Nikolaj Rajnov: gli stralci più belli


Nato il 1°gennaio 1889, Nikolaj Rajnov comincia a pubblicare molto giovane. Nel 1908 si appassiona alla teosofia e alle religioni orientali. Il suo primo libro, "Leggende Bogomile" (1912) ha un successo immediato
Scoppiata la guerra balcanica, l'Autore dovrà aspettare il 1918 per poter pubblicare di nuovo. Muore il 2 maggio 1954.

Nella terza leggenda scelta del ciclo delle "Leggende Bogomile" (1912) non c'è azione, non ci sono avvenimenti. è solo un canto alla Vergine, visto anch'essa come incarnazione del principio duale: a un tempo Madre di Dio e oggetto d'amore eterno, eterna, sublime meretrice. Simbolo polimorfo, incarna una delle più produttive intuizioni rajnoviane, quella dell'identità di tutte le religioni, della loro fondamentale equivalenza, quasi una somiglianza genetica, una radice comune che trasmigra, si trasmette per contatto, si ritrova, travasa per osmosi. E il bogomilismo è in qualche modo all'incrocio di questi differenti influssi, a sua volta trasmettitore e propagatore.
In un paese come la Bulgaria, in cui la parola "decadentismo" entra in una letteratura nel 1899, e soltanto come termine usato per informare di quanto avviene in Occidente; in cui le prime composizioni simboliste sono della fine degli anni dieci del secolo: "Insonnie" di Javorov (1907) e "Regina Mortua" di Trajanov (1908) l'inafferabile Vergine di Nikolaj Rajnov, sinuosa ambigua e distante, è soprattutto l'inquietante donna decadente, portatrice di passione divorante, che annienta e distrugge.


LA CANZONE DELLA VERGINE

Rosata stella del giorno - benedetta sia la Vergine che nasce dalle onde lucenti e sparge capelli sul mare! Impercettibile è il suo fascino e l'armonia delle sue sembianze trafigge il cuore come spada a doppio filo. In Lei si raduna ogni incanto poiché è Madre e Vergine: Essa è meraviglia ed enigma alla mente, ma al cuore consolazione ed estasi. Se accarezza il forte, la sua potenza si scioglie come cera al sole. Se getta uno sguardo da madre al debole, esso accumula la forza di un gigante. Ognuno è fanciullo dinnanzi a Lei, e Lei è Madre di ogni cosa viva. Essa ha generato le anime che vivono sulla terra. La luce La avvolge. E gli uomini, contemplando il Suo splendore, ne hanno i cuori confusi, le mani tremanti, e nell'anima loro nasce l'amore. Ha portato l'Uomo Eterno nel suo ventre, e dal Suo cuore scaturisce l'amore per l'universo. Chiunque onori la Dea dell'Amore, onora Lei. E il bimbo, che si stringe con le mani tiepide a sua madre, e il ragazzo che va incontro alla sua amata con il cuore in subbuglio, e lo sposo che bacia la sposa e il vecchio che accarezza il nipote che gli passa accanto, tutti onorano Lei, la Stella del Mattino. Il Suo cuore è mondo di ogni macchia, e come neve purissima è bianca l'anima della Vergine Celeste. è il tremito più intimo di ogni cosa creata, e respira. è il fiore della primavera, geme nella foglia gialla dell'autunno, lotta con il cielo nelle tempeste di neve invernali, si immerge nel profondo azzurro del sereno cielo invernale. Il vento diffonde il Suo sussurro e il fulmine sparge tempestoso lo splendore dei Sui capelli d'oro. è rete luminosa, intessuta di luce: nel tremito di ogni foglia d'alloro resta l'eco della Sua canzone. Nei Suoi capelli ride la fiamma di stelle cadenti e langue il fragore di mondi frantumati. Sulla Sua fronte scivolano i cerchi di tutte le costellazioni, e la tenebra si sussegue alla luce, poi di nuovo un incendio di fuoco cinge gli spazi dove germogliano fiammelle e cominciano ad attorcersi dita di fuoco di un'enorme mano. I Suoi occhi si spalancano sull'uomo come due abissi capovolti, come cieli oscuri, come pericolosi precipizi sospesi sull'anima. Uno si chiama Destino. L'altro Mistero. E insieme il loro nome è Morte o Amore. Enorme calice colmo di fuoco è la Sua bocca: chi è baciato, muore di desiderio. Perché nella sua anima ribollono bramosie ardenti, e lui diventa schiavo, e la sua anima cade come un sudario, calpestato da piedi altrui. Le Sue mani sono due cinture di fuoco a stringere la vita del mondo; belle come serpi e mortali come un abbraccio. Perché la bellezza porta la morte, e veleno dorme in ogni bacio. Le Sue mani si tendono sull'anima come due bianche lenzuola, sotto cui puoi perderti, ma puoi anche morire. è la Dominatrice dell'eterno Mistero, da cui nasce Colui Che ha generato il mondo. è alloro dalle foglie fiammeggianti, rami infuocati e fiori di fulmine. è luce all'alba e crepuscolo della sera. Genera il nero Giorno e la bianca Notte dell'anima umana. è il terribile "forse che" di ogni fede e il chiaro "può darsi" di ogni disperazione. Suo è il Primo Giorno. Sua è l'Ultima Notte. è Amore, Fatica e Saggezza. Per colui che non sa, il Suo nome è semplice: Donna. Ma per il saggio, che è vissuto mille volte, il Suo nome è tanto complesso che nessuna bocca è in grado di pronunciarlo per intero.
... E ogni cosa viva La benedice, e ogni cosa serve Lei. Cammina per l'oscura antichità dei secoli e attraverso la nebbia del tempo giunge fino a noi. è l'Euritmia universale a cui aspirano gli artisti, e l'Armonia luminosa che inseguono musicisti e cantanti. Molte sono le sue trasfigurazioni. Molti sono i canti con cui la Sua anima vola fino a noi, fino ai mortali. Istar, Derketo, Lakshimi, Anahita, Astarte, Iside, Afrodite, Venere (1): dappertutto adorano Lei coloro che profondamente amano e inseguono nell'amore una vita palpitante o una morte ardente. Guardiana della Verginità. Essa ha un tempio in cui perennemente arde l'inestinguibile Fiamma dell'Amore. E là volano le anime delle inquiete e dei desiderosi, e là le anime bruciano le loro ali, e là le anime s'inceneriscono, per non tornare indietro. Essa è il rogo eterno su cui brucia l'anima del mondo. Per colui che non sa, il Suo nome è semplice: Donna. Ma per il veggente che ha vissuto mille vite, il Suo nome è tanto indecifrabile, che nessuna bocca è in grado di pronunciarlo.
.... A volte Essa è nuda, nuda completamente, e tutti rimangono accecati dal fulgore latteo della Sua figura. E a volte è velata di tessuto di stelle, e invano si arrovellano i maghi a sollevare il lembo del Suo velo.
... E anche ora, Essa fende accanto a noi le onde, e sopra la smeraldina cresta delle acque, ognuno può scorgere il corpo nudo della Beltà, che nasce dalla schiuma vergine.


(1) Istar/Ishtar è il nome della divinità centrale femminile assirobabilonese, Dea della fertilità e dell'amore fertile. https://intervistemetal.blogspot.com/2019/05/ishtar.html
Derketo è il nome greco di Atargatis, raffigurata con la falce lunare e con i raggi solari aureolati attorno alla testa.
Lakshimi/Lakshmi: nella mitologia indiana, una delle spose di Vishnu.
Anahita: L'Immacolata, la "Grande Regina", antica divinità iranica delle piogge, della fertilità e dell'amore. Nella mitologia armena, nota come Anachit.  https://intervistemetal.blogspot.com/2018/02/iran-parte-2-anahita.html

Astarte, divinità semitica, venerata in tutto il mondo orientale. Il suo culto, che celebrava la fertilità e la riproduzione, aveva aspetti erotici e orgiastici. Nei suoi templi veniva praticata la prostituzione sacra.
Iside: è la maggiore divinità dell'antico Egitto, sorella sposa di Osiride e madre di Horus.

https://intervistemetal.blogspot.com/2018/12/iside.html
Afrodite: divinità greca dell'amore e della fecondità. Venere: nella mitologia romana, Dea dell'amore e della bellezza femminile.