Skoll (Pagan Black Metal)



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http://intervistemetal.blogspot.it/2014/01/the-true-endless-black-metal.html



1) Ora parliamo dell'altro progetto in cui sei coinvolto: Skoll.
Hai fondato la band nel 1995: puoi riassumerci ben 20 anni di esistenza?

M: Si, il gruppo prende il nome di Skoll nel 1995, ma esisteva già con un altro nome dal 1994.
Skoll è una band vecchia, che si è trasformata negli anni, perdendo elementi, acquisendone altri, fino a diventare il mio progetto personale. Attualmente la mente di Skoll sono io, che, aiutato da amici (che sono anche ottimi musicisti) cerco di mettere in musica le mie personali visioni su argomenti a volte difficili e articolati, che riguardano la storia antica, le religioni e le società pre-cristiane europee, e personalissime riflessioni su argomenti simili a quelli prima enunciati.
Anche musicalmente Skoll è cambiato negli anni, partendo da un Pagan Black Metal sinfonico, ci siamo sempre più spostati verso lidi più duri e crudi, poi ho introdotto le contaminazioni Folk e Ambient, fino a tornare poi al Pagan Black nelle sue varie sfaccettature. Posso dire tranquillamente che compongo musica per Skoll senza paraocchi e pregiudizi, seguendo solo quella che è l’ispirazione del momento.
Negli anni abbiamo prodotto una discreta discografia che potete trovare tranquillamente online, non voglio tediarvi con un elenco sterile, ma solo ricordarvi che l’ultima uscita è lo split con gli austriaci Uruk-hai dal titolo “Through The Mountains Mist They Came” realizzato dalla scozzese Aphelion Productions.
Attualmente stiamo valutando la possibilità di portare Skoll in una situazione live, sarebbe il primo dal 1998, e stiamo registrando (con molta calma) il nuovo album, che vede Skoll esplorare nuovamente i lidi del Pagan Black Metal, apportando altre novità e contaminazioni, pur senza snaturare il senso della proposta musicale.



2) Skoll ha un approccio fortemente pagano al Black Metal, tanto che si percepisce una certa vena di epicità, negli arrangiamenti. Sono presenti break strumentali, vocals evocative sullo stile di Isengard ("I kamp Med Kvitekrist") e persino il suono di elementi naturali, il fischio del vento, il cinguettio degli uccelli e il gracchiare dei corvi, suoni di lame... e un violino malinconico: una scelta che regala molta personalità al vostro sound... 

M- Ti ringrazio per il bel commento, si, Skoll è Pagan Black Metal, incorpora influenze varie che vanno dai Bathory alla musica folk europea, dal Black Metal all’Ambient. I testi parlano di antichi miti e storie, di antica sapienza ed episodi storici del passato precristiano della nostra bella Europa, gli strumenti tradizionali e i suoni naturali enfatizzano questo approccio e questo aspetto, rafforzando il potere evocativo della musica, ampliandolo.
Le voci pulite tendono a dare un senso più maestoso e naturale al suono dei brani, scandendo i momenti più aggressivi da quelli più riflessivi, mentre i testi sono fondamentali per comprendere appieno ciò che voglio esprimere, anche se in alcuni casi possono risultare di difficile comprensione.


3) Non a caso, la vena epica, d'altri tempi, che si percepisce, vi ha permesso di partecipare a un cd tributo ai Bathory... Dev'essere una bella soddisfazione omaggiare un nome di tale caratura...

M- La partecipazione al tributo a Bathory è per me un motivo di grande orgoglio e tristezza assieme, di orgoglio perché ritengo Bathory la band fondamentale per la mia formazione musicale, band fortemente presente nel mio approccio musicale, il gruppo che più di tutti mi ha ispirato e mi ispira nel modo di concepire la musica. Grande orgoglio è essere presente su quel tributo sia con Skoll che con The True Endless. Di tristezza perché quando eravamo stati selezionati per partecipare, Quorthon era ancora in vita, quel tributo infatti è uscito col suo beneplacito e accordo, è morto infatti durante la lavorazione del tributo stesso, motivo per cui non si sapeva nemmeno se sarebbe poi uscito o meno. Poi alla fine è stato realizzato e presentato come primo tributo ufficiale per la scomparsa di Quorthon.

4) "Grisera", il titolo che avete scelto per il full-lenght; la copertina, poi, è spettacolare: una cima ripida, inviolata nella sua altezza orgoglia, innevata da un ghiacciaio perenne; un cielo fosco e livido, e, in primo piano, un pendio con pini altissimi; i lupi ululano, e il loro canto risuona in tutto quel gelo. Non c'è traccia di essere umano.



Vedo che è un'opera presa da un artista di DeviantArt: Andre Kosslick. Pensate di collaborare ancora, in futuro?
Tra l'altro la scena Black Metal ci ha regalato copertine splendide, sempre sul tema dei paesaggi nordici: mi vengono in mente "At The Heart of Winter" degli Immortal e l'unico cd a nome Azure (1998, se non erro). E ovviamente i Bathory, Dissection...

M- Andre è un artista fantastico, adoro i paesaggi che dipinge, sono potenti e duri, wagneriani e evocativi. Un artista bravissimo e umile che mi ha dato carta bianca nella scelta dei suoi lavori per la copertina del cd (e non solo). Non so se gli chiederò ancora un aiuto per il prossimo album, ma resto sempre affascinato dalla sua bravura nei dipinti paesaggistici e wagneriani, quindi… chissà?
Credo che la copertina di un disco sia fondamentale, è il “biglietto da visita” che caratterizza l’opera e la presenta prima della musica stessa, deve riuscire ad essere evocativa ma non banale e scontata, per questo cerco di creare copertine personali, magari in controtendenza con la moda del momento, ma che meglio spiegano il mood dell’album.
Ci sono molte copertine di dischi Black Metal bellissime, forse perché nel Black Metal, l’aspetto visivo ha molta importanza, più che in altri generi forse e si fonde con la musica, assieme alla quale da una presentazione-interpretazione a tutti sensi del disco.



5) In "Grisera" avete usato uno strano effetto sonoro, posso chiedervi che strumento è? Mi ha ricordato molto "Epos" dei Darkestrah (opera che adoro, letteralmente, per il mood sciamanico che trasmette). è molto bella anche la scelta di usare l'italiano: "Grisera, Bianco pallore invernale, che copre la natura
sopita nella morte, in attesa della rinascita, ancestrale gelo del passato", "I simboli dell'inverno e del perduto tempo, si manifestano, I miei occhi e la mia mente li colgono come
in un sogno velato, il verso del corvo mi richiama". Sono parole che suscitano immagini molto suggestive. Lo stesso titolo "Grisera", è una parola del dialetto di Novara: lascio a te lo spiegare ai nostri lettori cosa significhi...

M- Grisera è una parola dialettale che rappresenta un particolare clima invernale, freddo, gelo, ghiaccio e nebbia la fanno da padrone e si fondono in una visione grigia delle cose, estremamente mistica e carica di atmosfera, il testo non fa altro che esprimere il mio modo di vivere questa clima che in cui adoro fare lunghe camminate. Ho usato l’italiano perché lo trovavo più adatto nell’evocare le visioni che cercavo di trasmettere attraverso la musica. Mi spiace per chi non lo capisce, perchè si dovrà basare sul suono della musica e delle parole perdendo il significato, ma credo sia stata comunque la scelta migliore.
Lo strumento a cui probabilmente ti riferisci è l’arpa da bocca, volgarmente viene chiamata scacciapensieri, è uno strumento che ho ritrovato in diverse parti d’Europa, dalle terre slave a quelle germaniche e scandinave, anche se in Italia lo associamo direttamente alla Sicilia. Quello che ho usato in Grisera l’ho comprato in Svezia. Mi piace il suo suono saltellante, ritmico e metallico assieme e lo trovo perfetto per il riff di Grisera.


6) E, al di là del discorso musicale, ti andrebbe di parlarci più a fondo del concept dell'album? è dedicato alla storia antica dei Longobardi. Tempo fa avevo studiato un po' le origini Pagane dei nomi delle città di questa zona... che piacevole sorpresa scoprire che alcuni paesi non hanno perso il termine pagano originale... malgrado la cristianizzazione, hanno mantenuto questo o quel rimando legato ai culti a Diana o a quelli agricoli, per esempio il grano e i covoni... e persino l'antica Luna nello stemma; cosa ti piace leggere e studiare, dal punto di vista storico? Io questo mese l'ho passato studiando l'arte rupestre, tipica proprio delle nostre zone... ho avuto modo di vedere (solo in foto purtroppo) i primi esempi di proto-Cernunnos che sono stati incisi sulle rocce... ben prima del cadavere monoteista appeso al legno, i nostri antenati avevano percepito una Divinità che fondeva l'elemento umano, antropomorfo (braccia, gambe, testa) con le corna del cervo... Incisioni più vecchie di 2000 anni e che ancora ci comunicano tutta la loro forza primordiale... Colgo occasione di ricordare che i nostri "adorabili cristiani" hanno pensato bene di devastare le statue-stele della Lunigiana, per esempio (e totalmente in linea con la loro misoginia) mutilando i seni delle statue. 
Per esempio San Gregorio Magno così ammoniva i suoi contemporanei: "I santuari degli idoli non devono essere distrutti, ma si distruggano quegli stessi idoli che vi si trovano. Ci sia acqua benedetta, la si asperga in quegli stessi santuari, si costruiscano altari, si pongano delle reliquie poiché, se i medesimi santuari sono stati costruiti bene è necessario che debbano essere commutati dal culto dei demoni all'obbedienza al vero Dio, affinché mentre vede che i suoi santuari non sono distrutti, la gente deponga l'errore dal cuore e conoscendo il vero Dio e adorandolo accorra a quei luoghi che era solita considerare famigliari" e ancora, i vescovi affermavano: "I cultori degli idoli, veneratori delle pietre, coloro che accendono fiaccole ed adorano i culti delle fonti e degli alberi, ammoniamo, affinché lo riconoscano: coloro che siano visti sacrificare al Diavolo, si sottopongano ad una morte spontanea"
Quindi, quello che non hanno vandalizzato, lo hanno usato per i loro tabernacoli o i loro ingressi, vedi il furto delle "pietre della fecondità", da loro "ribattezzate" per i loro santi...  ricordo anche l'abominio della "madonna della cintura", l'infame scopiazzamento dei Lupercalia...

M- In Grisera ho affrontato tematiche legate all’antico popolo dei Longobardi, ma non solo. I brani che ne parlano sono “Grush” (che è una parola longobarda che indica il sangue rappreso sulla pelle); il brano parla in maniera epica e sognante dell’arrivo dei Longobardi in Italia del loro ingresso nella grande pianura e dei loro primi scontri che li portarono ad essere i dominatori dell’intera penisola dopo pochi anni. L’altra è “Hrothaharijaz”, che parla del grande re Rotari (Hrothaharijaz era il suo nome in lingua longobarda); fu un re giusto e “illuminato”, che redasse il famoso editto, in cui concedeva la libertà di culto a tutti (cattolici, ariani e pagani), secondo le proprie appartenenze e scelte, forse il primo che intuì come poter creare un paese unito e “laico”, peccato che il Vaticano abbia rovinato tutto, come al solito.
Le altre due canzoni invece parlano d’altro. “Grisera” l’ho spiegato prima. “Wolves In The Mist” invece parla di chi porta avanti le antiche religioni, come lupi nascosti nella nebbia vaghiamo nei secoli, invisibili alla massa che segue il crocifisso, come pecore belanti, loro servi, noi consci di ciò che siamo. La bonus track “The Bard” è vagamente autobiografica, dato che parla del mio approccio a come cerco di mandare messaggi tramite i brani di Skoll, motivo per cui ogni tanto ho aggiunto al mio nickname “M” anche “The Bard”.
Questo in linea di massima, poi per saperne di più, consiglio l’acquisto del cd che include anche tutti i testi, che possono essere così letti e interpretati da chiunque.
Per quanto riguarda le testimonianze antiche nei toponimi e nelle tradizioni rurali abbiamo validi esempi di continuità delle antiche culture e degli antichi luoghi e culti, è davvero interessante scoprirli e a volte anche divertente scoprire il loro significato e la loro ubicazione in giro per la penisola. Purtroppo è rimasto poco altro e la maggior parte delle persone non si accorgono nemmeno di ciò che hanno sotto i piedi e relegano spesso tutta questa conoscenza a livello di folklore o cose addirittura da evitare perché considerate pericolose o sconvenienti. Tutto questo, perché il passato della chiesa è stato disseminato di episodi di persecuzione durati secoli ed ancora velatamente presenti, persecuzioni che hanno radicato nelle persone supponenza, arroganza, superficialità, sospetto e paura, sentimenti su cui si basa fondamentalmente tutto il dogma giudeocristiano e aggiungerei musulmano.


7) La zona nella quale viviamo io e te è famosa per la nebbia; anche se ormai qui, dove sto io, è raro vedere le nebbie fitte che funestavano gli inverni dell'infanzia dei miei genitori...  avete scelto la nebbia come elemento fondante della band... cos'è la nebbia, per te? Una fonte continua di ispirazione.

M- La nebbia è il velo attraverso cui possiamo percepire e intravedere il passato, è una condizione atmosferica che ci aiuta a slegarci dal contingente per (se vogliamo e non dobbiamo guidare) elevarci e viaggiare con la mente, un momento in cui anche i suoni e i rumori delle strade si fanno lontani e ovattati per darci (se lo sappiamo ascoltare) il sollievo del silenzio.
Le nebbie di anni fa sono sparite purtroppo, appaiono ogni tanto di notte nelle campagne della pianura, ma sono sempre più difficili da avere. Tuttavia ho avuto il piacere di vederle e godermele anni fa, rimanendone fortemente impressionato. Mi hanno spinto verso la visualizzazione di alcuni miei pensieri, fantasie e visioni ed ho deciso per questo, di usarle come legante tra i lavori di Skoll.



8) Se ti chiedessi di definire il Paganesimo con una sola parola, quale sceglieresti? Per me è essenzialmente Libertà, oltre che Dignità femminile.

M- Il paganesimo, o meglio, preferisco, le antiche vie spirituali, sono varie e molteplici, ognuna delle quali da delle indicazioni, in parte comuni tra di loro, in parte specifiche. Trasmette, secondo me, il Rispetto e la Libertà individuali, a cui associo Fierezza e Dignità. Non solo femminile, ma generale e dedicata alle proprie origini culturali, storiche e attitudinali. L’esatto contrario dell’abominio mortificatorio dei precetti del cristianesimo.
(religione che Mary Daly una volta definì come: "La religione di tutto il pianeta e il suo messaggio essenziale è la necrofilia [...] il simbolo necrofilo di un corpo morto appeso a del legno secco". Nota di Lunaria)
Il motto di Skoll è sempre stato “Keep Alive Your Heathenfolk”, riferito, non tanto ad un discorso di nascita e appartenenza territoriale, quanto di appartenenza europea e alle nostre comuni radici indoeuropee, naturalmente totalmente diverso dal concetto europeo della UE e universalista delle religioni rivelate.



9) Bene, direi che possiamo concludere la nostra lunga chiacchierata. Finisci a tuo piacimento l'intervista!

M- Ti ringrazio nuovamente per le tue domande e per lo spazio concessomi, invito chiunque voglia contattarmi a farlo tramite i contatti qui di sotto e a seguire (se interessati) la nostra proposta musicale.
Alla prossima!
M


facebook.com/BandSkollIta

Qualche link su youtube:

https://www.youtube.com/watch?v=sGE3gm5TXl0
https://www.youtube.com/watch?v=P9sjJ1KmEiU&list=PLsecoXaJ7xHkvmBQkTBvhWNT_Ts6tUCWC
https://www.youtube.com/watch?v=W6s_8hcpkvo
https://www.youtube.com/watch?v=zr6MgVONbRA&list=PLzZflLS3vuE0TcCKP1nOuntYyo9RO41Sv