Epona e il Culto dei Venti

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La Dea celtica Epona era la Protettrice dei cavalli e delle stalle, il cui nome deriverebbe da "Epo", una parola gallica che significa "cavallo".


Questa Dea venne adorata molto anche dai Romani.
Giovenale (Satire VIII,155) scrive "Giura che la sola Epona è effigiata sulle stalle odorose"
Apuleio ("Metamorfosi, III, 27") menziona l'Aedicula posta nelle stalle, con la rappresentazione della Dea.
Minuccio Felice ("Octavianus, XXVII, 7") descrive il rapporto tra questa Dea equina e la pastorizia (1): "Avete reso sacri con la vostra Epona voi e tutti gli asini nella stalla" (2)

La Dea veniva raffigurata su un cavallo o posta vicino ai cavalli, con vari oggetti come la cornucopia, emblema di abbondanza e simbolo di un'altra Dea celebre: Rosmerta;
https://intervistemetal.blogspot.com/2018/08/irlanda-7-divinita-femminili-panceltiche.html


in zone di influenza gallo-romana era assimilata a Cerere.

Epona aveva anche una valenza funeraria (era una Dea psicopompa), venerata dai soldati (che sapevano di poter morire ad ogni istante).
In epoca tardomedioevale la Dea venne assimilata ad Hera\Haerecura (su iscrizioni rinvenute in Svizzera e nella Gallia cisalpina)
"L'antico nucleo funerario che è stato individuato nell'omonima Hera greca riaffiorava in maniera duratura. Ancora al principio del '400 i contadini del Palatinato credevano che una Divinità di nome Hera, portatrice di abbondanza, vagasse volando durate i 12 giorni tra Natale e Epifania" (C. Ginzburg "Storia Notturna. Una decifrazione del sabba")

Nota di Lunaria: la primigenia Hera, agli inizi, era molto più potente di Zeus (e anche Giunone lo era, rispetto a Giove) Erano Dee dall'aspetto battagliero e meteorologico, non ancora sposate con divinità maschili ("farle sposare" a Zeus e Giove serviva, simbolicamente, a metterle sottoposte all'autorità maritale)
Hera, legata a Diana, da cui Herodiana (in seguito trasformata in Erodiade) era la Dea Notturna per eccellenza, che soprintendeva al noto "Corteo di Diana" in cui le "donne perverse", votate a Satana, cavalcavano certe bestie al seguito della Dea dei Pagani.


Per altri approfondimenti vedi:


 https://intervistemetal.blogspot.com/2019/06/perchta-holda-diana.html

"E così il cerchio si chiude, la Diana Paganorum Dea immaginata e poi raffigurata sempre a cavallo di animali al galoppo, espressione più concreta della demonizzazione cristiana del culto precedente, deve essere intesa come "un'interpretatio romana di Epona o di qualche sua equivalente locale (...) Ora, le più antiche testimonianze sulla cavalcata di Diana provengono da Prum, da Worms, da Treviri, ossia da una zona in cui è stata rinvenuta una gran quantità di raffigurazioni di Epona, a cavallo o accanto a uno o più cavalli" (Ginzburg)

Nota di Lunaria: un'altra Dea cavalcante è Rhiannon e la sua versione "umanizzata", Lady Godiva; talvolta anche Athena viene associata al cavallo alato

Lady Godiva

https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/atena.html

Il culto a Epona venne SCOPIAZZATO nell'effigie di "sant'antonio" o di "san eligio"



 (certi scopiazzamenti cattolici sono davvero inguardabili... anche perché hanno sterminato i pagani e chi cristiano non voleva diventarlo, per poi replicare in tutto e per tutto il simbolismo pagano... associandolo ai loro santi realmente esistenti o ricalcati palesemente su antiche divinità pagane!!!)


(1) Sappiamo da Lattanzio, e quindi da una fonte cristiana, che i Pagani veneravano il Vento riconoscendogli "valenze fertilizzatrici"; tale ideologia viene fatta propria dai cristiani a partire da quel periodo fino alla Scolastica dell'Aquinate... perché lui stesso cita i venti fertilizzatori! E la cosa divertente è che questa idea è presente anche nel corano!

Ne avevo già parlato:


"Ma nel corano, l'aria è presente soprattutto sotto forma di soffio vitale e di vento, l'aria per eccellenza nella sua qualità di elemento cosmologico. Il vento è designato dal singolare "rih" o dal suo plurale "riyah"; curiosamente, viene impiegato anche al participio attivo al plurale femminile: al-'asifat, "quelle che soffiano in tempesta"

Nota di Lunaria: peraltro, concetto femminile anche per i Greci. Vedi Aello/Licotoe, apportatrice di tempeste

I venti, in generale, sono inoltre definiti fecondativi, lawaqih (*) e come tali si oppongono al vento sterile (rih 'aqim) e distruttore.

(*) Nota di Lunaria: concetto presente nell'antichità, e che passò anche nel primo cristianesimo. Vedi Lattanzio e Tommaso d'Aquino e il culto del vento, citato anche da Robert Graves nel suo libro "La Dea Bianca": https://intervistemetal.blogspot.com/2019/01/la-dea-bianca-gli-stralci-piu-belli.html
Anche alcune creature del Piccolo Popolo sono legate al vento:
https://intervistemetal.blogspot.com/2020/02/il-piccolo-popolo-del-vento-e-il-culto.html


La Dea era anche connessa col vento. La Dea Bianca Cardea era preposta ai quattro venti cardinali, il più importante dal punto di vista mitologico era il vento del Nord, oltre il quale si trovava il castello stellare della Dea, presso il cardine polare dell'universo.
Fischiare tre volte in onore della Dea Bianca è il sistema tradizionalmente usato dalle streghe per suscitare il vento: "Io ti darò un vento/E un altro io.../ E tutti i punti cardinali conosciuti sulla bussola del marinaio" dicono le streghe nel Macbeth. (https://intervistemetal.blogspot.com/2019/04/il-simbolismo-esoterico-del-macbeth.html)


Riporto il brano:

Entrano le TRE STREGHE

1ª STREGA - Dove sei stata di bello, sorella?
2ª STREGA - A scannar maialetti.
3ª STREGA - E tu, sorella?
1ª STREGA - La moglie d'un capitano di mare aveva in grembo  un bel po' di castagne, e masticava e poi rimasticava:
"Dammene" - dico "Via, strega, va'via!", grida quella rognosa naticona. Il marito è salpato per Aleppo al comando d'un barco a nome "Tigre"; e lo farò, lo farò, lo farò! 2ª STREGA - Io ti do il vento.
1ª STREGA - Grazie. Sei gentile.
3ª STREGA - E io un'altro.
1ª STREGA - Grazie pure a te.
Tutti gli altri li ho io al mio comando, ed anche tutti i porti dove soffiano, e le quarte che sono a loro note segnate sulle mappe delle rotte. Voglio ridurlo secco come fieno e far che mai sulle sue stracche ciglia  discenda sonno, né giorno né notte; deve vivere come un fuorilegge, stanco ed affranto; dopo aver vegliato novantanove volte sette notti, dovrà languir di fame, allampanato, da ridursi allo stremo delle forze; sarà squassato da mille burrasche.
(Mostra loro qualche cosa) Guardate qui che ho.
2ª STREGA - Sì, sì, vediamo.
1ª STREGA - È il dito pollice d'un timoniere naufragato nel suo ritorno a casa.
(Rullo di tamburo all'interno)
3ª STREGA - Un tamburo! È Macbeth!
TUTTE E TRE - (In ridda) 
"Così le tre fatidiche sorelle, la mano nella mano, per mare e terra van girovagando, in giro, giro tondo, tre volte intorno a te, tre volte intorno a me, e per far nove ancor tre volte tre". Silenzio!... Il sortilegio s'è compiuto!"


Lo stretto legame tra Dea e venti è mostrato anche nella credenza che le cavalle (come si è detto, animale lunare [connesso ad Epona]) possano concepire solamente esponendo al vento il posteriore. Questa credenza è ripresa anche da Varrone, Plinio e Columella, mentre Tolomeo attribuisce al solo Zeus che regna sul Nord "i venti che recano la fertilità", e uno dei titoli di Zeus era Boreo.

Tracce di un culto palestinese del vento del Nord si trovano in Isaia XIV 13, Ezechiele I, 4, Salmi XLVIII, Giobbe XXXVII. Il cristiano Lattanzio alla fine del III secolo, vede nella fecondazione delle cavalle un'analogia col concepimento della Vergine Maria per opera dello Spirito Santo.
Anche Tommaso d'Aquino cita i venti fecondatori: a suo parere, il vento renderebbe i feti dei feti femmina...

"E il fatto che ne derivi una femmina può dipendere dalla debolezza della virtù attiva o da una indisposizione della materia o da una trasmutazione causata dal di fuori, per esempio dai venti australi che sono umidi, come dice il Filosofo [De gen. animal. 4.2]"

Secondo l'Odissea, la sede dei venti, ossia il centro del culto di Borea e dei suoi fratelli si trovava sull'isola Eolia; ma il culto di Borea oltre che al Nord di Atene, si diffuse anche a Ovest (si sa che era venerato anche presso i Turi Italici) ed è probabile che abbia raggiunto anche la Spagna. Nella tarda classicità l'isola Eolia di Omero fu identificata con Lipari, che era stata colonizzata dagli Eolici.

Senza contare, poi, che il vento distruttore che causava malattie era temuto e venerato anche nel culto della finnica Launawater e del sumero Pazuzu:

"I Demoni erano rappresentati in varie forme (pantera, serpente, leone); si pensava che assumessero anche la forma del Vento del Sud o delle tempeste di sabbia.
Pazuzu era figlio di Hanpa; siccome il nome è di difficile etimologia, si pensa sia di origine straniera. Ha quattro ali, una faccia sovrastata dalle corna, mani con zampe di leone, gli arti inferiori come zampe di uccello (come Lilith).


Pazuzu ha una coda con pungiglione di scorpione, in grado di inoculare il tifo e il pene con testa di serpente. è personificazione del "Vento violento", "Signore dei demoni del vento malefico". Era adorato e temuto; le sue statuette avevano la funzione di impedire agli altri demoni di nuocere.
"Che Egli fermi il passo malvagio dei suoi fratelli" recita una didascalia.

Su una statuetta di Pazuzu si legge:

"Io sono Pazuzu, figlio di Hanpa,
re dei cattivi spiriti dell'aria, che sorge dalle montagne sferzate dalla tempesta, sono proprio io!"


e ancora:

"Colui che rivaleggia con tutti gli altri venti, colui che avanza tuonando con furia di uragano, la cui vista è terribile, colui che governa le regioni del mondo, che devasta le chiare montagne."
Anche qui... il corano mantiene la credenza politeista del vento fecondatore e distruttore...

Che Allah fosse associato ai venti, esattamente come lo Jahvè ebraico è attestato più volte, e questo lascerebbe intendere che originariamente fosse proprio un Dio connesso non solo agli uccelli ma anche al vento: il vento si alza per ordine di Dio, le navi vengono sospinte, le nuvole viaggiano verso terre scarse d'acqua, arriva la pioggia; un Dio dei venti è quasi sempre associato alla pioggia, e questa è vista come fecondativa della "Madre Terra".

Per saperne di più, sugli Dei spermatici della pioggia, vedi tutto il capitolo di Mircea Eliade in "Trattato di Storia delle religioni"; ne cito giusto qualche stralcio:

"Vedremo fra breve che l'altissimo, il lucente, il cielo, sono nozioni esistite più o meno manifestamente nelle espressioni arcaiche con le quali i popoli civili esprimevano l'idea di divinità. La trascendenza divina si rivela direttamente nell'inaccessibilità, l'infinità, l'eternità e la forza creatrice del cielo (pioggia). Il modo di essere celeste è una ierofania inesauribile. Di conseguenza tutto quel che avviene negli spazi siderei e nelle regioni superiori dell'atmosfera  -  la rivoluzione ritmica degli astri, le nuvole che si inseguono, le tempeste, il fulmine, le meteore, l'arcobaleno  -  sono momenti di questa medesima ierofania. Quando si sia personificata questa ierofania, quando le DIVINITA' DEL CIELO si siano rivelate, prendendo il posto della sacralità celeste come tale, è difficile precisare. Una cosa però è certa, che le divinità celesti sono state, fin dall'inizio, divinità supreme; che le loro ierofanie, diversamente drammatizzate dall'esperienza mitica, sono rimaste, in seguito, ierofanie uraniche; e quella che si potrebbe chiamare la storia delle divinità celesti è in gran parte la storia delle intuizioni di ‘forza’, di ‘creazione’, di ‘leggi’ e di ‘sovranità’."

Praticamente tutti gli Dei maschili sono legati alla pioggia - per similitudine con l'uomo che penetra nel grembo femminile della donna (la "terra") con la sua "pioggia". Riporto giusto la figura di Zeus, il Dio noto a tutti, ma Mircea Eliade elenca dozzine di altri Dei del pantheon africano o aborigeno, e tutti spermatici:

"Zeus comanda le fonti della fertilità, è padrone della pioggia. E' ‘creatore’, in quanto ‘fecondatore’ (talvolta è anch'egli un toro; confronta il mito di Europa). Ora questa ‘creazione’ di Zeus deriva anzitutto dall'intero dramma meteorologico, e specialmente dalla pioggia."

Lo stesso Allah usa il vento per sterminare il paese degli 'Ad (per 7 notti e 8 giorni). Curiosamente nelle sure della Rivelazione, i venti di tempesta ('asifat) sono invocati nei giuramenti, insieme ad altri fenomeni cosmologici.

Direi quindi che anche questo passaggio mostra la base politeista sulla quale si andò formando il culto monoteista che assemblò in sé questo o quell'elemento: in particolare l'idea dei venti buoni, associati alla "spermatica" acqua e quella dei venti cattivi associati al fuoco o al ghiaccio, che rappresentano la collera divina.

(2) Per un certo periodo, si pensava che i cristiani adorassero delle teste d'asino. Lo sappiamo da Tertulliano xD

Lo Zohar descrive come Balaam (personaggio biblico legato all'asino) (°) si insudiciò accoppiandosi con l'animale per poi dedicarsi alle sue divinazioni. Avrebbe sacrificato un serpente schiacciandogli testa e lingua, bruciando erbe come incenso e parti. Avrebbe poi tracciato un cerchio chiamando gli spiriti che gli rivelarono tutto ciò che sapevano dal "Lato del Dragone Celeste"; il riferimento al Dragone ci fa immediatamente pensare all'Asia e infatti lo Zohar designa la stregoneria come "Sapienza dell'Oriente"

(°) Altro animale "strano", connesso molto di più al cristianesimo (gesù cavalca un asino) che non all'ebraismo.  Ne avevo parlato qui: https://intervistemetal.blogspot.com/2018/12/lasino-e-seth.html
la cosa curiosa è che troviamo in Tertulliano che i primi cristiani erano ritenuti adoratori di un Dio... Asino, o meglio di una testa d'asino ("Caput asininum" nel testo latino originale)





Una sorta di riferimento al Baphomet, la mostruosa testa adorata poi dai templari che ha fattezze che potrebbero ricordare un asino? Tra l'altro lo stesso Tertulliano ammette che i Giudei ebbero il culto dell'asino: "Essi conclusero che anche noi, come affini ai Giudei, siamo iniziati al culto di quello stesso idolo..."

Quindi gli ebrei, oltre al Toro (https://intervistemetal.blogspot.com/2018/05/israele-esoterico-7-amuleti-e-toro-nel.html), adorarono anche l'Asino?


Non mi risulta che qualcuno abbia fatto uno studio sul rapporto "asino/primo cristianesimo", per cui mi limito solo a dire che "c'è sotto qualcosa" anche in riferimento alla storia dell'asina di Balaam e all'asino cavalcato da gesù.

Forse il significato vero della vicenda (il simbolismo vero, legato all'asino) è ormai del tutto perduto, ma, basandoci su Tertulliano, non possiamo neanche escludere che, per un periodo, sia gli ebrei sia i cristiani adorassero effettivamente delle teste d'asino ed è inquietante quel muro affrescato con un graffito raffigurante un uomo crocifisso con la testa d'asino:





è poi noto che nell'opera di Shakespeare, Bottom (poi amato dalla regina delle fate Titania) venga trasformato in un uomo con testa d'asino... che Shakespeare fosse a conoscenza del dettaglio raccontato da Tertulliano?



Manco a dirlo, nel corano si trova il riferimento a una "sacra cammella", la "cammella di allah" (Naqat Allah) - vedi la sura XCI, "L'astro diurno":

"Aveva implorato il rasul [profeta, messaggero] del dio: la cammella del dio, lasciatela bere! Ma lo schernirono come impostore", e avendo i Thamud maltrattato questa cammella inviata da allah, come "segno di missione", tale dio li stermina, in segno di punizione. ("Li maledisse il loro Signore e li annientò. Non si inquietò affatto della loro scomparsa.")




Un riferimento molto strambo, questo della cammella di allah, che anche oggigiorno viene pubblicizzato davvero poco, in campo islamico... forse perché rimanda ad uno scomodo passato politeista e totemico, se non di pura idolatria dei cammelli.

Nel commento coranico che ho visionato io, ci si limita solo a scrivere "simbologia magico-religiosa?"



Stralcio tratto da



"In epoca pre-islamica era considerato verosimilmente un animale sacro: lo testimoniano alcune leggende oltre alle descrizioni dell'animale nella poesia dell'epoca e il fatto che venisse sgozzato ritualmente in occasione del pellegrinaggio pagano alla Mecca. Per designare questo animale tanto importante l'arabo classico conosce più di 160 termini di cui solo 2 figurano nel corano: ba 'ir, ibil e jamal col suo plurale jimala, tutti termini che rimandano alla specie; inoltre naqa, impiegato per la femmina e 'ishar che indica una cammella gravida di 10 mesi."
La cammella assume anche un significato escatologico: preannuncia l'arrivo del giudizio di allah sul mondo:
"'Ishar compare in relazione ai segni annunciatori della fine del mondo: saranno trascurate le cammelle prossime al parto, delle quali abitualmente si ha gran cura".


Da notare come il simbolo del cammello sia stato usato anche da gesù per la sua celebre parabola sul ricco che non entrerà nel regno dei cieli...
Tutti indizi di un collegamento esoterico/mistico del cammello al dio cristiano annunciato da gesù o al dio islamico di maometto? Difficilmente oggi giorno possiamo capire al 100% questo simbolismo, ormai andato perduto. Eppure, come già facevo notare commentando Tertulliano, anche l'asino aveva un simbolismo "sospetto"... dal mio punto di vista non è da escludere e ci metterei quasi la mano sul fuoco, che sia il cammello che l'asino fossero, secoli fa, venerati come Dei, in ambiente pre-islamico e semita. Con l'arrivo dei "riformatori religiosi" (gesù e maometto) questi simboli sono stati mantenuti anche se "annacquati" e comunque "resi subordinati" al dio di gesù e all'allah di maometto.
Si ricordi che i primi cristiani erano stati accusati dai Pagani di adorare le teste d'asino (animale cavalcato da gesù...), e abbiamo un affresco che riporta un asino crocifisso...

Del resto il dromedario era rappresentato anche nell'arte yemenita pre-islamica. https://intervistemetal.blogspot.com/2018/08/arte-e-scultura-nellantico-yemen.html

Cosa lasciava intendere che il dio allah avesse scelto di manifestare il suo potere mandando una cammella che tale popolo - i Thamud - dovevano venerare e che al loro rifiuto vengono sterminati da tale dio? 

Credo che il "senso logico simbolico" della vicenda sia decisamente andato perduto (e probabilmente andò perduto anche nei primi decenni della diffusione dell'islam...) e oggigiorno resta come uno strambo riferimento al quale gli esegeti non daranno mai una risposta soddisfacente.


E notate bene che l'asino è associato alle Dee, in Oriente!





Come mai anche i cristiani hanno - ancora una volta - un altro elemento preso dal culto delle Dee?!


Per un approfondimento sul simbolismo del cavallo, vedi:
https://intervistemetal.blogspot.com/2019/03/il-simbolismo-del-cavallo.html

APPROFONDIMENTO SULL'UNICORNO

tratto da
 


L'unicorno era una creatura associata alla Luna. era saggio e bello, rappresentava la purezza, la gentilezza, la protezione, ed era un iniziatore per le donne (nota di Lunaria: il riferimento al cavallo alato, c'è anche nel cartoon di Sailor Moon; si veda il ciclo di "Sailor Moon e il mistero dei sogni" dove Pegaso proteggeva la piccola Chibiusa e vegliava sui suoi sogni)





Vi sono molte descrizioni diverse per forma e dimensione che variano dalla capra al cervo, ma l'immagine che è rimasta più viva di altre è quella di un cavallo bianchissimo con un solo corno sulla fronte. Il corno, che era dritto o a spirale, era chiamato "alicorno"; era bianco alla base, nero nel mezzo e rosso in punta, i colori associati alle figure lunari femminili. L'alicorno ha la caratteristica di proteggere e di rendere innocuo ogni veleno avendo il potere di trasformare. Nella mitologia dell'Antica Roma l'unicorno era associato a Diana, cacciatrice che guidava un cocchio tirato da otto unicorni. L'unicorno era considerato un animale nobile e intelligente, che viveva da solo nel cuore delle foreste come guardiano e protettore delle altre creature silvestri. Troppo selvatico e pericoloso da cacciare in maniera consueta, vi era un solo modo per catturarlo: usare una fanciulla come esca; a volte seduta e vestita a festa, altre volte nuda e legata a un albero contro la sua volontà. Attratto dalla purezza della fanciulla, l'unicorno appoggiava la testa sul grembo per farsi accarezzare e veniva così catturato o ucciso. La punta rossa del suo corno può essere il simbolo della trasformazione avvenuta con il risveglio della pubertà e dell'esperienza sessuale.

L'unicorno porta il menarca alla fanciulla, offrendo il corno a spirale con le fasi e i colori della Luna. L'unicorno non era richiamato dalla fanciulla, piuttosto le portava in dono dell'essere donna. Il simbolo fallico del corno potrebbe suggerire che, come il serpente, l'unicorno era considerato il primo partner sessuale della donna che le portava l'inizio del ciclo. Si credeva che ogni volta che un unicorno moriva, un po' di magia lasciasse il mondo. Nel mondo moderno, in cui le energie femminili sono state represse, ci sono pochi unicorni. Forse è giunto il tempo di richiamarli.



Nota di Lunaria: da notare come la Grande Madre tenga in mano un corno...




  https://intervistemetal.blogspot.com/2019/06/le-dee-con-la-corna-e-la-falce-di-luna.html