I Draghi della Notte d'Inverno

TRAMA: Le malefiche orde dei Draghi al servizio dell'Oscurità sono ormai dilagate nella terra di Krynn: terrore, morte e desolazione regnano ovunque. Contro lo strapotere delle forze del Male si oppone però un manipolo di avventurieri dai molti e svariati poteri: possenti guerrieri dalle spade incantate, un esile mago, bellissime principesse, nani ed elfi dai sensi acutissimi... Sono uniti da un unico scopo: ritrovare i perduti Globi Splendenti che controllano il potere dei Draghi. "I Draghi della Notte d'Inverno" è un'avventura dal ritmo travolgente, che si svolge in un mondo dal fascino inesauribile; è un fantastico viaggio tra paesaggi di sogno e creature magiche e sorprendenti, e non mancherà sicuramente di affascinare i lettori di ogni età.


Inizia così... 

I venti dell'inverno infuriavano, ma l'impazzare delle tempeste non arrivava tra le caverne dei nani delle Montagne Kharolis.

Il capoclan invitò al silenzio i nani e gli umani riuniti quando il bardo nano avanzò tra gli astanti per rendere tributo ai compagni e intonò il suo poema.


CANTICO DEI NOVE EROI

Dal Nord giunse il nemico, così ci era stato detto:

sulle ali dell'inverno, una danza di draghi

si snodava sulla terra, e dalle foreste,

dalle pianure, essi giunsero, dalla madre terra

con il cielo infinito davanti a loro.

Nove essi erano, nove alla luce delle tre lune,

nel crepuscolo d'autunno:

mentre il mondo si sgretolava, essi sorgevano

nel cuore della storia.

Uno si alzò da un giardino di pietre,

dalle sale dei nani, dal clima della saggezza,

dove il cuore e la mente viaggiano senza confini

nella vena libera della mano.

Tra le sue braccia di padre, lo spirito si raccolse.

Nove essi erano, nove alla luce delle tre lune,

nel crepuscolo d'autunno:

mentre il mondo si sgretolava, essi sorgevano

nel cuore della storia.

Uno provenne da un porto di brezze,

leggero nell'aria che plasma,

ai flutti dei prati, al paese del kender,

dove il piccolo grano

diventa verde e poi oro e poi verde ancora.

Nove essi erano, nove alla luce delle tre lune,

nel crepuscolo d'autunno:

mentre il mondo si sgretolava, essi sorgevano

nel cuore della storia.

Una, figlia del capo delle vaste terre, dalle pianure venne

nutrita di distanze, di orizzonti di niente.

Venne portando un bastone, e un peso

di pietà e di luce si raccolse nella sua mano:

a lenire le ferite del mondo ella venne.

Nove essi erano, nove alla luce delle tre lune,

nel crepuscolo d'autunno:

mentre il mondo si sgretolava, essi sorgevano

nel cuore della storia.

Un altro ancora dalle pianure venne, all'ombra della luna,

attraverso le tradizioni, i riti, nella scia della luna,

perché le sue fasi, il suo crescere e il suo calare, controllassero la marea del suo sangue di uomo, la sua mano di guerriero.

Ascese alla luce attraverso gerarchie di spazio.

Nove essi erano, nove alla luce delle tre lune,

nel crepuscolo d'autunno:

mentre il mondo si sgretolava, essi sorgevano

nel cuore della storia.

Una nelle assenze, conosciuta con le partenze,

la bruna spadaccina nel cuore delle fiamme:

la sua gloria lo spazio tra le parole

ricordò avanti negli anni la ninna nanna,

richiamarono i ricordi al confine tra la veglia e il pensiero,

Nove essi erano, nove alla luce delle tre lune,

nel crepuscolo d'autunno:

mentre il mondo si sgretolava, essi sorgevano

nel cuore della storia.

Uno nel cuore dell'onore, formato dalla spada,

dal volo centenario del martin pescatore sulla terra,

da Solamnia morta e risorta, sorge ancora

quando lo spirito si piega al dovere.

Mentre colpisce, la sua spada è, nei secoli, un cimelio tramandato.

Nove essi erano, nove alla luce delle tre lune,

nel crepuscolo d'autunno:

mentre il mondo si sgretolava, essi sorgevano

nel cuore della storia.

Un altro nella luce cristallina fratello alle tenebre,

si cimenta in tutti i segreti della spada,

persino negli intricati intrecci del cuore. I suoi pensieri

sono paludi agitate dal vento che muta

egli non ne scorgerà il fondo.

Nove essi erano, nove alla luce delle tre lune,

nel crepuscolo d'autunno:

mentre il mondo si sgretolava, essi sorgevano

nel cuore della storia.

Poi venne il capo, il mezzelfo, tradì

quando il sangue pulsando divide la terra,

le foreste, i mondi degli elfi e degli uomini.

Chiamato al coraggio, paventando per amore,

paventando che, chiamato ad entrambi, nulla avrebbe potuto.

Nove essi erano, nove alla luce delle tre lune,

nel crepuscolo d'autunno:

mentre il mondo si sgretolava, essi sorgevano

nel cuore della storia.

Infine dalle tenebre giunse l'ultimo, respirando la notte

dove le incomprensibili stelle celano un nido di segreti,

dove il corpo sopporta la ferita dei numeri,

si arrese al sapere, fino a che, incapace di benedire,

le sue benedizioni caddero sugli umili, sulle menti coperte dalle tenebre.

Nove essi erano, nove alla luce delle tre lune,

nel crepuscolo d'autunno:

mentre il mondo si sgretolava, essi sorgevano

nel cuore della storia.

Altri si riunirono nel loro cammino:

una rozza fanciulla, di mille grazie piena;

una principessa di germogli e virgulti, chiamata alla foresta;

un antico tessitore di inganni;

nessuno può dire chi la storia accoglierà.

Nove essi erano, nove alla luce delle tre lune,

nel crepuscolo d'autunno:

mentre il mondo si sgretolava, essi sorgevano

nel cuore della storia.

Dal Nord giunse il nemico, così ci fu detto:

negli accampamenti dell'inverno, il sonno dei draghi

era padrone della terra, ma dalla foresta,

dalle pianure essi giunsero, dalla madre terra

a delimitare il cielo infinito davanti a loro.

Nove essi erano, nove alla luce delle tre lune,

nel crepuscolo d'autunno:

mentre il mondo si sgretolava, essi sorgevano

nel cuore della storia.






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