrastanti.
2) Avete un monicker particolare: Collegio Lunare.
Il collegio è sempre sinonimo di severità, "inquadramento", persino di gabbia... da piccola ricordo che i miei mi facevano paura dicendomi che se non avessi fatto la brava, mi avrebbero "messo in collegio"!
Siamo abituati a pensare al collegio un po' come lo si vede nei cartoni, tipo "Heidi", con la signorina Rottermeier...
Cos'è un Collegio Lunare? Un istituto dove si insegna a sognare, accettando la parte onirica, magari al femminile, che è proprio connessa alla Luna (e alle Dee Lunari)? Mi piace anche come avete reso il logo! Stilizzato e semplice, ma d'effetto!
Antonio: Apprezzo tantissimo la tua interpretazione, molto vicina all'idea che l'ha generato. Componiamo sempre partendo da immagini e atmosfere, di cui la musica è una naturale conseguenza e, per quanto riguarda il monicker, volevo proprio veicolare un'immagine forte. Qualcosa di molto particolare che stimolasse la fantasia. E' arrivato spontaneamente, senza rifletterci, ma non "per caso". Il "collegio", come dici tu, può essere quello spazio interiore in cui l'immaginazione è "imbrigliata", educata con disciplina e poi lasciata libera di esprimersi. Il nesso tra Luna, mondo onirico e l'aspetto femminile non è affatto peregrino: se leggi i nostri testi, noterai che la figura femminile è spesso richiamata e cercata. Il tutto è influenzato anche da letture e studi compiuti negli anni, a tema esoterico-spirituale. Di là da ogni spiegazione, le immagini non necessitano di parole per sortire il loro effetto.
Gianluca: In effetti il logo volevo trasmettesse proprio l'idea di semplicità "spontanea" che devono dare i nostri pezzi, che pur essendo molto complessi e ben strutturati hanno radici molto "sentimentali". Il tutto rispecchia comunque la mia propensione ad uno stile grafico essenziale ma al tempo stesso ricercato, infatti per i miei artwork relativi ai Collegio Lunare mi ispiro allo stile del fumetto underground, ad autori come Robert Crumb e Art Spiegelman, anche se sono ben lontano dalla perfezione raggiunta da questi ultimi. Non escludiamo comunque nei prossimi lavori di rivisitare il nostro stile, che non solo sarà possibile vedere in evoluzione, ma completamente cambiato in base a quella che sarà la nostra musica.
3) So che vi siete formati nel 2012... potete riepilogarci il vostro curriculum vitae, come artisti e membri fondatori della band?
Francesco: La band si è formata come dicevi tu, nel Giugno 2012, per opera mia. Era un progetto cui pensavo da anni, tuttavia non ero mai riuscito a trovare le persone adatte, complice anche una distesa di ragazzi che si limitano a suonare roba trita e ritrita, lontana da quelli che erano i miei obiettivi musicali. Ho trascorso momenti in cui non riuscivo più a credere di poter trovare le persone giuste, sembrava una sorta di love story finita male che invece, nonostante alcuni problemi di percorso, credo ci stia regalando buone soddisfazioni.
Gianluca: Io ho avuto un pò di esperienze con gruppi che in effetti sono rimasti in ambito amatoriale, e solo con un gruppo (Hotel Star, nome preso da un ostello slovacco) ho suonato un paio di date live. Per il resto i progetti più proficui alla quale ho collaborato sono gli Scratchyard (con Francesco Nasti, ex cantante/chitarrista dei Collegio) e con i Collegio Lunare appunto, sin dalla prima formazione.
Antonio: I Collegio sono la mia prima vera e propria esperienza di gruppo. In precedenza ho composto, per lungo tempo, da solo aiutandomi con i software per scrivere gli arrangiamenti dei vari strumenti e aprendo un canale soundcloud per tastare il terreno.
Insomma, dopo l'assestamento della formazione, abbiamo rifinito i primi brani e registrato la demo. Dopodiché abbiamo continuato la composizione, intervellata da qualche data live, fino alla registrazione e pubblicazione dell'EP. In concomitanza con questa release, il cantante ha lasciato la band per motivi personali. Ragion per cui siamo ora alla ricerca di nuovi membri. Nel frattempo continua la composizione di nuovi brani per quello che sarà il prossimo lavoro.
4) Per dare un'idea del vostro genere ai lettori, per quello che ho avuto modo di sentire di voi ("Carioca" e "Proust") vi definirei dei Placebo (quelli del primissimo periodo, "Placebo" e "Without You I'm Nothing", soprattutto) più progressivi e strutturali.
Voi vi definite post rock e screamo. Potete definire meglio il vostro sound? Io confesso la mia totale ignoranza sulla scena screamo... gli unici due nomi che forse mi vengono in mente e che ho ascoltato a grandi linee, nella scena metalcore/post metalcore sono Bring Me The Horizon e gli italiani PTSD... Voi in effetti utilizzate anche lo scream, in alternanza con le clean vocals... Più in generale, giusto per dare un'idea ai nostri lettori, potete citare le vostre fonti d'ispirazione?
Francesco: Siamo dei ragazzi davvero molto versatili sul lato musicale e ci riesce naturale scovare nuovi gruppi e nuove sonorità, credo che questo sia un buon punto di forza necessario al nostro obiettivo, che è quello di creare un sound il più personale possibile. Molti non immaginano quanta creatività possa venir fuori dal non imporsi barriere, non soltanto musicali. In verità i Placebo non li ho mai considerati tra le nostre principali influenze, il loro unico album che ascolto con continuità è proprio il primo ed ora che ci penso qualcosina di quel disco c'è. Quando le persone ci chiedono cosa suoniamo andiamo sempre in difficoltà, perché credo che pur avendo molte influenze, tante etichette che rispettano le stesse non sono del tutto esatte con quello che proponiamo, quindi finiamo per dare delle indicazioni "generiche". Tra le influenze principali della scena Rock e dintorni metterei The Beatles, Sonic Youth, Slowdive, Pink Floyd, Slint, The Smiths, Motorpsycho, King Crimson, Faith No More, My Bloody Valentine, The Jesus and Mary Chain, The Velvet Underground, ma ci ispirano e ci influenzano anche artisti che apparentemente, nella nostra musica non riesci a cogliere. E' il caso di John Lennon, Robert Fripp, Paul McCartney, Johnny Marr, David Bowie o addirittura gruppi come i Meshuggah, i Periphery, i Black Sabbath, i Death e gli Slipknot (Cui sarò sempre grato, essendo stato il gruppo che molti anni fa mi ha fatto capire di voler suonare).
Particolare ruolo nelle influenze che tengo a citare lo regalano anche i Verdena, un gruppo che stimiamo tantissimo musicalmente, perché in Italia hanno portato una piccola grande rivoluzione con i loro ultimi lavori, sia a livello umano. Livello, quest'ultimo, che spesso gioca un ruolo pari a quello
musicale, anche se a volte non tutti gli esempi sono positivi...vedi un Charles Manson.
5) Avete appena fatto uscire il primo Ep "Tropical": potete parlarci della genesi relativa a questo lavoro? Già il titolo è un po' "curioso". Perchè "Tropical"? è un concept? Una vostra canzone si intitola "Proust". Perchè avete scelto questo autore?
Antonio: La composizione di Tropical è cominciata subito dopo le registrazioni della demo. L'idea iniziale era di fare un album vero e proprio ma, per motivi economici e pratici, abbiamo optato per il formato EP. Alcuni brani sono nati e cresciuti in sala prove, altri sono stati composti in solitaria sede, rispolverati e rifiniti assieme; "Robert Burton", ad esempio, è un brano che scrissi, in buona parte, nel 2008.
Non si tratta di un concept vero e proprio, ma dei temi e sensazioni percorrono tutti e cinque i brani: la figura femminile, l'abbandono, il mare, il passato e una certa nostalgia di esso. Perchè "Tropical"? Come per il monicker, il titolo è arrivato da sé e, a conti fatti, si sposa perfettamente con quanto sopra: un uomo su un'isoletta, abbandonato a sé stesso.
Il nome del brano è "Heartbreaking Proust", ed è stato scritto dal nostro, ormai ex, cantante. Posso dirti che il pezzo è stato ispirato dalla lettura della sua opera più famosa "Alla ricerca del tempo perduto" e dal meccanismo della memoria involontaria che, in questo caso, riconduce ad un passato amore non corrisposto.
6) Avete già avuto modo di suonare live? Pensate di realizzare qualche video?
Fino ad ora abbiamo suonato, in tutto, quattro volte. Qui a Napoli la situazione live non è proprio idilliaca, specialmente se non si appartiene a qualche "scena" o "famiglia", in altri casi si rischia di essere vittime di organizzatori un po' "maldestri". Dopo mesi, abbiamo un'altra data in arrivo il 22 Marzo, allo Spazio ME-ti (www.facebook.com/pages/Spazio-Me-Ti) in compagnia dei nostri amici Hana-Bi (www.facebook.com/hanabi.rockband), freschi di una demo appena uscita che vi consigliamo di ascoltare.
Ci piacerebbe realizzare un video per uno dei brani del prossimo lavoro (già in fase avanzata di scrittura). Ci stiamo già pensando, ma tutto dipenderà dai mezzi a disposizione.
7) Concludete a vostro piacimento la nostra intervista!
Grazie davvero per l'opportunità concessaci!
Per chi è interessato ad ascoltarci:
http://collegiolunare.bandcamp.com/
www.facebook.com/CollegioLunareOfficial
billybisley.deviantart.com (per gli artwork)
e un grazie a Richard McSundy per le foto
www.facebook.com/richard.mcsundy
Ciao Lunaria! Innanzitutto grazie per l'opportunità e l'interessamento.
Il Collegio Lunare nasce nel 2012, con l'intento di dare libera espressione a immagini e stati d'animo che da lungo tempo chiedevano di realizzarsi in una forma concreta. Il proprio mondo interiore, se opportunamente indagato, essendo qualcosa di multiforme e in continua trasformazione, così è e sarà la nostra musica: mai fissa su degli schemi, un continuo solve et coagula di elementi diversi e contrastanti.
2) Avete un monicker particolare: Collegio Lunare.
Il collegio è sempre sinonimo di severità, "inquadramento", persino di gabbia... da piccola ricordo che i miei mi facevano paura dicendomi che se non avessi fatto la brava, mi avrebbero "messo in collegio"!
Siamo abituati a pensare al collegio un po' come lo si vede nei cartoni, tipo "Heidi", con la signorina Rottermeier...
Cos'è un Collegio Lunare? Un istituto dove si insegna a sognare, accettando la parte onirica, magari al femminile, che è proprio connessa alla Luna (e alle Dee Lunari)? Mi piace anche come avete reso il logo! Stilizzato e semplice, ma d'effetto!
Antonio: Apprezzo tantissimo la tua interpretazione, molto vicina all'idea che l'ha generato. Componiamo sempre partendo da immagini e atmosfere, di cui la musica è una naturale conseguenza e, per quanto riguarda il monicker, volevo proprio veicolare un'immagine forte. Qualcosa di molto particolare che stimolasse la fantasia. E' arrivato spontaneamente, senza rifletterci, ma non "per caso". Il "collegio", come dici tu, può essere quello spazio interiore in cui l'immaginazione è "imbrigliata", educata con disciplina e poi lasciata libera di esprimersi. Il nesso tra Luna, mondo onirico e l'aspetto femminile non è affatto peregrino: se leggi i nostri testi, noterai che la figura femminile è spesso richiamata e cercata. Il tutto è influenzato anche da letture e studi compiuti negli anni, a tema esoterico-spirituale. Di là da ogni spiegazione, le immagini non necessitano di parole per sortire il loro effetto.
Gianluca: In effetti il logo volevo trasmettesse proprio l'idea di semplicità "spontanea" che devono dare i nostri pezzi, che pur essendo molto complessi e ben strutturati hanno radici molto "sentimentali". Il tutto rispecchia comunque la mia propensione ad uno stile grafico essenziale ma al tempo stesso ricercato, infatti per i miei artwork relativi ai Collegio Lunare mi ispiro allo stile del fumetto underground, ad autori come Robert Crumb e Art Spiegelman, anche se sono ben lontano dalla perfezione raggiunta da questi ultimi. Non escludiamo comunque nei prossimi lavori di rivisitare il nostro stile, che non solo sarà possibile vedere in evoluzione, ma completamente cambiato in base a quella che sarà la nostra musica.
3) So che vi siete formati nel 2012... potete riepilogarci il vostro curriculum vitae, come artisti e membri fondatori della band?
Francesco: La band si è formata come dicevi tu, nel Giugno 2012, per opera mia. Era un progetto cui pensavo da anni, tuttavia non ero mai riuscito a trovare le persone adatte, complice anche una distesa di ragazzi che si limitano a suonare roba trita e ritrita, lontana da quelli che erano i miei obiettivi musicali. Ho trascorso momenti in cui non riuscivo più a credere di poter trovare le persone giuste, sembrava una sorta di love story finita male che invece, nonostante alcuni problemi di percorso, credo ci stia regalando buone soddisfazioni.
Gianluca: Io ho avuto un pò di esperienze con gruppi che in effetti sono rimasti in ambito amatoriale, e solo con un gruppo (Hotel Star, nome preso da un ostello slovacco) ho suonato un paio di date live. Per il resto i progetti più proficui alla quale ho collaborato sono gli Scratchyard (con Francesco Nasti, ex cantante/chitarrista dei Collegio) e con i Collegio Lunare appunto, sin dalla prima formazione.
Antonio: I Collegio sono la mia prima vera e propria esperienza di gruppo. In precedenza ho composto, per lungo tempo, da solo aiutandomi con i software per scrivere gli arrangiamenti dei vari strumenti e aprendo un canale soundcloud per tastare il terreno.
Insomma, dopo l'assestamento della formazione, abbiamo rifinito i primi brani e registrato la demo. Dopodiché abbiamo continuato la composizione, intervellata da qualche data live, fino alla registrazione e pubblicazione dell'EP. In concomitanza con questa release, il cantante ha lasciato la band per motivi personali. Ragion per cui siamo ora alla ricerca di nuovi membri. Nel frattempo continua la composizione di nuovi brani per quello che sarà il prossimo lavoro.
4) Per dare un'idea del vostro genere ai lettori, per quello che ho avuto modo di sentire di voi ("Carioca" e "Proust") vi definirei dei Placebo (quelli del primissimo periodo, "Placebo" e "Without You I'm Nothing", soprattutto) più progressivi e strutturali.
Voi vi definite post rock e screamo. Potete definire meglio il vostro sound? Io confesso la mia totale ignoranza sulla scena screamo... gli unici due nomi che forse mi vengono in mente e che ho ascoltato a grandi linee, nella scena metalcore/post metalcore sono Bring Me The Horizon e gli italiani PTSD... Voi in effetti utilizzate anche lo scream, in alternanza con le clean vocals... Più in generale, giusto per dare un'idea ai nostri lettori, potete citare le vostre fonti d'ispirazione?
Francesco: Siamo dei ragazzi davvero molto versatili sul lato musicale e ci riesce naturale scovare nuovi gruppi e nuove sonorità, credo che questo sia un buon punto di forza necessario al nostro obiettivo, che è quello di creare un sound il più personale possibile. Molti non immaginano quanta creatività possa venir fuori dal non imporsi barriere, non soltanto musicali. In verità i Placebo non li ho mai considerati tra le nostre principali influenze, il loro unico album che ascolto con continuità è proprio il primo ed ora che ci penso qualcosina di quel disco c'è. Quando le persone ci chiedono cosa suoniamo andiamo sempre in difficoltà, perché credo che pur avendo molte influenze, tante etichette che rispettano le stesse non sono del tutto esatte con quello che proponiamo, quindi finiamo per dare delle indicazioni "generiche". Tra le influenze principali della scena Rock e dintorni metterei The Beatles, Sonic Youth, Slowdive, Pink Floyd, Slint, The Smiths, Motorpsycho, King Crimson, Faith No More, My Bloody Valentine, The Jesus and Mary Chain, The Velvet Underground, ma ci ispirano e ci influenzano anche artisti che apparentemente, nella nostra musica non riesci a cogliere. E' il caso di John Lennon, Robert Fripp, Paul McCartney, Johnny Marr, David Bowie o addirittura gruppi come i Meshuggah, i Periphery, i Black Sabbath, i Death e gli Slipknot (Cui sarò sempre grato, essendo stato il gruppo che molti anni fa mi ha fatto capire di voler suonare).
Particolare ruolo nelle influenze che tengo a citare lo regalano anche i Verdena, un gruppo che stimiamo tantissimo musicalmente, perché in Italia hanno portato una piccola grande rivoluzione con i loro ultimi lavori, sia a livello umano. Livello, quest'ultimo, che spesso gioca un ruolo pari a quello
musicale, anche se a volte non tutti gli esempi sono positivi...vedi un Charles Manson.
5) Avete appena fatto uscire il primo Ep "Tropical": potete parlarci della genesi relativa a questo lavoro? Già il titolo è un po' "curioso". Perchè "Tropical"? è un concept? Una vostra canzone si intitola "Proust". Perchè avete scelto questo autore?
Antonio: La composizione di Tropical è cominciata subito dopo le registrazioni della demo. L'idea iniziale era di fare un album vero e proprio ma, per motivi economici e pratici, abbiamo optato per il formato EP. Alcuni brani sono nati e cresciuti in sala prove, altri sono stati composti in solitaria sede, rispolverati e rifiniti assieme; "Robert Burton", ad esempio, è un brano che scrissi, in buona parte, nel 2008.
Non si tratta di un concept vero e proprio, ma dei temi e sensazioni percorrono tutti e cinque i brani: la figura femminile, l'abbandono, il mare, il passato e una certa nostalgia di esso. Perchè "Tropical"? Come per il monicker, il titolo è arrivato da sé e, a conti fatti, si sposa perfettamente con quanto sopra: un uomo su un'isoletta, abbandonato a sé stesso.
Il nome del brano è "Heartbreaking Proust", ed è stato scritto dal nostro, ormai ex, cantante. Posso dirti che il pezzo è stato ispirato dalla lettura della sua opera più famosa "Alla ricerca del tempo perduto" e dal meccanismo della memoria involontaria che, in questo caso, riconduce ad un passato amore non corrisposto.
6) Avete già avuto modo di suonare live? Pensate di realizzare qualche video?
Fino ad ora abbiamo suonato, in tutto, quattro volte. Qui a Napoli la situazione live non è proprio idilliaca, specialmente se non si appartiene a qualche "scena" o "famiglia", in altri casi si rischia di essere vittime di organizzatori un po' "maldestri". Dopo mesi, abbiamo un'altra data in arrivo il 22 Marzo, allo Spazio ME-ti (www.facebook.com/pages/Spazio-Me-Ti) in compagnia dei nostri amici Hana-Bi (www.facebook.com/hanabi.rockband), freschi di una demo appena uscita che vi consigliamo di ascoltare.
Ci piacerebbe realizzare un video per uno dei brani del prossimo lavoro (già in fase avanzata di scrittura). Ci stiamo già pensando, ma tutto dipenderà dai mezzi a disposizione.
7) Concludete a vostro piacimento la nostra intervista!
Grazie davvero per l'opportunità concessaci!
Per chi è interessato ad ascoltarci:
http://collegiolunare.bandcamp.com/
www.facebook.com/CollegioLunareOfficial
billybisley.deviantart.com (per gli artwork)
e un grazie a Richard McSundy per le foto
www.facebook.com/richard.mcsundy
Oniromantic (Gothic Metal)
1) Ciao Ragazzi! è bello sentirvi di nuovo! Come state?
Andy) Ciao Lunaria! E’ sempre un piacere risentirti e rispondere alle tue domande!
2) Per conoscere i vostri primi passi nel mondo della musica, rimando i nostri lettori alla prima intervista che ho avuto modo di realizzare con voi, qualche mese fa, nella quale parlammo del vostro cd "The White Disease", svelandone tutti i retroscena. Ora parliamo invece della vostra situazione attuale! Per mail mi avete raccontato che avete partecipato ad un live: raccontateci la serata!
Mauro) Dopo più di 4 anni di assenza, in cui la vita è cambiata in mille modi e sotto ogni aspetto, è stato strano ritrovarmi a fare qualcosa che, in fondo, è rimasto uguale. Ho ritrovato una parte di me lasciata chiusa in un cassetto per tanto, troppo.
Certo, ora tutti a fare foto e video col cellulare, ma per il resto è stato bello "ritornare".
Andy) E’ stato il primo live in assoluto come Oniromantic. Ciascuno di noi ha avuto l’ultima esperienza on stage diversi anni fa con progetti diversi e poi per un motivo o per l’altro non siamo mai riusciti a dare un supporto in sede live a The White Disease. Ci siamo preparati molto a lungo per poter dare ai live un certo tipo di senso, dovendo risolvere il problema dell’assenza di un chitarrista e di un tastierista. Tastiere in particolare, al momento sono una parte assolutamente fondamentale dei nostri pezzi. Abbiamo quindi optato per riarrangiare al meglio i brani per suonare con una chitarra sola e con delle basi pre-registrate. Ovviamente con tutte le problematiche tecniche del caso che si incontrano le prime volte!
3) A livello tecnico/strumentale, sentite di essere migliorati, di aver imparato qualcosa di nuovo, in rapporto anche a voi stessi, proprio perchè avete avuto modo di "saggiare" la vostra capacità attraverso un vero e proprio evento live? Come già dicevo nella prima intervista, la vostra musica è ascrivibile ad un Gothic Metal alla Sentenced, quindi non "lagnoso/poppeggiante" né "liricheggiante", anzi, vi distinguete proprio per la potenza e l'impatto immediato del sound, e lo dimostrano pezzi diretti e "in your face" come "High Resolution God", "Thin Ice", "Banished from Heaven"... anche quando fate trionfare la melodia e il mood più intimista ("Crimson", "Saturn Hellucination"...), sono sempre sostenuti da una cascata di riff belli potenti... e anche le vocals evitano (grazie al cielo) l'orribile effetto da melassa zuccherosa "ville valiana".... Su disco, in effetti, già suonate molto diretti e sicuri.
Mauro) Ecco, non ti daremo il nuovo cd!!!
Purtroppo, o per fortuna, ci siamo un po' liberati di quella rabbia, sfociata in qualche passaggio metal -spero non cliché- che nei nuovi pezzi è decisamente cambiato, maturato. Anche le mie voci, sperando di non villevaliare" troppo, saranno diverse. Più cupe, credo.
Andy) La roba di Ville Valliana memoria magari la lasciamo volentieri ad altri….
Come sempre abbiamo fatto, cerchiamo di unire il sound più diretto e potente con atmosfere dark e gotiche (alcuni dicono anche “prog” ma io sinceramente mi sento di escludere questa definizione) , sperando di riuscire nell’intento!
Come dice Mauro, stavolta abbiamo “limato” un pò le parti più rabbiose preferendo dare più atmosfera ma ti assicuro che non suonerà zuccheroso.
Dal vivo hanno comunque un bell’impatto. Sicuramente migliorabile, come tutte le cose. Questo metodo di suonare live, con le basi e con tanti effetti, è nuovo per noi, cerchiamo di migliorare di volta in volta.Tutti noi abbiamo sempre suonato con line-up molto classiche a 4 o 5 elementi, quasi sempre con 2 chitarre. Questa volta, oltre alle basi di synth, ci sono solo io come chitarrista. Ho quindi cercato di riarrangiare il meglio possibile i pezzi per 1 chitarra, c’è da uscirne pazzi in alcuni momenti ma...sembra funzionare!
Siamo comunque in cerca di un altro chitarrista proprio perchè siamo sicuri che darebbe ancora più impatto, compattezza e atmosfera in sede live. E io non impazzisco a cambiare 100 suoni in 20 secondi!
4) Visto che ormai sono passati alcuni mesi, vi chiederei di fare un parallelo tra ciò che eravate (e vi aspettavate) al tempo dell'uscita di "The White Disease" e quello che siete (e vi aspettate) ora... Avete qualche rimpianto? Oppure vi ritenete soddisfatti di come procedono le cose? Cosa cambiereste (se cambiereste qualcosa) tornando indietro?
Mauro) Soddisfazione per ciò che abbiamo creato.
Se parliamo invece di "successo", parliamo invece di... Nulla? Cioè: attraverso i nostri canali la gente ha risposto molto bene, spesso entusiasta, con richieste di cd e foto autografati dall'estero, ringraziamenti, piccole cose. Purtroppo però è morta li. A parte piccoli promotori che propongono servizi a pagamento, nulla si è mosso, dall'alto.
Andy) Avrei voluto la possibilità di registrare The White Disease almeno un paio d’annetti prima. Personalmente non cambierei assolutamente nulla. Sono sempre stato più che convinto di cio che ho composto, registrato e fatto! Siamo sicuramente cambiati rispetto ad allora, forse abbiamo ampliato un pò la nostra visione musicale, ma ciò che è rimasto uguale è la nostra voglia di comunicare e trasmettere tutte le emozioni possibile tramite la nostra musica.
Andy) Ciao Lunaria! E’ sempre un piacere risentirti e rispondere alle tue domande!
2) Per conoscere i vostri primi passi nel mondo della musica, rimando i nostri lettori alla prima intervista che ho avuto modo di realizzare con voi, qualche mese fa, nella quale parlammo del vostro cd "The White Disease", svelandone tutti i retroscena. Ora parliamo invece della vostra situazione attuale! Per mail mi avete raccontato che avete partecipato ad un live: raccontateci la serata!
Mauro) Dopo più di 4 anni di assenza, in cui la vita è cambiata in mille modi e sotto ogni aspetto, è stato strano ritrovarmi a fare qualcosa che, in fondo, è rimasto uguale. Ho ritrovato una parte di me lasciata chiusa in un cassetto per tanto, troppo.
Certo, ora tutti a fare foto e video col cellulare, ma per il resto è stato bello "ritornare".
Andy) E’ stato il primo live in assoluto come Oniromantic. Ciascuno di noi ha avuto l’ultima esperienza on stage diversi anni fa con progetti diversi e poi per un motivo o per l’altro non siamo mai riusciti a dare un supporto in sede live a The White Disease. Ci siamo preparati molto a lungo per poter dare ai live un certo tipo di senso, dovendo risolvere il problema dell’assenza di un chitarrista e di un tastierista. Tastiere in particolare, al momento sono una parte assolutamente fondamentale dei nostri pezzi. Abbiamo quindi optato per riarrangiare al meglio i brani per suonare con una chitarra sola e con delle basi pre-registrate. Ovviamente con tutte le problematiche tecniche del caso che si incontrano le prime volte!
3) A livello tecnico/strumentale, sentite di essere migliorati, di aver imparato qualcosa di nuovo, in rapporto anche a voi stessi, proprio perchè avete avuto modo di "saggiare" la vostra capacità attraverso un vero e proprio evento live? Come già dicevo nella prima intervista, la vostra musica è ascrivibile ad un Gothic Metal alla Sentenced, quindi non "lagnoso/poppeggiante" né "liricheggiante", anzi, vi distinguete proprio per la potenza e l'impatto immediato del sound, e lo dimostrano pezzi diretti e "in your face" come "High Resolution God", "Thin Ice", "Banished from Heaven"... anche quando fate trionfare la melodia e il mood più intimista ("Crimson", "Saturn Hellucination"...), sono sempre sostenuti da una cascata di riff belli potenti... e anche le vocals evitano (grazie al cielo) l'orribile effetto da melassa zuccherosa "ville valiana".... Su disco, in effetti, già suonate molto diretti e sicuri.
Mauro) Ecco, non ti daremo il nuovo cd!!!
Purtroppo, o per fortuna, ci siamo un po' liberati di quella rabbia, sfociata in qualche passaggio metal -spero non cliché- che nei nuovi pezzi è decisamente cambiato, maturato. Anche le mie voci, sperando di non villevaliare" troppo, saranno diverse. Più cupe, credo.
Andy) La roba di Ville Valliana memoria magari la lasciamo volentieri ad altri….
Come sempre abbiamo fatto, cerchiamo di unire il sound più diretto e potente con atmosfere dark e gotiche (alcuni dicono anche “prog” ma io sinceramente mi sento di escludere questa definizione) , sperando di riuscire nell’intento!
Come dice Mauro, stavolta abbiamo “limato” un pò le parti più rabbiose preferendo dare più atmosfera ma ti assicuro che non suonerà zuccheroso.
Dal vivo hanno comunque un bell’impatto. Sicuramente migliorabile, come tutte le cose. Questo metodo di suonare live, con le basi e con tanti effetti, è nuovo per noi, cerchiamo di migliorare di volta in volta.Tutti noi abbiamo sempre suonato con line-up molto classiche a 4 o 5 elementi, quasi sempre con 2 chitarre. Questa volta, oltre alle basi di synth, ci sono solo io come chitarrista. Ho quindi cercato di riarrangiare il meglio possibile i pezzi per 1 chitarra, c’è da uscirne pazzi in alcuni momenti ma...sembra funzionare!
Siamo comunque in cerca di un altro chitarrista proprio perchè siamo sicuri che darebbe ancora più impatto, compattezza e atmosfera in sede live. E io non impazzisco a cambiare 100 suoni in 20 secondi!
4) Visto che ormai sono passati alcuni mesi, vi chiederei di fare un parallelo tra ciò che eravate (e vi aspettavate) al tempo dell'uscita di "The White Disease" e quello che siete (e vi aspettate) ora... Avete qualche rimpianto? Oppure vi ritenete soddisfatti di come procedono le cose? Cosa cambiereste (se cambiereste qualcosa) tornando indietro?
Mauro) Soddisfazione per ciò che abbiamo creato.
Se parliamo invece di "successo", parliamo invece di... Nulla? Cioè: attraverso i nostri canali la gente ha risposto molto bene, spesso entusiasta, con richieste di cd e foto autografati dall'estero, ringraziamenti, piccole cose. Purtroppo però è morta li. A parte piccoli promotori che propongono servizi a pagamento, nulla si è mosso, dall'alto.
Andy) Avrei voluto la possibilità di registrare The White Disease almeno un paio d’annetti prima. Personalmente non cambierei assolutamente nulla. Sono sempre stato più che convinto di cio che ho composto, registrato e fatto! Siamo sicuramente cambiati rispetto ad allora, forse abbiamo ampliato un pò la nostra visione musicale, ma ciò che è rimasto uguale è la nostra voglia di comunicare e trasmettere tutte le emozioni possibile tramite la nostra musica.
5) State lavorando a qualcosa di nuovo? Potete anticiparci qualcosa?
Mauro) Ecco, a parte lo spoiler di poco fa, stiamo per registrare un EP a cui, speriamo, seguirà un secondo disco che è pronto, ma a cui mancano soldi.
Andy) Abbiamo talmente tanto nuovo materiale che potremmo registrare, senza scherzi, altri 2 album da 1 ora ciascuno!
Come anticipato da Mauro, a breve registreremo un EP e poi l’album completo.
E’ praticamente gia pronto, abbiamo finito la demo qualche tempo fa. Si chiamerà “Eudemonic” e sarà composto da 9 o 10 pezzi.
Come gia detto in precedenza, sarà tutto molto più cupo e atmosferico, abbiamo rallentato e smussato parti del nostro “carattere musicale”. Questo non vuol dire che suonerà sdolcinato, affatto! Per certi frangenti è decisamente molto pesante e angosciante.
Purtroppo, salvo sorprese, dovremmo autoprodurci. Sarà economicamente molto difficile per noi e c’è il rischio che il tutto rallenti inevitabilmente...E ti assicuro che è davvero frustrante.
6) Concludete a vostro piacimento la nostra intervista!
Mauro) Grazie di nuovo per lo spazio e la pazienza!
Andy) Ti ringraziamo ancora una volta per lo spazio che ci hai concesso e per le sempre interessanti domande!
Invitiamo tutti i lettori ad una delle nostre prossime date in programma, potete essere aggiornati direttamente visitando il nostro sito ufficiale www.oniromantic.com oppure dalla solita pagina facebook www.facebook.com/oniromantic .
SATVRNIA TELLVS (Black Metal Sperimentale/Folk)
1) Ciao e benvenuto! Per prima cosa, presentati ai nostri lettori!
Ciao Lunaria, innanzitutto volevo ringraziarti per il tuo interessamento a S.T. e lo spazio concessomi.
SATVRNIA TELLVS è un progetto nato nel 2009 con l'intento di proporre un tipo di Black Metal non troppo legato alle radici ortodosse dello stesso, sperimentando il più possibile (al massimo delle mie capacità, s'intende). Anche a livello di testi S.T. prende una piega piuttosto eterogenea rispetto al panorama generale.
Il progetto è partito come one-man band e continuerà su questi binari, dal momento che è intimamente connesso con me stesso, ed è quindi l'espressione di una mia crescita e mutamento interiore, cosa che in un gruppo al completo non potrebbe accadere, a mio avviso.
2) Iniziamo dalla più classica delle domande. Satvrnia Tellvs. Come va interpretato e cosa significa il tuo monicker? Saturno è da sempre associato al nero, al negativo, al funebre... Spesso all'autodistruttività e al suicidio. è associato anche al piombo.
Sì esatto, Saturno però ha al contempo un aspetto estremamente positivo, in quanto protettore dell'Età dell'Oro, l'età di massimo splendore e grandezza, anche spirituale. Quindi il nome SATVRNIA TELLVS è da interpretare, almeno all'interno del mio progetto, come un'esaltazione e lode di quel ciclo, che tra tutti i Kalpa è il migliore. Dunque se da un lato Saturno è l'aspetto negativo, che potremmo oggi paragonare al Kali-Yuga attuale, dall'altro egli è anche il signore dell'Età aurea, e quindi si tratta di una critica alla dissoluzione spirituale del mondo moderno ed al contempo un risveglio della coscienza sovra-umana verso la potenza olimpica e solare.
3) Se non sbaglio hai all'attivo due cd: vorrei che tu facessi una sorta di paragone, evidenziando analogie e differenze tra i tuoi due album, che possono essere visti come le tue "carte d'identità artistiche". Come senti di esserti evoluto dall'uno all'altro, anche dal punto di vista concettuale?
ELYSIVM è stato un trampolino di lancio. Essendo il primo album del progetto si tratta di un prodotto non maturo, con debolezze soprattutto musicali. Esso era più orientato su uno stile alla Summoning e L'Ordre du Temple, molto semplice e con poche soluzioni ad effetto, ad eccezione di qualche brano, come nel caso di Parnaso, bonus track del lavoro. Con De Constantia Sapientis invece le cose sono iniziate a cambiare. Ho trovato la mia giusta via, verso la quale ho diretto la mia attenzione e le mie forze, abbandonando uno stile più "epico" e concentrandomi su uno più riflessivo. Mi sono focalizzato di più sulla parte chitarristica, cercando di offrire riffs con svariate soluzioni, a tratti più "progressive" e a tratti più tradizionali, con un utilizzo della tastiera indubbiamente minore ma credo più efficace e maturo.
Concettualmente i due album, pur prendendo strade e tematiche diverse, presentano aspetti comuni: il primo utilizza un simbolismo naturale ed un'allegoria del viaggio (ambedue in maniera molto elementare) per indicare un accrescimento interiore, un "viaggio verso la conoscenza" la cui meta è rappresentata proprio dall'ELYSIVM, il paradiso dove giungono i favoriti degli dèi. In De Costantia Sapientis invece vengono trattati temi riguardanti i dialoghi morali di Seneca, nei quali si cerca di scavare in profondità i veri nemici dell'uomo, che non si trovano all'esterno, ma appunto in sé stessi, e queste sono le passioni negative. Si cerca di smascherarle pian piano, di mostrare i vizi dell'animo umano e cercare di far emergere le virtù, le quali devono avere un ruolo principale nella vita quotidiana. Si tratta di una presa di coscienza di Sé. Si mira a raggiungere la saggezza attraverso la quale abbattere quindi le debolezze e le frivolezze umane. Gli aspetti comuni quindi sono questi: il continuo evolversi interiore; il miglioramento di sé stessi; andare in profondità nelle cose; alimentare continuamente il proprio Spirito; pratiche attraverso le quali riconnettersi con il principio superiore, con l'Unità spirituale, con il proprio Centro.
Un'ultima differenza, questa volta in ambito musicale, è data anche dalla qualità delle registrazioni dei due album. Ambedue sono stati registrati in casa, non in studio. ELYSIVM ha una qualità bassa e rudimentale, che lo valorizza poco, ciò dovuto soprattutto per una mia scarsissima conoscenza all'epoca dell'utilizzo di programmi di registrazione. In seguito ho appreso delle cose in più nell'utilizzo di questi programmi, riuscendo a registrare in una qualità nettamente superiore il secondo album, anche se resta in ogni caso una registrazione non professionale, il cui risultato però mi è molto piaciuto.
Ciao Lunaria, innanzitutto volevo ringraziarti per il tuo interessamento a S.T. e lo spazio concessomi.
SATVRNIA TELLVS è un progetto nato nel 2009 con l'intento di proporre un tipo di Black Metal non troppo legato alle radici ortodosse dello stesso, sperimentando il più possibile (al massimo delle mie capacità, s'intende). Anche a livello di testi S.T. prende una piega piuttosto eterogenea rispetto al panorama generale.
Il progetto è partito come one-man band e continuerà su questi binari, dal momento che è intimamente connesso con me stesso, ed è quindi l'espressione di una mia crescita e mutamento interiore, cosa che in un gruppo al completo non potrebbe accadere, a mio avviso.
2) Iniziamo dalla più classica delle domande. Satvrnia Tellvs. Come va interpretato e cosa significa il tuo monicker? Saturno è da sempre associato al nero, al negativo, al funebre... Spesso all'autodistruttività e al suicidio. è associato anche al piombo.
Sì esatto, Saturno però ha al contempo un aspetto estremamente positivo, in quanto protettore dell'Età dell'Oro, l'età di massimo splendore e grandezza, anche spirituale. Quindi il nome SATVRNIA TELLVS è da interpretare, almeno all'interno del mio progetto, come un'esaltazione e lode di quel ciclo, che tra tutti i Kalpa è il migliore. Dunque se da un lato Saturno è l'aspetto negativo, che potremmo oggi paragonare al Kali-Yuga attuale, dall'altro egli è anche il signore dell'Età aurea, e quindi si tratta di una critica alla dissoluzione spirituale del mondo moderno ed al contempo un risveglio della coscienza sovra-umana verso la potenza olimpica e solare.
3) Se non sbaglio hai all'attivo due cd: vorrei che tu facessi una sorta di paragone, evidenziando analogie e differenze tra i tuoi due album, che possono essere visti come le tue "carte d'identità artistiche". Come senti di esserti evoluto dall'uno all'altro, anche dal punto di vista concettuale?
ELYSIVM è stato un trampolino di lancio. Essendo il primo album del progetto si tratta di un prodotto non maturo, con debolezze soprattutto musicali. Esso era più orientato su uno stile alla Summoning e L'Ordre du Temple, molto semplice e con poche soluzioni ad effetto, ad eccezione di qualche brano, come nel caso di Parnaso, bonus track del lavoro. Con De Constantia Sapientis invece le cose sono iniziate a cambiare. Ho trovato la mia giusta via, verso la quale ho diretto la mia attenzione e le mie forze, abbandonando uno stile più "epico" e concentrandomi su uno più riflessivo. Mi sono focalizzato di più sulla parte chitarristica, cercando di offrire riffs con svariate soluzioni, a tratti più "progressive" e a tratti più tradizionali, con un utilizzo della tastiera indubbiamente minore ma credo più efficace e maturo.
Concettualmente i due album, pur prendendo strade e tematiche diverse, presentano aspetti comuni: il primo utilizza un simbolismo naturale ed un'allegoria del viaggio (ambedue in maniera molto elementare) per indicare un accrescimento interiore, un "viaggio verso la conoscenza" la cui meta è rappresentata proprio dall'ELYSIVM, il paradiso dove giungono i favoriti degli dèi. In De Costantia Sapientis invece vengono trattati temi riguardanti i dialoghi morali di Seneca, nei quali si cerca di scavare in profondità i veri nemici dell'uomo, che non si trovano all'esterno, ma appunto in sé stessi, e queste sono le passioni negative. Si cerca di smascherarle pian piano, di mostrare i vizi dell'animo umano e cercare di far emergere le virtù, le quali devono avere un ruolo principale nella vita quotidiana. Si tratta di una presa di coscienza di Sé. Si mira a raggiungere la saggezza attraverso la quale abbattere quindi le debolezze e le frivolezze umane. Gli aspetti comuni quindi sono questi: il continuo evolversi interiore; il miglioramento di sé stessi; andare in profondità nelle cose; alimentare continuamente il proprio Spirito; pratiche attraverso le quali riconnettersi con il principio superiore, con l'Unità spirituale, con il proprio Centro.
Un'ultima differenza, questa volta in ambito musicale, è data anche dalla qualità delle registrazioni dei due album. Ambedue sono stati registrati in casa, non in studio. ELYSIVM ha una qualità bassa e rudimentale, che lo valorizza poco, ciò dovuto soprattutto per una mia scarsissima conoscenza all'epoca dell'utilizzo di programmi di registrazione. In seguito ho appreso delle cose in più nell'utilizzo di questi programmi, riuscendo a registrare in una qualità nettamente superiore il secondo album, anche se resta in ogni caso una registrazione non professionale, il cui risultato però mi è molto piaciuto.
4) Per dare un'idea del tuo sound, ai nostri lettori, ti accosterei ai Necromantia, sempre "dimenticati", eppure davvero un'ottima band, che aveva comunque un approccio personale al Black (per intenderci: non suonavano come i cloni dei Mayhem/Darkthrone). Direi che anche qualcosa preso dai primi Satyricon o i Thy Serpent di "Christcrusher" (altra band valissima, e chissà perchè, "dimenticata") potrebbe dare un'idea; Hai molti spunti quasi avantgarde (l'intro di "De Constantia Sapientis", "De Otio" e soprattutto "Consolatio ad Marciam") e classici (vedi la chiusura di "De Providentia", per esempio); in alcune delle parti più riflessive e intimiste ti avvicini quasi a delle atmosfere My Dying Bride/primi Anathema. Se ti definissi "Black Metal sperimentale", cosa ne penseresti? Quanto ritieni sia importante sfoderare una personalità ben precisa e riconoscibile, in un genere come il Black, che spesso è affossato in una palude di "miliardesimi cloni dei cloni dei Darkthrone/Dark Funeral"?
Ne sarei molto felice e lusingato! Il mio intento è appunto quello di sperimentare, di offrire una mia visione personale di questo genere. Tento sempre di migliorarmi, trovare soluzioni e spunti differenti. Inoltre apprezzo maggiormente band con una propria personalità (come i citati Necromantia, JANVS, Tronus Abyss, Deathspell Omega, Aborym... giusto per fare qualche nome) piuttosto che le solite scopiazzature da quattro soldi che si vedono tanto in giro. L'importante è appunto avere una personalità riconoscibile, a mio avviso, perché solo così si comprende la qualità di una band e la si può valorizzare. Certo scopiazzare Darkthrone ed similia è semplice ed efficace per chi vuole avere successo e visibilità, ma credo mostri una carenza molto profonda, inoltre così facendo ci si perde nei meandri delle già migliaia di band che usano quel tipo di sound.
5) Ogni tua canzone ha un titolo in Latino. In effetti, hai dedicato il tuo concept a Seneca. Altra cosa che ti fa "spiccare", e parecchio, in una scena spesso ferma a risibili testi adolescenziali pseudo-horror. Puoi parlarcene nello specifico? Hai per caso in mente di trattare altri Autori Latini o Greci, nei tuoi prossimi dischi? Pensi anche di cantare interamente in queste due lingue? In "De Vita Beata" e "De Otio", oltre al classico "screaming" hai scelto di usare anche un tono di voce più solenne e recitato, quasi epico. Trovo sia molto d'effetto.
I titoli delle tracce sono ripresi interamente dai titoli dei dialoghi di Seneca a cui mi sono ispirato. Ogni traccia è propriamente una rappresentazione di uno di quei dialoghi, e ho preferito tenere la forma latina originale, almeno nei titoli, dal momento che credo rendano meglio l'idea. Per me il testo ha una valenza fondamentale in quanto espressione di sé, cosa che però non è tanto comune, purtroppo direi, nell'ambito metal. Spesso si scrivono testi giusto per non "urlare a caso", a quel punto però preferisco i progetti totalmente strumentali.
Per il prossimo album qualche idea c'è. Lavoro molto a questo progetto e qualche concetto di base è già stato tirato giù, prendendo qualche testo come punto di riferimento, ma è ancora troppo presto per poter svelare qualcosa. Posso però dire che sicuramente non riguarderà altri autori latini e greci, ma sarà qualcosa di più "lontano" nello spazio e nel tempo.
Per quanto riguarda la voce, mi piace variare anche lì. In alcuni pezzi è stato d'obbligo narrare più che cantare (in De Otio, per l'appunto o nella parte atmosferica di De Providentia), ed il risultato mi ha subito colpito. E' un modo ulteriore per evocare determinati stati, quasi come se la voce pulita fosse la voce della profondità dell'essere. Sicuramente questa contrapposizione scream/pulito continuerà anche nei prossimi lavori.
6) Anche l'artwork che hai scelto è "inconsueto" da vedere nella scena Black: vediamo questa sorta di anfratto marino... una scogliera dai toni blu e freddi. La prima sensazione che trasmette, è quella della "primordialità", forse persino il panteismo, in una sorta di comunione estatica con l'ambiente naturale. Per quanto riguarda invece "Elysium" hai scelto una meravigliosa distesa di grano baciato dal sole nascente (tutto l'artwork trasmette quasi il calore solare). è davvero una copertina che potrebbe "shoccare" l'ascoltatore medio Black Metal, abituato a vedere sempre e solo cover artwork in bianco e nero a base di cristi sbudellati, croci al contrario e pentagrammi... è molto bello anche il logo, che compare in "Elysium" (mentre in "De Constantia Sapientis" lo hai modificato): accanto al nome, un'aquila in volo e un serpente.
L'artwork mi piace curarlo personalmente. Ogni pagina scelta è valutata con cura, dal momento che mi piace far combaciare un'immagine visiva al testo, in modo da offrire un contatto "diretto" col tutto. In ELYSIVM volevo appunto dare una rappresentazione ideale dei Campi Elisei, un luogo di eterna pace dove la luce solare potesse simboleggiare un'illuminazione profonda, un calore interiore che porti serenità. L'utilizzo del simbolismo per me è molto importante, è un linguaggio assolutamente superiore e capace di esprimere ciò che è inesprimibile con la ragione. Nella copertina di De Constantia Sapientis stesso vi è tutto un simbolismo: l'immutabilità dello Spirito saldo, dell'uomo che raggiunge sé stesso, che non trema e non cede davanti alle avversità della vita materiale, delle preoccupazioni terrene, ma che immobile ed imperturbabile resta sempre in piedi, come la montagna non cede contro l'incalzare degli eventi atmosferici e dei secoli. Il logo attuale, come hai indicato te, è molto diverso rispetto a quello del periodo di ELYSIVM. Qui utilizzai l'aquila ed il serpente perché volevo offrire ulteriori simboli: in Nietzsche l'aquila è il simbolo dell'orgoglio, e stando in alto è anche il simbolo delle potenze superiori; il serpente invece è il simbolo della saggezza, dell'eterno ritorno, in contrapposizione alla visione negativa cristiana che si ha del serpente stesso. In seguito modificai il logo perché ho preferito qualcosa di più semplice visivamente ma più efficace. Scelsi quindi di abbandonare il simbolismo dei due animali, e al loro posto ho inserito un altro simbolo, presente in moltissime tradizioni antiche, che è la ruota a sei raggi, dove tutte le tendenze contrarie si armonizzano, trovando fra loro l'equilibrio. Il centro della ruota è il "Centro del Mondo", il "Polo" spirituale, l'immagine del Principio che resta immobile di fronte al continuo movimento della manifestazione, rappresentato qui dalla circonferenza; movimento che rappresenta il mutamento al quale tutte le cose manifestate sono sottoposte. I raggi invece rappresentano una connessione tra il Principio e la manifestazione, consentendo dunque di passare da uno all'altro come un "ponte" che unisce Cielo e Terra. Si tratta di un ritorno all'Unità.
7) Ho molto apprezzato la tua scelta di cantare in italiano. Prima di te, ad aver scelto di cantare in italiano, nel giro Black, mi vengono in mente solo i Nefarium (nel primo demo tape '99), gli Aborym in "Roma Divina Urbs" e i primi Suspirium (possiamo aggiungere anche gli Inchiuvatu, anche se nel loro caso, è il solo dialetto). Poche band di casa nostra (persino quelle mainstream e/o famose all'estero, che potrebbero "permetterselo" come vezzo) usano l'italiano. C'è una sorta di vergogna nell'esprimersi in italiano, mentre invece la scelta di cantare nella propria lingua madre (mi vengono in mente anche band come i Laibach, che hanno fatto della loro lingua madre uno dei loro punti di forza, tanto che il loro debut album "cantato in inglese" avrebbe fatto tutt'altra impressione...) è un segno di originalità, personalità, "voglia di osare". Perchè così pochi da noi hanno davvero voglia di esprimere se stessi in italiano? Eppure, tante band tedesche (o norvegesi svedesi e finlandesi) non si fanno questa "menata", e anzi, abbiamo splendidi esempi al riguardo, sia nella scena Black che in quella Neo-Folk e persino Gothic. Anche nell'America del Sud, spesso le band cantano in spagnolo; i Lacrimosa non ce li si immagina di certo a cantare in Inglese, così come i Faun e altre band Neo Folk usano il Tedesco (spesso persino medioevale). Ci sono persino band che cantano in Turco (Art Diktator) e ebraico (Almana Shchora)... e il risultato almeno dal punto di vista di "novità" alle orecchie dell'ascoltatore, è assicurato.
In effetti, anche nella tua musica si percepisce un'aura Folk: la chiusa di "De Vita Beata", per esempio. Forse è proprio il genere Folk a legarsi maggiormente con la scelta di cantare nella propria madrelingua?
Hai colto pienamente il senso. Il folk è la musica più vicina tradizionalmente alla propria cultura, e ciò nel mio progetto emerge proprio nell'utilizzo della lingua italiana. Cantare nella propria lingua madre lo trovo un modo per esprimere meglio i concetti. Se li si canta in una lingua diversa dalla propria probabilmente essi verranno snaturalizzati, perdendo così la loro poeticità e il proprio valore intrinseco. Inoltre amo la mia lingua e mi piace utilizzarla, non mi troverei a mio agio a cantare in una lingua che non mi appartiene e non potrei ben enfatizzare i miei testi.
In Italia si canta in inglese perché abbiamo una cultura esterofila, improntata sul fatto di non avere apprezzamento per la propria cultura (vedi per esempio quelle band italiane che esaltano i miti scandinavi ecc..) e la volontà di voler emergere nel proprio paese. Il problema però è dovuto anche al paese, dove se non sei già qualcuno scarsamente avrai una buona visibilità in patria. Spesso purtroppo è proprio dall'estero che iniziano ad emergere delle band di livello, in Italia prendono piede molto tardi, ammesso che riescano a prendere piede. Non c'è un vero supporto all'underground italiano da parte delle band e degli ascoltatori italiani stessi, e quindi si alimenta questa esterofilia.
8) Hai in mente di esibirti? Hai già suonato?
No, probabilmente il progetto resterà sempre una studio band, per mia volontà. Non credo che la mia musica sia adatta ad un'esibizione live, ritengo sia più una musica di riflessione, e quindi la svaluterei portandola in un contesto dove ciò che interessa è bere e fare headbanging. Non ne sarebbe colto il senso.
9) Pensi di realizzare un video ufficiale, al riguardo? L'Italia ha ancora, per fortuna, zone quasi incontaminate. Proprio stasera, guardavo un documentario sulla Sardegna: ci sono ancora luoghi dove il tempo "è fermo" al paleolitico e per fortuna non sono ancora state devastate dalla smania consumistica della cementificazione. Pensi di realizzare qualcosa del genere, magari le riprese di qualche rovina o vestigia del passato?
Capiti proprio a fagiolo. Oltre a SATVRNIA TELLVS posseggo un altro progetto, che a breve vedrà la pubblicazione del primo album. Io e l'altro membro a questo proposito stiamo lavorando a qualcosa del genere e già alcune parti sono pronte. Per quanto riguarda S.T. non lo so ancora, per il momento non ci ho pensato. Vedremo in futuro.
10) Un tuo parere sulla scena Black Metal, del passato e presente. Cosa ti piace ascoltare?
Come detto sopra a me piace ascoltare un tipo di musica personale, che nasce da dentro, senza emulazioni. Oltre alle già citate band ce ne sono tante altre di cui ho stima, in particolare degli Spite Extreme Wing che a mio avviso è stata la più grande black metal band italiana. Della scena italiana ho un'ottima impressione, ci sono veramente buonissimi gruppi, come gli In Tormentata Quiete e i Movimento d'Avanguardia Ermetico e così via. Band di tutto rispetto con personalità e voglia di sperimentare. Apprezzo molto la scena francese, che ultimamente sforna album di alto livello, come i Blut aus Nord o i già citati Deathspell Omega. Insomma ritengo ci siano moltissime band di qualità, ma anche un'infinita lista di band inutili, tutte uguali una all'altra, che sfornano album identici fra loro.
11) Concludi a tuo piacimento la nostra intervista!
Ti ringrazio di cuore per questa intervista. Invito chi volesse seguire il mio progetto ad andare sulla pagina facebook di SATVRNIA TELLVS : https://www.facebook.com/pages/Saturnia-Tellus/239196789579174?ref=hl e su Bandcamp, dove è possibile ascoltare e scaricare gratuitamente ELYSIVM e De Constantia Sapientis: https://saturniatellus.bandcamp.com/album/de-constantia-sapientis
Degenerhate (Grindcore/Brutal Death Metal)
1) Ciao Ragazzi e benvenuti! Presentatevi ai nostri lettori!
Ciao Lunaria, grazie tanto per l’opportunita’ che ci offri!
Sono Gianluca, e sono il chitarrista fondatore dei DEGENERHATE, grindcore band di Roma.
2) Il vostro monicker, mi fa venire in mente un incrocio tra la parola italiana "Degenerazione" (quindi un qualcosa connesso al disfacimento, morale e/o fisico, alla degradazione, persino alla perversione) e "Hate", quasi voleste rappresentare un "odio degenerato". è corretta come interpretazione? Perchè lo avete scelto?
In effetti la tua interpretazione è corretta, la parola DEGENERHATE è la crasi tra le due parole inglesi “degenerate” e “hate”. Ho scelto questo monicker perchè mi piaceva molto come suonava, e perchè è molto rappresentativo per la proposta musicale che offriamo. Inoltre, calza a pennello, per le nostre liriche, che di base, sono concentrate sul disfacimento della nostra societa’, intesa come istituzione, ma anche sull’uomo come individuo in grado di generare odio che porta poi a guerre ed atrocità varie.
3) Potete ripercorrere la vostra bio? Quando vi siete formati, prima passi, ecc.
Ho formato i DEGENERHATE nel 2002, e nell’anno successivo, registrammo un promo cd di 4 pezzi. Questa registrazione venne fatta con dei musicisti session, ma siccome volevo che la band avesse dei membri in pianta stabile, ho chiamato all’appello due amici di vecchia Max Varani alla voce (Enthralment, Corpsegod, CorpseFuckingArt) e Fabio Fraschini al basso (Desecration, D-Form, Enthralment, Novembre). Reclutato poi il batterista, Cristiano Rotatori, la prima lineup della band era formata. Con questa formazione registrammo qualche anno dopo il minicd “The End Has Just Begun”. Nel corso degli anni abbiamo cambiato diversi batteristi, fino ad arrivare all’entrata in pianta stabile nella band di Francesco Struglia(ex Fleshgod Apocalypse), nostro attuale drummer. Inoltre nel 2010, abbiamo inserito anche un secondo chitarrista, Angelo Vernati, ottimo amico ed ottimo musicista,che ha portato un suono ancora piu’ compatto e massiccio alla band. Con questa line up abbiamo registrato il nostro primo full lenght “Chronicles Of The Apocalypse”.
Considera, che io, Fabio e Max, siamo nella scena musicale estrema dal 1989, quindi è parecchio che siamo in giro!
4) Prima di parlare della vostra musica, vorrei farvi qualche domanda sulle copertine. Le trovo molto interessanti, perchè portano a diversi livelli di interpretazioni; per esempio in "The End Has Just Begun" mostrate un "patchwork" di simboli e situazioni della nostra società/politica odierna, tanto che l'idea che trasmette è che vogliate sistematicamente porre una critica proprio contro questi simboli: dalla svastica a Bush, dalle raffinerie al terrorismo... Inoltre, mi pare che dai titoli vogliate comunque trattare argomenti di denuncia: una vostra canzone si intitola "Failure of God"; un'altra "Zombified By Propaganda".
In "Chronicles Of The Apocalypse" mostrate "una sfilata" di maschere a gas. Il primo pensiero che fate venire in mente è proprio quello dell'olocausto nucleare. Ne siamo pericolosamente vicini... in fondo: sembra quasi che l'umanità stia scivolando nel baratro, distruggendosi con le proprie mani: inquinamento, sfruttamento, capitalismo selvaggio, guerre e massacri innestati per motivi religiosi davvero assurdi... Possibile che l'essere umano non sappia "darsi una misura?" Neanche di fronte al pericolo dell'atomica, le persone sembrano rinsavire.
Sono questi gli argomenti sui quali ruotano le vostre lyrics?
Cerchiamo sempre di rappresentare con le copertine dei nostri lavori, quello che poi è il contenuto effettivo (a livello di testi) del disco.
Per quanto riguarda l’artwork del minicd "The End Has Just Begun", è un tipico collage in stile grindcore oldschool, che rappresenta tutte le cose peggiori al mondo, del resto, un album con un titolo così esplicativo, concede ben poco all’interpretazione!
La copertina di “Chronicles Of The Apocalypse” invece, è un quadro che ho io a casa, dipinto dall’artista Umberto Cufrini, e l’abbiamo scelta come coverart per il disco, perchè secondo noi rappresenta magnificamente, quel senso di disagio, oppressione, violenza, inadeguatezza, mancanza di speranza, che volevamo trasmettere con questo album.
Per quanto riguarda le nostre liriche, che scrivo tutte io, posso dirti che sono testi socialmente/politicamente impegnati. Gia’ gli stessi titoli delle canzoni, possono far capire, ad un ipotetico ascoltatore che non ci conosce, che tipo di argomentazioni trattiamo. Essendo per noi importanti quanto la musica, tutti i testi sono contenuti all’interno del cd. Tra l’altro in “Chronicles Of The Apocalypse”, oltre a liriche di denuncia o comunque impegnate, c’è anche spazio per tematiche piu’ personali ed intimistiche, come nei brani “All The Promises That I Have Made”, “Another You, Another Me” e “No Excuses Anymore”.
5) Bene, ora parliamo della vostra proposta musicale! Per dare un'idea ai lettori, direi che vi dedicate principalmente a una musica estrema, di derivazione Grind (e come nella miglior tradizione, le vostre songs spesso sono brevissime); in "Failure of God", la struttura portante è quasi Brutal Death, e molto più articolata e "ragionata" rispetto a "Bushit", più ferale. Direi che potreste piacere a chi apprezza Avulsed, Haemorrhage, e un po' tutto l'approccio brutale e belluino.
Vi rivedete in questa descrizione?
Direi di si, la nostra matrice musicale è indubbiamente il grind, per quanto riguarda l’aspetto lirico, grafico e la brevità dei pezzi, anche se ci piace molto sperimentare, quindi puoi trovare sicuramente delle reminescenze brutal death (che erano piu’ marcate su "The End Has Just Begun" però…) o addirittura doom come la già citata da te “Failure Of God” o “Fur Is Dead” presente nel nuovo album.
Siamo una band che odia essere etichettata, e non ci piace essere racchiusi e confinati, in questo genere piuttosto che in quell’altro, quindi, in fase di songwriting, non stiamo lì a pensare: “Adesso facciamo un disco grind, o brutal”! Ci lasciamo trasportare dall’ispirazione e poi ne valutiamo i risultati.
Credo che questa spontaneita’, sia la cosa che maggiormente differenzia il nostro sound, e lo rende identificabile e risconoscibile, a differenza di altre bands che suonano tutte allo stesso modo e che hai difficolta’ a ricordare.
“Chronicles Of The Apocalypse” è un lavoro estremamente eterogeneo, puoi trovare infatti canzoni violente in pieno stile grind (Bushit, Earth First, War Inside My Head), brani piu’ sperimentali (Song Of Hate And Destruction, Another You Another Me) e addirittura, il precedentemente menzionato, “Fur Is Dead” che è lento, funereo, molto doom. Questa “diversificazione” dei brani, crediamo possa essere uno dei maggiori punti di forza dell’album.
6) Avete già suonato dal vivo?
Non ancora, perchè il disco, ufficialmente, non è ancora uscito. Dovrebbe essere rilasciato a Maggio, quindi da lì in poi, stiamo organizzando prima il release party, e successivamente una serie di date estive, sia in Italia che all’estero. Comunque comunicheremo il tutto tramite la nostra pagina Facebook: https://www.facebook.com/pages/DEGENERHATE/335472093214219
E tramite Twitter: DEGENERHATE@degenerhate1
SEGUITECI MI RACCOMANDO!!!
7) Prossimi progetti?
Nel breve, sicuramente la release di “Chronicles Of The Apocalypse” e poi qualche data live a supporto dell’uscita dell’album. Poi durante il 2014 dovremmo uscire con uno split con un altra band. Nel mentre, stiamo lavorando alla stesura del secondo full length album,
che uscira’ nel 2015.
8) Ok, visto che siete la prima band del genere che intervisto, , colgo occasione per fare un po' di pubblicità anche ad altre band, del triennio 2000/2003 che penso si siano sciolte... io comunque le ho caricate insieme a tante altre sul mio canale YouTube (lunria86), quindi invito tutti quelli che vorrebbero fare questo viaggio nel tempo, a cercare per bene sul mio canale, i vari generi che ho caricato. Tutte queste band erano accomunate dal fatto che uscirono sulle compilation di "Psycho!", spesso come demo del mese: qualche nome (e come si dice... se ci siete, battete un colpo xD ) tra Death Metal Classico e Tecnico, Grind e Brutal: Bullet In The Head, Impherya, Humanity Eclipse, Necrophilism, Disciplina Plastika, Eresia, Love Forsaken, è schiattamuort, Stillbirth, Ingraved, Above the Rim, Anonima Disastri, Affliction, Atrepsia, Mad Brains, Stigeis, Ossian, Ze Monsta, Pink Little Pig, e nel genere Melodic Death o sperimentale, Edenshade, Animestesia, Darkest, Art of Darkness, Rising Moon, Sylva Mala, Unpure, MPS, Synaptic, Convergence, Apeiron, Orion, Etherized. Se non erro, però gli Arkenemy che uscirono anche loro per "Psycho!" devono essere ancora in attività. Venendo a voi, cosa vi piace ascoltare nella scena italiana e straniera?
A livello di ascolti musicali siamo a 360°! Ascoltiamo di tutto! Siamo gente molto open-minded! ;-)
In ambito estremo, ci piace molto ascoltare le bands che ci hanno influenzato: Terrorizer, Napalm Death, Doom, Extreme Noise Terror, Carcass (forse la mia band preferita di sempre insieme agli Smiths), Concrete Sox, Suffocation. Per quanto riguarda la scena italiana, ascolto volentieri Neid, Tsubo, Ultimo Mondo Cannibale, Payback.
9) Concludete a vostro piacimento la nostra intervista!
Innanzi tutto, volevo ringraziarti per la tua disponibilita’, per averci concesso questa intervista, poi invito tutti i tuoi lettori a seguirci tramite i nostri indirizzi Facebook e Twitter precedentemente citati.
Grazie ancora e comprate “CHRONICLES OF THE APOCALYPSE” !
GRIND ON!!!!
Ciao Lunaria, grazie tanto per l’opportunita’ che ci offri!
Sono Gianluca, e sono il chitarrista fondatore dei DEGENERHATE, grindcore band di Roma.
2) Il vostro monicker, mi fa venire in mente un incrocio tra la parola italiana "Degenerazione" (quindi un qualcosa connesso al disfacimento, morale e/o fisico, alla degradazione, persino alla perversione) e "Hate", quasi voleste rappresentare un "odio degenerato". è corretta come interpretazione? Perchè lo avete scelto?
In effetti la tua interpretazione è corretta, la parola DEGENERHATE è la crasi tra le due parole inglesi “degenerate” e “hate”. Ho scelto questo monicker perchè mi piaceva molto come suonava, e perchè è molto rappresentativo per la proposta musicale che offriamo. Inoltre, calza a pennello, per le nostre liriche, che di base, sono concentrate sul disfacimento della nostra societa’, intesa come istituzione, ma anche sull’uomo come individuo in grado di generare odio che porta poi a guerre ed atrocità varie.
3) Potete ripercorrere la vostra bio? Quando vi siete formati, prima passi, ecc.
Ho formato i DEGENERHATE nel 2002, e nell’anno successivo, registrammo un promo cd di 4 pezzi. Questa registrazione venne fatta con dei musicisti session, ma siccome volevo che la band avesse dei membri in pianta stabile, ho chiamato all’appello due amici di vecchia Max Varani alla voce (Enthralment, Corpsegod, CorpseFuckingArt) e Fabio Fraschini al basso (Desecration, D-Form, Enthralment, Novembre). Reclutato poi il batterista, Cristiano Rotatori, la prima lineup della band era formata. Con questa formazione registrammo qualche anno dopo il minicd “The End Has Just Begun”. Nel corso degli anni abbiamo cambiato diversi batteristi, fino ad arrivare all’entrata in pianta stabile nella band di Francesco Struglia(ex Fleshgod Apocalypse), nostro attuale drummer. Inoltre nel 2010, abbiamo inserito anche un secondo chitarrista, Angelo Vernati, ottimo amico ed ottimo musicista,che ha portato un suono ancora piu’ compatto e massiccio alla band. Con questa line up abbiamo registrato il nostro primo full lenght “Chronicles Of The Apocalypse”.
Considera, che io, Fabio e Max, siamo nella scena musicale estrema dal 1989, quindi è parecchio che siamo in giro!
4) Prima di parlare della vostra musica, vorrei farvi qualche domanda sulle copertine. Le trovo molto interessanti, perchè portano a diversi livelli di interpretazioni; per esempio in "The End Has Just Begun" mostrate un "patchwork" di simboli e situazioni della nostra società/politica odierna, tanto che l'idea che trasmette è che vogliate sistematicamente porre una critica proprio contro questi simboli: dalla svastica a Bush, dalle raffinerie al terrorismo... Inoltre, mi pare che dai titoli vogliate comunque trattare argomenti di denuncia: una vostra canzone si intitola "Failure of God"; un'altra "Zombified By Propaganda".
In "Chronicles Of The Apocalypse" mostrate "una sfilata" di maschere a gas. Il primo pensiero che fate venire in mente è proprio quello dell'olocausto nucleare. Ne siamo pericolosamente vicini... in fondo: sembra quasi che l'umanità stia scivolando nel baratro, distruggendosi con le proprie mani: inquinamento, sfruttamento, capitalismo selvaggio, guerre e massacri innestati per motivi religiosi davvero assurdi... Possibile che l'essere umano non sappia "darsi una misura?" Neanche di fronte al pericolo dell'atomica, le persone sembrano rinsavire.
Sono questi gli argomenti sui quali ruotano le vostre lyrics?
Cerchiamo sempre di rappresentare con le copertine dei nostri lavori, quello che poi è il contenuto effettivo (a livello di testi) del disco.
Per quanto riguarda l’artwork del minicd "The End Has Just Begun", è un tipico collage in stile grindcore oldschool, che rappresenta tutte le cose peggiori al mondo, del resto, un album con un titolo così esplicativo, concede ben poco all’interpretazione!
La copertina di “Chronicles Of The Apocalypse” invece, è un quadro che ho io a casa, dipinto dall’artista Umberto Cufrini, e l’abbiamo scelta come coverart per il disco, perchè secondo noi rappresenta magnificamente, quel senso di disagio, oppressione, violenza, inadeguatezza, mancanza di speranza, che volevamo trasmettere con questo album.
Per quanto riguarda le nostre liriche, che scrivo tutte io, posso dirti che sono testi socialmente/politicamente impegnati. Gia’ gli stessi titoli delle canzoni, possono far capire, ad un ipotetico ascoltatore che non ci conosce, che tipo di argomentazioni trattiamo. Essendo per noi importanti quanto la musica, tutti i testi sono contenuti all’interno del cd. Tra l’altro in “Chronicles Of The Apocalypse”, oltre a liriche di denuncia o comunque impegnate, c’è anche spazio per tematiche piu’ personali ed intimistiche, come nei brani “All The Promises That I Have Made”, “Another You, Another Me” e “No Excuses Anymore”.
5) Bene, ora parliamo della vostra proposta musicale! Per dare un'idea ai lettori, direi che vi dedicate principalmente a una musica estrema, di derivazione Grind (e come nella miglior tradizione, le vostre songs spesso sono brevissime); in "Failure of God", la struttura portante è quasi Brutal Death, e molto più articolata e "ragionata" rispetto a "Bushit", più ferale. Direi che potreste piacere a chi apprezza Avulsed, Haemorrhage, e un po' tutto l'approccio brutale e belluino.
Vi rivedete in questa descrizione?
Direi di si, la nostra matrice musicale è indubbiamente il grind, per quanto riguarda l’aspetto lirico, grafico e la brevità dei pezzi, anche se ci piace molto sperimentare, quindi puoi trovare sicuramente delle reminescenze brutal death (che erano piu’ marcate su "The End Has Just Begun" però…) o addirittura doom come la già citata da te “Failure Of God” o “Fur Is Dead” presente nel nuovo album.
Siamo una band che odia essere etichettata, e non ci piace essere racchiusi e confinati, in questo genere piuttosto che in quell’altro, quindi, in fase di songwriting, non stiamo lì a pensare: “Adesso facciamo un disco grind, o brutal”! Ci lasciamo trasportare dall’ispirazione e poi ne valutiamo i risultati.
Credo che questa spontaneita’, sia la cosa che maggiormente differenzia il nostro sound, e lo rende identificabile e risconoscibile, a differenza di altre bands che suonano tutte allo stesso modo e che hai difficolta’ a ricordare.
“Chronicles Of The Apocalypse” è un lavoro estremamente eterogeneo, puoi trovare infatti canzoni violente in pieno stile grind (Bushit, Earth First, War Inside My Head), brani piu’ sperimentali (Song Of Hate And Destruction, Another You Another Me) e addirittura, il precedentemente menzionato, “Fur Is Dead” che è lento, funereo, molto doom. Questa “diversificazione” dei brani, crediamo possa essere uno dei maggiori punti di forza dell’album.
6) Avete già suonato dal vivo?
Non ancora, perchè il disco, ufficialmente, non è ancora uscito. Dovrebbe essere rilasciato a Maggio, quindi da lì in poi, stiamo organizzando prima il release party, e successivamente una serie di date estive, sia in Italia che all’estero. Comunque comunicheremo il tutto tramite la nostra pagina Facebook: https://www.facebook.com/pages/DEGENERHATE/335472093214219
E tramite Twitter: DEGENERHATE@degenerhate1
SEGUITECI MI RACCOMANDO!!!
7) Prossimi progetti?
Nel breve, sicuramente la release di “Chronicles Of The Apocalypse” e poi qualche data live a supporto dell’uscita dell’album. Poi durante il 2014 dovremmo uscire con uno split con un altra band. Nel mentre, stiamo lavorando alla stesura del secondo full length album,
che uscira’ nel 2015.
8) Ok, visto che siete la prima band del genere che intervisto, , colgo occasione per fare un po' di pubblicità anche ad altre band, del triennio 2000/2003 che penso si siano sciolte... io comunque le ho caricate insieme a tante altre sul mio canale YouTube (lunria86), quindi invito tutti quelli che vorrebbero fare questo viaggio nel tempo, a cercare per bene sul mio canale, i vari generi che ho caricato. Tutte queste band erano accomunate dal fatto che uscirono sulle compilation di "Psycho!", spesso come demo del mese: qualche nome (e come si dice... se ci siete, battete un colpo xD ) tra Death Metal Classico e Tecnico, Grind e Brutal: Bullet In The Head, Impherya, Humanity Eclipse, Necrophilism, Disciplina Plastika, Eresia, Love Forsaken, è schiattamuort, Stillbirth, Ingraved, Above the Rim, Anonima Disastri, Affliction, Atrepsia, Mad Brains, Stigeis, Ossian, Ze Monsta, Pink Little Pig, e nel genere Melodic Death o sperimentale, Edenshade, Animestesia, Darkest, Art of Darkness, Rising Moon, Sylva Mala, Unpure, MPS, Synaptic, Convergence, Apeiron, Orion, Etherized. Se non erro, però gli Arkenemy che uscirono anche loro per "Psycho!" devono essere ancora in attività. Venendo a voi, cosa vi piace ascoltare nella scena italiana e straniera?
A livello di ascolti musicali siamo a 360°! Ascoltiamo di tutto! Siamo gente molto open-minded! ;-)
In ambito estremo, ci piace molto ascoltare le bands che ci hanno influenzato: Terrorizer, Napalm Death, Doom, Extreme Noise Terror, Carcass (forse la mia band preferita di sempre insieme agli Smiths), Concrete Sox, Suffocation. Per quanto riguarda la scena italiana, ascolto volentieri Neid, Tsubo, Ultimo Mondo Cannibale, Payback.
9) Concludete a vostro piacimento la nostra intervista!
Innanzi tutto, volevo ringraziarti per la tua disponibilita’, per averci concesso questa intervista, poi invito tutti i tuoi lettori a seguirci tramite i nostri indirizzi Facebook e Twitter precedentemente citati.
Grazie ancora e comprate “CHRONICLES OF THE APOCALYPSE” !
GRIND ON!!!!
Purvaja (Vedic Black Metal from India)
Ho parlato con questo Artista, dall'India: Purvaja!
Lo potete ascoltare su YouTube: suona Black Metal, ed è davvero interessante anche dal punto di vista concettuale!
Finalmente! In una scena dove si parla sempre delle stesse cose, Purvaja invece ha scelto di parlare dell'Esoterismo e dell'Occultismo dall'India, nonché degli antichi miti proprio presi dalla sua terra! Davvero un bravo Artista!
Ecco qui l'intervista, dove ci parla di lui... il Nostro è anche devoto alla Dea Kali, che ha celebrato nell'Ep "Dark Goddess Divine" (impreziosito da una splendida copertina che reca Omaggio alla Bella Dea Madre del Tempo e della Distruzione!), quindi mi ha fatto davvero piacere intervistarlo. Non capita tutti i giorni di trovare persone interessanti concettualmente! E Purvaja lo è senz'altro. Quindi, se anche voi volete sentire qualcosa che vada oltre le solite frasi da "slay the nazarene", Purvaja è davvero un'alternativa molto interessante.
****
1) Ciao e benvenuto sul mio blog! Presentati ai nostri lettori italiani!
Ciao Lunaria, per prima cosa grazie dell'interesse che hai mostrato per il mio progetto e per avermi dedicato tempo nell'intervista.
Purvaja (che significa "Primordiale") è il mio progetto solista, di Vedic/Black Metal, da Hyderabad, India.
Prendendo varie influenze dal Black Metal e dal Metal Vedico, Purvaja compone musica per riflettere i suoi temi basati sulla Cultura Vedica, la Filosofia Indiana, la Mitologia e la Teologia associata.
2) Purvaja: che significato ha il tuo monicker?
Inoltre, nei tuoi loghi possiamo vedere un tridente, il simbolo "Om" e la svastica. Puoi spiegarci il significato dei simboli che appaiono nei tuoi loghi?
Purvaja significa "Primordiale". Il primo obiettivo di Purvaja è di evocare l'essenza di quello che i nostri antenati ci hanno tramandato, un'eredità che sta lentamente svanendo nell'oblio del mondo moderno. Da qui, il nome che ho scelto per il mio progetto.
Il logo consiste nella parola "Purvaja" scritta nell'antico alfabeto Devanagari. Il tridente, al centro, è chiamato "Trishula"
(il Sacro Tridente rappresenta la Creazione, il Mantenimento e la Distruzione). Sopra al Tridente, possiamo vedere la Luna Crescente, dipinta sulla testa del Dio Shiva, che rappresenta la natura ciclica dell'Universo. Sullo sfondo, c'è lo "Shatkona" (Pentagramma a sei punte) che è il simbolo usato nello Yantra Hindu e rappresenta l'unione del Maschile e del Femminile. Rappresenta anche Shiva-Shakti, per alcuni (Shakti è l'Energia Femminile. Nota di Lunaria).
3) Parliamo della tua musica! Suoni un Black Metal Old Style, e penso che le persone fans di Bathory/Dark Funeral potrebbero apprezzare la tua musica!
Purvaja cerca di combinare elementi da tutte le possibili forme di Black Metal, aggiungendo un' "Aura Vedica", che si riflette nelle lyrics. Le band dalle quali prendo ispirazioni sono Rudra, Burzum, Mayhem, Gorgoroth, Tsjuder, Urgehal, Dark Funeral, Setherial e altri.
4) è davvero interessante il tuo concept, basato sulla Grande Dea Kali! Penso che Lei sia la più bella Dea, e la Sua Figura, il Suo Significato, semplicemente meraviglioso: è Madre del Tempo e della Distruzione, Potente, Guerriera, è collegata alla Morte, al Sangue e alla Vita, persino alla Benedizione col Fiore di Loto...
Mi piacciono molto le mitologie antiche, e quella indiana è davvero interessante: ci sono un'infinità di Dei, miti, storie, e la Filosofia è piena di saggezza.
Puoi parlarci un po' del tuo concept, da cosa sei ispirato ecc.?
Inoltre penso anche che l'alfabeto indiano sia meraviglioso, forse il più bello, in assoluto: mi piacciono davvero molto i simboli delle lettere.
Qui in Europa nella tradizione esoterica, abbiamo il culto di Lilith, la Grande Madre della Ribellione e della Sessualità, contro il patriarcato giudaico. Ti piace Lilith, o altre Dee?
Sempre sulla mitologia dell'India, tempo fa ho letto alcune cose interessanti su Durga, Parvati e Adi Shakti.
Effettivamente, le radici della mia patria vanno così in profondità nei secoli dei secoli, che un'intera vita non è sufficiente per leggere e comprendere tutto ciò che è stato scritto. I nostri antenati hanno adorato il Cosmo nelle forme degli Dei fin dalle origini ancestrali.
La Dea Kali è la Personificazione del Tempo e della Morte, l'ultima Realtà (sì, è Colei che distruggendo permette la ri-creazione. Nota di Lunaria). Lei è la Madre dell'Universo, l'Una che genera tutta la vita e che la riassorbe, divorandola.
Sì, ho letto qualcosa sulle antiche culture delle altre terre. Alcune sono similari, cambiano solo i nomi con i quali si chiamano gli stessi concetti.
5) Una tua canzone si intitola "She, who devoured Raktabija".
Chi o cosa è Raktabija?
Raktabija era un demone che ottenne un beneficio dal Dio Brahma,
ovvero che in qualsiasi luogo cadesse una goccia del suo sangue per terra, da questa goccia ne sarebbe stato generato un suo clone (rakta = sangue, bija = seme; "Lui, dal quale ogni goccia di sangue è un seme). La canzone "She, who devoured Raktaija" contenuta nell'EP "Dark Goddess Divine" parla appunto di Kali che pone termine alla maledizione di Raktabija decapitandolo e bevendo tutto il suo sangue, senza lasciarne cadere una singola goccia a terra. Divorandolo completamente, ha salvato tutte le forme di vita preservandole dalla distruzione di Raktabija .
6) Ho visto anche il cover artwork di "Ghor Tapasya", una canzone molto particolare, perchè si chiude con un mantra. Per descrivere la copertina, a chi non l'avesse vista, diciamo che si vede una sorta di sacerdote, dall'aria emaciata e consunta, che eleva un teschio. Che significato ha e chi è un "Ghor Tapasya"?
Tra l'altro qui compaiono degli elementi sonori presi dalla musica tradizionale indù. Hai già pensato a sfruttare maggiormente questa particolarità, usando ancora più strumentazioni tipiche del tuo paese? E perchè no, dei Mantra?
Penso che sarebbe un discorso davvero interessante, per gli ascoltatori europei, soprattutto quelli che apprezzano un Black Metal interessante dal punto di vista concettuale. Alcune settimane fa, ho ascoltato per la prima volta nella mia vita alcuni Mantra e canti, dedicati a Kali, che è possibile sentire su YouTube. Li ho trovati molto potenti e intensi. Qui in Italia, abbiamo una band, gli Inchiuvatu (che in dialetto siciliano significa "Crocifisso"), che suona una forma molto originale di Black Metal, mixandolo a linguaggio e musica tipica Folk Siciliano...
"Ghor Tapasya" è l'unica track che ho realizzato per il full-lenght, al quale ho lavorato per molto tempo, e che ora ho intitolato "Aghori": parla di una setta di asceti che credono di essere l'incarnazione di Bhairva (una delle forme di Shiva) e sono alla ricerca della Luce nelle Tenebre, negando il dualismo.
Attualmente l'album ha questa tracklist:
"Aghori", "Ghor Tapasya", "Kapal" e "Nirvikalpa Samadi"
e sto ancora lavorando ad altre tracce, per ora ancora senza titolo. "Ghor Tapasya" è una forma severa di penitenza o mortificazione, praticata dalla setta Aghori.
Durante questo periodo, vivono in isolamento, completamente staccati dal mondo e dalle attività mondane. Non si occupano per niente delle loro condizioni fisiche e l'unica missione che hanno è quella di identificarsi con Shiva, per elevarsi spiritualmente, e liberarsi dal ciclo del Samsara (vita-morte-karma-rinascita)
Non hanno regole nel mangiare, dormire, nell'igiene o nell'indossare vestiti. Per loro non c'è differenza tra l'acqua della fogna e l'Acqua Sacra del Gange; non c'è differenza tra una dieta di frutta e vegetali e la carne marcia delle carogne. Sono al di là del bene e del male. Negano la natura dualista e tutto quello che esiste, e credono fortemente che tutto quello che ha creato Shiva, non può essere impuro.
Sì, usare strumenti tradizionali e mantra sarà sempre un obiettivo centrale nella musica di Purvaja. Sono felice di sapere che hai ascoltato e sentito l'aura dei mantra vedici.
(nota di Lunaria: sì, in particolare ne ho sentito uno davvero scatenato dedicato alla Dea Kali, che resta davvero in testa!)
Sì, sono anch'io influenzato da molte band Metal che usano la musica tradizionale, mixandola alle parti prettamente Metal. Li ammiro molto e li rispetto. (anch'io. Non c'è niente di più entusiasmante che scoprire una band interessante dal punto di vista concettuale e che ha il coraggio di proporre qualcosa di personale. Nota di Lunaria)
7) Hai già suonato live in India? E in Europa?
Da quando ho iniziato Purvaja come one man band, non ho mai avuto l'idea di esibirmi live. Tuttavia ho chiesto ad alcune persone in Svezia, Nepal e Sri Lanka di suonare nei loro paesi, ma ora come ora sono felice di essere un solo recording project.
8) Puoi parlarci della scena Metal India?
La scena Metal in India diventa sempre più grande.
Le band iniziano anche a suonare negli altri paesi, e in India suonano spesso molte band straniere. Molte persone si avvicinano a questa musica, e non la rendono commerciale, per non degradare la sua essenza.
9) Ok, concludi a tuo piacimento!
Ringrazio davvero tutti per il supporto che mi date e tutto l'appoggio e l'incoraggiamento che le persone mi offrono, in ogni forma possibile. Diffondete la musica di Purvaja, se vi piace e l'avete compresa.
Jai Maha Kali... Jai Maha Kaal...
Lo potete ascoltare su YouTube: suona Black Metal, ed è davvero interessante anche dal punto di vista concettuale!
Finalmente! In una scena dove si parla sempre delle stesse cose, Purvaja invece ha scelto di parlare dell'Esoterismo e dell'Occultismo dall'India, nonché degli antichi miti proprio presi dalla sua terra! Davvero un bravo Artista!
Ecco qui l'intervista, dove ci parla di lui... il Nostro è anche devoto alla Dea Kali, che ha celebrato nell'Ep "Dark Goddess Divine" (impreziosito da una splendida copertina che reca Omaggio alla Bella Dea Madre del Tempo e della Distruzione!), quindi mi ha fatto davvero piacere intervistarlo. Non capita tutti i giorni di trovare persone interessanti concettualmente! E Purvaja lo è senz'altro. Quindi, se anche voi volete sentire qualcosa che vada oltre le solite frasi da "slay the nazarene", Purvaja è davvero un'alternativa molto interessante.
****
1) Ciao e benvenuto sul mio blog! Presentati ai nostri lettori italiani!
Ciao Lunaria, per prima cosa grazie dell'interesse che hai mostrato per il mio progetto e per avermi dedicato tempo nell'intervista.
Purvaja (che significa "Primordiale") è il mio progetto solista, di Vedic/Black Metal, da Hyderabad, India.
Prendendo varie influenze dal Black Metal e dal Metal Vedico, Purvaja compone musica per riflettere i suoi temi basati sulla Cultura Vedica, la Filosofia Indiana, la Mitologia e la Teologia associata.
2) Purvaja: che significato ha il tuo monicker?
Inoltre, nei tuoi loghi possiamo vedere un tridente, il simbolo "Om" e la svastica. Puoi spiegarci il significato dei simboli che appaiono nei tuoi loghi?
Purvaja significa "Primordiale". Il primo obiettivo di Purvaja è di evocare l'essenza di quello che i nostri antenati ci hanno tramandato, un'eredità che sta lentamente svanendo nell'oblio del mondo moderno. Da qui, il nome che ho scelto per il mio progetto.
Il logo consiste nella parola "Purvaja" scritta nell'antico alfabeto Devanagari. Il tridente, al centro, è chiamato "Trishula"
(il Sacro Tridente rappresenta la Creazione, il Mantenimento e la Distruzione). Sopra al Tridente, possiamo vedere la Luna Crescente, dipinta sulla testa del Dio Shiva, che rappresenta la natura ciclica dell'Universo. Sullo sfondo, c'è lo "Shatkona" (Pentagramma a sei punte) che è il simbolo usato nello Yantra Hindu e rappresenta l'unione del Maschile e del Femminile. Rappresenta anche Shiva-Shakti, per alcuni (Shakti è l'Energia Femminile. Nota di Lunaria).
3) Parliamo della tua musica! Suoni un Black Metal Old Style, e penso che le persone fans di Bathory/Dark Funeral potrebbero apprezzare la tua musica!
Purvaja cerca di combinare elementi da tutte le possibili forme di Black Metal, aggiungendo un' "Aura Vedica", che si riflette nelle lyrics. Le band dalle quali prendo ispirazioni sono Rudra, Burzum, Mayhem, Gorgoroth, Tsjuder, Urgehal, Dark Funeral, Setherial e altri.
4) è davvero interessante il tuo concept, basato sulla Grande Dea Kali! Penso che Lei sia la più bella Dea, e la Sua Figura, il Suo Significato, semplicemente meraviglioso: è Madre del Tempo e della Distruzione, Potente, Guerriera, è collegata alla Morte, al Sangue e alla Vita, persino alla Benedizione col Fiore di Loto...
Mi piacciono molto le mitologie antiche, e quella indiana è davvero interessante: ci sono un'infinità di Dei, miti, storie, e la Filosofia è piena di saggezza.
Puoi parlarci un po' del tuo concept, da cosa sei ispirato ecc.?
Inoltre penso anche che l'alfabeto indiano sia meraviglioso, forse il più bello, in assoluto: mi piacciono davvero molto i simboli delle lettere.
Qui in Europa nella tradizione esoterica, abbiamo il culto di Lilith, la Grande Madre della Ribellione e della Sessualità, contro il patriarcato giudaico. Ti piace Lilith, o altre Dee?
Sempre sulla mitologia dell'India, tempo fa ho letto alcune cose interessanti su Durga, Parvati e Adi Shakti.
Effettivamente, le radici della mia patria vanno così in profondità nei secoli dei secoli, che un'intera vita non è sufficiente per leggere e comprendere tutto ciò che è stato scritto. I nostri antenati hanno adorato il Cosmo nelle forme degli Dei fin dalle origini ancestrali.
La Dea Kali è la Personificazione del Tempo e della Morte, l'ultima Realtà (sì, è Colei che distruggendo permette la ri-creazione. Nota di Lunaria). Lei è la Madre dell'Universo, l'Una che genera tutta la vita e che la riassorbe, divorandola.
Sì, ho letto qualcosa sulle antiche culture delle altre terre. Alcune sono similari, cambiano solo i nomi con i quali si chiamano gli stessi concetti.
5) Una tua canzone si intitola "She, who devoured Raktabija".
Chi o cosa è Raktabija?
Raktabija era un demone che ottenne un beneficio dal Dio Brahma,
ovvero che in qualsiasi luogo cadesse una goccia del suo sangue per terra, da questa goccia ne sarebbe stato generato un suo clone (rakta = sangue, bija = seme; "Lui, dal quale ogni goccia di sangue è un seme). La canzone "She, who devoured Raktaija" contenuta nell'EP "Dark Goddess Divine" parla appunto di Kali che pone termine alla maledizione di Raktabija decapitandolo e bevendo tutto il suo sangue, senza lasciarne cadere una singola goccia a terra. Divorandolo completamente, ha salvato tutte le forme di vita preservandole dalla distruzione di Raktabija .
6) Ho visto anche il cover artwork di "Ghor Tapasya", una canzone molto particolare, perchè si chiude con un mantra. Per descrivere la copertina, a chi non l'avesse vista, diciamo che si vede una sorta di sacerdote, dall'aria emaciata e consunta, che eleva un teschio. Che significato ha e chi è un "Ghor Tapasya"?
Tra l'altro qui compaiono degli elementi sonori presi dalla musica tradizionale indù. Hai già pensato a sfruttare maggiormente questa particolarità, usando ancora più strumentazioni tipiche del tuo paese? E perchè no, dei Mantra?
Penso che sarebbe un discorso davvero interessante, per gli ascoltatori europei, soprattutto quelli che apprezzano un Black Metal interessante dal punto di vista concettuale. Alcune settimane fa, ho ascoltato per la prima volta nella mia vita alcuni Mantra e canti, dedicati a Kali, che è possibile sentire su YouTube. Li ho trovati molto potenti e intensi. Qui in Italia, abbiamo una band, gli Inchiuvatu (che in dialetto siciliano significa "Crocifisso"), che suona una forma molto originale di Black Metal, mixandolo a linguaggio e musica tipica Folk Siciliano...
"Ghor Tapasya" è l'unica track che ho realizzato per il full-lenght, al quale ho lavorato per molto tempo, e che ora ho intitolato "Aghori": parla di una setta di asceti che credono di essere l'incarnazione di Bhairva (una delle forme di Shiva) e sono alla ricerca della Luce nelle Tenebre, negando il dualismo.
Attualmente l'album ha questa tracklist:
"Aghori", "Ghor Tapasya", "Kapal" e "Nirvikalpa Samadi"
e sto ancora lavorando ad altre tracce, per ora ancora senza titolo. "Ghor Tapasya" è una forma severa di penitenza o mortificazione, praticata dalla setta Aghori.
Durante questo periodo, vivono in isolamento, completamente staccati dal mondo e dalle attività mondane. Non si occupano per niente delle loro condizioni fisiche e l'unica missione che hanno è quella di identificarsi con Shiva, per elevarsi spiritualmente, e liberarsi dal ciclo del Samsara (vita-morte-karma-rinascita)
Non hanno regole nel mangiare, dormire, nell'igiene o nell'indossare vestiti. Per loro non c'è differenza tra l'acqua della fogna e l'Acqua Sacra del Gange; non c'è differenza tra una dieta di frutta e vegetali e la carne marcia delle carogne. Sono al di là del bene e del male. Negano la natura dualista e tutto quello che esiste, e credono fortemente che tutto quello che ha creato Shiva, non può essere impuro.
Sì, usare strumenti tradizionali e mantra sarà sempre un obiettivo centrale nella musica di Purvaja. Sono felice di sapere che hai ascoltato e sentito l'aura dei mantra vedici.
(nota di Lunaria: sì, in particolare ne ho sentito uno davvero scatenato dedicato alla Dea Kali, che resta davvero in testa!)
Sì, sono anch'io influenzato da molte band Metal che usano la musica tradizionale, mixandola alle parti prettamente Metal. Li ammiro molto e li rispetto. (anch'io. Non c'è niente di più entusiasmante che scoprire una band interessante dal punto di vista concettuale e che ha il coraggio di proporre qualcosa di personale. Nota di Lunaria)
7) Hai già suonato live in India? E in Europa?
Da quando ho iniziato Purvaja come one man band, non ho mai avuto l'idea di esibirmi live. Tuttavia ho chiesto ad alcune persone in Svezia, Nepal e Sri Lanka di suonare nei loro paesi, ma ora come ora sono felice di essere un solo recording project.
8) Puoi parlarci della scena Metal India?
La scena Metal in India diventa sempre più grande.
Le band iniziano anche a suonare negli altri paesi, e in India suonano spesso molte band straniere. Molte persone si avvicinano a questa musica, e non la rendono commerciale, per non degradare la sua essenza.
9) Ok, concludi a tuo piacimento!
Ringrazio davvero tutti per il supporto che mi date e tutto l'appoggio e l'incoraggiamento che le persone mi offrono, in ogni forma possibile. Diffondete la musica di Purvaja, se vi piace e l'avete compresa.
Jai Maha Kali... Jai Maha Kaal...
Purvaja https://www.facebook.com/Purvaja.TrueIndianBlackMetal
***
ORIGINAL INTERVIEW IN ENGLISH
I have spoken with this amazing artist, from India: Purvaja.
You can listen him on youtube! He plays Black Metal, and the concept he speaks about is really interesting.
****
1) Hello and welcome here, in Italy! Let's introduce yourself to our italian readers!
Greetings Lunaria, Firstly thank you for showing interest and taking time to
interview ‘Purvaja’.
Purvaja (meaning: Primordial) is a one man vedic/black metal act from Hyderabad, India. With influences spawning from various genres of black metal and vedic metal, Purvaja combines the elements required to create music reflecting its lyrical themes
based on vedic culture, hindu philosophy, mythology and other related theologies.
2) Purvaja: what is the meaning of your monicker?
In your logo, you have draw the pitchfork, the "Om" symbol and the swastika. Can you explain the meaning of this evocative symbol you have draw?
Purvaja means Primordial. The main focus of Purvaja is to evoke the essence of what our ancestors have left behind for us which is slowly becoming oblivion in this so called modern world. Hence the name. The logo consists of the word 'Purvaja' written in the ancient Devanagari script. The pitchfork in between is called the Trishula (The holy trident representing creation, maintenance and destruction). On the top of it is the crescent moon often depicted on Lord Shiva's head representing the cyclical nature of the
universe. The background of the logo is the Shatkona (Pentagram) which is a symbol used in Hindu yantra that represents the union of both the male and feminine form. More specifically it is supposed to represent Shiva-Shakti.
3) Let's speak about your music! You play a Black Metal old style, and I suppose that people who love Bathory and Dark Funeral, will love your music too!
Purvaja tries to combine elements of all possible forms of black metal adding a vedic aura to it to reflect on its lyrical themes.
The bands major influences are Rudra, Burzum, Mayhem, Gorgoroth, Tsjuder, Urgehal, Dark Funeral,Setherial and other related artists.
4) It's very interesting your concept, based upon the Great Goddess Kali! I think that She is the most Beautiful Goddess, and Her Figure, and Her meaning, is simply amazing: She is Mother of Time, Destroyer, Powerful, Eternal, Warrior, Death, Blood and Life, Blessing Lotus, too... I love so much ancient mithologies, and the mithology in India is really interesting: your coutry has got a lots of Great Gods, myths and stories, and the Philosophy is full of notions full of wisdom.
Can you speak about your concept, ideas and so on, about this? I also think that the Indian Alphabet is the most beautiful Alphabet of the world. I love so much those signs! Here in Europe, in the occult and esoteric world, we have the cult of Lilith, the Great Dark Mother of the Lust and Rebellion. Do you like Lilith, or others Goddesses?
From the religion of your country, I have read something about Durga, Parvati and Adi Shakti, too.
Indeed,the roots of my mother land go so deep that an entire lifetime is not enough to read it and understand it. Our ancerstors have worshipped the cosmos in the form of Gods since centuries.
Goddess Kali is an embodiment of time and death, the ultimate reality. She is the mother of the universe, the one who begets all life and as well the one who devours them. Yes I read about ancient cultures from other lands too. Most of them are similar, it
is only the tongue that differs.
5) One of your song is called "She, who devoured Raktaija". Can
you speak about this? Who or what is Raktaija?
Raktabija was a demon who gained a boon granted by Lord Brahma that whenever a drop of his blood fell on the ground, a clone of him would spawn at that spot (rakta=blood, bija=seed; "he for whom each drop of blood is a seed"). The song "She, who devoured Raktaija" from the EP 'Dark Goddess Divine' is about Goddess Kali ending the wrath of Raktabija by
beheading him and drinking all his blood without letting a single drop hit the ground,in the end completely devouring him to save all existence.
6) I have seen the cover artwork of "Ghor Tapasya", a very original song, with a mantra in the end. What is the meaning of this artwork? Who is a "Ghor Tapasya"?
Have you already think about the idea of using more typical instruments or mantras taken from folk and religion traditional music of your country? I think that it will be very interesting, for european listeners, hear something about this! Some weeks
ago, I have listen from the first time in my life some mantras and chants, uploaded on YouTube, dedicated to Kali. I have found them very mighty and catchy. Here in Italy, we have a Black Metal band, called Inchiuvatu (in southern italian dialect means "He
was crucifixed"), who play an original mix of Black Metal and typical Folk Music from Sicily...
Ghor Tapasya is the only track I have released from the upcoming full length that I have been working on for a very long time now entitled 'Aghori' which is about the sect of puritans who believe themselves to be an embodiment of Bhairva (A form of Shiva) and
search for the light being in darkness by negation of dualities. As of now the album consists of tracks entitled Aghori, Ghor Tapasya, Kapal and Nirvikalpa Samadi while I am
simultaneously working on a few untitled tracks too.
Ghor Tapasya is a very severe form of penance or self-mortification practised by aghori's. During this period, they live a shelter less and means less life in total isolation,
completely detached from worldly affairs. They do not care at all about their own physical condition and their only mission during this period is to experience, realize and identify Shiva in themselves in order to attain spiritual elevation which frees
them from the cycle of Samsara (life-death-karma-rebirth). They have no rules for eating, sleeping, cleanliness or wearing particular robes.For them there is no difference between the water in the gutter and the sacred water from the Ganges river.
For them there is no difference between a diet of pure fruit and
vegetables and the decayed flesh of dead animals. They are above
good and bad. They negate the dual nature of everything that
exists in this period as they strongly believe that if Shiva
created everything then nothing is impure. Using traditional instruments and mantra's will always be a vital part of Purvaja's music as it adds to the theme of the band. I am glad you have listened and felt the aura of the vedic mantras. I have heard and have been influenced by many bands infusing their traditional music with metal. I completely respect them for what they stand for.
7) Have you already play live, in India? And in Europe?
Since I started Purvaja as a one man band I have never had plans to play live. However I have been asked by people from Sweden, Nepal and Srilanka to play in their country but as of now I am happy with this being a solo recording project.
8) Can you speak about the Metal Scene in India?
The metal scene in India is getting bigger. There are lots of good Indian bands coming up and playing in other countries, lots of foreign bands playing in India. There are many people who are being introduced to this form of music, so it is good as long as
they do not commercialize it too much which would eventually downgrade its essence.
9) Ok finish as you like our interview and thank you :) !
I sincerely thank each and everyone for all the support and encouragement they have given me in all forms possible. Do share Purvaja’s music if you have liked it and understood it.
Jai Maha Kali... Jai Maha Kaal...
You can listen him on youtube! He plays Black Metal, and the concept he speaks about is really interesting.
****
1) Hello and welcome here, in Italy! Let's introduce yourself to our italian readers!
Greetings Lunaria, Firstly thank you for showing interest and taking time to
interview ‘Purvaja’.
Purvaja (meaning: Primordial) is a one man vedic/black metal act from Hyderabad, India. With influences spawning from various genres of black metal and vedic metal, Purvaja combines the elements required to create music reflecting its lyrical themes
based on vedic culture, hindu philosophy, mythology and other related theologies.
2) Purvaja: what is the meaning of your monicker?
In your logo, you have draw the pitchfork, the "Om" symbol and the swastika. Can you explain the meaning of this evocative symbol you have draw?
Purvaja means Primordial. The main focus of Purvaja is to evoke the essence of what our ancestors have left behind for us which is slowly becoming oblivion in this so called modern world. Hence the name. The logo consists of the word 'Purvaja' written in the ancient Devanagari script. The pitchfork in between is called the Trishula (The holy trident representing creation, maintenance and destruction). On the top of it is the crescent moon often depicted on Lord Shiva's head representing the cyclical nature of the
universe. The background of the logo is the Shatkona (Pentagram) which is a symbol used in Hindu yantra that represents the union of both the male and feminine form. More specifically it is supposed to represent Shiva-Shakti.
3) Let's speak about your music! You play a Black Metal old style, and I suppose that people who love Bathory and Dark Funeral, will love your music too!
Purvaja tries to combine elements of all possible forms of black metal adding a vedic aura to it to reflect on its lyrical themes.
The bands major influences are Rudra, Burzum, Mayhem, Gorgoroth, Tsjuder, Urgehal, Dark Funeral,Setherial and other related artists.
4) It's very interesting your concept, based upon the Great Goddess Kali! I think that She is the most Beautiful Goddess, and Her Figure, and Her meaning, is simply amazing: She is Mother of Time, Destroyer, Powerful, Eternal, Warrior, Death, Blood and Life, Blessing Lotus, too... I love so much ancient mithologies, and the mithology in India is really interesting: your coutry has got a lots of Great Gods, myths and stories, and the Philosophy is full of notions full of wisdom.
Can you speak about your concept, ideas and so on, about this? I also think that the Indian Alphabet is the most beautiful Alphabet of the world. I love so much those signs! Here in Europe, in the occult and esoteric world, we have the cult of Lilith, the Great Dark Mother of the Lust and Rebellion. Do you like Lilith, or others Goddesses?
From the religion of your country, I have read something about Durga, Parvati and Adi Shakti, too.
Indeed,the roots of my mother land go so deep that an entire lifetime is not enough to read it and understand it. Our ancerstors have worshipped the cosmos in the form of Gods since centuries.
Goddess Kali is an embodiment of time and death, the ultimate reality. She is the mother of the universe, the one who begets all life and as well the one who devours them. Yes I read about ancient cultures from other lands too. Most of them are similar, it
is only the tongue that differs.
5) One of your song is called "She, who devoured Raktaija". Can
you speak about this? Who or what is Raktaija?
Raktabija was a demon who gained a boon granted by Lord Brahma that whenever a drop of his blood fell on the ground, a clone of him would spawn at that spot (rakta=blood, bija=seed; "he for whom each drop of blood is a seed"). The song "She, who devoured Raktaija" from the EP 'Dark Goddess Divine' is about Goddess Kali ending the wrath of Raktabija by
beheading him and drinking all his blood without letting a single drop hit the ground,in the end completely devouring him to save all existence.
6) I have seen the cover artwork of "Ghor Tapasya", a very original song, with a mantra in the end. What is the meaning of this artwork? Who is a "Ghor Tapasya"?
Have you already think about the idea of using more typical instruments or mantras taken from folk and religion traditional music of your country? I think that it will be very interesting, for european listeners, hear something about this! Some weeks
ago, I have listen from the first time in my life some mantras and chants, uploaded on YouTube, dedicated to Kali. I have found them very mighty and catchy. Here in Italy, we have a Black Metal band, called Inchiuvatu (in southern italian dialect means "He
was crucifixed"), who play an original mix of Black Metal and typical Folk Music from Sicily...
Ghor Tapasya is the only track I have released from the upcoming full length that I have been working on for a very long time now entitled 'Aghori' which is about the sect of puritans who believe themselves to be an embodiment of Bhairva (A form of Shiva) and
search for the light being in darkness by negation of dualities. As of now the album consists of tracks entitled Aghori, Ghor Tapasya, Kapal and Nirvikalpa Samadi while I am
simultaneously working on a few untitled tracks too.
Ghor Tapasya is a very severe form of penance or self-mortification practised by aghori's. During this period, they live a shelter less and means less life in total isolation,
completely detached from worldly affairs. They do not care at all about their own physical condition and their only mission during this period is to experience, realize and identify Shiva in themselves in order to attain spiritual elevation which frees
them from the cycle of Samsara (life-death-karma-rebirth). They have no rules for eating, sleeping, cleanliness or wearing particular robes.For them there is no difference between the water in the gutter and the sacred water from the Ganges river.
For them there is no difference between a diet of pure fruit and
vegetables and the decayed flesh of dead animals. They are above
good and bad. They negate the dual nature of everything that
exists in this period as they strongly believe that if Shiva
created everything then nothing is impure. Using traditional instruments and mantra's will always be a vital part of Purvaja's music as it adds to the theme of the band. I am glad you have listened and felt the aura of the vedic mantras. I have heard and have been influenced by many bands infusing their traditional music with metal. I completely respect them for what they stand for.
7) Have you already play live, in India? And in Europe?
Since I started Purvaja as a one man band I have never had plans to play live. However I have been asked by people from Sweden, Nepal and Srilanka to play in their country but as of now I am happy with this being a solo recording project.
8) Can you speak about the Metal Scene in India?
The metal scene in India is getting bigger. There are lots of good Indian bands coming up and playing in other countries, lots of foreign bands playing in India. There are many people who are being introduced to this form of music, so it is good as long as
they do not commercialize it too much which would eventually downgrade its essence.
9) Ok finish as you like our interview and thank you :) !
I sincerely thank each and everyone for all the support and encouragement they have given me in all forms possible. Do share Purvaja’s music if you have liked it and understood it.
Jai Maha Kali... Jai Maha Kaal...
Un pensiero per Maria/Tristessa delle Astarte
Su questo sito è apparso questo comunicato:
purtroppo Tristessa/Maria Kolokouri è malata di leucemia.
Le Astarte sono state tra le primissime band Black Metal tutte al femminile.
Che tristezza sentire queste notizie
Non so a cosa possa servire, comunque lascio il mio pensiero qui, per Maria/Tristessa.
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