vedi anche: https://intervistemetal.blogspot.com/2020/11/introduzione-al-cubismo.html
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Anche se gli esseri umani moderni si sono dimenticati degli angeli, gli angeli non si sono dimenticati di noi: ci sono testimonianze di salvataggi angelici che hanno salvato uomini e donne, sparendo subito dopo aver portato a termine l'azione.
Ecco una testimonianza.
Bernhard Overberg era un teologo cattolico vissuto nel 1700, pedagogista, riformatore del sistema scolastico, molto apprezzato. Ecco la sua testimonianza dello strano fatto che lo vide protagonista:
"Un giorno stavo riaccompagnando a casa due suore che erano venute a trovarmi per certe questioni importanti e che abitavano ad alcune giornate di viaggio da me. Durante il tragitto arrivammo sul far della sera a una grande brughiera che si estende fino a N., la città dove abitavano le suore, e che richiedeva tre ore di viaggio per percorrerla. Nonostante l'attenzione del nostro cocchiere, ci perdemmo; dopo un'ora di inutili ricerche della strada giusta, essendo ormai scesa la notte, decidemmo di chiedere ospitalità in una casa di campagna che casualmente trovammo sul nostro cammino. I proprietari, marito e moglie, ci accolsero con grande gentilezza e si dimostrarono felicissimi di ospitarci tutti e quattro. Ci prepararono la cena, che consumarono con noi, e solo dopo le dieci ognuno si ritirò nella sua stanza. Io prima di andare a dormire lessi il breviario, e dal libro cadde l'immagine di un angelo che avevo sempre considerato il mio angelo custode: e per qualche minuto meditai sull'opera benefica degli angeli. Durante questo tempo, sentii bussare alla porta, andai ad aprire e vidi un giovane molto bello e ben vestito che si inchinò davanti a me disse: "Signore, andate via da questa casa con le suore prima dell'una di notte, in silenzio e senza fare alcun rumore: il motivo lo saprete domattina presto." Dette queste parole uscì dalla stanza lasciandomi enormemente stupito. Erano le undici e mezzo: riguardai l'immagine dell'angelo e mi resi conto che era identica al giovane che mi aveva fatto visita alla mia stanza. Allora non esitai: andai a svegliare il cocchiere e gli dissi di preparare in fretta e in silenzio i cavalli, poi svegliai le suore e così in pochi minuti uscimmo da quella casa senza che nessuno se ne accorgesse. In tre ore raggiungemmo N., svegliammo i gestori della locanda e ci facemmo preparare il caffé. Ci eravamo appena messi a sedere quando arrivò un giovane commerciante, tutto agitato; scese in fretta da cavallo e venne verso di noi. Si sedette accanto a me, poi corse alla finestra, si sedette di nuovo, dando sempre segni di grande preoccupazione. Infine lo pregai di dirmi il motivo della sua agitazione, e lui mi fece capire che voleva parlarmi da solo. Io feci segno alle suore di uscire e, rimasti soli, mi sentii fare questo discorso: "Signore, il motivo della mia agitazione è un'incredibile vicenda che mi è capitata stanotte. Di certo è avvenuto un delitto! Per motivi di lavoro volevo raggiungere N. in serata, ma mi sono perso nella brughiera e dopo ore di inutile vagare sono giunto in una casa di campagna. Dato però che avevo con me molto denaro, esitavo a chiedere ospitalità per timore di essere derubato. Girando intorno alla casa, mi accorsi che a una finestra c'era luce: guardai sento e vidi sette omaccioni dall'aria spaventosa, seduti intorno a un tavolo. In quel momento uno di loro guardò l'ora e disse agli altri: "è l'una: di sicuro le suore e l'uomo che le accompagna dormono della grossa. è il nostro momento!" Si alzarono con aria minacciosa e io non aspettai che uscissero: misi il cavallo al galoppo ed eccomi qui! Sono sicuro che quegli uomini hanno commesso qualche delitto..." Io, che nella descrizione della casa avevo riconosciuto quella nella quale avevamo ricevuto ospitalità, fui ben felice di poterlo rassicurare spiegandogli che il delitto non c'era stato perché noi, avvertiti dall'angelo, eravamo fuggiti..."
trovata per caso (è l'edizione del 1987, ma il libro è stato scritto nel 1978), ma devo ancora leggerlo per bene... per ora ho solo leggiucchiato il capitolo sulla magia femminile che fa tanto proto-wicca dianica... ma devo ancora leggerlo per bene, come dicevo, sempre ammesso che non ricominci il circo dell'orrore con personaggi usciti dai racconti di Lovecraft...
Personaggi usciti dai racconti di Lovecraft o da film come "La Cosa" et similia, che di umano non hanno manco la faccia...
Il che vorrebbe dire, per una volta, dare ragione a quei cristiani che invocavano esorcismi e novene per san Michele Arcangelo chiedendogli di venire a distruggere i mostri rettiliosi in questione...
Perché se dovesse ricominciare il circo dell'orrore non sono proprio sicura che questa volta "sopravvivo", quando già l'anno scorso ero "più in rigor mortis che non in piedi"...
In un piccolo villaggio di Long Island c'è, in fondo al viale, una casa di legno circondata da un giardinetto. Vi abita una ragazza, Rynn, giunta dall'Inghilterra con il padre, celebre poeta. Quella sera, ella si accinge a festeggiare il proprio compleanno con una torta illuminata da 13 candeline. è sola sebbene affermi che nello studio, chiuso a chiave, suo padre sta lavorando. Eppure, da molto tempo, nessuno lo ha visto nel villaggio. Non la signora Cora Hallet, che ha affittato la casa, non suo figlio, Frank, non il poliziotto locale, non il giovane illusionista zoppo Mario. Tutte queste persone, insospettite o attratte dalla solitudine di Rynn, vogliono risolvere il mistero che circonda la vita e la casa della ragazzina. A scoprire per prima la lugubre verità è l'altezzosa signora Hallet ma la sua invadente curiosità viene punita. Gli altri rimangono tutti, sia pure per motivi differenti, catturati dall'intrico in cui è avvoltolata Rynn per cercare di tutelare la sua indipendenza, per sottrarsi al conformismo imperante nel mondo attuale e per vivere una vita vera seguendo i dettami e le esortazioni del padre. Mario ne è coinvolto perché ama Rynn, Frank, un pedofilo, perché la concupisce, l'agente di polizia perché la vuole proteggere. La soluzione della vicenda è tanto sorprendente quanto terribile. Da questo romanzo è stato tratto il film omonimo, tutto giocato su un mistero teso fino all'esasperazione, una storia che ha il fascino dell'orrore e al contempo le sfumature delicate di un tentativo di sondare i confini sottili tra l'innocenza e la perfidia.
Nota di Lunaria: il film mi era piaciuto, anche il libro non è male ed è decisamente fedele alla trasposizione cinematografica; il fascino di questo "Quella strana ragazza..." oltre all'originalità della trama è dato anche, paradossalmente, dai dialoghi serrati, spesso inconcludenti e basati su inezie o particolari ininfluenti (come le pagine del "botta e risposta" tra Rynn e Frank sui barattoli, prima e dopo della morte della signora Hallet, resa nel film veramente insopportabile...), e il tutto serve a far percepire al lettore un senso di straniamento, come se il tempo durante il quale si dipana l'intera vicenda fosse "metafisico".