Letteratura Romena su Dracula, dal Rinascimento all'Ottocento

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L'immagine di Dracula si è sviluppata lungo due direttive: una dentro i confini della Romania e l'altra al di fuori. 

La rappresentazione letteraria di Dracula ha virato sui temi dell'orrore, partendo dai libelli tedeschi del XV secolo fino a trasformare Dracula in vampiro (come nel romanzo di Bram Stoker)


In Romania, nonostante alcune varianti come "il Dracula buffone", le caratteristiche eroiche sono prevalse.

Il primo apologista di Dracula fu Nicolae Olahus (1493-1568), il primo umanista romeno e il maggiore esponente del Rinascimento Transilvano.

Nicolae Olahus era parente di Dracula, figlio di un boiardo, originario di Arges.

Fra le sue opere, vi è una descrizione della Transilvania e dell'Ungheria, "Hungariae sive de originibus gentis regni divisione habite atque opportunitatibus" e Olahus si sofferma a distinguere tra le varie popolazioni che abitano la Transilvania (ungheresi, sassoni, székeli, romeni...) Scrisse anche versi in latino e una biografia su Attila. Sposò una sorella del re d'Ungheria (Mattia Corvino, di cui Dracula aveva sposato un'altra sorella)  Scrisse molte lettere ai dotti del suo tempo, tra cui Erasmo.

Il suo libro su Dracula venne pubblicato nel 1718, segno che non aveva incontrato l'approvazione ai suoi giorni.

Nel Settecento transilvano possiamo citare anche Ion Budai-Deleanu (1760-1820), teologo, giurista, geografo, grammatico, storico e politico e autore di un'opera epica, la "Tiganiada", che si basa proprio sulla vita e sui tempi di Dracula.


Nel poema, il principe valacco è a capo di un esercito di zingari che conduce contro i turchi. Budai-Deleanu cercò un eroe da immortalare innalzandolo al di sopra di tutti gli eroi della storia romena.

Ai suoi occhi Dracula era "il Valoroso", non l'Impalatore e guidava il suo esercito con l'aiuto degli angeli e delle forze del Bene contro turchi, malvagi boiardi e le forze di Satana 


(vabbè, ci sono anche spagnoli ultracattolici che pensano la stessa cosa di Francisco Franco, e lo stesso dicasi per i croati ultracattolici idolatri degli Ustascia e Ante Pavelic e di tutta la cricca di dittatori clerico-fascisti... Nota di Lunaria)

In "De originibus populorum Transylvaniae comentatiucula cum observationibus historias criticis" (che non è il titolo del seguito del "De Mysteriis Dom Sathanas" dei Mayhem. Nota di Lunaria. LOL 😂) difende Dracula (e il titolo resta una gran bella figata di latino latinorum e avessi una band Black Metal lo userei come titolo per un cd. Fateci un pensierino, se suonate Black Metal. Nota di Lunaria. LOL 😂)

Nel prologo della "Tiganiada", Budai-Deleanu assicura la fondatezza storica, sostenendo di aver consultato gli scrittori bizantini e un manoscritto conservato nel monastero di Cioarei, ma è fittizio. La leggenda del castello, le abitudini degli zingari, i racconti fantastici sui vampiri delle montagne del Retezat sono "elementi del bagaglio nazionale della sua infanzia trascorsa in Transilvania" e dedica il suo poema ad un inesistente "Mitru Petrea, noto menestrello" (Nota di Lunaria: resuscitasse oggigiorno, lo dedicherebbe ai Negură Bunget, le glorie del Black Metal romeno 😂)

Budai-Deleanu introduce anche la figura della vampira Strigoica e altri spiriti del male, ma non sono alleati di Dracula, anzi sono suoi nemici (!):

Al calar della notte volano i vampiri

quando le belle donne vanno a passeggiare

e spezzano le ossa della gente

Budai-Deleanu parla anche di "spiriti impuri che non dormono mai e volano dappertutto di notte", riferimento ai vampiri, che volano tutti in direzione del Retezat, a sud della Transilvania, verso una "montagna che sta fra la Valacchia e la Transilvania".

Con l'arrivo del Nazionalismo Romeno, la figura eroica di Dracula fu presa per indicare i movimenti di indipendenza e furono gli scrittori romantici romeni come August Treboniu Laurian, Ion Eliade-Radulescu, Aaron Florian, a giustificare i crimini di Dracula, romanzando la sua vita.

Le rappresentazioni teatrali e gli scritti su Dracula venivano usati "per lanciare messaggi politici", evitando la censura. Ne sono esempi l'opera di Ion Catina oppure di G, Mavrodolu, "Vladu Tzepeshu drama istorica in cinci acte" (1856)

Dimitrie Bolintineanu (1819-1872) dedicò un poema all'eroismo guerriero di Dracula: "Battaglie dei Romeni" e un romanzo sulla sua vita.

Curiosamente, il poeta romeno più prolifico del XIX secolo, Vasile Alecsandri non celebrò Dracula: forse perché era di origine moldava ed era più interessato al cugino di Dracula: Stefano il Grande. Nelle "Legende", Alecsandri associa Dracula ad altri tiranni. (https://intervistemetal.blogspot.com/2023/04/origini-del-nome-e-crimini-di-draculea.html)

In preda alla nostalgia per le rovine del passato, l'archeologo e poeta Alexandru Odobescu descrisse il suo incontro con lo spirito di Dracula presso il monastero di Snagov (dove secondo il poeta Dracula venne sepolto).

Quando la Romania ottenne la sua indipendenza, il genere eroico decadde e le figure del passato divennero oggetto di licenze drammatiche e comiche, come nell'opera di Mihail Sorbul, che scrisse un'opera sul rogo che Dracula appiccò in una sala dopo aver riunito e rifocillato poveri e malato: "La festa dei pezzenti"; segnaliamo anche "Amore e Vendetta" (1877) di Ion Lapedatu.

In Romania fu Mihail Eminescu (1850-1889), il più grande poeta romeno, a scagliarsi contro la corruzione del governo. Nella sua "Terza Lettera" Eminescu si rivolgeva a Dracula: indignato contro i costumi della capitale e la malvagità dei politici, egli faceva appello alle figure del passato perché risorgessero dalla polvere in cui riposavano per rigenerare la società romena. Secondo Eminescu, solo loro potevano capire il vero patriottismo e l'amore per la terra dei padri.

Nell'invocazione finale, bellissima, Dracula è richiamato in vita per usare i suoi drastici metodi contro i Filistei. Il poema (per alcuni, la migliore opera patriottica) è permeato di una nota di cupa disperazione e da un senso di abbandono.

Purtroppo, Eminescu morì giovane soltanto dopo sette anni dalla composizione della "Terza Lettera".

Nota di Lunaria: aggiungo un approfondimento su Eminescu

Mihai Eminescu è il più noto (e a mio parere talentuoso) Poeta del Romanticismo Romeno.  è stato chiamato Il "Byron Romeno". L'Opera che preferisco è "Lucifero" ("Luceafårul"), davvero sublime, forse anche più bello del "Demone" di Lermontov, anche se sicuramente sono tra i più bei poemi dedicati all'Angelo Caduto. Qui riporto queste frasi tratte da "Genio Desolato" ("Geniu Pustiu" 1868-1870), per dare un'idea dello stile di questo scrittore. Il romanzo è a sfondo storico, trattando una sorta di "Risorgimento Romeno" (contro gli ucraini, se non ricordo male), comunque al di là del contesto (forse ormai anacronistico) dal quale parte la vicenda in sé, lo stile espressivo è davvero meraviglioso:

"Ogni stella in cielo

un amore sulla terra;

soltanto nella mia notte

neanche una stella. 

Solo nella mia anima... nessun amore."


"Muoio alla terra

per poter vivere in cielo."


"Una dopo l'altra si accendevano le stelle,

tremanti nel cielo - ora più in alto, ora più in basso -

e la Luna, loro bionda Signora, pallida

come una sposa, passava tra le nuvole

candide e sottili."


"Le labbra livide, i capelli neri come la notte,

spettinati, che le volavano attorno al collo bianco

come il marmo, il collo della morte... la lunga veste di seta nera,

facevano di lei un'immagine di ira dolorosa, di pietrificato dolore."  


"Luceafårul" (la traduzione in italiano è mia)

C'era, come nelle fiabe,

Come mai nell'incursione del tempo si verificò,

C'era, nata dal famoso sangue reale,

Una ragazza ancor più bella.

Era figlia unica dei suoi genitori,

Luminosa come il sole a mezzogiorno

E come vergine tra i santi

E tra le stelle la luna.

Dalla profonda ombra delle volte

Il suo passo ora dirige

Verso una finestra: al suo angolo,

Un Brillante Lucifero aspetta.


Lei si guarda attorno come scrutando mari lontani,

Lui Si alza, dardi i suoi raggi,

E conduce le nerastre navi cariche

Sul bagnato, in movimento, in differenti modi.


A guardarla tutte le sere,

La sua anima infiamma I Suoi istinti;

E guardandola per settimane,

Egli si innamora di lei.


E come si appoggia sui gomiti,

Il suo tempio e il suo capriccio,

Anche lei sente nel suo cuore e nell'anima che

si sta innamorando di Lui.


E ogni notte le sue fiamme tempestose

Più tumultuosamente rinnovano

Quando all'ombra del castello

Ella mostra la sua visione luminosa.


E nella sua stanza con passi lenti

Egli porta i suoi passi e gli obiettivi

Tessendo fredde scintille

con fatica di fiamme tremanti.


E quando lei si getta sul suo letto

Con le membra stanche, e riposa

Lui scivola la mano lungo il suo seno

E le chiude le dolci ciglia.


E dallo specchio sulla sua forma

Un raggio si è diffuso e brucia,

Sui suoi grandi occhi

E sul suo viso, che si trasforma.


I suoi sorrisi lo vedono, lo specchio lo mostra,

Lui, tremante nell'angolo


Per Lui sta affondando, nel suo sogno

Cosicché le loro anime possono agganciarsi


Lei parla con lui nel sonno e sospira

Mentre si gonfiavano le vene del suo cuore,

che batteva come un tamburo:


- "O, Dolce Signore delle mie notti fatate

Perché non vieni? Vieni!

"Discendi a me, mite e clemente Lucifero,

Tu puoi scivolare su un raggio

Entrare nella mia abitazione e nella mia mente

E sul mio barlume di vita! "


E Lui ascolta e trema e

Ancora di più per il suo amore agogna

E rapido come il fulmine che

Si tuffa tra le onde.

L'acqua in quel punto,

Mosse molti anelli concentrici, a ripetizione.


E fuori nell'ignoto, oscurità, profondità

Un giovane uomo superbo sorge,

Come sopra una soglia, verso l'ancora,

I suoi passi frettolosi conduce,

Tiene in mano un bastone con

in cima, una corona di ancie


Sembra impersonare un giovane Voivod

Con i capelli morbidi e dorati;

Un velo blu, si allaccia in un nodo

sopra la sua spalla nuda.

L'ombra del suo viso è esangue

E puoi vedere attraverso

gli occhi di un uomo affascinante, morto, ma

con gli occhi vivi

Che gettano le loro scintille fuori.


"Dalla mia sfera difficilmente esco a

rispondere alla tua chiamata.

Il Paradiso è mio padre e

Mia madre è il mare.

Così potevo venire alla tua camera

E guardarti da vicino.

Con la mia luce rinasce dalle onde

il mio Destino, per te, governerò.

O, vieni, o mio tesoro meraviglioso,

E lascia da parte il tuo mondo;

Perché io sono Lucifero dall'Alto

E tu vuoi essere la Mia sposa.

Nel mio palazzo di corallo, Io

ti custodirò per sempre

E il mondo intero dal mare

Si inginocchieranno davanti alla tua porta..".

O, tu, bella come l'arte, ma

nei sogni che un angelo mostra,

nel modo in cui ti sei aperta per Me,

Per me d'ora in poi sarai sempre sigillata".


"La tua porta, aspetto e parole sono strani

La vita che illumini con i tuoi bagliori non può essere impartita,

Perché io sono viva e Tu sei morto

E i tuoi occhi agghiacciano il mio cuore. "


Molti giorni sono trascorsi dal quel giorno, ma Lucifero

Viene di nuovo e rimane

Proprio come allora, diffondendosi sopra di lei,

con i suoi raggi.


Nel sonno lei rimembra Lui

E, come prima, insieme,

desidera esprimere un desiderio per il Maestro delle onde

per congiungere la sua anima.


"Scendi in me, Dolce Lucifero,

Tu puoi scivolare su una trave,

Entrare nella mia abitazione e nella mia mente

E sul mio barlume di vita! "


E Lui ascolta, ed è colto dalla disperazione

Di un tale doloroso sentimento

Si sente morire

e i cieli ruotano

Dove Egli è sparito.


Ben presto le fiamme rubiconde si sprigionano,

tengono in pugno Il mondo;

Un superbo spasmo del caos

per le valli.


Sulle sue ciocche di capelli neri, porta

La sua corona luminescente con alcune fiamme di fuoco;

ondeggia come lui arrivava nella realtà,

Nuotando sulle fiamme del sole.


Col suo nero sudario cerca di coprire

Le sue braccia vigorose come il marmo,

Lui pensieroso, tristemente reca

Il suo viso terribilmente pallido.


Ma brillano i suoi grandi occhi meravigliosi

come chimere

che mostrano due spasmi insaziabili:

ma tutto questo è confinato nel buio profondo.


"Dalla mia sfera difficilmente esco a

rispondere alla tua chiamata, alla tua visione.

Il sole lucente è mio padre e

Mia madre è la notte.

Oh vieni e sopra i tuoi capelli biondi

lascia da parte il tuo mondo;

Perché io sono Lucifero dall'Alto

E tu vuoi essere la Mia sposa.

Oh vieni e sopra i tuoi capelli biondi

con corone di stelle Io ti incoronerò

e molto di più che tutte loro

tu brillerai e sfavillerai orgogliosa.

O, tu sei bella come

i sogni che un demone mostra,

Il modo in cui ti sei aperta con me,

Per me sarai sigillata per sempre.

Le profondità del mio dolore dal

desiderio del tuo amore feroce

I miei pesanti occhi grandi e dolenti

Quando in loro tu ti riveli urtandoli"


Dopo Eminescu, il più grande poeta romeno è Ion N. Theodorescu, meglio noto come Tudor  Arghezi.

In una sua poesia, intitolata "Il Principe Impalatore" (Tepes Voda), Arghezi pone Dracula come figura filosofica, ma a causa della sua crudeltà lo riporta al basso livello della terra.

Arghezi non poteva giustificare gli impalamenti compiuti da Dracula.

Con toni ironici si prende gioco dei boiardi e della gerarchia:

Con il dovuto rispetto per le differenze di classe

per i potenti sia valacchi che turchi

Dracula teneva in serbo pali speciali

in modo che non si violassero le caste

i Vizir erano impalati alla dovuta altezza

in cima a svettanti pioppi

e ai santi vescovi o abati

l'Impalatore riservava legno benedetto e dolcemente profumato

mentre cortigiani e gli amici nella sala

alzavano i bicchieri di vino brindando alle sue azioni

Dracula pensava a che tipo di pali potesse adottare per loro.

Per curiosità: Tudor Arghezi era nato nel 1880 e quando Stoker stava scrivendo il suo romanzo, Arghezi lavorava come chimico in una fabbrica di zucchero; più tardi si fece monaco.

Altre due poesie dedicate a Dracula sono "L'Impalatore" di Ludovic Daus, ma non ebbe successo; in quel periodo (1930) il pubblico romeno desiderava opere comiche e Pastorel Teodoreanu trasforma Dracula in una figura comica. Il critico letterario George Calinescu scrive una poesia, "Vita", a cui assegna a Dracula il ruolo di salvatore della Romania.


Cose varie sulla Romania le trovate qui https://intervistemetal.blogspot.com/2018/03/romania-storia-letteratura-e.html






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