Curiosamente leggo - da persone che fino a 5 minuti prima non sapevano che esistesse tale genere -
che l'Harsh Noise fa cac@re, che è diarrea sonora e via denigrando.
Hanno ragione, i commentatori?
Sì e no. Nel senso che hanno ragione se il metro di giudizio usato è "Musica è solo ciò che suona come Mozart/Britney Spears/Iron Maiden/NWA/Coltrane" ovvero musica è solo ciò che rientra nei canoni codificati del genere chiamato Classica/Pop/Heavy Metal/Rap/Jazz (i generi che vanno per la maggiore, nei mass media, con tutto che già il Jazz alla Coltrane è indubbiamente difficile da ascoltare per l'ascoltatore medio non educato al Jazz).
E tutto ciò che va al di là e oltre quei canoni? Cos'è?
Non musica, secondo i canoni comunemente intesi. E quindi ci sta la risposta che dà il 99% delle persone quando ascolta l'Harsh Noise (ma anche Power Noise o la versione giapponese, tipo Merzbow). Il punto però è che alcuni generi musicali sono nati (e si evolvono) proprio per la volontà di andare oltre i canoni classici di come si concepisce, nella mente dell'ascoltatore medio, la musica.
L'Harsh Noise è una non-musica che va al di là dell'aspettativa comune dell'ascoltatore medio (che spesso ignora parecchie cose, perché c'è in giro un'ignoranza musicale pazzesca) perché lo scopo dell'Harsh Noise è differente. Ciò che vuole concretizzare sono sentimenti e stati d'animo che non sarebbe possibile rappresentare con i generi musicali di più largo consumo.
L'Harsh Noise, con quel rumore così destrutturato, fastidioso, strangolante, cacofonico, caotico, con quelle frequenze così acide e corrosive, (a volte sembrano rasoi ficcati nell'orecchio!!!) è un magma pulsante e nichilistico che vuole incarnare concetti come caos, malattia mentale, paura, orrore, disgusto, violenza.
Vi chiedo: sarebbe possibile rappresentare tutto questo suonando come Mozart o come Britney Spears?
Ovviamente no, e il fatto che la maggior parte delle persone ascoltando Mozart o Britney Spears non provi i sentimenti che si provano quando si ascolta dell'Harsh Noise ne è la conferma.
Guardate questo video (al centro della polemica):
ovviamente, è (e nasce per essere) disturbante. Qui gli artisti coinvolti vogliono rappresentare un concept ben preciso. La mente di un serial killer, di uno schizofrenico, spesso di uno stupratore (ma anche di una stuprata - tempo fa avevo sentito un esperimento in tal senso, di un'artista italiana esordiente di cui ora non ricordo il nome, che aveva "trasportato" il concept della violenza sessuale che una donna può subire attraverso frequenze Harsh Noise)
E fateci caso che con lo stesso metro di paragone "Arte è solo ciò che viene dipinto come Botticelli, Caravaggio", di fatto si buttano nel cesso i vari Picasso, Fontana, Kline ecc. ecc.
perché non si capisce che l'intento di Picasso/Fontana/Kline non era quello di dipingere "lo stato emotivo che voleva trasmettere Botticelli/Caravaggio", ovvero uno stato emotivo ottenuto mediante la perfezione delle forme e di prospettiva che genera emozione intensa nell'osservatore (siamo tutti figli dell'estetica classica grecizzante, ovviamente - da qui anche la difficoltà, se non si hanno le giuste basi mentali, di capire l'arte tribale), ma uno stato emotivo interiore ottenuto mediante la dissoluzione di qualsiasi canone estetico. Per questo, chi condivide un certo substrato psichico, trova nel taglio di Fontana e nel segno nero pece di Kline un'altissima manifestazione di dolore esistenziale.
Allora, l'Harsh Noise è musica?
Paradossalmente, sì. è rumore assemblato e aggegato, che mantiene la sua forma caotica e cacofonica e in un certo senso, con le frequenze tenute sotto controllo dall'artista creatore, diventa espressione artistica, perché è l'Artista stesso che manovra, a suo piacimento, quel caos informe.
Certo, va capito, nell'intento. Che è quello di rappresentare l'alienazione, il degrado, il caos. In tal senso rimpiango enormemente la mancanza, nel panorama giornalistico attuale (non solo musicale), di
una scrittrice come Elda di Matteo, che era capace di rendere a parole, nelle sue recensioni musicali, il concept musicale che stava dietro a questo o quell'artista. Ho imparato tanto, da lei, e non solo da filosofi di professione (i Cioran, i Caraco, gli Herzen e via dicendo) che pure costituiscono il 98% del mio background letterario (che spunta fuori anche quando realizzo interviste perché spontaneamente "sento la musica" con quei parametri culturali in testa, che mi servono come lenti di analisi alle cose)
è anche vero che indubbiamente c'è più gente che troverebbe più musicali i primi Darkthrone che non un qualsiasi artista Harsh Noise. L'Harsh Noise non è certamente musica da intrattenimento.
Più che altro penso che rappresenti un concetto. Mi è capitato di sentire diversi artisti, e comunque no, non mi piace come genere, nel senso che non comprerei mai un cd Harsh Noise. Il massimo che riesco a sentire qualche volta è Xotox e guardate che Xotox sarebbe già considerato "commerciale", se paragonato a qualsiasi altra cosa Harsh Noise pura, dal momento che è abbastanza "danzereccio".
Però capisco perché viene suonato a quel modo e quale intento nasconde. L'Iconoclastia, innanzittutto, anche di fronte all'idea preconcetta che musica sia solo Mozart (quel modo di suonare). Il senso del grottesco, anche del parodistico. La corrosione di tutto. In fondo, l'Harsh Noise si situa nel pre-genesi: prima che ci fosse qualcosa e la creazione fosse ordinata. Potremmo usare una metafora: l'Harsh Noise si situa al tempo di Tiamat, prima che Lei fosse.
E a tal senso, suggerisco di sentire come questo Artista ha destrutturato i Linkin Park:
A chi si chiedesse: ma perché è proprio necessario rappresentare concetti come ripugnanza, orrore, disgusto, angoscia, potrei rispondere che sì, sarebbe bello se l'essere umano fosse solo amore e pace, tenerezza e gioia, ma che purtroppo la realtà ontologica umana prevede anche l'odio, la ripugnanza, l'orrore, e non solo l'amore, l'amicizia e la dolcezza.
L'intento dell'Harsh Noise e altre musiche estreme (e quindi, non commerciali per definizione) è proprio quello di rappresentare l'essere umano nella sua totalità. Anche i nostri lati più oscuri, osceni, degradanti e denigratori.