Sono tristi, infinitamente tristi le sere d'autunno avanzato. Sono colorate di rosa e di malva, sfumate di grigio. Tristi da stringerti il cuore. In cielo le volute larghe, vistose di nuvole segnano il commiato del sole. L'angoscia scende sulla città.
E insieme un senso di rimpianto, di nostalgia per ciò che non abbiamo mai conosciuto, l'angoscia di un anno che finisce, di un anno che incomincia, il tempo del desiderio impotente, la stagione al di là della rassegnazione - sconsolata.
In America, per autunno, usano la parola "Caduta".
A ricordare la Caduta dell'Uomo, come se quel dramma fatale, il primitivo furto del frutto, dovesse ripetersi all'infinito.
Con regolarità ciclica.
(...) D'ottobre, quando la notte la luna è una falce sottile sottile, quando la terra, perché tutto sia ancora più misterioso, nasconde nella sua ombra la complice rilucente degli assassini - in notti del genere, si può ben dire che la luna sia nera.

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