Todi Ragini e la Potnia Theron

Una traduzione di Lunaria

Aggiungo qui alcune delle mie ipotesi e collegamenti. Il post non va visto come "argomento che si conclude in sé" ma piuttosto come punto di partenza per aggiungere tante altre ipotesi e collegamenti, che lascio alla libera ricerca di chi lo leggerà :D

Todi Ragini è una figura femminile rappresentata in una serie di affascinanti miniature e dipinti che, secondo i canoni artistici dell'India (https://intervistemetal.blogspot.com/2019/02/induismo.html

https://intervistemetal.blogspot.com/2019/08/mohenjo-daro-e-gli-ariani-nel.html), raffigurano questa fanciulla in un delizioso boschetto, attorniata da i più svariati animali.
Qualche volta è rappresentata (o comunque, se non è lei, è una figura femminile) anche mentre sosta sotto un alberello, spesso in fiore.





Todi è una figura del folklore mitologico e poetico e sembra che si sia originata come personaggio femminile simboleggiante una funzione poetica: infatti, rappresenta il lamento d'amore, chi soffre per l'assenza dell'Amato; vagando per i boschi, suonando la Vina e cantando, Todi viene ascoltata dagli animali, che, ammaliati e incantati da lei, si avvicinano, quasi per consolarla.




Sempre basandomi sulla galleria di immagini di Todi che sono visibili su diversi siti e anche su google images, sembra che le miniature fossero dipinte anche con oro e argento; il periodo è comunque dal 1760 in poi (forse anche prima), la zona di provenienza, soprattutto il Rajasthan.
Il termine "Rajput paintings" si riferisce a quei dipinti fatti dai Rajputs, sorta di signori feudali dell'India (e che praticavano il rogo delle vedove, il terribile sati https://intervistemetal.blogspot.com/2019/06/il-sati.html).
I pittori di questa cerchia dipingevano spesso le attività dei nobili: scene amorose, di caccia, di festa.
Una "serie Ragamala" ("Ragamala" significa "ghirlanda" e il termine significa "ghirlanda di melodie") è un gruppo di 36 dipinti che sono interpretazioni visive della musica indù.



Ho scoperto Todi per merito di una persona, che ha postato le immagini di Todi, e che alla mia domanda su chi fosse Todi mi ha linkato gentilmente le fonti esterne, che ho letto e trovate qui tradotte (credo che effettivamente non ci siano fonti in italiano, o almeno io non le ho trovate).
Certo, è stata una bella fortuna scoprire Todi... ora so qualcosa in più che mi sarà molto utile ^_^



A me però non interessano tanto le poesie e/o i canti collegati a Todi (probabilmente, suppongo, brevi frammenti poetici di autore ignoto e dubito davvero che siano stati tradotti in italiano, e forse neanche tutti in inglese) quanto il fatto che Todi ricorda sia Orfeo sia - soprattutto - la Potnia Theron.
Su Orfeo non mi dilungherò molto; è noto a tutti. Elenco sinteticamente le sue principali caratteristiche: è il cantore, musico e poeta per eccellenza, inventore della cetra; il suo canto riusciva ad ammansire gli animali; scese negli inferi per ritrovare Euridice; fu sbranato dalle donne della Tracia perché si opponeva ai riti di Bacco. Attorno alla figura di Orfeo si è sviluppata la religione orfica, praticata nei Misteri.

La Potnia Theron ci interessa molto di più: è la mitica Signora degli Animali. Quindi prima di parlare di Todi, riepilogo qui le caratteristiche della Potnia Theron; oltre alla definizione che ne dà Pestalozza e ad un approfondimento che riporto alla fine, ho tradotto e riportato in sintesi alcune pagine tratte da questo interessante pdf, che consiglio di scaricarsi e a cui aggiungo le mie personali deduzioni.




POTNIA THERON


La dominatrice del mondo umano, del mondo animale e vegetale, della terra, delle acque e del cielo.
La Dea autonoma, che assume tutte le forme zoomorfe, con ali che sembrano o assumono forma di teste cornute, serpentine, di uccello.

La Potnia Theron è Signora della Vita e della Morte nello stesso tempo, benefica e malevola, arborea e animalesca.



Sembra che sia emersa nel 700-500 a.c nell'iconografia greca del periodo arcaico, ovviamente originata da un substrato molto più antico (probabilmente, già dall'Età del Bronzo), e veniva raffigurata con due animali ai lati, spesso stringendoli per il collo o le gambe. Più tardi fu assimilata ad Artemide (o comunque divenne nota come Artemide) e decadde via via.

Questa stessa iconografia, la Dea che stringe gli animali (e alcune volte una testa mozzata) è presente sia nella primigenia cultura greca sia in quella scita (Argimpasa) indù (Kali/Bhramaramba Devi) o persiana (Anahita).




C'è da far notare che anche se successivamente le forme iconografiche delle Dee si "ingentilirono" nell'estetica e persero certi tratti zoomorfi o selvaggi per acquisire una forma femminile più aggraziata e vezzosa, l'induismo ancora associa le Dee agli animali feroci, che vengono cavalcati.

Esistono dozzine di Dee indù che cavalcano il leone, la mucca e il toro\bufalo (ne segnalo giusto quattro: Durga, Katyayani, Umiya mataji, Vihot)  e non mancano l'elefante (Sampatkari, Indrani), il gallo (Bahuchara), il corvo (Dhumavati), l'asino (Shitala), il cigno o l'oca (Brahmani/Gayatri/Hinglaj), il pavone (Kaumari), l'ariete e la capra (Gail e Meldi Maa) il coccodrillo (Ganga), il cammello (Momai), il cane (Hadkai).








La stessa Artemide, veniva, agli inizi, adorata come Dea Orsa e le sue sacerdotesse (praticamente bambine a lei consacrate) dovevano "fare l'orsa", dimostrazione che la Dea era ancora "confusa" nei tratti zoomorfi orsini.

Per vedere tutto il simbolismo dell'orso, vedi: https://intervistemetal.blogspot.com/2019/02/lupo-e-orsa-nellantica-grecia.html

Sembra che dagli originari caratteri di "protettrice delle selve e dispensatrice di cibo" si sia passati ad attribuire alla Potnia anche tratti guerreschi. E in tal senso si spiegherebbero gli aspetti mascolini e marziali di Artemide e della stessa Atena, che, comunque, restano entrambe accompagnate da un animale: la civetta e il cervo.

Il fatto che la Potnia Theron fosse alata e che "fosse immersa nel bosco" è rimasto comunque nel folklore e nell'immaginario di tutti: ancora oggi immaginiamo le fate come esseri femminili alati, che vivono nei boschi.

La classica iconografia della fata sopravvissuta nell'immaginario comune: giovane donna (bellissima e vestita con abiti meravigliosi, anche se a volte appare nuda), con le ali e immersa nel verde:



In alcune immagini, sulla Potnia Theron si trovano incise anche le svastiche, antichissimo simbolo ciclico connesso al susseguirsi delle stagioni. https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/la-strega-del-grano.html



https://intervistemetal.blogspot.com/2019/07/epona-e-il-culto-dei-venti.html


Personalmente ipotizzo che le ali della Potnia Theron potessero anche essere una riproposizione di braccia supplementari (le Dee indù possiedono 4 o più braccia). Anche le stesse Dee indù sono ornate con le svastiche (Lakshmi, Saptashrungi).

Inoltre il volto della Potnia Theron, osservato con attenzione, si rivela essere formato da due animali di profilo che si guardano negli occhi... esattamente come nella Coatlicue Azteca, il cui enorme "faccione" era formato da due serpenti di profilo. Come la Potnia Theron, anche Coatlicue (che simboleggia una Madre Terrifica) mostra una grande lingua sporgente, biforcuta (oltre alle zanne); piccole zanne le si trova anche nella Potnia Theron il cui "testone" ricorda anche la Gorgone e quindi Kali. La Gorgone, come Kali, ha il terzo occhio e la lingua sporgente.


https://intervistemetal.blogspot.com/2019/02/il-serpente-coatl-il-pantheon.html



https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/medusa.html

Un commento tratto da




"Protettrici delle selve" si ritrovano anche in culture come quella ugro-finnica, slava e baltica: Mielikki, Samovila e Meschamaat;

https://intervistemetal.blogspot.com/2018/08/finlandia-3-kalevala-gli-stralci-piu.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2018/08/finlandia-2-i-personaggi-del-kalevala.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2018/03/gli-slavi-7-il-lesij-la-rusalka-morozko.html

anche la scita Tabiti (https://intervistemetal.blogspot.com/2019/02/gli-sciti-prima-parte.html) era la protettrice degli animali. I Celti avevano numerose Dee delle fonti e dei fiumi che proteggevano il boschetto (https://intervistemetal.blogspot.com/2018/08/irlanda-7-divinita-femminili-panceltiche.html)
(https://intervistemetal.blogspot.com/2019/05/il-culto-dei-fiumi.html)
e una Dea come Cerridwen, pur immaginata come una donna, in realtà era ancora capace di mutare forma (celebre la sua trasformazione in gallina).

Sulle Dee celtiche/britanniche, vedi tutto questo libro:



Credenza così tanto forte, questa della figura femminile che può tramutarsi in animale, che gli stessi cristiani la mantengono in pieno, andando a credere che le streghe possano "mutare forma" e diventare gatti!

Ritornano a Todi Ragini, sono riuscita a trovare qualche nota risicata su di lei sui siti che parlano di arte e mostravano le miniature. Traduco il breve frammento poetico che introduce il tema delle pene d'amore e la lontananza dall'amato (che qui da noi era "a parti invertite", ed era piuttosto l'uomo a piangere la lontananza dell'amata, vedi i poeti del Dolce Stil Novo o anche l'Alfieri)



oltre al commento che illustra i caratteri principali di questa specifica rappresentazione artistica.

"Divisa dal suo adorato,
così infelice in amore,
come una suora rinuncia al mondo,
questo Todi sopporta nel boschetto
e incanta i cuori dei cervi/daini."


Testo originale:

"Divided from her darling,
most unhappy in love,
like a nun renouncing the world,
this Todi abides in the grove and
charms the hearts of the deers.'

(Pal, 1978, 128, quoting Coomaraswamy)

La Fanciulla Isolata (nell'originale: "The Lone Lady"; traduco con "Fanciulla" perché Todi è molto giovane), che simboleggia un amore in separazione o in perdita, è un motivo che si ripete nei dipinti Ragamala.
Raccogliendo fiori, errando per la foresta, o suonando addolorata, la Signora anela al suo amato, che è assente.
Una delle più comuni e facilmente riconoscibili immagini dedicate a questo argomento è quella di Todi Ragini, dove la Fanciulla porta la "Rudra Vina" (lo strumento musicale che porta anche Sarasvati) ed è seguita da un cervo. L'attrazione fisica dei maschi cervidi (nota di Lunaria: il termine è "buck", che significa anche "caprone" e in senso figurato "bullo") per le donne umane è stata usata come una metafora sessuale ricorrente nella poesia sanscrita e significativamente, in alcune immagini, Todi Ragini è di fronte al cervo piuttosto che al cerbiatto




Questo "musical raga" è da suonarsi nel primo quarto del giorno dall'alba: esprime tenerezza e amore. Si pensava che in origine "Todi" era una canzone intonata dalle ragazze dei villaggi, che facevano la guardia e proteggevano i campi maturi assediati dai cervi, che diventavano così assorti nel sentire queste fanciulle cantare, che smettevano di saccheggiare i campi.
La delicatezza del tratto figurativo di questa immagine, la finezza e ricercatezza dei dettagli della figura centrale e lo sfondo minimo sono caratteristiche tipiche del tardo stile Mughal. Alcune versioni differenti alludono al fatto che gli arti della Fanciulla fossero tinti e profumati con zafferano e canfora.  (Jackie Menzies, 'Dancing to the flute - Music and dance in Indian art', AGNSW, 1997. pg. 300-302)

Altri collegamenti interessanti:


- Todi è attorniata anche dai serpenti e ne porta uno in mano... il che ci riporta a Creta...






https://intervistemetal.blogspot.com/2019/03/il-serpente-domestico.html

- Todi porta delle fascine o  dei rami con foglie, seguita da un animale... come Astarte? (notate anche la gonna, molto simile!)






OVVIAMENTE questi indizi ci porterebbero a pensare che Todi potrebbe essere stata in origine (o comunque, ancora nel sentire comune delle persone del Rajasthan) una Dea dei boschetti e degli animali... una Potnia Theron, quindi!

Questa ipotesi (che secondo me, poi, è certezza) è stata fatta da questa autrice (per trovarla mi è bastato digitare "Todi Ragini Goddess" nella chiave di ricerca...)



ovvio, le pagine in anteprima del libro sono in inglese, ma chi volesse approfondire e mastica inglese lo trova facilmente caricato su google.




Sintetizzo: Todi viene rappresentata nel bosco e incanta animali (come una Dea); suona la Vina, come la Dea Sarasvati, anche lei raffigurata sempre in ambienti naturali idilliaci. La Vina "non è un semplice strumento musicale", ma piuttosto in certe intepretazioni è il corpo stesso della Dea Sarasvati: la Dea è la Musica, e la Musica è la Dea. E anche Todi canta e suona.
Perciò questi elementi collegherebbero Todi a Sarasvati; forse si trattava di una Dea minore, poi "assorbita" e "rispuntata fuori" nella poesia. Ad ogni modo, ho evidenziato gli elementi che collegano Todi a molte altre Dee, e ricordiamoci che:



Come al solito, è possibile ravvisare gli stessi elementi nelle più diverse Dee... 


QUI IL TESTO ORIGINALE, CHE HO TRADOTTO:


The lone lady, symbolic of love in separation or loss, is a leitmotif of ragamala paintings. Whether gathering flowers, wandering through the forest, or ruefully strumming a musical instrument, the lady yearns for her absent lover. One of the most easily recognisable and common images is that of the Todi ragini, where the lady holds a 'rudra vina' ('bin'), and is surrounded by deer. The physical attraction of bucks for human females has been used as a recurring sexual metaphor in Sanskrit poetry from antiquity. (Pal, 1978, 128) and significantly, in this image as most other Todi ragini, the lady faces the buck rather than the fawn. The musical raga is to be played in the first quarter of the day from sunrise; its expression tender and loving. It is believed that originally Todi was a song of village girls guarding the ripening fields against the deer who became so absorbed in listening, they would stop feeding (Ebeling, 1973, 60).
The delicate drawing of this image, the fineness of detail focussed on the central figure, and the minimal background, is typical of late Mughal styles. Different texts on Todi ragini allude to the lady's limbs being tinged and perfumed with saffron and camphor.

Jackie Menzies, 'Dancing to the flute - Music and dance in Indian art', AGNSW, 1997. pg. 300-302.

ALTRO APPROFONDIMENTO SULLA POTNIA THERON


tratto da



Sembra proprio che in molte aree del mondo, le forme di religiosità più antiche fossero basate sui culti della Madre Terra o della Grande Madre, e accompagnate da riti di propiziazione della fertilità monopolizzati dalle donne. Tali riti sono testimoniati dalle statuette votive neolitiche, tra cui spiccano le Veneri steatopigie (dai grandi glutei) o le Divinità dalle molte mammelle, che simboleggiavano la fecondità femminile. https://intervistemetal.blogspot.com/2018/10/introduzione-allarte-della-preistoria.html



Le donne diventavano così le uniche detentrici del rapporto con il soprannaturale, le esclusive depositarie dei misteri che legano Cielo e Terra. Il potere femminile venne sancito da istituzioni politiche e sociali in modi diversi e in epoche diverse. In particolare nel Mediterraneo esso sarebbe continuato fino all'Età del Bronzo e avrebbe caratterizzato anche la civiltà minoica, sviluppatasi a Creta dal III millennio e terminata attorno al 1500 a.c.  Al centro della religione minoica vi era una donna potentissima, Potnia, simbolo della forza generatrice femminile [...]
Il fatto che la principale figura religiosa della Grecia minoica fosse una donna assume un significato assai importante, poiché la struttura religiosa di una società plasma in larga misura il suo sistema di valori; per conoscere il ruolo della donna all'interno di una determinata civiltà è molto importante capire come venga definito dalle credenze religiose in essa prevalenti. E infatti, nella cultura cretese le donne godevano di una posizione sociale privilegiata rispetto a quella loro riservata nelle altre civiltà coeve. Non vivevano in zone segregate dei palazzi e fruivano quindi di una libertà di movimento non riscontrabile nelle epoche successive per millenni. Le donne minoiche avevano il ruolo privilegiato di Sacerdotesse https://intervistemetal.blogspot.com/2019/02/sciamane-e-sacerdotesse.html potevano amministrare il proprio patrimonio anche dopo essersi sposate, potevano ereditare da un congiunto e divorziare dal marito conservando la dote. Non vi sono però tracce di una successione matrilineare, se non sporadiche.
Col passaggio dalla civiltà minoica a quella micenea, sviluppatasi a Micene attorno al 1450 a.c e con il conseguente emergere della figura del guerriero, i caratteri culturali del mondo greco vanno via via modificandosi, trasformando radicalmente lo statuto sociale femminile.

Per approfondimenti vedi anche:
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/08/la-dea-madre-nelle-diverse-culture.html
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/10/le-madri-scheletro-camunda-krsodari-e.html