Zigenidi ed Erebidae

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La famiglia delle Zigenidi è rappresentata da una quarantina di specie di piccole dimensioni, adorne di colori brillanti come sfondi azzurri\neri e macchie rosse, verdi a bolle rosse contornate di oro o dorate; volano di giorno ma raramente vengono mangiate perché il loro corpo è impregnato di una sostanza dal sapore disgustoso.







Le Zigenidi non sono da confondersi con Amata phegea, molto simile a Zygaena ephialtes ma che si differenzia per le antenne nere bianche alla sommità e due strisce gialle sul corpo tozzo e che appartiene alla famiglia delle Erebidae.






Le Donne in Politica nell'Antica Roma

Nota di Lunaria: onde evitare gli insulti dei vari idolatri di aristotele o catone, quelli del mantra "eh eh, le donne non hanno mai fatto niente per 2000 anni, solo il nostro divino aristotele ha fatto, eh eh!", pubblicherò le foto delle pagine sottolineate in rosso per dimostrare che io i libri li leggo. A me neanche piace la civiltà romana o greca, ma non è questo il punto, è il fatto che 'ste cose vengono usate per UMILIARE E SMINUIRE LE DONNE pertanto devo farmi lo sbattimento e andare a leggere pure cose che manco mi piacciono per dimostrare agli idolatri del "solo aristotele ha fatto e scritto, eh eh! e io sono maschio come lui, eh eh!", che le donne hanno sempre fatto la Storia, pure nei contesti più sessisti.

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A Roma, la parte che occupa in politica la donna segue una curva parallela all'affermazione, all'onnipotenza di questa nuova forma di potere: il principato.

Sotto la Repubblica parecchie donne facevano della politica senza prendervi parte diretta: ne dà testimonianza una delle amanti di Cesare, Servilia, la madre di Bruto.

Alcune donne avevano partecipato alla congiura di Catilina.

Di Sempronia, una di esse, Sallustio ci ha lasciato un ritratto celebre e feroce: "Fra tutte le donne che facevano parte della congiura, citerò Sempronia, autrice di svariati misfatti perpetrati con un'audacia tutta virile. Nascita, bellezza, sposo, figli, la fortuna l'aveva in tutto favorita. Versata nelle lettere greche e latine, più abile nel canto e nella danza di quanto non occorresse ad una donna onesta, possedeva quel certo talento che occorre per essere voluttuose ed ebbe sempre a cuore tutt'altra cosa che onore e pudore [...] bruciava di così ardente passione che era lei a cercare gli uomini più che non gli uomini a cercare lei. [...] Non mancava di distinguersi per il grande ingegno: sapeva scrivere versi, [...] la sua conversazione era talvolta castigata, talvolta provocante e spudorata; in fondo era una donna estremamente spiritosa e graziosa."

Oltre a questa Sempronia, abbiamo già fatto la conoscenza di Fulvia, moglie d'Antonio, che arruolava truppe e dirigeva la guerra di Perugia.

PROVE:



ALTRO APPROFONDIMENTO tratto da vari libri che ho condensato, cioè:




Rispetto ad altre culture, la donna romana era più libera. Anche se i Romani ritenevano che il posto di una donna fosse la casa, alcune donne romane partecipavano alle attività sociali e culturali, in compagnia dei mariti o da sole. Le donne ricche non lavoravano, le donne degli altri ceti potevano dedicarsi al commercio e all'artigianato. Le schiave si occupavano delle case.

Il principale indumento femminile era la stola, che arrivava alle caviglie, veniva indossato sopra una camicia ed era legato in vita; 

Le donne nobili avevano anche un mantello, la palla, che copriva una sola spalla e poteva servire anche da cappuccio. I ricchi vestivano abiti di lino e seta, tutti gli altri portavano tuniche di lana.

I capelli venivano raccolti sulla testa; alcune acconciature richiedevano delle ore e si usavano capelli artificiali e strutture come pettini d'avorio.

I gioielli erano d'oro, di pietre preziose o di diamanti provenienti dall'India. Le donne non nobili usavano gioielli ottenuti dal vetro o pietre colorate.

I cosmetici erano ottenuti dalle piante o dagli animali; alcune volte erano velenosi, come una polvere di piombo miscelata ad olio che veniva usata per rendere candida la pelle.

Nella Roma arcaica le donne erano considerate proprietà dei padri e dei mariti, ma successivamente vennero riconosciuti diversi diritti alle donne ricche e nobili. Potevano amministrare il denaro, la proprietà.

Quando si diffusero le "religioni misteriche" basate su convegni segreti, i governanti non le approvarono (anche se era riconosciuta la libertà di culto); temevano che gli adepti potessero fomentare tumulti.

Tra le donne si diffuse il culto a Cibele, la Grande Madre. Anche il culto misterico di Iside era molto seguito a Roma. Dall'Iran giunse il culto a Mitra, che divenne molto popolare tra i soldati. Mitra era un dio del Sole dai tratti eroici e si pensava che la Creazione fosse stata originata dal sangue di un toro ucciso da Mitra; visto che il suo culto era interdetto alle femmine, le donne si avvicinarono di più al cristianesimo.

Dopo l'anno 313, con l'Editto di Milano, venne riconosciuta piena legittimità anche al cristianesimo.


GLI DEI DEI ROMANI

GIOVE: il dio supremo. Era il dio del giorno e della luce, del fulmine e del tuono. Aveva diversi attributi: Giove Pluvio mandava la pioggia, Giove Statore fermava i nemici, Giove Lucetius mandava la luce. Fu identificato con lo Zeus greco. Era parte di una triade con Marte e Quirino, successivamente sostituiti da Giunone e Minerva.

Giunone: era molto adorata a Lanuvio. Fu identificata con Era. Aveva diversi appellativi: Giunone Lucina presiedeva ai parti, Giunone Caprotina era la Dea della fecondità, Giunone Pronuba era la patrona delle nozze, Giunone Fluonia proteggeva il ciclo mestruale, Giunone Moneta (Colei che ammonisce), Giunone Martialis (Madre di Marte). Giunone era la Regina, la Salvatrice (Sospita). Ogni donna aveva la propria Iuno, una copia celeste e protettrice (l'uomo aveva il genius). Giunone rappresentava le virtù della matrona romana. Al suo culto attendeva la moglie del Flamine Diale, che diventava sacerdotessa col titolo di "Flaminica" 

Giano: una delle divinità più antiche, era il Deus deorum. Secondo i miti, sarebbe venuto dalla Tessaglia a Roma, dove portò la civiltà. Diede il suo nome a uno dei colli di Roma, il Gianicolo, mentre suo figlio Tiber diede il nome al Tevere.

Le porte del suo tempio erano aperte in tempo di guerra e chiuse in tempo di pace. In origine, era il dio di ogni cosa: del paesaggio, della soglia, della porta ("ianua"), perciò era raffigurato con due facce ("bifrons"). Era il dio degli inizi e gennaio porta il suo nome.

Marte: identificato con l'Ares dei Greci; era il dio del coraggio e della forza. Dai Romani, era considerato il capostipite. I suoi animali sacri erano la lupa e il picchio verde. Anticamente, era il dio della vegetazione e gli era consacrato Marzo.

Venere: identificata con l'Afrodite greca; Dea dei giardini, della bellezza, dell'amore. Madre di Enea, perciò progenitrice dei Romani.

Diana: identificata con Artemide. Dea vergine della caccia.

Mercurio: identificato con Ermes, protettore dei commercianti e viaggiatori.

Plutone: Dio del mondo sotterraneo, fratello di Giove, Poseidone, Giunone. Rapì Persefone per farne la sua sposa e regina degli inferi.

Minerva: presa dagli Etruschi, che la chiamavano Mnerva. Era la Dea della sapienza, ingegno e operosità.


I Geofilomorfi

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Sono Chilopodi con un corpo esilissimo e formato da un numero incredibilmente alto di segmenti: nessuna specie ne possiede meno di 31 e alcuni arrivano a 173.

La testa dei Geofilomorfi è priva di ocelli e presenta antenne corte; si nutrono di lombrichi e si trovano specialmente sotto le cortecce.

I Geofilidi sono Geofilomorfi con mandibole prive di lamelle. La trasmissione delle sperma avviene mediante spermatofori che i maschi depongono sui fili di reti costruite col secreto di ghiandole annesse al loro apparato genitale. Le femmine depongono le uova in cavità sotterranee e dopo averle ricoperte di una sostenza protettiva e agglutinante in un unico pacchetto le sorvegliano fino alla schiusa, dopo circa 3 mesi.

Geophilus electricus deve il suo nome al fatto che talvolta lo si vede brillare: l'effetto è dovuto ad un liquido verdastro luccicante.



Vedi anche https://intervistemetal.blogspot.com/2023/06/gli-scolopendromorfi.html


Embriologia e Cardiologia in Leonardo

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Leonardo si dedicò all'embriologia e alla cardiologia. A Roma eseguì dissezioni, ma viene calunniato presso il papa; i risultati delle sue indagini anatomiche non ci sono pervenute.

Negli studi embriologici Leonardo studiò come "l'anima materna" modellava le fattezze del feto, per dirla con le parole di Leonardo "L'anima della madre che prima compone nella matrice la figura dell'omo [...] Il feto è vivificato e nutrito dalla vita e cibo della madre [...] Una medesima anima governa questi due corpi"

Gli studi di cardiologia vennero eseguiti sul cuore di un bue: Leonardo cercò di capire in che modo il movimento cardiaco assottigliasse il sangue trasformandolo in "spiriti e calor naturale"

Per Leonardo "Nessuna cosa nasce in loco dove non sia vita sensitiva, vegetativa e razionale"; anche la vita, come altri fenomeni, si trova connessa con un fluido "aereo", per Leonardo, ovvero gli spiriti vitali e l'anima.

Un altro gruppo di studi anatomici eseguiti nel 1508 riguarda gli organi femminili: utero, vulva e i suoi muscoli. Leonardo rappresentò anche una vulva di una multipara, dilatata subito dopo il parto; in un altro disegno, studia la collocazione dell'utero in rapporto al bacino. Esegue anche un disegno di coito e studia anche il corpo femminile al momento del parto. 

Leonardo mise in discussione l'idea (propagandata da Cennino Cennini) che la donna non avesse proporzioni perfette ("Quella della femmina lascio stare perché non ha nessuna perfetta misura", "Libro dell'arte" capitolo LXX). Dopo aver celebrato l'ideale di bellezza maschile (L'Uomo vitruviano) ora Leonardo celebra anche l'ideale estetico femminile.


 


"Il Principe e il Povero" (illustrato)

 









"Dinky Hocker è sola" e "Il Viaggio" (Gaia Junior)

Questa è la storia di una ragazza, Dinky, vista e raccontata da Tucker, un ragazzo che vorrebbe aiutarla. Obesa, solitaria e depressa, Dinky ha due insolubili problemi: il primo è la sua fame insaziabile, il secondo è sua madre, una donna perpetuamente impegnata e sicura di avere sempre ragione. L'unico ragazzo che si sia mai interessato a Dinky è P. John, un obeso come lei, ma l'inflessibile signora l'ha messo alla porta, così come ha allontanto Tucker, innamorato della fragile e stravagante Natalie, la cuginetta adottata dagli Hocker. Sempre più sola, a tu per tu con il frigorifero, Dinky continua ad ingrassare e a soffrire, finché la sua rabbia esplode in modo imprevisto... un romanzo realistico, appassionato, ironico sui problemi degli adolescenti che mangiano troppo.

Vedi anche https://intervistemetal.blogspot.com/2019/11/gaia-junior.html







Undici racconti con protagoniste femminili, ambientati in Canada, nella Nuova Scozia, che si occupano dei rapporti tra le giovanissime e le loro madri, insegnanti, amiche grandi.
Undici storie intense e bellissime, piene di poesia e ironia, in cui ogni lettrice potrà specchiarsi per riconoscere il proprio presente e, soprattutto, il proprio futuro di donna. Da una grande scrittrice canadese tradotta per la prima volta in Italia.




Pierrot







Leggende del Mare

Il mare, fantasioso ed incommensurabile elemento ha ispirato le più varie leggende; tutti i popoli hanno attinto da questa infinita massa sempre diversa di colori e di movimenti i loro presagi e le loro storie. Siano esse poetiche o terrificanti, elementari o tragiche, questo azzurro palpabile ha sempre impressionato le genti.

Tra gli elementi che costituiscono l'Universo, il mare è il più vivo. Dall'eterno fermento della sua immane massa azzurra si propaga un intenso alito di vita che ha in ogni tempo soggiogato il piccolo uomo legato alle sue sponde e prigioniero sulla terra immobile.

Menzionato nella Bibbia, "Il secondo giorno Iddio disse: siano tutte le acque che sono sotto il cielo, raccolte in un luogo ed appaia l'asciutto. E così fu. E Iddio nominò l'asciutto Terra e la raccolta delle acque mari"... Quando l'uomo nei suoi primi passi verso la conquista del pianeta osò avventurarsi sul mare, trovò certamente la sensazione di essere in balia di una potenza viva alla quale egli dovesse riconoscenza o per la quale dovesse nutrire rancore: una potenza animata che meritasse amore e odio, che si potesse pregare o bestemmiare.

Ed ecco il flusso leggendario manifestarsi continuo e prodigo delle più bizzarre soluzioni: pensiamo allo stupore dei mille e mille superstiti dei naufragi di fronte ai compagni ingoiati dai flutti inesorabili, ancora caldi di vita ed ammutoliti soltanto dal chiudersi fatale dell'onda: quante notti quelle ombre popolarono le notti marine nell'umana illusione delle madri, delle donne, dei figli di coloro che ormai vagavano negli abissi!

Visioni di vita e di morte alimentate dal mutevole gioco del mare, isole e città illusorie, vascelli viaggianti follemente, creature chimeriche, mostri, complici delle forze ignote del mare.

Abbiamo leggende del mare in tutti i paesi marinari: dalla Grecia all'Italia, dalla Francia alla Groenlandia, dalla Spagna all'Italia fino alla Svezia. Colorite e amorose quelle dei paesi mediterranei, piene di apparizioni nebbiose e spettrali le leggende nate sulle coste nordiche.

Da Virgilio in poi, il mare parlò al cuore di molti scrittori. 

Si pongono in evidenza un notevole gruppo di leggende siciliane e calabresi nelle quali elementi religiosi si mescolano al ritmo della leggenda marina.

Nella lontana India vi è ancora oggi la convinzione che l'acqua cancelli i peccati delle anime; danze marine sono diffuse in tutto il mondo, dalle isole Fiji alla Bretagna.

Molte leggende si imperniano sul bisogno dell'uomo di dominare il mare: ed ecco descrizioni di santi, divinità, maghi che vivono in fondo agli abissi e che esaudiscono i desideri degli uomini.

Sulle rive dell'Africa si pronunciavano parole misteriose prima di avventurarsi in mare.

Altre leggende ci raccontano di immense ricchezze nascoste nelle profondità oceaniche.

Ecco i racconti di navi fantasma come l'Olandese Volante, presagio di fortuna o disgrazia.

Palazzi incantati di re, sirene, mostruosi serpenti e polipi come il Kraken si disegnano nella buia notte del fondo marino. I secoli delle scorribande saracene hanno portato racconti di nefande imprese e Atlantide è favoloso il regno sprofondato negli abissi.


Riflessioni Esistenziali di Manuel Garcìa Morente

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Il luogo dove si mostra evidente l'equivalenza tra destino e il piano di Dio è l'esperienza vitale, purché l'intelligenza arrivi senza passioni né sofismi o pregiudizi all'analisi profonda della più intima radice degli avvenimenti. Si veda questa testimonianza di Manuel Garcìa Morente (1), sulle circostanze che stavano pesando sulla sua vita agli inizi della guerra spagnola del 1936:

"Da quando era incominciata la guerra io non ero intervenuto né poco né molto nella mia vita, nel tessuto reale dei fatti della mia esistenza. La mia vita, i fatti della mia vita, si erano realizzati senza di me, senza il mio intervento.  

In un certo senso era lecito dire che io li avevo presenziati, ma in nessun modo che li avevo causati. Chi, dunque, o che cosa era la causa di questa vita che, essendo mia, non era mia? Perché il fatto curioso e strano è che tutti quegli avvenimenti facevano parte della mia vita, erano cioè miei; ma, d'altra parte, non erano stati causati, né provocati e neppure sospettati da me; insomma non erano miei. C'era una contraddizione evidente. Da un lato la mia vita mi appartiene, dal momento che costituisce il contenuto reale storico del mio essere nel tempo. Da un altro lato, invece, questa vita non mi appartiene, non è, a rigor di termini, mia, giacché il suo contenuto è in ogni caso prodotto e causato da qualcosa di estraneo alla mia volontà. Una sola soluzione potevo trovare a questa antinomia: qualcosa o qualcuno diverso da me fa la mia vita e me la "dona", me l'attribuisce, la ascrive al mio essere individuale. Il fatto che qualcosa o qualcuno diverso da me faccia la mia vita, spiega sufficientemente perché la mia vita, in un certo senso, non sia mia. Però il fatto che questa vita, fatta da un altro, mi sia come regalata o attribuita, spiega in un certo senso perché io la consideri come mia. Solo così si poteva eliminare la contraddizione o opposizione fra questa vita non mia, perché un altro la fa, e tuttavia mia, perché soltanto io la vivo. Questa mia vita, che io non faccio, ma che ricevo, è fatta di avvenimenti pieni di significato"


(1) Filosofo che si convertì verso la fine della sua vita e si fece sacerdote.


Gli Scolopendromorfi

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I principali generi di Scolopendromorfi europei sono Scolopendra e Cryptops. La distinzione tra i due è agevole in quanto i Cryptops sono animali gracili, privi di ocelli e con quattro solchi longitudinali sui tergiti del tronco, mentre le Scolopendra, animali piuttosto robusti, presentano sul capo quattro ocelli per lato e sui tergiti del tronco solo due sottili solchi paramediani. La S. cingulata è una specie con livrea variabile, che può raggiungere nella parte orientale della sua area di distribuzione i 170 mm ma che in Europa non supera mai gli 80.

Gli Scolopendridi sono Scolopendromorfi forniti di ocelli e con tarsi degli arti ambulatori formati da due articoli.

Vivono nel terreno scavando gallerie sotto i sassi e si nutrono di lombrichi e larve che afferrano con le forcipole.

La trasmissione dello sperma avviene mediante uno spermatoforo deposto dal maschio sui fili di una rete che chiude l'ingresso della tana, ma l'atto è preceduto da una sorta di corteggiamento fatto da accarezzamenti amorosi.

La Scutigera (Scutigeridi) ha lunghissime zampe che perde con molta facilità se viene catturata e le lunghe antenne sono formate da 400 articoli! è prevalentemente notturno e velocissimo nella corsa. Si nutre di ditteri.






Nota di Lunaria: da non confondere Scolopendre e Scutigere con il "Millepiedi"!!!!



Vedi anche https://intervistemetal.blogspot.com/2023/05/oniscomorfi-glomeridi.html https://intervistemetal.blogspot.com/2023/06/i-geofilomorfi.html