Il Pessimismo Pirandelliano

Commento tratto da

Le storie d'amore di Pirandello sono paradossali: storie d'amore ma senza sentimento, e il titolo della sua prima raccolta di novelle è proprio "Amori senza amore"

Pirandello riprende il tema della narrativa "rosa" ottocentesca, cioè l'amore ostacolato per disparità di stato sociale: per Pirandello, il contrasto tra le disparità economiche e i sentimenti si risolve in un annullamento del sentimento stesso.

L'amore esiste solo nei sogni e nelle illusioni e nel momento stesso in cui sembra di averlo raggiunto, scompare.

L'amore è sempre altrove, come dimostra il racconto pirandelliano "Il lume dell'altra casa", dove una moglie abbandona il marito, fugge con l'amante e poi si ritrova a spiare il marito dalla finestra: la felicità, la soddisfazione, sono sempre altrove.

Il destino tragico dei personaggi pirandelliani è la dimostrazione del carattere oppressivo dei rapporti umani e delle convenzioni; nel mondo letterario di Pirandello, tutti sono soli, non c'è forma di condivisione.

Guardata nella sua essenza, l'esistenza è solo male.

***

"Di sera, un geranio"

S'è liberato nel sonno, non sa come; forse come quando s'affonda nell'acqua, che si ha la sensazione che poi il corpo riverrà su da sé, e su invece riviene solamente la sensazione, ombra galleggiante del corpo rimasto giù.

Dormiva, e non è più nel suo corpo; non può dire che si sia svegliato; e in che cora ora sia veramente, non sa; è come sospeso a galla nell'aria della sua camera chiusa.

Alienato dai sensi, ne serba più che gli avvertimenti il ricordo, com'erano; non ancora lontani ma già staccati: là l'udito, dov'è un rumore anche minimo nella notte; qua la vista, dov'è appena un barlume; e le pareti, il soffitto (come di qua pare polveroso) e giù il pavimento col tappeto, e quell'uscio, e lo smemorato spavento di quel letto col piumino verde e le coperte giallognole, sotto le quali s'indovina un corpo che giace inerte; la testa calva, affondata sui guanciali scomposti; gli occhi chiusi e la bocca aperta tra i peli rossicci dei baffi e della barba, grossi peli, quasi metallici; un foro secco, nero; e un pelo delle sopracciglia così lungo, che se non lo tiene a posto, gli scende sull'occhio.

Lui, quello! Uno che non è più. Uno a cui quel corpo pesava già tanto. E che fatica anche il respiro! Tutta la vita, ristretta in questa camera; e sentirsi a mano a mano mancar tutto, e tenersi 

in vita fissando un oggetto, questo o quello, con la paura d'addormentarsi. Difatti poi, nel sonno...

Come gli suonano strane, in quella camera, le ultime parole della vita: "Ma lei è di parere che, nello stato in cui sono ridotto, sia da tentare un'operazione così rischiosa?"

"Al punto in cui siamo, il rischio veramente..."

"Non è il rischio. Dico se c'è qualche speranza."

"Ah, poca."

"E allora..."

La lampada rosea, sospesa in mezzo alla camera, è rimasta accesa invano.



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