Indios: Sciamani e Metal Tribale!

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Sogno e realtà, visibile e invisibile, "anima" e corpo... il mondo dell'Indio è un'unità indissolubile, di cui è padrone e custode solo lo sciamano.
Mentre il "Cacique" fa da mediatore tra gli uomini, lo sciamano è l'intermediario tra l'uomo e il trascendente. è insieme guaritore, consigliere e mago...
 

Percepire l'Invisibile in Amazzonia
 

Presso ogni etnia dell'Amazzonia esistono quotidianamente particolari problemi che investono la singola persona o l'intera comunità. Coscienti dei propri limiti di fronte a determinati eventi gli Indios dell'Amazzonia chiedono aiuto alle loro divinità (Tupa, Mavutnisin, Maì, Hekura...) avvalendosi dell'intermediazione di un componente della tribù che ha la particolare capacità di comunicare con il mondo trascendente. Questo sciamano prende l'appellativo di "Pajé". Così, mentre il capo tribù (Cacicco) è il mediatore tra le tensioni umane, lo sciamano rappresenta il tramite tra il soprannaturale e l'uomo grazie alla sua particolare capacità di percepire l'invisibile.


Il campo d'azione di questa straordinaria figura è estremamente vasto: è capace di curare la figura del singolo, di invocare la protezione della divinità sulla tribù, di indicare dove e come ritrovare persone disperse, di influire sui fenomeni atmosferici e addirittura di predire il futuro. Secondo la concezione indigena, l'essere umano è composto da un corpo e un'anima che vivono in un'unità indissolubile. Esistono quindi malattie del corpo che lo sciamano cura attraverso l'uso di piante (oltre 1500 tipi) di animali e di minerali che si trovano nella foresta amazzonica. 
Quando il malessere dell'individuo va molto al di là di un particolare distretto corporeo e comincia a causare uno stato di debolezza psicofisica che continua nel tempo con un andamento subdolo, che coinvolge l'Indio nella sua totalità e gli toglie ogni forza, allora l'uomo della foresta pensa che l'anima si sia allontanata dal corpo, fugga nell'aldilà e rompa inesorabilmente l'unità corpo-anima. Sarà lo sciamano ad andare a ricercare l'anima dipersa nel metafisico e, ritrovatala, la riporterà sulla terra resistuendola al corpo del malato.

Nota di Lunaria: possiamo fare un parallelo con la storia di Demetra e Persefone e di Orfeo con Euridice, tutti personaggi che acquistano una valenza ctonia, nel loro peregrinare "nel mondo infero", come fa lo sciamano, nelle profondità dell'Io tanto da uscire fuori di sé. Alla luce di ciò non stupisce che sia Demetra che Orfeo avessero dei riti misterici celebrati in loro onore.

 
Lo sciamano attraverso l'assunzione di alcune piante "magiche" (tabacco, ayauasca, paricà, epenà, coca), con delle invocazioni cantate e ripetute all'infinito, accompagnate da strumenti e percussioni (maraka, sonagli) o fiato (flauti di bambù), danzando e ruotando velocemente su se stesso, accellerando i movimenti respiratori, raggiunge uno stato di vera e propria perdita di coscienza (estasi, sonno) che gli permetterà di avventurarsi nel mondo degli spiriti e degli Dei alla ricerca dell'anima perduta.
Solo lui riuscirà a ritrovarla e, afferratela, la trascinerà a forza con sé, liberandola dalle maglie degli spiriti del male e riportandola così sulla terra, dove la ricongiungerà al corpo del malato.
Il rito curativo prevede anche un'azione diretta sul malato: lo sciamano pratica dei massaggi sul suo corpo, espira su di il fumo del tabacco, succhia sulla parte interessata e subito dopo vomita a distanza per purificarsi.
Se la "malattia" è vissuta come un evento di particolare gravità che rischia di minacciare la vita dell'individuo allora è tutta la tribù a stringersi attorno al malato per aiutarlo psicologicamente.
Le stesse tecniche (assunzione di piante magiche, canti, suoni, danze) ovviamente di tipo diverso secondo l'etnia considerata (in Amazzonia ci sono oltre 200 tribù) vengono usate per permettere allo sciamano di comunicare con la divinità per chiedere, questa volta, non più la protezione del singolo, ma dell'intera collettività.

Durante questo "processo di possessione", lo sciamano cambia timbro di voce e di espressione, e da quel momento rappresenta una divinità che parla alla tribù prendendo temporaneamente in prestito il corpo dello sciamano e, attraverso la voce alterata, indicherà quali sono i migliori territori di caccia, rassicurerà la gente contro gli spiriti del male, farà profezie.


Curiosamente, gli Indios ritengono blasfemo e sacrilego quanto i cristiani fanno: materializzare il corpo del loro dio in un'ostia e poi mangiarlo. 


Nota di Lunaria: oh, cari Indios, sapeste quante altre cose sono inconcepibili nel culto cristiano... xD


Un altro campo d'azione dello sciamano è la comunicazione con le anime dei defunti e degli antenati che gravitano nella foresta circostante.
Mentre in molte etnie la figura del capo tribù è diversa dallo sciamano, in alcune, per esempio presso i Kayapò, il capo tribù è anche sciamano. In genere il guaritore è di sesso maschile, ma esistono eccezioni: tra gli asurini del fiume Xingu esiste un rituale in cui anche le donne, con il loro canto, permettono la comunicazione con la divinità, alternandosi alla pari con lo sciamano di sesso maschile.






L'arte di curare, di proiettarsi nel trascendente e di leggere il futuro non è ereditaria, ma si apprende: tra le eccezioni a questa regola citiamo gli xavantes del Mato Grosso, presso i quali la capacità di curare il morso dei serpenti è una pratica sciamanica segreta che viene trasmessa di padre in figlio. In generale esiste un solo sciamano per ogni tribù ma anche qui esistono varianti: tra gli araweté tutti gli uomini sono in grado di comunicare con il trascendente e lo fanno di continuo, avvicendandosi in modo del tutto casuale all'insegna della spontaneità.
Gli xavantes attribuiscono a ciascuno un ruolo ben preciso: nella stessa tribù convivono "Il Signore della Pioggia" (evoca la pioggia nei periodi di siccità), "Il Signore del Cobra" (cura i morsi dei serpenti), "Il Signore dei Miti" (che conosce e trasmette la mitologia e la storia della tribù) e infine "Il Signore dei Sogni" che ha la capacità di interpretarli e quindi fare profezie che riguardano il singolo o la collettività.
Il fatto più strabiliante è che finita la cerimonia, lo sciamano ridiventa un individuo esattamente uguale a tutti gli altri, con gli stessi doveri nei confronti della collettività. Sotto questo aspetto si diversifica molto dai nostri leader religiosi (prete, vescovo, cardinale, papa) che sono espressioni di un potere che ha una grande influenza, non solo in ambito spirituale ma anche in quello politico-sociale.

Per finire, è motivo di riflessione il concetto di classificazione delle malattie per l'Indio, che è strutturato in modo diverso dal nostro: per loro non esiste la malattia mentale e quello che per noi è considerato un periodo di particolare sfortuna, per loro è vissuto come stato di malattia.

Infine, un breve accenno alle persecuzioni subite dagli Indios:
 

- Gli Europei iniziano ad avventurarsi in Amazzonia a partire dal '500. La prima invasione è quella degli esploratori assetati di ricchezza (oro, pietre preziose, spezie ecc.)
La seconda ondata è quella dei religiosi, che cercano di convertire gli Indios.
La terza ondata è quella degli studiosi (scienziati, zoologi, geografi ecc.) che sbarcano per redigere resoconti scientifici sulla flora, la fauna e le tribù.


- Tra i massacri ricordiamo:


1) Pizarro getta in pasto ai suoi cani alcuni Indios.


2) La scoperta del caucciù e il suo impiego per le gomme causa una vera e propria "febbre da caucciù": uomini senza scrupoli come Suarez e Araña non esitano a costruire campi di lavoro (lager) dove ammassare gli Indios costretti a lavorare alla raccolta del caucciù.



Quando gli uomini iniziano a morire di stenti, le donne indios vengono razziate, rinchiuse nei bordelli, stuprate ripetutamente e messe incinta di modo che anche i bambini nati a seguito di questi stupri potessero lavorare in questi lager, chiamati "La Chorera" ed "El Encanto"! Dei 50mila Indios ne sopravvivono solo ottomila: ogni tonnellata di caucciù è costata 7 vite umane.

3) Per decimare gli Indios e appropriarsi delle loro terre, si consegnano loro alcune vesti infettate col virus del morbillo. Gli Indios iniziano a morire anche di infezione, dopo aver indossato questi vestiti.












ALTRO APPROFONDIMENTO

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Uno dei massimi deserti della terra è quello di Atacama che si estende lungo la costa occidentale del Sudamerica dalla frontiera tra Perù ed Ecuador alle pianure del Cile. Per anni non vi cade una goccia d'acqua e tuttavia vi si trovano vallate rese fertili da fiumi che scendono dalla Cordigliera andina. Queste valli sono abitate da migliaia di anni come comprovano i reperti archeologici, i più antichi dei quali risalgono al 3800 a.c.
Tra il 600 e il 300 a.c la cultura di maggior spicco fu quella di Chavìn, che produsse anche imponenti templi. Verso il 900 d.c il gruppo più potente nella zona era quello dei Chimu. I Chimu avevano creato un complesso sistema di irrigazione. Tra i loro Dei, il primo in ordine di importanza era il Creatore Pachacàmac.
Più a sud vivevano i Nazca, che raggiunsero l'apice tra il 300 a.c. e il 700 d.c. prima che gli Incas cominciassero la loro espansione. Quando sottomisero i Nazca, gli Incas ne ripresero in larga misura le tecniche irrigue.
Sia nelle zone montane che in quelle forestali del Sud America, si coltivano molte varietà di piante eduli, diversissime tra loro a seconda degli ambienti e dei climi. Quello freddo delle Ande si presta alle coltivazioni di varie qualità di patate, mentre nelle foreste pluviali tropicali prosperano la manioca, l'igname e la batata; il mais è diffuso ovunque. 



Gli indios Jivaros affermano che una Dea a nome Nunguì permette alla Manioca di farsi strada nel sottosuolo e di apparire alla superficie. 


Nunguì permette alla manioca di farsi strada nel sottosuolo e di apparire alla superficie. Nunguì si fa vedere assai di rado, comunque sarebbe alta un metro e grassissima (*). Chiunque voglia far crescere bene le sue piantagioni deve tentare di attrarla nel campo, persuadendola a restarvi, e Nunguì allora incoraggerà la manioca a crescere grossa e polposa, danzando nottetempo tra le piante.
Di giorno Nunguì sparisce sotto terra e la manioca perde la propria forza, ed è per questo che bisogna estrarla al mattino presto. Perché Nunguì arrivi, occorrono una canzone che va intonata al crepuscolo e al cui ritmo la Dea danzerà, e tre pezzi di diaspro, detti "bambine di Nunguì", da mettere nell'orto sotto una ciotola capovolta. (Nota di Lunaria: una forma di litolatria per riti di fertilità del suolo?)
Le tre pietre bambine (**) sono il ricordo del tempo precedente a quello in cui gli uomini hanno imparato a coltivare le piante, quando mangiavano foglie selvatiche e spesso soffrivano la fame. Un giorno andarono a un corso d'acqua con l'intento di catturarvi dei granchi e scorsero una piccola donna grassa vestita di nero che era intenta a lavare delle radici nell'acqua.
"Puoi darci qualcosa da mangiare?", chiesero gli uomini, e Nunguì porse loro un tubero di manioca, dicendo "Prendete questa bambina e mangiatela, e ogni qualvolta ne vorrete ancora, chiedetegli di portare manioca, e la vostra casa sarà sempre piena di buon cibo". E così fu. (Nota di Lunaria: ovviamente questa è la dimostrazione che il cristianesimo con il suo "questo è il mio corpo, prendetene e mangiatene tutti" NON si inventa proprio nulla, visto che l'idea di mangiare un Dio/Dea - la teofagia - o elementi sacri particolari è presente anche in altre religioni precedenti il cristianesimo)

(*) Di Nunguì si dice che era "alta un metro e grassissima". Impossibile non pensare alla Venere di Willendorf




è decisamente interessante che due culture agli antipodi l'una dall'altra abbiano "pensato" alla stessa Dea abbondante...

(**) Non a caso sono tre e sono femmine: infatti abbiamo avuto delle Triadi Femminili; possiamo citare Lakshmi\Durga\Sarasvati; Ecate Triplice; Allat-Manat-Al Uzza; Brigid Triplice; le Moire, le Parche; Mokosh...




Gli Jivaro (anche chiamati Shuar) sono noti anche per il macabro rituale della decapitazione della testa del nemico e la successiva conservazione della testa-feticcio (Tsantsas) che trattata con un rituale particolare di affumicazione e macerazione "si rimpicciolisce e conserva nel tempo"


Le teste venivano mummificate per evitare che il guerriero ucciso potesse "vendicarsi perseguitando chi lo aveva ucciso": la testa recisa, infatti, serviva da gabbia.
Nota: anche nella cultura celta e indù si decapitavano teste.


Tabù e Spiriti, Info tratte da


Similmente ad altri popoli animisti, anche gli Indios consideravano il ciclo mestruale, la gravidanza e il parto come eventi colmi di un potere "numinoso" da temere. Per questo motivo sottoponevano le donne e i bebè a rituali ed interdizioni particolari. Sarebbe lunga elencarli tutti, mi limito a citarli in sintesi:

1) Alcuni Indios credevano che i bambini fossero la reincarnazione degli antenati; altri si dovevano astenere dal cacciare certi animali, perché altrimenti lo spirito dell'animale sarebbe entrato nel feto, conferendogli certe qualità negative.
2) Alcuni Indios credevano che la donna restasse incinta a causa di forze soprannaturali; questa credenza era diffusa anche in altre civiltà; nelle Ande si credeva che le donne restassero incinte per degli effluvii provenienti da grotte, fonti o certi alberi.
3) I neonati venivano spesso dipinti con macchie rosse sul corpo per simulare il pelo del giaguaro, che in questo modo non ucciderà il neonato.
4) Il cordone ombelicale veniva tagliato dal padre se il figlio era maschio, dalla madre se femmina, e poi appeso in casa con l'augurio che potessero nascere altri bambini. Altri Indios bruciavano la placenta.
5) Il marito simulava il parto (fenomeno conosciuto come "covata" e diffuso anche presso altri popoli); inoltre sia la moglie sia il marito erano soggetti a tabù alimentari e si dovevano astenere da certi lavori.
6) Nel caso di parti gemellari, un gemello poteva essere ucciso (per gli Indios, solo uno dei gemelli era figlio della coppia, l'altro era figlio di uno spirito); praticavano con frequenza l'infanticidio e l'aborto.
7) Presso alcuni Indios, le fanciulle mestruate venivano segregate e dovevano digiunare due giorni; consideravano il sangue impuro perché il sangue era considerato funzionale alla vita e nel caso del ciclo mestruale sfuggiva al corpo involontariamente: questo ricordava la morte. Per i Chiriguano il ciclo mestruale era causato dal morso di un serpente: la ragazza doveva stare immobile e in silenzio per cinque giorni nell'amaca issata sotto il tetto della capanna.
8) Alcuni Indios praticavano la mutilazione della clitoride alle ragazze; dopo venivano deflorate con un fallo di argilla o un coltello di bambù oppure col dito di un anziano; la ragazza veniva considerata deflorata dalla luna, ritenuta responsabile del ciclo mestruale.
9) Veniva praticata anche la scarificazione della pelle e spesso nelle ferite erano introdotte sostanze colorate.
10) I capelli venivano rasati e solo quando erano ricresciuti fino al mento la donna poteva sposarsi.
11) Come "prove di coraggio" si strofinava pepe negli occhi o si faceva bere succo di tabacco per ottenere visioni e diventare immune agli attacchi degli spiriti.
12) Ai bambini venivano fatte bere bevande allucinogene di modo che potessero vedere la realtà soprannaturale. I bambini Jivaro iniziavano a cercare gli spiriti verso i sei anni: accompagnati dal padre si recavano presso una cascata sacra. Per alcuni giorni cantavano, si bagnavano nelle acque e digiunavano.
13) Le malattie e la morte venivano considerate provocate dalla stregoneria o dagli spiriti; era lo sciamano che entrava in contatto con gli spiriti per guarire il malato.
14) Anche il cannibalismo veniva praticato; per approfondimenti vedi: https://intervistemetal.blogspot.com/2018/10/il-cannibalismo.html
 15) Diffusissima anche la credenza dell'allomorfismo: uno sciamano poteva trasformarsi in giaguaro. Nei riti, si imitavano i versi del giaguaro, il suo mantello chiazzato o si indossavano maschere lignee con le sue fattezze.
16) Lo sciamano poteva curare, uccidere con la stregoneria, provocare tempeste e altri fenomeni atmosferici (incluse le eclissi)
17) Molto complesse anche le credenze indios sull'anima e sull'aldilà; alcuni Indios credevano a più anime, capaci anche di tramutarsi in animali dopo la morte.
18) Il numero di spiriti della selva che affollano le credenze degli Indios è sterminata. In generale, possiamo suddividerli in:
a) spiriti della natura (delle alture, delle rocce, delle acque, degli animali, delle piante); particolarmente temuti gli spiriti delle piante allucinogene come la Datura.
b) spiriti umani (spiriti della vendetta, antenati, sciamani)
c) spiriti ausiliari degli sciamani
I Tenetehara credevano all'esistenza di un Signore della Foresta e degli Animali chiamato Maranaüwa, che punirebbe coloro che uccidono animali senza necessità; avrebbe l'aspetto di un nano rosso o di una persona piccola armata di arco, frecce e cerbottana; l'esito dalla caccia dipende ovviamente dal suo volere. üwau è il Signore delle Acque (ü), uno spirito malvagio che porta le malattie. Zuruparì è il demone della selva che attrae nella foresta i cacciatori e li uccide. Un altro spirito terrifico è il Curupira o Boràro, che ha forma umana ma è tutto coperto di pelo scuro, con una bocca zannuta, un enorme pene e i piedi rivolti all'indietro (le orme infatti traggono in inganno); si accompagna a grandi pipistrelli di notte e di giorno dalle farfalle azzurre. Puzza orribilmente e stritola le sue vittime disfacendo la carne e lasciando intatte le ossa, quindi succhia la polpa e soffia nell'involucro di pelle; la vittima torna a casa, ma muore poco dopo.
I veari-mahsà sono invece spiriti che imitano perfettamente le voci di amici e parenti, e quindi traggono in inganno per uccidere la vittima.
La Yacumama (Purahua) è uno spirito acquatico femminile, signora dei fiumi che ha forma di un grande serpente anaconda o boa. 



Questo spirito punisce il pescatore che pesca più pesci di quanti ne abbia bisogno. (Nota di Lunaria: innumerevoli sono le Dee serpenti o che si accompagnano ai serpenti: Nu Wa, Manasa, Mami Wata, Giunone Sospita ecc., prima che il monoteismo demonizzasse il serpente... https://intervistemetal.blogspot.com/2018/04/israele-esoterico-3-il-serpente-dagon-e.html) "I fiumi, i laghi hanno una Madre spirito protettore della fauna e della flora acquatica che anima correnti e gorghi. Non si prega né si rende culto alla Madre ma esistono dei riti per difendersi da essa: quando una zattera è intrappolata, si versano in acqua spirito di vino e alimenti perché la lasci libera; per ammansire le acque si versano pepe di Caienna e bevande allucinogene."
Infine, gli Yacuruna sono geni acquatici che possono anche sedurre gli esseri umani; sono attratti dal sangue mestruale. Gli sciamani, nei sogni, parlano con questi spiriti per rintracciare i naufraghi o chiedere come guarire o uccidere qualcuno. Alcuni pesci o i delfini sono manifestazioni degli Yacuruna. Gli Sacharuna sono spiriti delle selve con piedi di cervo, tartaruga ecc. e volti all'indietro; aiutano o castigano i cacciatori che infrangono le norme sacrali.

Approfondimento sulle Dee Indios

Notizie che mi sono state raccontate in inglese da Fàbio L.Stern, un ragazzo brasiliano che pubblica i suoi lavori su Academia. Io ho tradotto quanto mi ha detto in italiano.

Jaci è la Dea nativa brasiliana più famosa. è la Dea della Luna e la Creatrice di tutte le piante; viene chiamata anche Araci.



Jaci

Nota di Lunaria: il fatto che gli Indios associassero una Dea della Luna ai cicli agricoli di nascita delle piante, lascerebbe intendere che conoscevano le fasi lunari migliori per la semina...

Ceuci è la Dea degli animali e delle stelle. Jaci e Ceuci lavorano insieme. Ceuci è la Dea Crone, mentre Jaci è la Dea Madre.



Ceuci è anche la madre di uno dei più importanti eroi Tupi: Jurupari. La Dea rimase incinta mentre mangiava un frutto tipico della foresta amazzonica, il cucura. Mentre la Dea si nutriva del frutto, il succo cadde sul suo corpo e la mise incinta. Nella Wicca Brasiliana, alcune volte si pensa che sia stata Jaci a provocare la gravidanza di Ceuci. Ceuci viene anche identificata con le Pleiadi.

Nota di Lunaria: sul web si legge anche che Ceuci è la protettrice delle culture e delle abitazioni.


Un'altra divinità, che a volte è rappresentata come un Dio, altre volte come Dea, è Caipora. Caipora è la protettrice della vita selvaggia. è immaginata nuda, mentre cavalca un cinghiale. Punisce i cacciatori che uccidono troppi animali, andando oltre la loro necessità: per punirli, la Dea modifica il paesaggio, di modo che i cacciatori si perdano. Questa divinità è molto popolare in Brasile perché è stata rappresentata in un popolare show televisivo per i bambini andato in onda nel 1990. Questa è una sua rappresentazione:




Topétine è la Dea Giaguaro del fuoco. è anche una delle guardiane dell'entrata nell'aldilà brasiliano della mitologia indigena.



Nota di Lunaria: in Argentina, Brasile, Bolivia credevano ai giaguari mannari, da loro chiamati "Kanima".  Avevo già trattato la figura del Licantropo https://intervistemetal.blogspot.com/2018/09/recensione-lupo-nelle-tenebre-di.html
che è quello che resta, nell'immaginario comune, dell'antica credenza totemica\sciamanica che gli esseri umani potessero tramutarsi in animale o che discendessero da essi. I cristiani hanno pervertito e denigrato l'idea immaginando che le streghe si tramutassero in gatti. Ciascuna cultura ha sviluppato il suo mannaro, in base all'animale più diffuso nella propria zona di appartenenza; da noi era il lupo.
Non è rimasto molto materiale, perché la colonizzazione cristiana ha distrutto quasi tutto quello che era inerente la religione originale dei nativi. Quello che sappiamo lo dobbiamo agli scritti di alcuni francesi che si trovarono in Brasile nel 17° secolo. 


Nota di Lunaria: aggiungo anche qualche sintetica informazione che sono riuscita a trovare su questo libro:



Evaki, la Dea del sonno, del giorno e della notte venerata da alcune tribù del Rio delle Amazzoni. Il Sole dimora in un'anfora che la Dea scoperchia ogni mattina all'alba e ricopre ogni sera al tramonto. Vedi il collegamento con l'aborigena Wuriupranili.

Infine, mi è stato citato anche Guarani; Guarani dovrebbe essere noto anche come Guaraci, ed è il figlio di Tupa e Dio del sole; Anhangá è il Dio dell'inferno, nemico di Tupa.



Può trasformarsi in vari animali e quando appare a qualcuno annunzia la cattiva sorte.
Ho trovato citata anche Yebá Bëló ma senza alcuna notizia particolare.



Riporto anche una traduzione in italiano di quanto scritto su questo sito: http://www.lowchensaustralia.com/names/brazil-goddess-names.htm

Asima Si: Dea del fiume e dei pesci, nella zona est del Rio delle Amazzoni.
Boiuna: Dea Serpente Ctonia.
Calounger: Dea della morte e\o del mare.
Ina: Dea-delfino del Rio delle Amazzoni.
Ituana: Dea dell'aldilà, che fa reincarnare le anime dei morti nei bambini che devono nascere.
Jamaina: Dea dell'oceano rappresentata come una sirena.
Jandira: Dea del mare.
Jarina: una Triplice Dea, legata al bere.
Jubbu-jang-sange: la Dea dell'albero sacro Jurema; dall'albero si ricava un narcotico usato per ottenere le visioni.
Luandinha: Dea dell'acqua, rappresentata spesso come un serpente.
Maret-Jikky: Dea Suprema nella mitologia Botocundo.
Mariana: Dea della salute, protettrice dei navigatori.
Rainha Barba: Dea del tuono e del lampo.
Perimbo: Dea della luna e suprema creatrice della Terra e della vita. è la sposa di un dio lunare: Poré.


Ovviamente in Brasile è molto popolare il "culto a maria" che di fatto viene considerata una Dea, avendo preso il posto delle antiche Dee precristiane. Ho scritto centinaia di volte che io sono contraria al considerare maria una Dea, perché teologicamente non lo è, essendo solo cristo (maschio) dio


Per approfondire: link con intervista audio mp3 ad un'attivista per i diritti degli Indios http://pod.radiopopolare.it/laterradimezzo_1_10_04_2018.mp3

Ricordiamo che in Brasile nella zona di Bahia, soprattutto, è ancora praticato il culto a Yemanja, Dea del mare, di origine africana.



Yansà



Metal Tribale

I padri della scena sono sicuramente i Sepultura di "Roots"





band che iniziava con un grezzissimo e "Kreatoriano" Black Metal, per poi acquisire via via personalità con la svolta "tribal"






Scontato citare anche i Soulfly




sebbene qualcuno li ritenga "un prodotto costruito a tavolino" e "finti poveri". 



Non entro in merito nella diatriba "Sepultura VS Soulfly", ma chiunque ammetterà che era Max Cavalera l'anima tribal del gruppo e con la sua fuoriuscita, difatti, i Sepultura "superstiti" non sfornano di certo capolavori memorabili...

Altre band che si sono cimentate in un Metal tribaleggiante e primitivo sono i Black Oil


a tutti gli effetti, discepoli fedeli - qualcuno parlerebbe di plagio... - dei Sepultura di "Roots"...


Il video è comunque parecchio interessante

i PUi

 
e gli Huinca di "Rapa Nui"





Ci sarebbe da trattare anche la condizione ambientale, perché l'Amazzonia viene distrutta giorno dopo giorno per mere ragioni di becero guadagno. Il che porta anche lo sfruttamento degli indigeni e gli omicidi commissionati dai potenti di turno aiutati dai politici corrotti, degli attivisti ed ecologisti che protestano per salvare la foresta.

APPROFONDIMENTO SU SENDERO LUMINOSO


tratto da



Sendero Luminoso è stato un gruppo terrorista comunista (maoista) attivo in Perù, 


 che svolgeva attività di guerriglia e proselitismo armato. Nato da una scissione del gruppo comunista Bandera Roja (Bandiera Rossa) nel 1971, che aveva cercato di monopolizzare i gruppi studenteschi. Il nome "Sendero Luminoso" deriva da una frase di José Carolos Mariàtegui: "Il marxismo-leninismo aprirà il sentiero luminoso della rivoluzione". Abimael Guzmàn fu tra gli ideologhi del gruppo e venne soprannominato "la quarta spada del marxismo" dopo Marx, Lenin e Mao. I primi atti di guerriglia furono rivolti contro i poliziotti, poi contro edifici, linee elettriche, ponti. Una delle armi preferite dai terroristi del Sendero era il "maraka" cioè una fionda che veniva caricata con un candelotto di dinamite.
Il gruppo prese di mira soprattutto gli Indios Ashàninka alleandosi con i narcotrafficanti che fornivano loro armi. Negli anni Ottanta Sendero Luminoso riuscì a controllare tutta la zona della Selva Central (compresa tra il Rio Ene e Tambo). Il popolo Ashàninka risiedeva proprio in quella zona e fu costretto ad emigrare per fuggire alla follia terrorista e sanguinaria dei Sendero Luminoso.
Il gruppo dei Sendero Luminoso organizzava incursioni armate contro le missioni, i gruppi di commercio o gruppi di ricerca (uccise anche 60 ingegneri, accusandoli di essere "veicoli per la corruzione capitalistica"); reclutava bambini, giovani e uomini sotto la minaccia delle armi o uccideva chi si rifiutava di collaborare con loro.  Gli Ashàninka reclutati a forza venivano segregati e costretti ad alimentarsi di radici e vermi (Sendero Luminoso aprì dei veri e propri campi di concentramento), mentre i dirigenti maoisti del gruppo potevano cibarsi e violentare a piacimento tutte le donne Ashàninka. I Sendero Luminoso segregarono circa 10.000 indigeni e nel 1992-1993 si riuscì a liberare 4000 persone. I sopravvissuti narrarono storie d'orrore che i mass media occidentali in gran parte non divulgarono. Sendero Luminoso sistematicamente attaccava i villaggi, fucilava i contadini, i pescatori e gli indigeni; le prostitute venivano rasate, i mariti adulteri e gli ubriachi fustigati, a chi si ribellava veniva incisa una falce e martello sul cuoio capelluto.
Vennero ritrovate immense fossi comuni; anche i bambini venivano trucidati. Sendero Luminoso non esitò ad uccidere anche gli animali: impiccarono cani ai lampioni per minacciare Deng Xiaoping, il dirigente cinese "revisionista" accusato di tradire la Rivoluzione, e uccisero altri animali in un centro di ricerca e sperimentazione agronomica.
Secondo alcune fonti, il Sendero Luminoso è responsabile della morte di un numero di persone che varia tra i 25.000 e 35.000; Sendero Luminoso ha ucciso 11.000 bambini e ne ha mutilati 3000. 50.000 bambini sono rimasti orfani.




I dirigenti di Sendero Luminoso: 


 questo gruppo terrorista, similmente alle Tigri Tamil, si servì spesso della collaborazione di terroriste donne





Per approfondimenti sui crimini del comunismo, vedi
https://intervistemetal.blogspot.com/2018/08/i-crimini-del-comunismo.html
 

Riporto in sintesi qualche notizia sul genocidio degli Indios.
 

Gli Indios iniziarono ad essere schiavizzati e decimati tra il 1563 e il 1564, con l'arrivo dei portoghesi e delle malattie portate dagli invasori (soprattutto il vaiolo). Oltre 70.000 Tupinamba morirono; un secolo dopo la Conquista la popolazione si era ridotta dell'80%. Verso la fine del '600 gli Indios vennero schiavizzati e obbligati a lavorare nelle miniere per estrarre l'oro. Dopo lo sfruttamento capitalista messo in atto da Inglesi e poi da Americani (in particolar modo per l'estrazione del caucciù) anche oggi (2018) c'è spesso sfruttamento della manodopera e nei fiumi vengono versate tonnellate di mercurio che avvelena i pesci e i bambini (Nota di Lunaria: ci sono alcuni marchi di oreficeria che hanno preso le distanze sia dallo sfruttamento degli Indios sia dagli avvelenamenti del territorio; se comprate dei diamanti, fate attenzione alla loro provenienza e se il marchio di gioielli in questione può darvi la certezza che i diamanti siano "diamanti etici" cioè che non sono stati estratti sfruttando la manodopera o inquinando il territorio). Ai danni portati dallo sfruttamento capitalista, ricordiamo che anche i missionari cristiani hanno contribuito alla distruzione della cultura religiosa Indios (che originariamente era basato sullo sciamanesimo e sul concetto di spiriti, in particolare lo spirito del Giaguaro o alcuni spiriti femminili dell'acqua come Yacumama)

APPROFONDIMENTO SULL'AMAZZONIA:

 
Estesa nel solo Brasile su 416.000 kmq, la foresta amazzonica rimane, malgrado le devastazioni operate dagli uomini, la più grande raccolta esistente di vita terrestre.
Una raccolta non soltanto smisurata ma anche originalissima, ricca di specie sopravvissute attraverso le ere geologiche, veri e propri fossili viventi come gli hoazin, i trogonidi, marsupiali, insetti.
è la storia geologica a darci conto di questa sorprendente originalità, insieme con le caratteristiche climatiche dell'Amazzonia e con l'enormità della sua rete fluviale

Nato da un piccolo circo di monti innevati nelle Ande peruviane, in una culla gelata che gli Indios chiamano "il lago del bimbo", il Rio delle Amazzoni è il cuore pulsante dell'immenso bacino amazzonico e del suo straordinario corpo vegetale e animale.
L'ambiente acquatico ribolle di vita: alghe, giacinti, ninfee giganti, felci, mangrovie, granchi, gamberi e molluschi, miriadi di pesci, rospi e rane, uccelli dei gruppi sistematici più diversi, capibara e lontre, delfini e lamantini, tartarughe e caimani.
Altre creature trascorrono la loro vita a metà tra gli alberi e gli habitat acquatici, come le iguane e gli anaconda, non temuti quanto i velenosissimi crotali e serpenti corallo. (https://intervistemetal.blogspot.com/2020/12/formiche-e-coleotteri-in-amazzonia.html)
Nelle foreste inondate in permanenza (gli "igapòs") come in quelle inondate solo durante le piene ("vàrzeas") e in quelle sempre asciutte ("terra firme") è presente anche un'entomofauna ricchissima, ancora nota in minima parte: ditteri, formiche mangiafoglie e legionarie, termiti, membracidi, coleotteri, farfalle, ragni. E poi uccelli, almeno mille specie e sottospecie suddivise in settanta famiglie: are, tucani, colibrì, picchi, falchi, avvoltoi, arpie...
Numerosissimi anche i mammiferi, terricoli o arboricoli: cervi, aguti, paca, pecari, tapiri, formichieri, armadilli, tamandua, coendu, opossum; poltroni, scimmie di ogni specie e nugoli di pipistrelli, ocelot, puma, giaguari.

"D'un tratto mi trovai in un mondo nuovo, lontano da ogni civiltà, sopra un mare di acqua dolce, al centro di un labirinto di laghi, di fiumi e di canali; una rete intricata che penetra da ogni parte, una foresta immensa, e l'acqua è l'unico accesso possibile" (racconto di Charles Marie de La Condamine, che nel 1743 discese il Rio delle Amazzoni al rientro da una una spedizione compiuta in Perù per stabilire la misura del meridiano terrestre)

"(...) Verso ovest vediamo, attraverso il cannocchiale del capitano, un lungo fronte di foreste emergenti dall'acqua, una fitta massa arborea nella quale distinguiamo a mala pena gli individui. Ecco il confine della grande foresta che nei suoi angoli più nascosti racchiude tante meraviglie e ammanta di verde il continente per migliaia di miglia, dal luogo del nostro sbarco fino ai piedi delle Ande" (Henry Walter Bates e Alfred Russell Wallace)

Con  i suoi oltre due milioni di specie viventi, la Foresta Amazzonica è un inferno verde, dove ci si perde, dove si muore di fame, oggetto di cupidigia e di sfruttamento per l'uomo occidentale.