33 pittrici siciliane dell'Ottocento e del Novecento. Che, ovviamente, nessuno conosce.

A volte si fanno grandi scoperte quando meno te lo aspetti...

Ebbene, stavo sistemando i miei vecchi ritagli legati alle mostre (di moltissimi anni fa)... e che ti trovo?

Un brevissimo paragrafetto (non ricordo da quale giornale lo ritagliai, purtroppo! probabilmente, verso il 2011 o poco dopo) che  faceva menzione di una mostra che hanno fatto parecchi anni fa, a Palermo, dedicata a 33 pittrici siciliane dell'Ottocento\Novecento! Purtroppo non hanno riportato la lista completa, l'unico nome riportato è quello di Ida Nasini Campanella, attiva negli anni Trenta.


Pensate che la mostra riportava ben 200 opere di queste pittrici!

Non c'è moltissimo, comunque ecco qualche dipinto di Ida Nasini Campanella




Quindi, riepiloghiamo: in Sicilia, GIà NELL'OTTOCENTO erano attive diverse pittrici. Ida Nasini Campanella, probabilmente, la più famosa, in quel periodo.

Come mai nelle scuole quando si parla di pittura fanno studiare sempre i soliti nomi?!

Già, sfido io, a chiedere alle persone, in generale, quante pittrici dell'Ottocento conoscono... 

APPROFONDIMENTO:

Maria Messina nacque a Palermo nel 1887 e cominciò a scrivere da giovanissima. Ammirata da Verga, venne riscoperta da Sciascia e ripubblicata negli anni '80. Viaggiò in Umbria, Toscana, Marche; visitò Napoli, mentre la sua opera conosceva notorietà. Negli anni '20, una malattia la costrinse all'inattività e all'isolamento. Morì dimenticata nel 1944. Scrisse la raccolta di racconti "Ragazze Siciliane" (1921), "Pettini-fini", "Le briciole del destino", "Il guinzaglio", i romanzi "La Casa nel Vicolo" (1982), "L'amore negato" (1993), "Piccoli gorghi"

Così la ricorda la nipote: "Maria era in quell'epoca, come la rivedo nei miei ricordi e come la ritrovo nelle fotografie dell'album di famiglia, una giovane donna minuta con un visino pallido dai grandi occhi luminosi, incorniciata da una massa di fini capelli castani. Quella fragilità celava una forza d'animo non comune, che le aveva permesso di denunciare, lei signorina di buona famiglia che avrebbe dovuto addirittura ignorare certe vergogne, quello che si celava dietro le facciate di case rispettabili, in cui la donna era tenuta in uno stato di soggezione prossimo alla schiavitù"


Nessun commento:

Posta un commento