Cassano Magnago: le origini e la storia

Il merito di questa ricerca va a mia zia che mi ha portato a vedere Cassano Magnago💙 (molto difficilmente sarei potuta andarci da sola... 😒)

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Le origini storiche di Cassano Magnago sono molto antiche, come dimostra il ritrovamento di un'urna cineraria appartenente alla cultura di Golasecca e risalente al periodo tra il 750 e 450 a.C

Il territorio tra il Ticino e l'Adda fu occupato verso la fine del V secolo da popolazioni d'oltralpe, in particolare i Galli insubri, la cui influenza si sarebbe conservata nel toponimo del comune, forse derivante dall'unione dei termini celtici "Gas" ("passaggio") e "Maegh" ("villaggio agricolo"), nomi che rimandano alla presenza di un centro rurale, collocato lungo la storica via Cemum-Novaria, di origine romana se non più antica che collegava il bacino dell'Olona a quello del Ticino; la presenza romana a Cassano è testimoniata dai reperti archeologici come monete di bronzo e vari tipi di sepoltura; la stessa chiesa di S. Giulio (risalente al VI secolo) fu costruita sulle rovine di un insediamento tardo-romano, dove vennero ritrovate delle tracce di una palificazione di età protostorica\preistorica.

Un particolare legame unirebbe Cassano alla successiva occupazione longobarda: secondo la tradizione, la regina Teodolinda, tra il VI e VII secolo, sarebbe passata per la contrada di S.Giulio, donando la sua corona ai poveri.

Come testimonia Goffredo da Bussero nel "Liber Notitiae Sanctorum Mediolani" già alla fine del '200 a Cassano esistevano quattro chiese e due monasteri femminili.


Dopo aver subito la dominazione austriaca e quella napoleonica, Cassano Magnago appartenne alla provincia di Milano fino al 1927, passando poi sotto la provincia di Varese.

Con il III e il IV secolo nelle campagne dell'Italia del Nord i grandi terreni agricoli passano nelle mani delle famiglie di proprietari: i grandi "fundi" tardoantichi svilupperanno un'economia mista, agricola e silvo-pastorale.

Il territorio, in questo periodo, si presenta ricco di "loca amoena", tra boschi e corsi d'acqua.

Nella toponomastica rimangono ancora le tracce: molti nomi di luogo continuano la denominazione antica, con aggettivi in -ano\-ana di nomi propri, che ricordano gli antichi proprietari: Mariano Comense, da "Marius", Poviglio da "Popilius", Paderno da "Paternus".

Cassano deriverebbe, quindi, da "Cassius"; nel 1206 un documento cita due abitanti del luogo, ricordati come "Petrinus e Mirabire et Adaminus Salimbene de loco Cassiano Magniago"

Durante il Basso Medioevo, Cassano Magnago era denominato "contrada Magnaghi", per la parrocchia di San Giulio; il suffisso in -ago\-aco sembrerebbe di derivazione longobarda; i due abitati si sono fusi durante il Medioevo, prima del XIV secolo: la chiesa di Santa Maria al Cerro è situata nel Liber Notitiae Sanctorum Mediolani "in loco Cassani Magniaghi".




Il campanile di S.Maurizio visto dal Parco della Magana:




Il castello, che fa "capolino" tra le piante






LA SCOMPARSA CHIESA DI SAN MAURIZIO

Su un'altura, sin dal XIII secolo, esisteva una chiesa dedicata a San Maurizio, ora scomparsa: è rimasto solo il campanile che ancora svetta sull'abitato di Cassano Magnago.



La base del campanile, tardoromana, fa pensare che in origine fosse una torre d'avvistamento collegata con i castelli di Cassano Magnago e Crenna, a guardia della pianura sottostante.
Solo più tardi fu eretta la chiesa e la torre trasformata in un campanile.
Un documento del 1533 attesta che era stata fondata la "Cappellania di San Maurizio"; il cappellano, a quel tempo, poteva contare sulla rendita di alcuni terreni e abitava in una casa annessa all'edificio religioso, di proprietà della chiesa di San Maurizio.

Già durante l'episcopato di San Carlo, la chiesetta di San Maurizio era trascurata; nel 1622 Federico Borromeo la giudicò "spaziosa e in buona stato" quindi qualche intervento doveva essere stato fatto. Risulta anche che fosse stata allungata nelle dimensioni.
Dalla metà del '700 cominciò una fase di decadenza: venne utilizzata come lazzaretto ma anche come alloggio per le truppe di passaggio. Nel 1789 nei locali superiori della chiesa era stata aperta una scuola elementare.
La chiesa, comunque, veniva utilizzata anche per fini non religiosi: si continuò ad ospitare militari o ricoverati per il colera.
La chiesa venne sconsacrata in epoca fascista e poi demolita nel 1934; solo il campanile fu risparmiato.
A lato della torre campanaria è visibile un'edicola religiosa, con vetrata dedicata a San Maurizio.




Un'altra chiesa di Cassano Magnago che venne demolita fu quella di San Martino, che probabilmente risaliva all'epoca franco-carolingia.
La chiesetta sopravvive in un affresco votivo raffigurante San Martino e la chiesetta sullo sfondo.



LA CHIESA DI SANT'ANNA (EX CHIESA DI SAN GIORGIO)


Per la chiesa di Sant'Anna, in origine dedicata a san Giorgio e chiamata "in Campora", si ipotizza un corpo originario assai più antico rispetto ai primi riscontri storico-documentali risalenti dal XV secolo. Prima del '600, era aperta anche di notte e luogo di rifugio per vagabondi.

La prima citazione ufficiale della chiesetta appare negli Atti della Visita Pastorale dell'Arcivescovo Gabriele Sforza (1455) in cui si riporta esplicitamente "Cappella Sancti Georgii de Cassiano"
Nella seconda metà del XVII secolo la chiesetta subisce un primo ampliamento in pianta e la variazione dell'orientamento nell'attuale configurazione sud-nord.
Non è dato sapere con esattezza quando l'oratorio venne dedicato ad Anna ma è certo che nel secolo XIX tutta la zona aveva assunto il toponimo di "Collina di Sant'Anna"

Un paio di note anche sulla chiesetta di San Bernardo alla Villa, a confine meridionale con Cedrate (Nota di Lunaria: che però non ho visto): venne costruita nel 1560 per volere di Paolo Maria Visconti ad uso dei coloni della cosiddetta "Villa Nuova", a circa un miglio dall'abitato, vicino a un torrione ancora esistente.










STORIA DELLE CAPPELLE:

Le tre cappelle di S. Rocco a Cassano Magnago

Tra il XV e il XVI secolo anche a Cassano Magnago si diffuse il culto di San Rocco, invocato contro le epidemie. Furono tre le cappelle dedicate a S. Rocco, ma solo una è giunta fino a noi, peraltro anche incompleta.

SAN ROCCHINO

L'unica Cappellina superstite: ubicato a "Cassano d'abbasso", esisteva già nel 1494 e misurava 12 metri per 6. Già a quel tempo era malmessa; nel 1570 Carlo Borromeo decretò di sostituirne l'altare e constatò il tetto rotto in più punti.






Nel 1644 era ancora in gravi condizioni e l'arcivescovo ne ordinò un restauro, altrimenti sarebbe stata demolita per riutilizzare il materiale a favore della sacrestia di Santa Maria.

Nel 1803 un prete propose l'abbattimento, visto lo stato decrepito in cui versava, ma il Comune si oppose, rendendosi disponibile a restaurarlo.
All'inizio del '900 il Comune cambiò idea e propose l'abbattimento, perché la cappella si trovava sul tracciato della progettata linea tranviaria Cassano Magnago-Gallarate-Lonate Pozzolo e nel 1931 si giunse ad un compromesso: venne abbattuta una parte per non ostacolare il passaggio della tranvia.

SAN ROCCO IN SOIANO

Anche a Soiano, contrada che fino a pochi decenni fa conservava caratteri medievali, era stato costruito, sul finire del '400, un oratorio intitolato a san Rocco, misurante 10 metri per 6.
Venne fondata da Pietro Cagnola, esponente della famiglia nobile milanese, e citata in un documento del 20 marzo 1364 come "Cagnola di Cassano Magnago"; la chiesetta era dotata di un campanile con campana ed era ornata da diversi affreschi raffiguranti l'Annunciazione, i profeti (sull'arco della cappella), quattro Dottori della Chiesa, la Madonna, san Rocco, sant'Antonio e un uomo inginocchiato, probabilmente il committente dell'opera.
In seguito, la chiesetta venne dedicata anche a San Carlo; nel 1762 la chiesa, però, appariva malridotta.
Fu restaurato nell'Ottocento ma poi andò incontro nuovamente ad una fase di abbandono (venne persino trasformata in falegnameria) e successivamente demolito. La sua esistenza è ricordata dalla titolazione del vicino vicolo san Rocco.


 

SAN ROCCO DI SAN GIULIO

Un'altra chiesetta, dedicata a san Rocco, oggi scomparsa, esisteva nei pressi della chiesa di San Giulio, all'incrocio delle vie Carducci e A. Moro

Misurava sei metri per 5 e nel 1566 era già in fase di abbandono (sui documenti è definita "derelicta"); quattro anni dopo san Carlo ordinò di chiudere l'oratorio per non far entrare gli animali, di togliere l'altare e di rifare il tetto. 
Da allora, si persero le tracce dell'oratorio, che venne menzionato solo nelle mappe catastali. Infine, venne demolito.


Aggiungiamo anche qualche aneddoto sulle 

CAPPELLE DI SANT'ELENA E DELLA SANTA CROCE

L'oratorio della Santa Croce fu eretto nel 1686 da Ottavio Viscontini, per comodità degli abitanti dei cascinali esistenti nelle sue proprietà fondiarie; si trattava di un edificio di 5 metri per 3; sopra l'altare vi era un'immagine della Croce dipinta su tela. La cappella aveva anche alcune reliquie e una campana posta sul tetto. Fu abbattuto verso la fine del '700 e ricostruito nel 1818 all'interno della villa Viscontini dal lato opposto della strada rispetto al luogo originario.
La cappella venne ri-dedicata a sant'Elena, madre di Costantino, diventando una cappella privata. Dopo la II Guerra Mondiale, villa e parco furono venduti a privati e venne persino proposto di trasformare la cappella in abitazione civile…!
Nel 1952 la villa venne acquistata da Ada Scolari, benefattrice generosa, che lo cedette all'Opera Pax.

Il catasto Teresiano del 1722 registrava una cappelletta con dipinto un crocifisso, situato in fondo alla via centrale di Soiano e rimase visibile fino agli anni '50, anche se ridotta ad una nicchia affrescata, coperta da tettuccio. Fu demolito nel giugno del 1952, senza preavviso al parroco di Santa Maria del Cerro, per prolungare la via Volta.


Ho provato ad ingradire la foto e a schiarirla con dei contrasti:





Esiste poi la CAPPELLA DELL'IMMACOLATA a Villa Buttafava

Le origini risalgono al 1774, quando Stanislao Guenzati, imprenditore di Gallarate, fece costruire a poca distanza dalla sua casa di campagna di Cassano Magnago, in località "le Candie", un oratorio privato, ad uso pubblico.
La piccola cappella aveva il pavimento in cotto, il soffitto a volta reale, due porte (una rivolta verso il portico) e una finestra; vi era l'acquasantiera ma mancava l'altare.
I beni di proprietà Guenzati passarono alla famiglia Buttafava che edificò una villa in stile impero.
Anche oggi, la cappella si presenta col suo stile settecentesco (le panche sono originali del XIX secolo) ma è andata perduta la grande tela che si poteva ancora vedere alla fine degli anni '30.

 
CAPPELLA DI SAN GIUSEPPE (OSPEDALE SANT'ANDREA)

Costruita all'interno dell'ospedale di Sant'Andrea (nel 1893), dedicata a san Giuseppe. Veniva frequentato dalla suore di Santa Maria Bambina, che curavano gli ammalati.


CAPPELLA MARIANA DI VIA CONFALONIERI

A fine '800, all'incrocio tra la via Confalonieri e Foscolo, fu eretta una cappella campestre dedicata alla Madonna.
Un tempo circondata dalla campagna, venne progressivamente circondata da abitazioni.
Parecchi anni fa, il tentativo di abbatterla per allargare la strada venne sventato dalla reazione del parroco e dei fedeli della parrocchia di San Giulio (Nota di Lunaria: e meno male! Qui a Legnano e a San Giorgio su Legnano invece le cappelle storiche secentesche le hanno demolite eccome!!!)



Ne esiste una anche più moderna:


La cappellina nelle vicinanze del campanile di S. Maurizio




Inoltre, ho scoperto anche questa cappelletta:



Ho anche incontrato la moglie del muratore che l'ha costruita, perché il lunedì alcune donne della zona si radunano lì per recitare il rosario al pomeriggio

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